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I discorsi prima della battaglia

Capitolo 4. I discorsi: una scena tipica?

4.4 I discorsi erodotei: una struttura tipica?

4.4.2 I discorsi prima della battaglia

Come accennato in precedenza, un elenco di pre-battle speeches presenti nelle Storie si trova nel recente lavoro di Zali235 che, nella sua analisi, sottolinea l’influenza omerica nella struttura e nelle tematiche delle esortazioni erodotee236. La studiosa concorda con Keitel237 nell’affermare che i temi tipici dell’esortazione omerica hanno fortemente influenzato gli storiografi ed evidenzia una serie di topoi oratori, già presenti in Omero, che diventano standard in Tucidide:

• istruzioni militari prima della battaglia; • invocazione agli dei;

• conseguenze della sconfitta, con riferimenti soprattutto all’opposizione tra libertà e schiavitù;

• ricompense per chi risulterà vincitore;

• racconto delle precedenti conquiste e vittorie e riferimento ai propri antenati; • appello al patriottismo e ricordo dell’obiettivo comune;

• gloria derivante da una morte coraggiosa e disonore della sconfitta.

234 I 69; I 124; V 24 e VII 157.

235 Zali 2015 (pp. 237-300) tiene conto anche del lavoro di Pritchett 1994 (pp. 52-54 e 102-105).

236 Alcuni esempi di esortazioni omeriche si trovano in Zali 2015, p. 242, n.19. Per la parenesi in Omero si

vedano Fenik 1968, Latacz 1977, pp. 246-250, Beck 2005.

97 Zali nota anche che Erodoto, a conclusione delle sue esortazioni, ricorre spesso a proverbi (παροιμίαι) e massime (γνῶμαι), creando un effetto di maggiore autorità del discorso e ottenendo così un maggiore impatto sull’audience.

La studiosa specifica però che nelle Storie i discorsi che precedono le battaglie, rispetto ai loro corrispettivi omerici, richiedono un certo tipo di adattamento: le esortazioni avvengono infatti in un contesto bellico, ma non necessariamente negli ultimi momenti prima dello scontro, e inoltre non sono rivolte solo alle armate intere, ma anche a piccoli gruppi di uomini.

Per facilitare un confronto con le altre tipologie di discorso qui proposte non ci si soffermerà su tutti i topoi elencati da Zali, ma verranno analizzati solo quegli elementi che risultano essere più ricorrenti anche negli altri tipi di discorso. Inoltre, sulla scia della studiosa, verranno prese in considerazione non solo le esortazioni rivolte alle truppe nella loro totalità, ma anche alcuni dialoghi che si svolgono tra pochi interlocutori238.

Un caso emblematico è rappresentato dal discorso che Milziade rivolge al polemarco Callimaco durante il consiglio degli strateghi ateniesi che precede la battaglia di Maratona (VI 109, 3-6), episodio che contiene tutti gli elementi ricorrenti su cui qui ci si sofferma. Dal momento che gli strateghi non riescono a trovare un accordo sul da farsi, poiché alcuni propongono di evitare lo scontro mentre altri ritengono che sia necessario combattere, la decisione finale spetta al polemarco. Milziade cerca dunque di convincere Callimaco a votare a favore della battaglia:

ἐν σοὶ νῦν, Καλλίμαχε, ἐστὶ ἢ καταδουλῶσαι Ἀθήνας ἢ ἐλευθέρας ποιήσαντα μνημόσυνα λιπέσθαι ἐς τὸν ἅπαντα ἀνθρώπων βίον οἷον οὐδὲ Ἁρμόδιός τε καὶ Ἀριστογείτων λείπουσι. νῦν γὰρ δὴ, ἐξ οὗ ἐγένοντο Ἀθηναῖοι, ἐς κίνδυνον ἥκουσι μέγιστον, καὶ ἢν μέν γε ὑποκύψωσι τοῖσι Μήδοισι, δέδοκται τὰ πείσονται παραδεδομένοι Ἱππίῃ, ἢν δὲ περιγένηται αὕτη ἡ πόλις, οἵη τε ἐστὶ πρώτη τῶν Ἑλληνίδων πολίων γενέσθαι. [4] κῶς ὦν δὴ ταῦτα οἷά τε ἐστὶ γενέσθαι, καὶ κῶς ἐς σέ τοι τούτων ἀνήκει τῶν πρηγμάτων τὸ κῦρος ἔχειν, νῦν ἔρχομαι φράσων. ἡμέων τῶν στρατηγῶν ἐόντων δέκα δίχα γίνονται αἱ γνῶμαι, τῶν μὲν κελευόντων συμβαλεῖν, τῶν δὲ οὒ. [5] ἢν μέν νυν μὴ συμβάλωμεν, ἔλπομαί τινα στάσιν μεγάλην διασείσειν ἐμπεσοῦσαν τὰ Ἀθηναίων φρονήματα ὥστε μηδίσαι· ἢν δὲ συμβάλωμεν πρίν τι καὶ σαθρὸν Ἀθηναίων μετεξετέροισι ἐγγενέσθαι, θεῶν τὰ ἴσα

238 I passi presi in considerazione sono: I 126,5-6 (Ciro ai Persiani prima della rivolta contro Astiage); V 109

(Ciprioti agli Ioni); VI 9,3-4 (Persiani agli Ioni); VI 11 (Dionisio agli Ioni); VI 109, 3-6 (Milziade a Callimaco); VII 8 (Serse al consiglio dei Persiani prima della spedizione contro la Grecia); VII 53 (Serse ai nobili persiani); VIII 60; 62 (Temistocle prima di Salamina) IX 17,4 (Armocide ai Focesi); IX 18,3 (araldo di Mardonio ai Focesi).

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νεμόντων οἷοί τέ εἰμεν περιγενέσθαι τῇ συμβολῇ. [6] ταῦτα ὦν πάντα ἐς σὲ νῦν τείνει καὶ ἐκ σέο ἄρτηται· ἢν γὰρ σὺ γνώμῃ τῇ ἐμῇ προσθῇ, ἔστι τοι πατρίς τε ἐλευθέρη καὶ πόλις πρώτη τῶν ἐν τῇ Ἑλλάδι· ἢν δὲ <τὴν> τῶν ἀποσπευδόντων τὴν συμβολὴν ἕλῃ, ὑπάρξει τοι τῶν ἐγὼ κατέλεξα ἀγαθῶν τὰ ἐναντία.

“Callimaco, tu hai ora la possibilità di rendere Atene schiava o, rendendola libera, di lasciare un ricordo, finché esisteranno gli uomini, quale neppure Armodio e Aristogitone hanno lasciato. Ora infatti gli Ateniesi corrono il pericolo più grande da quando ebbero origine e, se si sottomettono ai Medi, è già stato deciso quello che dovranno soffrire una volta consegnati a Ippia; se invece questa città ha la meglio, può diventare la prima delle città greche. [4] E come questo è possibile che si realizzi e che a te tocchi la decisione sovrana di queste scelte, ora te lo vado a spiegare. Le opinioni di noi strateghi, che siamo dieci, sono divise, poiché gli uni invitano a combattere, gli altri no. [5] Ora, se non combattiamo, mi aspetto che una grande discordia si abbatta sui pensieri degli Ateniesi e li sconvolga, così da spingerli dalla parte dei Medi. Se invece attacchiamo prima che qualcosa di marcio nasca fra gli Ateniesi, se gli dei restano imparziali, possiamo vincere il combattimento. [6] Ora dunque tutto questo sta a te e da te dipende: se ti unisci al mio parere, hai la patria libera e la città prima tra quelle della Grecia; se invece scegli l’opinione di coloro che sconsigliano la battaglia, ti toccherà il contrario dei beni che ho elencato”.

(trad. di G. Nenci)

Il primo elemento ricorrente, la cui tipicità è stata già messa in evidenza nell’analisi delle scene di battaglia239, è il ricordare al destinatario del discorso che dipende dalla sua decisione rendere Atene, o la Grecia, schiava o libera; tale elemento è messo particolarmente in rilievo nel passo in questione poiché si trova sia in apertura che in conclusione delle parole di Milziade240. Ritorna dunque anche qui, come nei discorsi dei messaggeri, il riferimento ai temi della libertà e della schiavitù241. Un ulteriore elemento che ricorre spesso nell’episodio è l’anticipazione di cosa accadrà se gli Ateniesi vinceranno o no la battaglia (καὶ ἢν μέν γε ὑποκύψωσι […] πολίων γενέσθαι) e se Callimaco seguirà o meno il consiglio di Milziade (ἢν μέν νυν μὴ συμβάλωμεν […] τῇ συμβολῇ)242; ancora una volta, inoltre, la spiegazione

239 Vd. tabella 1, p. 54.

240 La stessa responsabilità per le sorti della Grecia viene attribuita da Temistocle a Euribiade nel loro dialogo

che precede la battaglia di Salamina (VIII 60α).

241 La tematica è molto presente anche nei discorsi pronunciati prima delle battaglie: I 126,5; V 109; VI 9,4;

VI 11; VII 8γ.

242 Il riferimento a cosa potrebbe accadere si trova in quasi tutti i discorsi appartenenti a questa categoria: I

99 della situazione è funzionale alla motivazione del discorso (κῶς ὦν δὴ ταῦτα οἷά τε ἐστὶ γενέσθαι, καὶ κῶς ἐς σέ τοι τούτων ἀνήκει τῶν πρηγμάτων τὸ κῦρος ἔχειν, νῦν ἔρχομαι φράσων …)243.

Due elementi ricorrenti, che non sono stati analizzati nei discorsi dei messaggeri, sono infine il riferimento alla sfera divina (θεῶν τὰ ἴσα νεμόντων οἷοί τέ εἰμεν περιγενέσθαι τῇ συμβολῇ)244 e, come è ovvio, l’esortazione vera e propria, che caratterizza fortemente i discorsi che precedono le battaglie (ταῦτα ὦν πάντα ἐς σὲ νῦν τείνει καὶ ἐκ σέο ἄρτηται)245. Per ricapitolare, dunque, gli elementi che ricorrono con maggiore frequenza in questa tipologia di discorsi sono: il riferimento alla libertà e alla schiavitù, che talvolta dipendono direttamente dalla decisione che deve prendere il destinatario del discorso, l’esortazione, la spiegazione della situazione in cui ci si trova, con conseguente motivazione del discorso, l’anticipazione di cosa accadrà qualora si vinca o si perda la battaglia o qualora si segua o meno il consiglio e, infine, il riferimento alla sfera divina.