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Tra le scritture private di Teresa Gnoli: i diari, i racconti di viaggio, l’autobiografia

di Chiara LICAMELI

Università degli studi di Roma “La Sapienza”

doi.org/10.26337/2532-7623/LICAMELI

Riassunto: Il contributo propone un’analisi delle scritture private della scrittrice romana Teresa Gnoli (1833-1886), reperite presso l’Archivio privato della famiglia. I testi – consistenti in due diari (Le Riflessioni e il Ristretto delle esortazioni ricevute dal mio

Padre Spirituale), un’autobiografia incompiuta (Principio di autobiografia di Ester Gnoli) e due racconti di viaggio (L’Addio a Roma e Gli ingenui in Viaggio) – consentono sia di delineare meglio il profilo dell’autrice, poco nota, sia di acquisire informazioni sulla

pratica della scrittura privata nella Roma risorgimentale.

Abstract: The paper aims to study the private writings of the Roman writer Teresa Gnoli (1833-1886), preserved in the private archive of the family. The texts – consisting of two diaries (The Riflessioni and the Ristretto delle esortazioni ricevute dal mio Padre

Spirituale), an unfinished autobiography (Principio di autobiografia di Ester Gnoli) and two travel stories (L’Addio a Roma and Gli ingenui in Viaggio) – allow both to better delineate the profile of the author, little known, and to acquire information on the

practice of private writing in the Rome of the Risorgimento. Keywords: Risorgimento – Rome – Autobiography – Diary

Introduzione

Teresa Gnoli (1833-1886), in Arcadia Irmida Aonia, gode di una buona fama di scrittrice soprattutto a ridosso degli anni cinquanta dell’Ottocento1, quando diventa nota per il suo Torquato Tasso

a Sorrento2, dramma lirico a sfondo patriottico. L’autrice romana si muove agevolmente tra diversi generi

letterari, come è testimoniato dai quattordici scritti teatrali, nonché dalle prose e dai versi ad oggi conservati presso l’archivio della famiglia Gnoli, sito a Cagli (PU)3. Tra questi scritti – solo parzialmente

editi4 – figurano anche scritture private, comprendenti due diari (Le Riflessioni e il Ristretto delle esortazioni

1 Sulla vita e le opere di Teresa Gnoli cfr. A.ALBERTAZZI,A.NATALI, G. Gualandi nel centenario della morte, in «Effeta», 1994; R.

DI CASTRO, Teresa Gnoli, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 57, 2001, consultabile in /http://www.treccani.it/enciclopedia/teresa-gnoli_(Dizionario-Biografico)/; M. L. DOGLIO, Tasso tra i poeti della 'Scuola

romana': il dramma lirico "Torquato Tasso a Sorrento" di Teresa Gnoli, in «Italianistica. Rivista di letteratura italiana», XXIX, (2000) 2, pp. 231-240; C.LICAMELI, Il teatro di Teresa Gnoli: forme, contenuti, prospettive di indagine, in La letteratura italiana e le arti. Atti del XX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Napoli, 7-10 settembre 2016), Roma, Adi Editore, 2018, consultabile su http://www.italianisti.it/Atti-diCongresso?pg=cms&ext=p&cms_codsec=14&cms_codcms=1039 [data consultazione: 24/08/2018].

La fama dell’autrice tra i contemporanei è attestata in particolare dai viaggiatori stranieri che si recano a Roma per il Grand

Tour, si leggano in proposito le cronache diM.L.COLET, L'Italie des italiens, Paris, Dentu, 1864, vol. IV, pp. 65-71, F. GREGOROVIUS, Passeggiate per l'Italia, vol. III, Roma, Officina Poligrafica Editrice, 1907, pp. 220-222 e C. E. NORTON, Notes

of travel and study in Italy, Boston, Ticknor and Fields, MDCCCLX, p. 57.

2 Cfr. T.GNOLI, Torquato Tasso a Sorrento dramma lirico e poesie varie, Firenze, Editori della strenna romana, 1858. Il dramma,

scritto nel ’52, venne rappresentato per la prima volta nel 1857 durante una delle grandiose feste di Giovanni Torlonia e pubblicato l’anno seguente. Successive rappresentazioni dell’opera si ebbero nel ’60 presso le sale dell’Accademia Filarmonica. Cfr. I.CIAMPI, Il Torquato Tasso a Sorrento, dramma lirico di Teresa Gnoli messo in musica da Giuseppe Branzoli ed eseguito il 2 luglio 1860,

in «L’ Album», XXVII (1860), pp. 186-188.

3 Nell’archivio Gnoli (da ora indicato come A.G.) sono conservati 5 faldoni relativi a Teresa divisi tra Documenti personali,

corrispondenza, scritti in prosa (2 faldoni); Scritti in versi (2 faldoni) e Pubblicazioni di poesie di Teresa Gnoli. Per una descrizione

dettagliata dei contenuti rimando a C. LICAMELI,L’Archivio Gnoli: uno sguardo inedito sulla cultura letteraria della Roma risorgimentale (1815-1870),tesi didottorato in Italianistica non pubblicata, Sapienza-Università di Roma, a. a. 2016-2017, tutor Silvia Tatti.

4 Teresa Gnoli pubblica soprattutto in raccolte accademiche collettive e tramite il gruppo della Strenna romana, di cui è

mecenate Giovanni Torlonia. Morto questo, nel ’58, l’autrice smette di pubblicare. Anni dopo, discorrendo della questione con l’amica Giannina Milli, la donna asserisce «[…] non pubblico niente perché ci vogliono molti denari» (Teresa Gnoli a Giannina Milli, Roma, 24 giugno 1881 in Teresa Gnoli e Famiglia, n. 54, Carteggio Milli, Biblioteca Melchiorre Delfico). Sulla figura di don Giovanni Torlonia cfr. G. CUGNONI, Vita di D. Giovanni Torlonia, Velletri, Tipografia di Luigi Cella, 1830, pp. 20-21 e GREGOROVIUS, Passeggiate per l'Italia, pp. 200-228.

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ricevute dal mio Padre Spirituale), un’autobiografia incompiuta (Principio di autobiografia di Ester Gnoli) e due

racconti di viaggio (L’ Addio a Roma e Gli ingenui in Viaggio)5 che consentono di ricostruire alcuni aspetti

intimi della vita dell’autrice e permettono di acquisire ulteriori informazioni sulla sua biografia e sui suoi riferimenti culturali6.

Il ruolo delle donne in Italia in età risorgimentale è stato negli ultimi anni, soprattutto in occasione del centocinquantenario dell’Unità, frequente oggetto di indagine7; il lavoro degli studiosi – basti pensare

a Chemello8, Monsagrati9, Soldani10 – evidenzia la funzione attiva che queste ebbero nell’ambito dei moti

risorgimentali in quanto infermiere, soldatesse, giornaliste, nonché come scrittrici di prose e versi patriottici. Il caso delle autrici nel contesto romano e laziale è inoltre dal 2001 oggetto di studi più specifici che, tramite l’ausilio di un Osservatorio appositamente predisposto11, hanno individuato nelle scritture di

carattere privato una via di espressione privilegiata tra le scriventi che siano o no letterate.12 Tale tipologia

di scrittura, del resto, è molto frequentata in questo periodo poiché legata ad un’ampia varietà di usi e necessità espressive13.

I diari

Le Riflessioni14, recanti la data del 14 luglio 1847, consistono in alcune considerazioni di Teresa su

una visita al lago Trasimeno e sulla morte dell’amica Marietta:

Riflessioni

Io mi ricordo benissimo il bel lago Trasimeno, le sue belle isolette, la sua grande estensione. Mi ricordo quand’io sovra lieve barchetta lo trappassava e il cielo era serenissimo, e un zefiro soave spirava sulle acque e le increspava gentilmente. Ma io non ricordo i pensieri che in quel momento occupavano il mio spirito. Forse che io paragonava quel battelletto alla vita umana che lieve lieve per un mare di pericoli s’inoltra e trapassa. Forse io m’ispirava di poetico ardire, e mi sentiva animare per le vie della gloria alla vista di quel lago placidissimo; o forse coll’ingenuità della fanciullezza io ricordava le fole delle fate dove tutto è straordinario, tutto meraviglioso. Oh s’io potessi di nuovo solcare quell’acque! O di quai magnanimi pensieri mi sentirei accesa! O quanto più belle mi sembrerebbero quelle lontane violette e di quanto gaudio m’inonderebbe quel placido orizzonte. L’età

5 Tra le scritture private di Teresa presenti nel fondo, nello specifico in Te. Gn. B1 F22 A.G., figurano anche 93 epistole la cui

analisi, sia per ragioni di spazio, sia per i problemi specifici che presenta il genere epistolografico, è da rimandarsi ad un’altra sede.

6 Si legga, ad esempio, questo estratto tratto da una lettera di Teresa alla cugina Vincenzina Tarugi in Te. Gn. B1 F22 VI, A.G.:

«Ora leggo il poema del Tasso, che mi diverte molto. Ho finita la Storia Greca e adesso incomincerò la Storia Romana. Della Geografia, son giunto all’Impero d’Austria» (s.l., s.d. [prima del ’57]).

7 Rimando in particolare alla lettura di Per un archivio delle scritture femminili del primo Ottocento italiano, in «Dimensioni e problemi

della ricerca storica», XXIII (2010/1); B. BERTOLO, Donne del Risorgimento. Le eroine invisibili dell’Unità d’Italia, Torino, Ananke,

2011; G. CORABI, Scrittrici dell’Ottocento, in Atlante della letteratura italiana, a cura di S. Luzatto – G. Pedullà, vol. III, Torino, Einaudi, 2011, pp. 162-176.

8 A.CHEMELLO, Fuori dai repertori. Donne sulla scena letteraria ottocentesca, in Per un archivio, pp. 45-60; EAD., “Nel glorioso avvenire

della mia patria”. Frauen und Schriftstellerinnen während der Einigung Italiens in 150 Jahre Italien, Themen Wege, offene Fragen a cura di F.

Griessner – A. Vignazia, Wien, Praesens Verlag, 2014, pp. 247-269.

9 G. MONSAGRATI, Roma senza il Papa. La Repubblica romana del 1849, Bari, Laterza, 2014, pp. 116-119.

10 S. SOLDANI, Il Risorgimento delle donne, in Storia d’Italia. Annali 22. Il Risorgimento, a cura di A. M. Banti – P. Ginsborg, Einaudi,

2007, pp. 183-224.

11 L’Osservatorio sulla storia e le scritture delle donne a Roma e nel Lazio è stato istituito nel 2001 su iniziativa dell’ANAI e poi

supportato dal progetto di ricerca a cura di M. I. Venzo dal titolo Per una storia della memoria e delle scritture delle donne a Roma dal

XVI al XX secolo: censimento delle fonti e elaborazione di repertori. La ricerca è poi a sua volta sfociata nella collana «La memoria

restituita. Fonti per la storia delle donne» a cura della stessa e di M. Caffiero. A riguardo rimando alla lettura di M. CAFFIERO,

Per una storia delle scritture delle donne a Roma in età moderna e contemporanea, in Scritture di donne. La memoria restituita, a cura di M.

Caffiero – M. I. Venzo, Roma, Viella, 2007.

12 Ivi, p. 16.

13 Si leggano in proposito F. D’INTINO, L’autobiografia moderna, Storie, forme, problemi, Bulzoni, Roma, 1998 e G. TELLINI, Scrivere

lettere. Tipologie epistolari nell’Ottocento italiano, Roma, Bulzoni, 2002. Rimando inoltre al progetto di archiviazione digitale CEOD

(Corpus Epistolare Ottocentesco Digitale), patrocinato dall’ Università degli Stranieri di Siena e dall’Università di Cassino a partire dal 2001 e consultabile alla pagina http://ceod.unistrasi.it/progetto.htm e alle iniziative promosse dal più recente gruppo Adi RRR Restaurazione Rivoluzione Risorgimento, coordinato da Silvia Tatti e Stefano Verdino, consultabili su http://www.italianisti.it/RRR-Rivoluzione-Restaurazione-Risorgimento.

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più matura i libri che in questi tempi ho gustato mi renderebbe caro quel lago quanto le onde del Tevere su cui son nata e ho vissuto fin ad ora.

20 luglio

Cara Marietta; o come presto ci abbandonasti! Sull’aprire della vita, avvenente di persona; dotata di prontezza e d’ingegno, pareva che tu dovessi essere l’angelo della tua famiglia, la gloria della tua patria. Le penitenze, e le preghiere, già erano care alla pargoletta tua amata, e tu amavi la tua famiglia coll’impeto d’un core affettuosissimo e per lei tutto avresti sagrificato. Tu molti lirici sapevi a memoria e già con molto scorno e molta grazia li declamavi; il tuo discernimento sorpassava la tua età e faceva maravigliare chiunque ti conoscesse. […]

Il breve estratto lascia spazio ad una narrazione che accentua gli aspetti romanzeschi del quotidiano e si colloca in una dimensione della memoria lontana da quella, più vicina al vero, del journal intime15, pure

tanto diffuso nell’Ottocento16. La volontà di conferire al diario un’impronta letteraria, carica di riferimenti,

emerge infatti sin da subito: non solo i toni della narrazione sono enfatici, ma la «lieve barchetta» che si muove agilmente in un «mare di pericoli» richiama subito alla mente il dantesco «vasello snelletto e leggero» di Purg. II 41, nonché la «nave piccioletta» con cui il poeta attraversa la pericolosa palude stigia in Inf. VIII 15-66. Tale intenzione si palesa ancor più chiaramente nella seconda parte del brano, relativa alla morte dell’amica Marietta, che consiste in un vero e proprio elogio funebre.

Le poche righe in nostro possesso, dunque, allontanano il diario della Gnoli da testi del tutto scevri di una dimensione letteraria come i diari di Maria Cosway17, oppure da quelli meno filtrati, seppur

accuratamente elaborati, di altre autrici quali Madame de Staël, George Sand18 oppure Amélie Odier19.

Di altro genere è il Ristretto delle esortazioni ricevute dal mio Padre Spirituale20,in cui Teresa racconta di

un giorno di penitenza trascorso da lei, le sorelle e la cugina Vincenzina Tarugi in compagnia di un padre gesuita; lo scritto è datato 5 marzo 1851 ed è corredato da un riassunto dei precetti spiegati dal sacerdote e da un’illustrazione tracciata a penna raffigurante Cristo che porta la croce, seguita dalla didascalia «Sequere me». Il brano, come avviene di consueto nell’ambito degli scritti confessionali monastici e non – si pensi al caso della laica Enrichetta Caetani Lante –, si basa sul modello ignaziano21 e non sembra

essere destinato alla lettura pubblica.

Attualmente non siamo in possesso di scritti diaristici della Gnoli successivi alla data del 1851, ma una lettera scritta da Teresa alla cugina Vincenzina datata 1854 suggerisce che tale tipologia di scrittura fosse diventa sistematica con il trascorrere degli anni e che, dunque, dovevano esserci delle memorie dell’autrice oggi andate perdute:

Anch’io torno col pensiero ai giorni passati e rammento che in questi tempi stavamo insieme. Se io tre anni fa avessi avuto il sistema che ora ho adottato di scrivere le mie memorie giorno per giorno, e i pensieri me ne troverei molto contenta22.

15 Su questo genere specifico si legga B. DIDIER,Le journal intime, Paris, Presses Universitaires de France, 1976.

16 D. CARPANETTO, La scrittura femminile agli inizi dell’Ottocento: diari e ricordi delle ginevrine Amélie e Junie Odier, in Scritture di desiderio

e di ricordo, a cura di M. L. Betri – D. Maldini Chiarito, Milano, Franco Angeli, 2007, pp. 102-129.

17 L. DODI,Da artista a educatrice: il «giornale» di Maria Hadfield Cosway, Ivi, pp. 216-253.

18 B. DIDIER,George Sand écrivain: un grand fleuve d'Amérique, Paris, Presses Universitaires de France, 1998, pp. 379-462. 19 CARPANETTO, La scrittura femminile, pp. 102-129.

20 In Te. Gn. B1 F2 IV, A.G.

21 Il legame tra cristianesimo e autobiografia è stato analizzato in maniera esaustiva da Franco D’Intino il quale ha evidenziato,

tra le altre cose, che le scritture mistiche in età moderna sono praticate per lo più da donne in contesti monastici; i diari spirituali, in particolare, sono fioriti negli ambienti gesuitici, modellati sull’esempio degli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Non mancano tuttavia scritti di questa tipologia appartenenti alla penna di autrici laiche, come la sovracitata Enrichetta Caetani Lante, basato anch’esso sui precetti di ignaziani. In proposito cfr. D’INTINO, L’autobiografia moderna, pp. 21-29; 81-82; M. CAFFIERO,Le scritture della memoria femminile a Roma in età moderna: la produzione monastica, in Memoria, famiglia, identità tra Italia ed

Europa nell’età moderna, a cura di G. Ciappelli, Bologna, Società editrice il Mulino, pp. 235-268, in particolare p. 243 e S.

PROIETTI,Il diario spirituale di Enrichetta Caetani Lante (1768-1770), in Scritture di donne. La memoria restituita, pp. 79-95.

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I racconti di viaggio

La propensione di Teresa per la narrazione autobiografica romanzata23 persiste e si affina ne

L’Addio a Roma24; il testo non è datato ed è il frutto di una rielaborazione a posteriori di appunti relativi

al viaggio compiuto dalla famiglia Gnoli nel 1849, in occasione della fuga della famiglia da Roma in seguito alla proclamazione della Repubblica romana25.

Lo scritto è diviso in paragrafi titolati che ripercorrono le tappe del viaggio: L’Addio a Roma, La

calma dopo il temporale, Terni, La Montagna di Somma, Il monte di S. Oreste, Spoleto, e, per finire, La Pieve, dove

la narrazione si interrompe bruscamente.

Nell’Archivio sono presenti due redazioni del testo, entrambe lacunose. La prima (che chiameremo A1), numerata recto verso, manca delle carte 3-10, in cui dovrebbe essere descritta nel dettaglio la fuga, forse eliminate in seguito all’ operazione di autocensura che ha interessato diversi testi di contenuto politico presenti nel fondo Gnoli26. L’altra redazione (A2) è acefala, comincia con un paragrafo privo di

titolo in cui si descrive il paese di Cantalupo, seguito da Il temporale e la calma (in A1 La calma dopo il

temporale) e si arresta a I monti e la Somma (in A1 La Montagna di Somma); accanto a quest’ultimo paragrafo

è apposta la data 17 maggio 1849 che potrebbe essere un’indicazione sul momento della redazione del testo così come la data in cui la famiglia giunse a Somma. La veridicità del racconto è confermata dagli

Appunti autobiografici27 di Giuseppe Gnoli, che ripercorrono tappe analoghe.

Teresa costruisce la narrazione del percorso degli Gnoli intrecciando la scrittura diaristica e la letteratura odeporica con un procedimento assimilabile a quello di Cristina di Belgiojoso nei Souvenirs dans

l’exil28 o della marchesa Boccapaduli nel suo Viaggio d’Italia29: la cronaca di viaggio è accompagnata da

riflessioni personali e dal racconto romanzato di episodi significativi:

L’Addio a Roma

[1] Quasi prodigiosamente noi potemmo tra le calamità di Roma ottenere l’assenso di partire, e quasi prodigiosamente fummo da Dio condotti nel viaggio, di cui dò qualche cenno, per meglio fissare nella mia mente un’epoca di sventure che sarà considerevole nella Istoria. E se la pace ritorni ov’ora è la guerra e il terrore e io rivegga il mio dolce paese, rileggendo queste pagine ringrazierò Iddio che ci preservò da tanto lutto, e rimediò a tanta discordia. Un’ora dopo il Mezzodì, non senza stento, potemmo tra le macerie partire di Roma. Insino a tanto che non fummo fuori delle porte noi temevamo di non sortirne, ma come appena vedemmo l’aria aperta, e le fertili campagne, e i lontani monti, ci si allargò il cuore, come ad un [2] prigioniero che dopo lunga schiavitù esce dal carcere e riacquista la libertà. Non potemmo però a mano di non gemere nella sorte della nostra misera patria, e io guardando le ruine, che rapidamente le una alle altre si succedevano, fui presa da un sentimento di profonda mestizia e dolore. Povera Roma! Qual tristo presagio mi porgeano quelle tue ammucchiate ruine! Quei sassi di cui erano coperte le tue vie e le tue porte; quegli alberi divelti dalle tue ville e dà tuoi passeggi e giacenti a terra come cadaveri; quelle case, qué palaz[zi] diroccati e incendiati… Oh se in tale stato ri[d]otta sei dagli stessi tuoi cittadini, quale diverrai allora che i tuoi nemici assedieranno le tue porte e forse le passeranno? Povera Roma! Terra di grandi memorie vai forse in <…>30

Il passo offre uno spaccato autentico sulle vicende della famiglia in fuga dal punto di vista di una giovane che descrive gli eventi con partecipazione e colori vividi. L’addio alla patria, colpita dalle sventure,

23 Sul complesso genere dell’autobiografia, di cui si discorrerà diffusamente in seguito, si leggano in particolare B. ANGLANI,

I letti di Procuste. Teorie e storie dell’autobiografia, Bari, Laterza, 1996 e D’INTINO, L’autobiografia moderna.

24 In Te. Gn. B2 F2 II, A.G.

25 Tommaso Gnoli, avvocato concistoriale estremamente legato alla curia da ragioni di carattere economico, al momento della

proclamazione della Repubblica nel ’49 rifiuta il ministero di Grazia e Giustizia che gli viene offerto e decide di fuggire con la famiglia a Montepulciano, in Toscana, dove ottiene ospitalità dai parenti della moglie Maddalena Dini. Sulle vicende della famiglia Gnoli rimando a LICAMELI,L’Archivio Gnoli, pp. 62-99. Sulla Repubblica romana del ’49 cfr. La Repubblica romana del

1849 la storia il teatro la letteratura, a cura di B. Alfonzetti – S. Tatti, in «Studi (e testi) italiani», XVI (2013), vol. 31; M. SEVERINI,

La Repubblica romana del 1849, Venezia, Marsilio, 2011 e MONSAGRATI, Roma senza il Papa.

26 I documenti sono stati mutilati in data da accertare, presumibilmente dopo il ritorno della famiglia a Roma, e solo in alcuni

casi è possibile risalire ai contenuti, generalmente massonici o politici. Sull’argomento cfr. LICAMELI, L’Archivio Gnoli, p. 348.

27 Gli appunti di Giuseppe sono attualmente conservati in Gi. Gn. B1 F1 IV, A.G.

28 In proposito cfr. F. CAPORUSCIO, La narrazione dell’Oriente e la svolta letteraria di Cristina Trivulzio Belgiojoso: il testo-laboratorio dei

“Souvenirs dans l’exil”, in «altrelettere», 18.3.2015, DOI: 10.5903/al_uzh-30, in cui si evidenzia la commistione, ad opera della

Belgiojoso, tra il genere epistolare e la letteratura odeporica nella scrittura dei Souvenirs.

29 Cfr. M. PIERETTI,Il Viaggio d’Italia di Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli, in Scritture di donne. La memoria restituita, pp. 61-

77.

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rimanda tuttavia alla memoria l’incipit de Le Ultime lettere di Jacopo Ortis ed evidenzia nel brano la presenza di topoi letterari tipici della tradizione patriottica declinati in riferimento al caso specifico di Roma: l’esilio31,

le rovine e, infine, la gloria passata della città. L’apostrofe finale, inoltre, ricorda quella rivolta da Leopardi

All’Italia. Si tratta, dunque, ancora una volta di un brano fortemente letterario, che induce il lettore ad

empatizzare con l’autrice tramite il ricorso a stilemi molto in voga.

La provvidenziale interferenza divina nelle vicende umane, inoltre, è un filo conduttore che percorre tutto il testo, inframmezzato dalla descrizione di vedute paesaggistiche e personaggi molto caratterizzati:

Cantalupo è piccola città e il cattivo tempo me la fece sembrare melanconica. Ma se questi luoghi non sono belli per magnificenza di strade e di edifici hanno in compenso la natura che qui spiega in tutta pompa le sue sovrumane bellezze. Per