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Dal ‘Giorno della Rabbia’ alla vittoria di Muḥammad Mursī

3. Le Rivolte del 2011: punto di svolta o impasse?

3.5 Dal ‘Giorno della Rabbia’ alla vittoria di Muḥammad Mursī

Essendo argomento principale del lavoro la funzione dell’esercito in Egitto, in questo paragrafo verranno analizzati i passaggi

67 Gli slogan della Rivolta sono entrati nel paesaggio musicale egiziano, grazie al

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fondamentali del post-Mubārak per quanto riguarda il ruolo ricoperto dalle Forze Armate.

Il 25 gennaio 2011 è la data che segna l’inizio delle proteste in Piazza Taḥrīr, il cosiddetto ‘Giorno della Rabbia’. Tre giorni dopo si assiste a un «golpe» militare nei confronti della polizia dei servizi di sicurezza (Amar 2011). Il 29 gennaio viene eletto vicepresidente ʿUmar Sulaymān, ex capo delle Muḫābarāt, ramo dell’esercito e non della polizia. Il 30 gennaio il Comandante delle forze armate Muḥammad Ṭanṭāwī si trova tra le fila dei manifestanti, a spingerli a continuare a chiedere le dimissioni di Mubārak. Dopo diciotto giorni di manifestazioni, l’11 febbraio 2011, Sulaymān annuncia:

In questi momenti di difficoltà nei quali versa il Paese, il Presidente Muḥammad Ḥosnī Mubārak ha deciso di dimettersi dalla carica di Presidente della Repubblica e affidare alla Corte Suprema delle Forze Armate la gestione degli affari dello Stato.68

L’esercito, tramite il Consiglio Supremo delle Forze Armate (al-maǧlis

al-ʾaʿlā li-l-quwwāt al-musallaḥa, nota con l’acronimo inglese SCAF),69

si offre di guidare il Paese nella fase di transizione, della durata di sei mesi, periodo entro il quale si prevedevano le nuove elezioni presidenziali per la formazione di un governo civile. Di fatto lo SCAF è rimasto al potere per diciassette mesi, durante i quali è riuscito a penetrare nelle istituzioni fondamentali dello Stato: mass media, burocrazia, l’apparato di sicurezza, e il sistema legale (Abul-Magd

2012). Sebbene lo SCAF abbia adottato un discorso democratico,70 il

68 Per visionare il discorso integrale, cf.:

https://www.youtube.com/watch?v=H4ft5k1YyZw (2018-05-14).

69 Lo SCAF è un organo composto da venti figure provenienti tutte dal Ministero

della Difesa.

70 L’uso dell’aggettivo ‘democratico’ non intende che di fatto si sia passati ad un

governo democratico. Infatti, durante tutto il periodo di transizione guidato dallo SCAF di democratico vi era soltanto l’apparenza. Parlare di elezioni, Costituzione, Partiti, serviva allo SCAF come modo per calmare le masse e dare l’impressione che stessero rispondendo alle richieste della Rivolta.

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suo obbiettivo principale era «preservare le prerogative della Repubblica degli Ufficiali nell’apparato statale e nella porzione dell’economia egiziana in mano allo Stato» (Sayigh 2012, 23). Lo SCAF, durante i mesi al potere, ha chiamato i cittadini al voto per

quattro volte: per un referendum per l’approvazione

dell’emendamento di nove articoli della Costituzione del 1971 ‒ che era stata sospesa il 13 febbraio ‒; per votare la camera bassa e la camera alta del Parlamento e per le elezioni presidenziali (Abul-Magd 2012; Droz-Vincent 2014). In particolare, l’esercito desiderava avere spazio nella stesura della nuova Costituzione, per ottenere uno status privilegiato, e assicurarsi che venisse approvata prima delle elezioni presidenziali (Brooks 2015, 21). Così il 30 marzo 2011, lo SCAF si attribuisce pieni poteri con l’emanazione della Dichiarazione Provvisoria della Costituzione (Droz-Vincent 2014). Durante questa prima fase di nuove votazioni, le cui preferenze sono andate maggiormente ai partiti islamisti, è risultata evidente l’alleanza tra esercito e Fratelli Musulmani. Laddove i militari detenevano de facto il potere assoluto e riuscivano a dettare le loro condizioni, gli islamisti erano ritenuti abili nel gestire le piazze dei manifestanti, il Paese e l’economia (Droz-Vincent 2014) e si assicuravano la maggioranza parlamentare. La dimostrazione di questo nuovo patto è stato il comportamento delle Forze Armate durante le giornate di votazione: i militari erano stati messi a salvaguardia sei seggi elettorali, ma consentivano agli islamisti di violare le norme elettorali, facendo uso di slogan e comprando i voti delle fasce più povere tramite la distribuzione di cibo (Abul-Magd 2014, 5; 2013). Da febbraio 2011 a giugno 2012, quando Mursī viene eletto, lo SCAF mantiene nelle proprie mani sia l’autorità presidenziale che quella legislativa; nomina dei ministri-fantoccio, che ratificano la nomina di ex colonnelli e ufficiali per ruoli all’interno della burocrazia statale. Con il Decreto di Legge 45/2011 si assicura l’immunità per i membri dell’esercito di

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essere processati all’interno di Tribunali Civili (Abul-Magd 2013)71 e

con la Legge 34/2011 si assicura la protezione degli affari economici dagli scioperi dei lavoratori (Abul-Magd 2015). A metà novembre 2011, lo SCAF pubblica il Waṯīqat al-Silmī (Il documento di Selmī), dal nome del ministro, o documento sui ‘Principi Basilari della Costituzione dell’Egitto’. Lo scopo di tale documento era quello di garantire all’esercito un’autonomia giustificata dalla Costituzione. L’articolo 9, infatti, riporta:

Il Consiglio Supremo delle Forze Armate è l’unico responsabile degli affari riguardanti le forze armate, e per la discussione del suo budget, che dovrebbe essere incorporato come un’unica figura nel budget annuale dello Stato.72

Sia gli Islamisti che i liberali avevano mostrato ferma opposizione al documento: i primi erano contrari all’articolo 1, che definiva l’Egitto

uno ‘Stato civile basato sulla cittadinanza’; i secondi a loro volta

volevano evitare che gli Islamisti avessero la meglio e riuscissero a imporre i loro ideali nella futura Costituzione. A seguito dell’opposizione da parte dei gruppi politici, l’esercito ha messo da parte il progetto (Brooks 2015, 22). Nel novembre 2011 si tengono le prime elezioni per la camera bassa del Parlamento, i cui risultati vengono annunciati nel gennaio 2012: gli Islamisti del FJP e del partito

al-nūr73 conquistano il 70% dei seggi parlamentari.74 Nel marzo 2012

viene formata un’Assemblea Costituente, che è sciolta appena dopo un mese (10 aprile) dietro spinta delle forze non-islamiste, che non approvavano la presenza di numerosi membri islamisti all’interno

71 In seguito alla pubblicazione del Decreto di Legge 45/2011, numerosi documenti

contro i generali e gli ufficiali in pensione che ricoprivano cariche pubbliche, scomparvero appena arrivati tra le mani del PM militare (Abul-Magd 2012).

72 Si veda: Azuri, L. (2011-11-16). «Egyptian Deputy PM’s Document of Constitutional Principles: An

Attempt to Bolster Military Supremacy, Curb Islamists’ Influence on Constitution». MEMRI, Inquiry

& Analysis Series, 762, URL https://www.memri.org/reports/egyptian-deputy-pms-document- constitutional-principles-attempt-bolster-military-supremacy (2018-05-14).

73 Al-nūr è un partito di stampo salafita nato dopo il 25 gennaio 2011.

74 Cf.: El-Din, Gamal Essam. «Egypt’s Post-Mubarak Legislative Life Begins Amid

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della Costituente (Brooks 2015, 19). Una nuova assemblea viene formata a giugno, dopo una contrattazione tra i gruppi politici. Nel frattempo, il 23-24 maggio è tenuto il primo turno per le presidenziali e compaiono i nomi dei candidati: ʾAḥmad Šafīq, generale delle Forze Armate ed ex Primo Ministro del governo Mubārak, e Muḥammad Mursī, candidato del partito islamista FJP. Poco prima delle elezioni decisive, il 14 giugno, lo SCAF scioglie il Parlamento per illegittimità nella nomina dei membri: il futuro Presidente si troverebbe così impossibilitato a governare. Nelle elezioni del 16-17 giugno 2012,

Muḥammad Mursī vince con il 51% delle preferenze a suo favore.75