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26% Docenti neoassunt

3. Discussione dei risultati e conclusion

I risultati presentati mostrano un quadro complessivo che si caratterizza a livello nazio- nale per una discreta omogeneità con particolare riferimento ad alcune aree tematiche.

Pare indubbio innanzitutto che esista una buona significatività in termini di Atenei ita- liani che hanno deciso di attivare azioni di supporto alla professionalità docente, con un trend che mostra una crescita sempre maggiore di Atenei che si sono mossi in questo senso Regolari attività di estrazione dei dati relativi alla didattica e alla valutazione della didattica

Analisi dei Syllabus Si analizzerà il Syllabus prima e dopo

E’ in corso un’analisi degli esiti mediante la verifica dei Syl- labus

Attività di rendicontazione

mediante report periodici Numero di riunioni del GdL

Numero delle attività in fase di programmazione e rimodu- lazione

Numero delle attività di diffusione realizzate (eventi, convegni, seminari)

Numero dei percorsi formativi Non ben specificato Progetti europei di valutazione

Analisi delle esperienze effettuate Validazione del corso con test Presidio qualità interno all'Ateneo In via di definizione Il tema è in oggetto di riflessione

Forme di monitoraggio ancora non determinate. Saranno decise dal gruppo di lavoro della Commissione Didattica

In fase di avvio di una Pedagogy School con un gruppo di la- voro cui appartengono esponenti di Scienze della Formazione (direz. della prorettrice alla didattica) che sta valutando le possi- bili strategie

Come viene svolto il monitoraggio sulle ricadute e sull’efficacia delle attività organizzate dall’ateneo finalizzate ad accrescere le competenze didattiche dei docenti?

negli ultimissimi anni. Tale dato suggerisce che - in ottemperanza a quanto indicato a livel- lo europeo e coerentemente con quanto emerge dalle nuove conoscenze relative all’evolu- zione degli apprendimenti e delle caratteristiche degli studenti universitari (cfr. cap. 1) - il processo di attivazione degli Atenei italiani rispetto al Faculty Development possa progre- dire in modo incrementale nel corso dei prossimi anni.

In questo senso appare interessante il fatto che l’offerta formativa proposta dai diversi Atenei sia omogenea relativamente ai contenuti, caratterizzandosi per una forma che po- trebbe essere definita ‘a cluster’, in cui esiste un set di conoscenze di base trasversale alla formazione proposta da tutti gli Atenei (allineamento costruttivo, progettazione, didattica attiva e interattiva, valutazione) a cui si affiancano/aggiungono nuclei tematici specifici che restituiscono in qualche modo la sensibilità di ciascun Ateneo rispetto ad alcune dimensioni della didattica (ICT, didattica online, uso di software, filpped classroom, peer evaluation…). Omogeneo è anche l’approccio relativo alle forme di progettazione ed organizzazione delle attività di Faculty Developmen, che risultano essere governate da strutture centrali (Ateneo) o da strutture di raccordo (Facoltà/Scuole), a sottolineare l’importanza di un ap- proccio quanto più possibile centralizzato e - conseguentemente - omogeneo rispetto ai do- centi a cui è possibile proporre le attività di promozione delle competenze didattiche.

È inoltre possibile notare come gli Atenei mostrino di valorizzare - relativamente al per- sonale che si occupa della formazione dei docenti universitari - tanto le risorse interne (ac- cademiche e non) quanto le possibilità di scambio e incontro con docenti e personale di altri Atenei, a livello nazionale, europeo, internazionale. Tale dato conferma e sottolinea l’im- portanza di promuovere forme di interazione e di confronto rispetto ai temi del Faculty De- velopment, in un’ottica di condivisione sempre maggiore di scelte organizzative e di valo- rizzazione delle competenze legate alla didattica per i docenti universitari.

Ancora, l’offerta degli Atenei italiani relativa alle attività di Faculty Development si orienta principalmente verso un’adesione su base volontaria dei docenti, caratterizzandosi come obbligatoria esclusivamente - e non ovunque - per i neoassunti. Tale dato risulta di fatto omogeneo rispetto al panorama europeo: per quanto infatti in alcuni Paesi come In- ghilterra e Olanda la formazione sia obbligatoria per tutti i docenti universitari, e rappresen- ti un requisito necessario per l’abilitazione all’insegnamento, di fatto viene erogata princi- palmente nella fase di inizio della carriera di docente, e non costituisce successivamente un elemento obbligatorio, se non per eventuali avanzamenti di carriera.

Dinanzi a tale quadro, due paiono essere gli elementi di criticità riscontrati.

Innanzitutto, ancora pochi Atenei dispongono per le attività di Faculty Development di un servizio strutturato di Ateneo, mentre la gran parte di essi lavora ancora per mezzo di delegati del Rettore o commissioni di Ateneo, sempre con nomina rettorale. In tal senso appare chiaro come - contrariamente alle strutture stabili di Ateneo - le commissioni o il lavoro dei delegati siano legati alla carica istituzionale e dipendenti dalle diverse sensibilità rispetto al tema del Faculty Development che può verificarsi nell’alternarsi delle figure di volta in volta nominate.

Infine, ancora poco presente e non ancora organica appare la questione relativa al rico- noscimento della partecipazione ad attività di Faculty Development e alla valorizzazione di quei docenti che si impegnano nella fruizione delle attività inerenti e/o nell’introduzione di metodologie, tecniche, strumenti legati alla didattica attiva, interattiva, cooperativa.

Tale dato, abbinato all’evidenza che le attività di Faculty Development sono su adesione volontaria, e alla consapevolezza che ad oggi le competenze didattiche non rappresentano in Italia nè un criterio sulla base del quale accedere all’Abilitazione Scientifica Nazionale nè alla progressione degli scatti stipendiali, rappresenta un elemento di criticità dinanzi al quale è necessario che il sistema italiano si interroghi e per il quale possano essere svilup- pate strategie di azione quanto più possibile coordinate.

In questo senso il quadro internazionale mostra come l’efficacia delle azioni di Faculty Development aumenti incrementalmente nel momento in cui coloro che scelgono di for- marsi e di sviluppare le proprie competenze didattiche vengono promossi quali agenti di cambiamento all’interno delle diverse strutture accademiche (Scuole, Dipartimenti).

Ancora, l’istituzione di un sistema condiviso di riconoscimento delle attività svolte e delle ore ad esse dedicate tramite l’emissione di open badge consente di orientare sempre più le azioni di Faculty Development verso l’idea di portfolio personale che può via via condurre verso una riflessione sistematica relativamente alla possibilità di un riconoscimen- to delle competenze didattiche dei docenti, quali requisiti essenziali - a fianco delle compe- tenze scientifiche - per operare a livello accademico.

Follow up del progetto PRODID per lo sviluppo