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DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Il comportamento di gioco d’azzardo è, come testimoniato da ricerche nazionali e internazionali, un’attività attualmente molto diffusa tra gli adolescenti e tendenzialmente in crescita. Tra i giocatori poi, una buona percentuale di giovani diventa giocatore patologico (tra gli altri, Calado et al., 2017; Donati et al., 2013; Scalese et al., 2012; Volberg et al., 2010). Rispetto a ciò, alcuni autori sottolineano che gli adolescenti giocano senza conoscere la corretta definizione e i meccanismi del gioco d’azzardo, e che la conoscenza del gambling è significativamente e negativamente associata con il gioco d’azzardo problematico e gli errori nella pratica di gioco (Ladouceur et al., 2005; Ladouceur, Ferland et al., 2004a; Williams et al., 2010).

Nel campo della prevenzione primaria del gioco d’azzardo si è tenuto conto di tali aspetti per costruire ed applicare numerosi programmi preventivi sia nel contesto nazionale che in quello internazionale. In realtà in Italia, nonostante esistano Piani Provinciali, Regionali o Locali sulla prevenzione delle addiction – come riferisce il 57,8% dei dirigenti scolastici – l’interesse a svolgere programmi preventivi specifici sul gioco d’azzardo coinvolge ancora poche scuole. Secondo quando riportato nel rapporto dello studio ESPAD Italia, nel 2017 solo il 25,9% degli istituti scolastici ha dedicato specifiche giornate di studio o attività inerenti al gioco d’azzardo (Bastiani et al., 2018). Un’altra difficoltà messa in luce da Capitanucci e colleghi (2012) è quella di riuscire a distinguere tra i vari interventi di prevenzione proposti, quelli valutati, evidence-based e condotti da specialisti del settore, caratteristiche fondamentali per la riuscita dell’azione preventiva.

Nonostante tali limiti, dalla rassegna della letteratura emerge che le varie tipologie di interventi hanno ottenuto un risultato comune: l’incremento delle conoscenze sul gioco

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d’azzardo negli adolescenti (vedi Capitanucci et al., 2010; Donati et al., 2014; Ferland et al., 2002; Gaboury & Ladouceur, 1993; Ladouceur, Ferland et al., 2004a; Ladouceur, Ferland et al., 2004b; Lavoie & Ladouceur, 2004; Williams et al., 2004, 2010). Tuttavia, l’assenza di informazioni psicometriche degli strumenti di misura utilizzati per valutare la conoscenza, negli interventi sopra citati, mette in evidenza una lacuna: ad oggi manca uno strumento adeguato, in termini di affidabilità e validità, per misurare il costrutto della conoscenza del gioco d’azzardo nei giovani.

Alla luce di tali premesse, questo studio ha avuto come obiettivo quello di costruire un nuovo strumento capace di misurare adeguatamente il costrutto negli adolescenti. Nell’ottica di poter dare un vantaggio a ricercatori e educatori con tale strumento, l’obiettivo nello specifico era quello di costruire una scala di misura breve e unidimensionale.

Sono stati dunque creati gli item della scala, partendo da 50 item candidati e selezionando poi tra questi gli 8 item che costituiscono la versione definitiva della GRKS- A. Al termine del processo di sviluppo la scala è risultata essere unidimensionale e con un indice di affidabilità soddisfacente. Anche la validità è risultata buona. Nel dettaglio, è stato dimostrato che la conoscenza del gioco d'azzardo misurata attraverso la GRKS-A aveva un potere predittivo significativo e negativo sulla frequenza del gioco d'azzardo, oltre alle relazioni significative e negative tra distorsioni cognitive legate al gioco e percezione economica del gioco d'azzardo con la frequenza di gioco. Nell’insieme, i risultati di questo studio dimostrano che la Gambling Related Knowledge Scale – For Adolescents è uno strumento adeguato dal punto di vista psicometrico a misurare la conoscenza del gioco d’azzardo negli adolescenti.

Le implicazioni pratiche dello strumento costruito in questo studio potrebbero interessare sia coloro che pianificano programmi preventivi sia coloro che li applicano. Infatti, la maggior parte dei programmi preventivi esistenti rientra nella cornice teorica

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cognitivo-comportamentale, secondo cui alla base di comportamenti disadattivi - ad esempio il gioco d’azzardo - vi sono idee irrazionali. Modificare il comportamento disadattivo significa quindi dover modificare il pensiero irrazionale. Buoni risultati comportamentali sono stati ottenuti anche lavorando sulla conoscenza che gli adolescenti hanno del gambling (Donati et al., 2014; Williams et al., 2004, 2010), e dimostrare tali risultati con una scala di misura validata permetterebbe di aggiungere il costrutto della conoscenza del gioco d’azzardo tra i fattori di rischio del gioco d’azzardo patologico, intendendo la scarsa conoscenza del gambling come precursore delle distorsioni cognitive. Questo nuovo approccio teorico - secondo cui educare attraverso informazioni precise e specifiche sul

gambling può prevenire il gioco d’azzardo problematico e patologico andando ad agire sulle

distorsioni cognitive dei giocatori - darebbe quindi avvio alla messa in pratica di interventi che prevedano attività più incentrate sul significato del gioco d’azzardo. Per tanto la GRKS- A risulterebbe utile nell’identificazione precoce di minori a rischio di gioco patologico in quanto caratterizzati da uno scarso livello di conoscenza del gambling, e nelle misurazioni pre- e post- intervento preventivo al fine di valutare l’efficacia dei programmi nell’incrementare questo specifico costrutto.

Inoltre, la scala di misura costruita in questo studio potrebbe essere utilizzata anche con i bambini dal momento che non esistono strumenti appropriati per la valutazione del gioco d’azzardo nei bambini e gli studi finora condotti si sono serviti di questionari (Hardoon & Derevensky, 2001) o di interviste semi-strutturate create ad hoc (Thomas, 2014). Sarebbe importante, infatti, conoscere informazioni dettagliate sulle attività di gioco d'azzardo fin dalla tenera età poiché molte ricerche mostrano come l’esposizione al gioco e alla sua promozione abbia inizio fin dall’infanzia (Calado et al., 2017; Donati et al., 2013; Gaboury & Ladouceur, 1993; Ladouceur, Dub’e, & Bujold, 1994; Pitt, Thomas, Bestman, Daube, & Derevensky, 2017; Wynne, Smith, & Jacobs, 1996). Gli studi più recenti riportano che i

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giovani cominciano a giocare d’azzardo ad un’età compresa tra i dieci e dodici anni (Hardoon & Deverensky, 2002; Hurt, Giannetta, Brodsky, Shera, & Romer, 2007; Todirita & Lupu, 2012), e al di sotto dei dieci anni, due bambini su tre hanno partecipato a qualche forma meno impegnativa di gioco d’azzardo, come il Gratta e Vinci, mostrando un’intenzione a giocare e una visione positiva del gambling (Pitt et al., 2017).

Il presente lavoro ha come punti di forza la grande dimensione del campione e l’analisi delle caratteristiche psicometriche - assente nelle precedenti ricerche (vedi Ferland et al., 2002; Williams et al., 2010) - di una nuova scala di misura della conoscenza del gioco d’azzardo. Nonostante tali punti di forza, questo studio presenta dei limiti. In primo luogo, il questionario somministrato al campione di studenti era di tipo self-report per cui è possibile che i partecipanti alla ricerca abbiano distorto le loro risposte a causa della desiderabilità sociale, e le risposte non corrispondano necessariamente al loro effettivo comportamento di gioco. Inoltre, successivi lavori dovrebbero testare le proprietà psicometriche della scala coinvolgendo studenti di diverse fasce di età (ad esempio, studenti delle scuole medie o primarie) o adolescenti che non frequentano la scuola superiore. Questo studio, infatti, ha incluso studenti delle scuole pubbliche, limitando la generalizzabilità dei risultati ad altre popolazioni. Un ulteriore limite risiede nell’aver condotto lo studio con adolescenti italiani. La validità esterna potrebbe essere stata minacciata dalla specificità del campione, pertanto sono auspicabili ulteriori studi che intendano valutare la GRKS-A con campioni di adolescenti appartenenti a culture e lingue diverse.

Nel complesso, nonostante i limiti, i risultati di questo studio dimostrano che la versione italiana della GRKS-A per i giovani è psicometricamente appropriata per essere utilizzata da ricercatori e professionisti che si occupano del problema della ricerca e della prevenzione del gioco d'azzardo problematico tra gli adolescenti.

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