CAPITOLO 2 LA DISCLOSURE DEL CAPITALE INTELLETTUALE
2.5. La disclosure del Capitale Intellettuale in ambito bancario: Una rassegna della
La rassegna della letteratura che segue prende quale punto centrale di riferimento le modalità e i mezzi prevalenti di disclosure del capitale intellettuale che negli anni sono stati presentati dalle varie organizzazioni, soffermandosi, in particolare, sul contesto bancario. Gli studi che analizzano la disclosure del capitale intellettuale utilizzano quale principale riferimento il bilancio annuale. Due sono le motivazioni che hanno spinto gli studiosi a prendere in considerazione il bilancio: in primo luogo, per il più alto livello di credibilità ad esso attribuito; in secondo luogo, per la continuità della sua redazione144. Tali studi possono suddividersi sostanzialmente in relazione all’orizzonte temporale oggetto di esame (uno o più anni), all’area geografica di riferimento (un Paese o più Paesi), alla fonte informativa (non solo report annuali, ma anche bilanci di sostenibilità, siti web, etc.), al settore di attività e in relazione alla tecnica di analisi utilizzata per acquisire le informazioni (content analysis, interviste, questionari, etc.).
Molteplici sono gli studi condotti su un solo anno (cd. cross-section) e più limitati quelli di tipo longitudinale (su più anni). Uno fra i primi studi cross-section è, senz’altro, quello condotto da Guthrie e Petty del 2000, nel quale i due studiosi analizzano gli annual report di venti società australiane nel 1998, mettendo in evidenza le scarse informazioni sul capitale intellettuale, fornite generalmente in termini discorsivi e qualitativi, senza operare distinzioni tra le sue componenti145. Successivamente, numerosi altri studi seguono tale esempio e la metodologia utilizzata per trarre prove sul livello di disclosure del capitale intellettuale anche con riferimento a realtà di altri Paesi. Per citarne alcuni, lo studio di alcuni ricercatori che esaminano cinquantasei aziende quotate nel 2003 in Portogallo146; lo studio che esamina i report annuali delle venti più grandi aziende neozelandesi
144 Bronzetti G., Mazzotta R., La disclosure del capitale intellettuale. Un’analisi empirica delle
società quotate italiane, Franco Angeli, Milano, aprile 2013, p. 69.
145 Guthrie J., Petty R., Intellectual capital: Australian annual reporting practices, Journal of
Intellectual Capital, Vol. 1, No. 3, 2000, pp. 241-251.
146 Oliveira L. et al., Firm‐specific determinants of intangibles reporting: Evidence from the
Portuguese stock market, Journal of Human Resource Costing & Accounting, Vol. 10, No. 1,
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quotate nel 2004147; oppure ancora lo studio che indaga il capitale intellettuale nei report annuali del 2006 di quarantanove società quotate cinesi148, piuttosto che quello che analizza la disclosure del capitale intellettuale in un campione di venti aziende indiane nel 2009149 o la ricerca portata avanti da vari studiosi sui report annuali delle trenta più grandi aziende quotate in Malesia nel 2008150.
Gli studi longitudinali sono meno numerosi. Uno fra i primi che indaga in più anni il livello di disclosure del capitale intellettuale di alcune realtà è lo studio di Williams del 2001 che analizza, nel periodo 1996-2000, gli annual report di trentuno aziende quotate inglesi151. Tra questi studi, possiamo ricordare, per esempio, l’analisi dei report annuali delle principali trenta aziende quotate in Sri Lanka nel periodo che va dal 1998 al 2000152; lo studio che si concentra su 260 grandi aziende quotate spagnole, tra cui figurano anche banche, nel periodo 2000- 2003153; oppure la ricerca condotta da alcuni studiosi che indagano il livello di disclosure del capitale intellettuale di 141 aziende statunitensi negli anni 2000 e 2004154. Un singolare studio è, poi, quello condotto da due ricercatori che analizzano i report annuali di una sola azienda inglese (Marks & Spencer) per un periodo di tempo di ben trentuno anni che va dal 1978 al 2008155. Altri esaminano il trend della disclosure di informazioni inerenti al capitale intellettuale per un periodo di tre anni (2008-2010) per alcune società della Malesia156, altri ancora si
147 Steenkamp N., Intellectual capital reporting in New Zealand: Refining content analysis as a
research method, PhD dissertation thesis, Auckland University of Technology, 2007, p .12.
148 Yi A., Davey H., Intellectual capital disclosure in Chinese (mainland) companies, Journal of
Intellectual Capital, Vol. 11, No. 3, 2010,pp. 326-347.
149 Singh S., Kansal M., Voluntary disclosures of intellectual capital: An empirical analysis,
Journal of Intellectual Capital, Vol. 12, No. 2, 2011, pp. 301-318.
150 Husin N.M. et al., Analysis of intellectual capital disclosure: An illustrative
example, Journal of Intellectual Capital, Vol. 13, No. 2, 2012, pp. 196-220.
151 Williams S.M., Is intellectual capital performance and disclosure practice related?, Journal of
Intellectual Capital, Vol. 2, No. 3, 2001, pp. 192-203.
152 Abeysekera I., Guthrie J., An empirical investigation of annual reporting trends of intellectual
capital in Sri Lanka, Critical Perspectives in Accounting, Vol. 16, No. 3, 2005, pp. 151-163.
153 García-Meca E., Martínez, I., The use of intellectual capital information in investment
decisions: An empirical study using analyst reports, The International Journal of Accounting, Vol.
42, No. 1, 2007, pp. 57-81.
154 Sonnier B.M. et al., Intellectual capital disclosure by traditional US companies: A longitudinal
assessment, Journal of Accounting & Organisational Change, Vol. 4, No. 1, 2008, pp. 67-80.
155 Campbell D., Rahman, M. R.A., A longitudinal examination of intellectual capital reporting in
Marks & Spencer annual reports 1978-2008, British Accounting Review, Vol. 42, No. 1, 2010,
pp. 56-70.
156 Si veda Haji A.A., Ghazali M.N.A., Intellectual capital disclosure trends: Some Malaysian
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concentrano sui report annuali di 200 aziende quotate indiane nel periodo 2010- 2011 e 2013-2014157.
Alcuni studiosi, invece, indagano, mediante content analysis, la disclosure volontaria del capitale intellettuale in un campione di trentasette report di sostenibilità pubblicati da aziende italiane quotate negli anni 2005 e 2006, riscontrando un’alta e crescente incidenza nel tempo della disclosure del capitale intellettuale, con una forte enfasi sul capitale umano, che rappresenta la categoria maggiormente divulgata, seguita dal capitale relazionale e da quello organizzativo. La disclosure del capitale intellettuale è risultata essere principalmente espressa in termini non finanziari, quantitativi e con un basso livello di informazione relativa al futuro. Questi risultati indicano che anche i report di sostenibilità potrebbero essere utilizzati dagli stakeholder per acquisire informazioni utili sul capitale intellettuale158.
Dagli studi longitudinali, comunque, emerge la generale tendenza delle imprese a fornire, nel corso del tempo, maggiori informazioni sul proprio capitale intellettuale159.
Altri studi, poi, sempre al fine di indagare il livello di disclosure del capitale intellettuale, si concentrano sulla comparazione di realtà appartenenti a diversi Paesi. Per esempio, alcuni confrontano le aziende quotate nel 2000 e nel 2001 in Francia, Germania e Paesi Bassi160; altri analizzano il livello del capitale intellettuale in un campione di 180 report annuali di aziende svedesi, olandesi e inglesi negli anni 1998, 2000 e 2002161; altri ancora confrontano i report annuali di trenta aziende quotate italiane con quelli di trenta aziende quotate inglesi162 oppure quelli delle principali venti aziende quotate nello Sri Lanka con quelli delle
157 Kamath B., Determinants of intellectual capital disclosure: Evidence from India , Journal
of Financial Reporting and Accounting, Vol. 15, No. 3, 2017, pp. 367-391.
158 Cinquini L. et al., Analyzing intellectual capital information in sustainability reports: Some
empirical evidence, op. cit., p. 531.
159 Bronzetti G., Mazzotta R., La disclosure del capitale intellettuale. Un’analisi empirica delle
società quotate italiane, op. cit., p. 71.
160 Vergauwen P.G.M.C., Van Alem F.J.C., Annual report IC disclosures in The Netherlands,
France and Germany, Journal of Intellectual Capital, Vol. 6, No. 1, 2005, pp. 89-104.
161 Vandemaele S.N. et al., Intellectual capital disclosure in The Netherlands, Sweden and
the UK: A longitudinal and comparative study, Journal of Intellectual Capital, Vol. 6, No. 3,
2005, pp. 417-426.
162 Bozzolan S. et al., Intellectual capital disclosure: A comparison of Italy and the UK, Journal of
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principali venti aziende quotate a Singapore nel periodo 1998-2000163. Ricerche interessanti sono anche l’analisi della rendicontazione del capitale intellettuale di cinquanta aziende quotate in Australia e di 100 aziende quotate ad Hong Kong nel 2002164 e lo studio comparativo dei report annuali di sedici società indiane e venti società australiane del settore dell’Information Technology nel 2007 e nel 2008165. Ci sono, inoltre, alcuni autori che confrontano la disclosure del capitale intellettuale presente nei report annuali con quella presente nei siti web in diverse organizzazioni. Tra questi, c’è chi analizza il livello di disclosure del capitale intellettuale di dodici aziende inglesi appartenenti a quattro differenti settori, concludendo che questo risulta più elevato nei siti web aziendali piuttosto che nei report annuali166. Di parere concorde anche altri ricercatori che comparano la disclosure del capitale intellettuale presente sui siti web con quella contenuta nei report annuali in un campione di ventiquattro aziende, appartenenti a settori a conoscenza intensiva (tra cui quello bancario), quotate alla borsa portoghese negli anni 2008 e 2009, ottenendo come risultato la maggiore importanza attribuita da queste al sito web, quale mezzo di divulgazione del capitale intellettuale, piuttosto che ai report annuali167.
Diversi studiosi, tra l’altro, considerano i siti web come uno dei migliori mezzi di disclosure delle informazioni sia finanziarie che non finanziarie, in quanto essi possiedono un maggiore vantaggio che risiede nell’abilità di fornire un contatto diretto e immediato tra il management delle organizzazioni e i loro stakeholder168. I risultati di uno studio condotto su tutti i report integrati disponibili sul sito web dell’International Integrated Reporting Council mostrano, poi, che in essi la disclosure sul capitale intellettuale è più vasta con riferimento al capitale
163 Abeysekera I., Intellectual capital disclosure trends: Singapore and Sri Lanka, Journal of
Intellectual Capital, Vol. 9, No. 4, 2008, pp. 723-737.
164 Guthrie J. et al., The voluntary reporting of intellectual capital: Comparing evidence from
Hong Kong and Australia, op. cit., 2006, pp. 254-271.
165 Si veda Bhasin M., Disclosure of intellectual capital in annual reports: Comparing evidence
from India and Australia, International Journal of Management and Innovation, Vol. 6, No. 2,
2014, pp. 103-126.
166 Si veda Striukova L. et al., Corporate reporting of intellectual capital: Evidence from UK
companies, The British Accounting Review, Vol. 40, No. 4, 2008, pp. 297-313.
167 Si veda Branco M.C. et al., Intellectual capital disclosure media in Portugal, Corporate
Communications: An International Journal, Vol. 16, No. 1, 2011, pp. 38-52.
168 Sharma U., Web-based disclosures and their determinants: Evidence from listed commercial
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relazionale rispetto al capitale umano e a quello strutturale. È emerso anche che tali report tipicamente contengono poca informazione quantitativa, in linea con la precedente letteratura sul tema, sottolineando che la disclosure sul capitale intellettuale ha una natura prevalentemente narrativa169.
Nel complesso, i risultati di tutti questi studi testimoniano un livello non elevato di disclosure del capitale intellettuale da parte delle varie aziende che non soddisfa sufficientemente i bisogni informativi degli utenti. Il capitale intellettuale viene esplicitato principalmente in termini qualitativi e con una maggiore propensione a rappresentare il capitale relazionale170. Infatti, in generale, il numero medio di elementi segnalati dalle varie aziende, rispetto a quello potenzialmente divulgabile, risulta basso, il che suggerisce che non vi è né consapevolezza, né alcun interesse talvolta, a riportare le variabili del capitale intellettuale. Si registra, inoltre, la mancanza di uniformità e l’inesistenza di un modello chiaro per la divulgazione del capitale intellettuale nei report annuali. Il basso livello di disclosure del capitale intellettuale potrebbe essere parzialmente dovuto al fatto che esso viene divulgato dalle organizzazioni puramente su una base volontaria171.
Anche se sono presenti differenti fonti informative il report annuale viene comunque considerato da molti come il più importante veicolo per comunicare informazioni da parte delle organizzazioni, soprattutto per le banche172.
A causa della competitività e del dinamismo dell’attuale ambiente operativo, la gestione e il reporting del capitale intellettuale sono fondamentali per le banche per sviluppare una strategia all’avanguardia, ma, nonostante il ruolo critico del capitale intellettuale nella performance delle banche e i riconosciuti vantaggi competitivi che esso può arrecare, ci sono stati pochi studi atti ad indagarne la disclosure nel settore bancario.
169 Melloni G., Intellectual capital disclosure in integrated reporting: An impression management
analysis, Journal of Intellectual Capital, Vol. 16, No. 3, 2015, p. 675.
170 Bronzetti G., Mazzotta R., La disclosure del capitale intellettuale. Un’analisi empirica delle
società quotate italiane, op. cit., p. 71.
171 Si veda Bhasin M., Disclosure of intellectual capital in annual reports: Comparing evidence
from India and Australia, op. cit.
172 Si veda Joshi M., Ubha D., Intellectual capital disclosures: The search for a new paradigm in
financial reporting by the knowledge sector of Indian economy, Electronic Journal of Knowledge
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Nei numerosi studi sul tema sono, infatti, pochi quelli che includono banche nel loro campione173. Eppure, l’industria bancaria non solo è a conoscenza intensiva ma, probabilmente, ha anche il maggior numero di report sul capitale intellettuale prodotti se confrontato con quello delle altre industrie. Alcuni studiosi, infatti, hanno analizzato ben cinquantuno report sul capitale intellettuale pubblicati da cinque banche europee nel periodo che va dal 1994 al 2011174.
A conferma di ciò, i risultati di una ricerca trovano come le banche siano significativamente superiori nella misura e nella divulgazione dei temi inerenti al capitale intellettuale rispetto ad altre industrie in Spagna175. Un’altra ricerca, invece, documenta come le banche abbiano la più ampia divulgazione di capitale intellettuale dopo le società di software negli Stati Uniti176.
Tra gli studi empirici sulla disclosure del capitale intellettuale, con specifico riferimento al settore bancario, si può citare quello condotto da due studiosi che, esaminando i report annuali delle venti più grandi banche commerciali private quotate in Bangladesh per gli anni 2007 e 2008 e sondando le percezioni degli stakeholder con riguardo a tali divulgazioni, trovano come le banche esaminate non considerino importante divulgare volontariamente il capitale intellettuale (il numero totale degli elementi divulgati è pari al 29%). I risultati mostrano che la maggior parte delle banche si focalizza su informazioni relative al capitale umano (i meno segnalati sono gli elementi relativi al capitale strutturale), ma le parti interessate sono risultate favorevoli alla divulgazione di una gamma più ampia di articoli sul capitale intellettuale rispetto a quella effettivamente divulgata.
L’analisi indica che non sembra esserci alcun framework coerente per il reporting del capitale intellettuale nel settore bancario bangladese. Inoltre, tutte le divulgazioni sono state espresse in termini discorsivi piuttosto che numerici177.
173 Si veda Mention A., Exploring voluntary reporting of intellectual capital in the banking sector,
op. cit., pp. 299 e ss.
174 Si veda Linlin C. et al., A critical analysis of intellectual capital reports in banking industry
from 1994 to 2011, Proceeding of the 10th International Conference on Intellectual Capital,
Knowledge Management and Organisational Learning, Washington, DC, 24-25 October 2013, pp. 667.
175 Si veda Ordonez de Pablos P., Intellectual capital reports in Spain: A comparative view,
Journal of Intellectual Capital, Vol. 4, No. 1, 2003, pp. 61-81.
176 Si veda Abdolmohammadi M.J., Intellectual capital disclosure and market capitalization,
Journal of Intellectual Capital, Vol. 6, No. 3, 2005, pp. 397-416.
177 Si veda Khan H., Ali M., An empirical investigation and users’perceptions on intellectual
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Merita di essere citato anche lo studio che esamina, tramite content analysis, la disclosure volontaria del capitale intellettuale nei report annuali e di sostenibilità delle cinque principali banche europee nel periodo che va dal 2001 al 2009. Dai risultati si evince che il reporting del capitale intellettuale si presenta sostanzialmente in forma narrativa, con informazioni orientate al futuro estremamente rare, così come l’informazione quantitativa (meno del 10%). In termini assoluti, il capitale umano prevale sugli altri (capitale relazionale e strutturale). In termini relativi, invece, è il capitale relazionale ad essere la categoria più oggetto di report, seguita dal capitale umano e da quello strutturale. Comunque, solo il capitale strutturale cresce significativamente nel tempo, indicando la notevole importanza della sua disclosure nel settore bancario.
Diversamente dal trend forte e stabile emerso con riferimento al capitale strutturale, il leggero e più modesto incremento presentato, invece, dal capitale umano e da quello relazionale può essere giustificato dai livelli relativamente alti di disclosure presenti già in partenza in questi ultimi. È emerso, altresì, che le cinque sottocategorie maggiormente divulgate sono sparse tra le tre categorie del capitale intellettuale, suggerendo un approccio bilanciato della sua disclosure178. Un altro studio, poi, analizza i fattori di corporate governance che incidono sulla disclosure volontaria del capitale intellettuale nei report annuali di ventisei banche quotate negli Emirati Arabi Uniti per l’anno 2010. I risultati dell’analisi mostrano che le dimensioni e l’effetto leva della banca hanno un effetto statisticamente positivo sul livello di disclosure del capitale intellettuale, mentre la redditività ha un effetto statisticamente negativo. Inoltre, l’analisi mostra alcune variabili statisticamente insignificanti, cioè la dimensione del board, la struttura della proprietà, la quotazione in Borsa e l’età della banca179.
Altri ricercatori, invece, nell’esaminare l’estensione della disclosure del capitale intellettuale nei report annuali di ottanta banche nigeriane nel periodo 2006-2009, concludono che le divulgazioni del capitale intellettuale crescono moderatamente
178 Mention A., Exploring voluntary reporting of intellectual capital in the banking sector, op. cit.,
pp. 279 e ss.
179 Si veda Ramadan M., Majdalany G., The impact of corporate governance indicators on
intellectual capital disclosure: An empirical analysis from the banking sector in the United Arab Emirates, Proceedings of the 5th European Conference on Intellectual Capital (ECIC), Bilbao, 11-
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nei quattro anni. Il capitale umano e strutturale sono gli elementi maggiormente divulgati, con il solo capitale strutturale, però, a mostrare un trend significativo e crescente nel tempo180.
C’è chi analizza anche l’estensione della disclosure del capitale intellettuale tramite il web, prendendo come campione ventitre banche commerciali quotate in Nepal nel 2010. I riscontri ottenuti indicano l’utilizzo dei siti web e dei report annuali per divulgare il capitale intellettuale. Il livello generale di divulgazione via web, comunque, risulta inferiore al 50% degli elementi complessivamente divulgabili181.
Alcuni studiosi, poi, prendendo ad esame i report annuali delle undici banche commerciali operative in Malawi nel 2011 allo scopo di visualizzare l’estensione del reporting del capitale intellettuale, riscontrano che circa l’80% delle banche del campione effettua una disclosure su tutte e tre le categorie del capitale intellettuale, ma solo il 32% degli elementi divulgabili viene, di fatto, divulgato. Le banche danno maggiore enfasi al capitale strutturale, seguito dal capitale relazionale. Il meno segnalato è risultato essere il capitale umano182.
Altri ancora, esaminando la disclosure del capitale intellettuale nei report annuali di dodici banche commerciali quotate al Saudi Arabia Stock Exchange nel 2014, trovano che tutte le banche in esame divulgano informazioni sul capitale intellettuale nei loro rispettivi report annuali, principalmente in forma discorsiva. Le banche enfatizzano la disclosure del capitale umano e relazionale, mentre quella riferita al capitale strutturale è significativamente più bassa183.
Uno studio portato avanti da due ricercatori si focalizza sul settore bancario in India e, in particolare, sulle quaranta banche (quindici private e venticinque pubbliche) quotate al Bombay Stock Exchange, al fine di valutare l’estensione della disclosure del capitale intellettuale nei report annuali. A livello di categorie,
180 Si veda Haji A.A., Mubaraq S., The trends of intellectual capital disclosures: Evidence from
the Nigerian banking sector, Journal of Human Resource Costing & Accounting, Vol. 16, No. 3,
2012, pp. 184-209.
181 Si veda Sharma M., Web-based disclosures and their determinants: Evidence from listed
commercial banks in Nepal, op. cit., pp. 1-13.
182 Si veda Lipunga A., Visualization of Intellectual capital disclosures in annual reports of
commercial banks of Malawi, Interdisciplinary Journal of Contemporary Research in Business,
Vol. 5, No. 3, 2013, pp. 155-169.
183 Si veda Razak R. et al., Intellectual capital disclosures practices and intellectual capital
performance in Saudi Arabia financial institution, Journal of Business Studies Quarterly, Vol. 7,
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il capitale strutturale presenta la maggiore percentuale di disclosure col punteggio medio di 31,75%, seguito dal capitale esterno (23,59%) e da quello umano (20,14%). Si passa dal 43% circa di disclosure (il più alto come punteggio) al 4,5% (il più basso) e ciò testimonia l’assenza di un chiaro modello per la disclosure del capitale intellettuale nel settore bancario indiano, nonché vaste diversità negli elementi divulgati184.
Un’interessante ricerca è anche quella condotta da alcuni studiosi che esaminano, mediante l’approccio metodologico della content analysis, il livello di disclosure del capitale intellettuale nei report annuali del 2015 e nei siti web del 2016 in un campione di ventotto banche operanti in Portogallo, nonché la percezione dei manager delle banche portoghesi (emersa da interviste semi-strutturate di venticinque manager bancari) circa l’impatto della disclosure del capitale intellettuale sulla competitività delle banche. I risultati mostrano un più alto livello di disclosure del capitale intellettuale nei report annuali, piuttosto che nei siti web. Il capitale umano e il capitale strutturale sono emersi come le categorie maggiormente divulgate nei report annuali, mentre invece il capitale relazionale risulta essere la categoria più divulgata all’interno dei siti web. Le interviste, poi, rivelano che pochi manager riconoscono il bisogno e la significatività di fare