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Lotta al terrorismo e sicurezza nazionale

3. Le Rivolte del 2011: punto di svolta o impasse?

4.4 Lotta al terrorismo e sicurezza nazionale

Dal 3 luglio 2013 al-Sīsī ha fatto della sicurezza nazionale uno dei baluardi della sua politica e strumento di legittimazione al suo autoritarismo. Già durante il periodo transizione egli aveva adottato una politica di repressione nei confronti dei Fratelli Musulmani, ancora attivi nel panorama politico egiziano, e contro tutti i gruppi di opposizione che minacciavano la stabilità del Paese in quanto continuavano ad agitare le masse. Durante la campagna elettorale del 2014, al-Sīsī ha dichiarato che, sotto il suo governo, non sarebbe

esistito alcun gruppo chiamato ‘Fratelli Musulmani’.83 È proprio in

nome di questa stabilità che al-Sīsī si è arrogato il diritto di usare la forza: ancora prima di candidarsi alla Presidenza aveva dichiarato che «il suo obbiettivo era solo la sicurezza del Paese» (Abul-Magd 2013). Come già visto in precedenza, la percezione del pericolo imminente, l’incertezza politica e la frammentazione interna favoriscono la nascita di una politica autoritaria e securitaria. Il problema ‘sicurezza’ prende il sopravvento sulla politica e divide il campo tra amici e nemici; tutte le forme di opposizione vengono associate ai nemici, e devono dunque essere combattute. Il raʾīs del XX secolo, scrive Bozarslan (2011, 112), è un leader con molta probabilità repressivo e a volte anche corrotto, però «nutre la sua popolazione» e la protegge dal «terrorismo» e dall’«estremismo». Al-Sīsī, inoltre, è riuscito con un discorso

ufficiale,84 nel quale ha chiesto agli egiziani di scendere in strada e

dimostrare il loro appoggio alla sua lotta al terrorismo, a dare una parvenza democratica ed è stato abile nel creare un appoggio popolare alle azioni che aveva già intrapreso e che si sono intensificate a seguito delle marce organizzate nel Paese a sostegno del Presidente (Abul- Magd 2013). I discorsi di al-Sīsī sono caratterizzati da un

83 Cf.: Loveluck, Louisa (2014-05-06). «Sisi Says Muslim Brotherhood Will Not Exist Under His

Reign». The Guardian, URL https://www.theguardian.com/world/2014/may/06/abdel- fatah-al-sisi-muslim-brotherhood-egypt (2018-05-16).

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sentimentalismo che fa leva sul nazionalismo e l’orgoglio patriottico degli egiziani. Ad esempio, nel discorso che ha tenuto a seguito

dell’attentato terroristico a Rafah del 24 ottobre 2014,85 pochi mesi

dopo la sua elezione, al-Sīsī dichiara che le azioni terroristiche non sono inaspettate, anzi erano del tutto prevedibili perché, sostiene, esiste un «complotto contro di noi» il cui scopo sarebbe quello di far cadere lo Stato. Dopo il 3 luglio, afferma, la questione era se stesse al popolo affrontare tale minaccia o all’esercito, ‘la colonna dell’Egitto’ (ʿamūd Maṣr). «Abbiamo deciso per l’esercito», afferma. Al-Sīsī definisce la lotta al terrorismo ‘una grande guerra che l’Egitto sta combattendo per la sua esistenza’ e i martiri (ovvero i soldati che muoiono negli scontri armati) sono stati tanti e tanti altri ancora ne saranno. Il Presidente dichiara inoltre: «Mi preoccupo solo di una cosa: voi Egiziani». Infine, facendo il gesto di due mani che si stringono, afferma: «Il popolo con l’esercito e la sua polizia è così (al-

šaʿb maʿa ǧeyšu wa šorṭitu kedah)». Al-Sīsī riesce così a ricoprire il

ruolo di difensore della Patria e degli interessi egiziani: grazie all’azione dell’esercito, il Sinai non è diventato un agglomerato di cellule terroristiche. La situazione in Sinai permette ad al-Sīsī sia di avere sostegno popolare, sia è favorito dallo stato di emergenza in vigore dal 2014. Inoltre, ogni qualvolta l’Egitto è stato colpito internamente da un attentato, è stato proclamato lo stato di emergenza per tre mesi e, in alcuni casi, è stato prolungato. Come già visto, questo permette al Presidente e all’esercito di godere di poteri straordinari.

Nel 2015 al-Sīsī ha emanato un decreto antiterrorismo (qānūn

mukāfaḥa al-ʾirhāb 95/2015)86 che condanna tutti gli atti terroristici in

Egitto o all’estero (se causano danni a connazionali), ogni tipo di

85 Per il video del discorso, cf.: https://www.youtube.com/watch?v=BTOVuBXuO5s (2015-05-17). 86 È possibile visionare la legge completa, in arabo e in inglese, su

http://www.atlanticcouncil.org/blogs/menasource/egypt-s-anti-terror- law-a-translation (2018-05-17).

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finanziamento, sostegno, istigazione, inneggiamento e propaganda del terrorismo. Inoltre, come denuncia Human Rights Watch (2015b), la legge stabilisce la pena di morte per svariati reati il cui esito causa la morte di terzi. In aggiunta, l’organizzazione per i diritti umani segnala una restrizione dei diritti della persona: l’articolo 35 limita la libertà di espressione, dal momento che chiunque diffonda dati o informazioni mendaci sugli attacchi terroristici in Egitto, o smentisca le affermazioni ufficiali del Ministero degli Interni, è sanzionabile con una multa che va dai 25.000$ ai 64.000$; mentre l’articolo 46 permette al Pubblico Ministero o all’autorità investigativa di «monitorare e registrare le conversazioni e i messaggi ricevuti tramite le telecomunicazioni e altri mezzi di comunicazione moderni, e di

registrare e fotografare ciò che avviene nei luoghi privati».87 La legge

si presenta alquanto ambigua poiché non è definito chiaramente cosa sia considerato ‘incitamento’ o ‘minaccia all’unione nazionale’; dunque lascia l’interpretazione in mano alle autorità e alle forze di sicurezza.

Nel febbraio 2018, in vista della ricandidatura alla Presidenza, al-Sīsī ha nuovamente rilanciato la sua posizione di guardiano della Nazione dando il via ad un’operazione militare su larga scala in Sinai, l’operazione «Sinai 2018». Questa campagna militare mira a smantellare definitivamente la Wilāyat Sināʾ, gruppo di matrice jihadista-salafita affiliato a Dāʿeš (ISIS) che, secondo le autorità egiziane, costituisce la minaccia terroristica maggiore per l’Egitto (Dentice 2017). Come si legge dal rapporto periodico pubblicato sul

quotidiano Youm7,88 l’operazione «Sinai 2018» prevede un imponente

87 » ةيكلسلا لاصتلاا لئاسو ىلع درت يتلا لئاسرلاو تاثداحملا ليجستو ةبقارم لاصتلاا لئاسو نم اهريغو ةيكلسلالاو ةصاخلا نكاملأا يف ىرجي ام ريوصتو ليجستو ةثيدحلا .«

88 Cf.: al-Qāḍī, Zakkā (2018-05-17). «Nunširu naṣṣ al-bayyān al-22 li-l-quwwat al-

musallaḥa ʿan al-ʿamliyya Sināʾ 2018 (Pubblichiamo il testo del 22° comunicato delle forze armate sull’operazione Sinai 2018)». Youm7, URL https://goo.gl/99N1D8

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spiegamento di forze di terra, dell’aviazione e della marina egiziana per il controllo dei flussi di armi, droga e persone nella regione.

Il 15 aprile 2018, il Parlamento egiziano ha emanato la legge 22/2018 in materia di confisca dei fondi e finanziamenti dei gruppi terroristici. Questa nuova legge si rivolge a tutti i gruppi terroristici, tuttavia lo scopo principale è creare un sistema legittimo per l’uso dei

fondi e delle strutture confiscate dal 2013 ai Fratelli Musulmani,89

quando sono stati messi al bando e dichiarati gruppo terroristico (Farouk 2018).