Il D.Lgs 81/08 attribuisce fondamentale importanza alla formazione nella gestione dell’igiene e della sicurezza sul lavoro.
Il legislatore ha disciplinato questa attività nei confronti dei soggetti che a vario titolo sono coinvolti nella gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro. L’Accordo della Conferenza Stato Regioni del 21/12/11 ha dettagliato, tra l’altro, i percorsi formativi dedicati alla fondamentale figura del preposto.
Questa tesi contiene le indicazioni per la progettazione di un corso di formazione per preposti strutturato secondo le indicazioni dell’art. 37 del D.Lgs. 81/08 e del citato Accordo Stato Regioni così come perfezionato dalle Linee applicative pubblicate il 25/7/2012.
La nuova nozione del preposto alla sicurezza introdotto con il D.Lgs. 81708, pur non avendo stravolto il quadro preesistente, ha decisamente posto un punto fermo per una più precisa determinazione del ruolo, dei suoi obblighi, della sua formazione e delle connesse responsabilità, riportando la visione corretta di questo collaboratore del datore di lavoro, che, dopo, l'iniziale introduzione tra i ruoli della prevenzione ad opera della normativa degli anni Cinquanta, si era visto destinatario di una scarna ed ambigua trattazione contenuta nel D.Lgs. 626/94, la quale aveva comportato, con riferimento alle precise responsabilità, il rischio di una sua sovraesposizione rispetto all'assetto precedente.
Grazie alla nozione riferita dall'articolo 2 del D.Lgs. 81/08 è ora, infatti, possibile differenziare la figura del preposto dalle altre due superiori della linea gerarchica (datore di lavoro e dirigente), non più solo con il necessario aiuto delle pronunce giurisprudenziali e per l'ambito di provenienza (quelle del datore di lavoro e del dirigente sono figure mutuate dalla materia giuslavoristica e poi adattate a quella prevenzionistica, mente quella del preposto è tipica ed esclusiva di quest'ultima), ma anche grazie alla rappresentazione normativa delle tipiche competenze di vigilanza e controllo sulla corretta applicazione delle misure di prevenzione e protezione disposte, per competenza, dai suoi superiori.
L'attuale ventaglio delle funzioni in capo al preposto ed il suo ambito di azione non si riferiscono, pertanto, ad un livello decisionale, ma sono, piuttosto, da definire in termini essenzialmente esecutivi, di vigilanza e di controllo del regolare svolgimento e della sicurezza del lavoro.
Ed in tal senso, i tipici poteri-doveri di sorveglianza e vigilanza di tale soggetto, che ne costituiscono il tratto caratterizzante, sono intesi sia in senso "oggettivo", di effettiva concreta applicazione delle misure predisposte conformemente alle direttive emanate dai superiori, che
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"soggettivo" come richiesta di conformazione e specifico rispetto da parte dei lavoratori a quanto disposto.
Il legislatore, attraverso gli articoli 2 e 18 del Testo unico, ha, così, incasellato il ruolo di preposto nell'abito dell'organizzazione aziendale; ma ci ha fornito anche l'ulteriore strumento per rintracciare chi ricopre questa veste nelle situazioni reali, avendo introdotto il principio di effettività all'articolo 299, che consente di guardare alla situazione di fatto sussistente e rappresenta il criterio interpretativo per individuare il preciso ruolo (legale e sostanziale) di ciascuno dei soggetti aziendali e chiamare a rispondere, dell'eventuale responsabilità, solo colui che ha realmente commesso il reato.
È per questo motivo che è stato correttamente sottolineato come, in forza del principio di effettività, non possa affermarsi che siste il "preposto" al quale sono normativamente attribuiti taluni compiti, ma debba, al contrario, ritenersi che il soggetto, cui sono devoluti i compiti stessi, assuma la qualifica di "preposto".
La configurazione legislativa del Testo unico non esaurisce, tuttavia, il quadro ricostruttivo relativo alla figura del preposto, costituendo, piuttosto un punto di partenza per ulteriori precisazioni, non soltanto di provenienza giurisprudenziale, ma anche originate dalla fonte legislativa, in riferimento al dettaglio dei programmi formativi.
Proprio per questo motivo, in questo lavoro è stato approfondito il ruolo della formazione del preposto, in particolare nel contesto lavorativo impegnativo e difficile come il cantiere edile, riportando indicazioni per la progettazione dell'attività formativa con l'obiettivo di valutarne l'efficacia per la figura del preposto che rappresenta l'anello più esposto della catena del "sistema sicurezza" aziendale.
L'obiettivo finale di queste indicazioni operative è quello di favorire l'organizzazione di una formazione efficace, utile al raggiungimento di un miglior livello di sicurezza e prevenzione durante i lavori all'interno dei cantieri. la dimensione organizzativa di questi cantieri differisce da quella di qualsiasi altro ambiente lavorativo perchè vede la compartecipazione e l'interazione continua di competenze diversificate, sia per la complessità tecnica e dimensionale delle infrastrutture da realizzare sia per la forte frammentarietà delle lavorazioni. Elementi che determinano la necessità di prendere in esame numerose variabili specifiche, aggiuntive rispetto ad altri settori, nella progettazione di un percorso formativo efficace.
Ritengo che una costante formazione sia una condizione necessaria, ancorché non sufficiente, a perseguire migliori livelli di sicurezza ed è pertanto fondamentale dedicarvi impegno ed attenzione, nella consapevolezza che, all'interno delle grandi opere, ciò significa
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contestualmente affrontare in modo puntuale il problema dell'organizzazione del cantiere, del lavoro e della gestione delle risorse umane.
Il recepimento e l'applicazione delle normative in materia di formazione obbligatoria alla sicurezza non sono sufficienti se non viene realmente compresa l'importanza del ruolo della formazione quale obiettivo strategico da perseguire.
Valutare l’efficacia dell’intervento formativo è uno degli obiettivi più importanti che noi oggi vogliamo raggiungere: individuare degli indicatori per testare l’efficacia della formazione, non solo mirati a quantificare il livello del miglioramento di conoscenze e competenze acquisite dai discenti, ma anche finalizzati a misurare le conseguenze sull’applicazione delle procedure e dei comportamenti di sicurezza.
Oltre ad indicazioni metodologiche, è possibile trarre dalle risultanze del lavoro promosso da Provincia di Bologna, Regione Emilia Romagna e Azienda USL di Bologna, indicazioni sulla qualità ed efficacia della formazione alla sicurezza dei preposti che appare di modesto livello, con carenze anche severe, sia di tipo tecnico che di tipo comportamentale in ordine alla loro responsabilità organizzativa e gestionale.
Abbiamo quindi riportato le criticità e i punti di forza del metodi di valutazione, e in allegato abbiamo proposto strumenti di qualità, che, oltre alla completezza e alla coerenza con la metodologia, risultano essere strumenti “esportabili” ad altri comparti e settori lavorativi in ordine alla problematiche di sicurezza, ma anche a qualsiasi altra criticità formativa della risorsa umana di un’organizzazione.
Per un futuro sviluppo, sarebbe auspicabile valutare l’efficacia dell’intervento sulla sensibilizzazione dei Preposti al loro ruolo, attraverso l’analisi del numero di segnalazioni fatte dal Preposto al Datore di Lavoro sulle situazioni a rischio durante l’attività lavorativa; un altro indicatore numerico valido potrebbe risultare quello del numero di contatti che ricevono i servizi generali e/o il servizio di manutenzione, ai fini di intervenire per sanare situazioni di rischio strutturale, elettrico, ecc.; o ancora, analizzare il numero di richieste che arrivano per proporre corsi di formazione su specifici argomenti di salute e sicurezza a cui sottoporre i lavoratori o altre figure del sistema.
Un altro fattore da valutare potrebbe configurarsi nel numero di riunioni indette su richiesta dei Preposti, o dei lavoratori attraverso il RLS, per discutere questioni relative a salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sulla base di questi esempi, è comune intento poter costruire un set di indicatori di efficacia degli interventi formativi applicati nella realtà aziendale, tenendo conto del contesto lavorativo, del tipo di destinatario coinvolto, del tipo di corso erogato.
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Auspico che il presente elaborato di tesi possa essere un utile contributo che permetta, da un lato, di esaminare e riflettere su di una situazione esistente e sulle sue criticità e, dall’altro, di condividere veri e propri strumenti per migliorare la qualità e l'efficacia dei processi di formazione alla sicurezza sul lavoro.
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