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Del Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia solo l’ed del 1822 è stata tradotta e pubblicata in francese In particolare mi sono soffermata sulla traduzione pubblicata nel 1831 a Ginevra,

Traduzioni francesi ottocentesche delle opere storiche e filosofiche di Manzon

1. Del Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia solo l’ed del 1822 è stata tradotta e pubblicata in francese In particolare mi sono soffermata sulla traduzione pubblicata nel 1831 a Ginevra,

col titolo Discours sur quelques points de l’histoire des Lombards en Italie e senza indicazione del nome del traduttore, nella «Bibliothèque Universelle des Sciences, Belles-Lettres et Arts»1, pubblicazione mensile

ginevrina a carattere multidisciplinare e divulgativo nata nel 1816 come trasformazione della «Bibliothèque Britannique» creata nel 1796. La traduzione del Discorso si estende su tre quaderni miscellanei, nella sezione «Littérature», sottosezione «Histoire». Nel primo, con la data di luglio 1831, compare una breve prefazione (t. XLVII, pp. 225-226) che riassume la genesi del testo quale sviluppo delle Notizie storiche premesse da Manzoni alla tragedia Adelchi:

Dès lors, Mr. Manzoni a poursuivi ses études sur cette époque intéressante de l’histoire du moyen âge, il l’a soumise à une critique aussi fine que judicieuse, et ce travail a donné naissance à un discours historique, dont le premier chapitre se compose de quelques éclaircissements sur quelques faits détachés, mentionnés dans les notes déjà publiées, et qui ont un rapport plus immédiat au sujet de la tragédie; les chapitres suivans ont pour objet l’examen de plusieurs questions historiques très-importantes, et jettent un

grand jour, non-seulement sur la domination des Lombards en Italie, mais souvent aussi sur tout le moyen âge. Ce sont ces derniers chapitres,

qui, à notre connoissance, n’ont point encore été traduits, que nous nous proposons de faire connoître à nos lecteurs2.

1 XVIme Année, Littérature – tome XLVII, XLVIII, Genève, Imprimerie de la Bibliothèque Universelle, Paris, Bureau de la

Bibliothèque Universelle, 1831.

Traduzioni francesi ottocentesche 130

Così giustificata l’omissione del cap. I, questo cahier riporta quindi la traduzione dell’Introduzione e del cap. II (226-252). Quelli di agosto e settembre 1831 pubblicano rispettivamente la traduzione dei capp. III e IV (t. XLVII, pp. 337-367) e quella dei capp. V e VI (t. XLVIII, pp. 1-29).

Il sistematico travisamento di alcune strutture della lingua italiana, la frequente non discriminazione tra nessi di coordinazione e di subordinazione, oltre a una competenza disciplinare probabilmente limitata del traduttore rispetto ai temi toccati in questo scritto, rendono la traduzione spesso faticosa e inefficace a restituire le articolazioni del ragionare manzoniano, come testimonia tra gli altri questo passo su Vico3:

Volendo per lo più trattare di tempi in cui non vissero scrittori: persuaso che quando gli scrittori apparvero, le istituzioni, le credenze

sociali erano già tanto modificate, le tradizioni di que’ tempi antichissimi già tanto sfigurate dai nuovi fatti stessi, che non potevano essere fedelmente comprese, nè trasmesse dagli scrittori; ma persuaso nello stesso tempo, che le idee di questi, come figlie in gran parte degli avvenimenti e delle dottrine anteriori, dovevano pur conservarne dei tratti importanti e maestri, egli riguardò questi scrittori

come testimonj in parte pregiudicati, in parte incerti nelle loro idee, in parte smemorati, ma però sempre testimonj di fatti generali e di

somma importanza; e come tali si fece ad esaminarli. Incredulo per lo più e spregiatore delle idee che essi danno come un loro giudizio, egli cercò una verità in quelle che essi sembrano trasmettere come venute da più alta origine; e rigettando le loro conclusioni, stabilì dei canoni per cavarne di più fondate dalle loro rivelazioni, per così dire, involontarie. Queste norme pretese egli derivarle dalle proprietà della mente umana e dalla esperienza dei fatti più conosciuti; e certo, quand’anche sieno sistematiche, il che

accade pur troppo sovente, le non son giammai d’una fallacia volgare4.

Il voulut surtout s’occuper des temps qui n’ont pas eu d’écrivains, parce qu’il étoit fortement persuadé que, quand les écrivains parurent,

les institutions, les croyances sociales étoient déjà tellement modifiées, les traditions de ces temps reculés étoient déjà si défigurées par de nouveaux faits, que ces écrivains n’avoient pu les comprendre complétement, ni les transmettre fidèlement; mais

comme il avoit aussi la conviction que leurs idées, dérivant en grande partie des événemens et des doctrines antérieures, devoient par conséquent en conserver des traits importans et capitaux, il regarda ces écrivains soumis à des préjugés, incertains dans leurs idées,

d’une mémoire quelquefois peu fidèle, comme des témoins de faits généraux de la plus haute importance, et en cette qualité il les jugea

dignes de son examen. Ajoutant fort peu de foi et de valeur aux idées qu’ils émettent comme leur propre jugement, il chercha la vérité dans celles qu’ils semblent transmettre comme venues de plus loin, et rejetant leurs conclusions, il établit des règles pour

en tirer de mieux fondées de leurs révélations involontaires. Il prétendit faire dériver ces règles du caractère propre de l’esprit

humain, et de l’expérience des faits plus connus; et, bien que ces règles soient systématiques, et qu’ainsi elles conduisent trop souvent à des résultats erronés, l’erreur qu’elles établissent n’est jamais d’une espèce ordinaire5.

Altra traduzione ottocentesca (integrale questa, cap. I incluso, sempre del testo del 1822) è quella di Antoine de Latour del 18416. Poeta e scrittore, ispanista, bibliofilo, oltre che traduttore, Antoine de

Latour (1808-1881) lascia una bibliografia fitta e varia7: scrive versi, saggi di storia e di storia della

letteratura, prefazioni a lavori di interesse storico e filosofico; traduce Calderón de la Barca e, tra gli autori italiani, oltre a Manzoni, Silvio Pellico ma anche Alfieri. Insomma Latour, oltre che un traduttore (tra gli altri, di Manzoni), è uno studioso (tra gli altri, di Manzoni, e non del solo Manzoni scrittore ma anche del Manzoni storico e pensatore)8, i cui interessi (come quelli di Manzoni) spaziano oltre la letteratura in

3 I corsivi sono miei, ad evidenziare le discrepanze tra originale e traduzione.

4A.MANZONI, Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia, a cura di I. Becherucci, Edizione nazionale ed europea

delle opere di Alessandro Manzoni, vol. 5, Milano, Centro nazionale studi manzoniani, 2005, pp. 74-75.

5 «Bibliothèque Universelle», Juillet 1831, t. XLVII, cit., pp. 248-249.

6 Discours sur quelques points de l’histoire des Lombards en Italie, in Théâtre et poésies de Alex. Manzoni, traduits par Antoine de Latour,

Paris, Charpentier, 1841 (il volume comprende inoltre una Dédicace del traduttore, la traduzione in prosa delle due tragedie corredate dalle rispettive Notizie storiche e accompagnate dalla Lettre à M. C*** e di una selezione di Poésies diverses: i cinque inni sacri completati, In morte di Carlo Imbonati, Urania e Il cinque maggio), pp. 285-364. Questo volume fa parte di quelli recentemente riproposti dall’editore Hachette in collaborazione con la BNF - Bibliothèque Nationale de France con stampa su richiesta, insieme alla traduzione Fauriel delle tragedie (1834) e alla traduzione del dialogo Dell’invenzione di cui si dirà più oltre:

http://www.hachettebnf.fr/alessandro-manzoni.La Lettre à M. C*** dal canto suo è stata inoltre ripubblicata nel 2012 in

formato digitale, insieme alla Lettre à Victor Cousin, dalle Éditions La Bibliothèque Digitale.

7 https://www.idref.fr/028256867

8 Nella Dédicace che introduce volume il traduttore lo presenta come «Écrivain original et hardi penseur» (p. II); più oltre

osserva: «Ce sentiment de l’histoire, si profondément empreint dans ces deux drames, et surtout dans les chœurs qui en résument la pensée, se retrouve à un degré remarquable dans le morceau de critique qui accompagne Adelghis. Ce Discours sur

quelques points de l’histoire des Lombards en Italie jette sur toute l’époque une vive clarté. Ainsi, pendant que M. Thierry écrivait en

France ses admirables lettres et achevait son Histoire de la conquête des Normands, le pressentiment des mêmes vérités agitait le plus grand esprit de l’Italie. Mais l’Italie n’est-elle donc pas la patrie de Vico?» (p. XII).

Traduzioni francesi ottocentesche 131

particolare proprio in direzione della storia. La sua traduzione risulta più accorta e fedele, e segue con maggiore pertinenza e sicurezza l’argomentare manzoniano.