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L’obiettivo del presente studio è stato quello di confrontare le misurazioni della temperatura corporea superficiale dei punti di interesse, rilevati con il metodo diagnostico della termografia ad infrarossi, durante la seduta del trattamento fisioterapico, con lo scopo di valutare in modo oggettivo l’efficacia clinica della laserterapia.

Per ciascun paziente è stata analizzata la temperatura al tempo zero (T0) corrispondente alla prima termografia dieci minuti dopo l’ingresso in clinica del paziente e prima del trattamento. Successivamente al tempo uno (T1) è stata associata la seconda termografia effettuata immediatamente dopo la laserterapia, mentre il tempo due (T2) corrisponde ai 10 minuti dal termine dell’applicazione della laserterapia.

Successivamente sono stati raccolti 4/5 marker per ciascuna foto termografica e su questi è stata effettuata un analisi statistica i cui dati sono stati tabulati avvalendosi della programma Microsoft Exel; questa consiste nel mettere a confronto le temperature dei marker nei tempi T0, T1 e T2.

Quindi è stata eseguita la differenza di temperatura tra T1 e T0 e tra T2 e T0 per ciascun marker, per analizzare le variazioni di temperatura legate al trattamento. A tal scopo sono stati raccolti tutti i campioni di variazioni di temperatura nei vari marker e ne è stata creata una distribuzione di cui vengono forniti, come indicatore sintetico, la media e la deviazione standard e come indicatore complessivo l’istogramma.

Più nello specifico, come sopra citato, per valutare l’efficacia del trattamento si sono utilizzati 2 indicatori. Uno è la media, della quale si è osservato il valore medio della distribuzione che è risultato essere positivo; questo sta ad indicare che nei pazienti la temperatura media è aumentata a seguito del trattamento LASER. Il secondo indicatore più preciso, è la percentuale di campioni che esibivano un aumento di temperatura, in modo da valutare in quale frazione delle misurazioni totali la terapia si dimostrasse funzionale.

Per ottenere questo secondo indicatore viene fatta la somma dei campioni che esibiscono un valore positivo che si trovano sopra le barre dell’istogramma, corrispondenti alle classi di aumento di temperatura.

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Il risultato ottenuto viene diviso per il totale dei campioni, ovvero per la somma complessiva di tutte le classi di temperatura compresi i valori negativi e vengono moltiplicati per cento, in modo da ottenere un risultato percentuale. In questo modo è possibile valutare il numero di elementi in cui è stato notificata l’aumento di temperatura in valore positivo.

Nel primo caso, vale a dire tra T1 e T0 (grafico 1) la percentuale delle misurazioni dove la temperatura è aumentata risulta essere il 77,7%, mentre nel secondo caso, cioè tra T2 e T0 (grafico 2), sarà il 70,6%.

Essendo queste percentuali superiori al 50% significa che il trattamento è in grado di polarizzare la temperatura spingendola ad essere mediamente più alta.

grafico 1: istogramma che fornisce i dati relativi alla differenza di temperatura tra T1 e T0

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Per capire meglio come si comporta la differenza di temperatura tra t1 e t2, è stato fatto il valore medio che risulta essere positivo, ciò significa che mediamente la temperatura è aumentata e grazie all’istogramma, possiamo vedere anche come si è distribuita.

Quindi è stato scelto di fornire l’istogramma della distribuzione, che risulta essere un elemento essenziale, per convalidare e dare una rappresentazione visiva del fatto che, il trattamento ha portato un aumento effettivo della temperatura non solo in media, perché l’istogramma rivela che la frequenza di campioni in cui la temperatura è aumentata è nettamente maggiore.

Infine il trattamento LASER aveva come obiettivo il riscaldamento tissutale ed è stato ampliamente dimostrato dai grafici come la temperatura media è aumentata durante il nostro studio.

Con questo studio inoltre, si è voluto seguire l’andamento della temperatura superficiale corporea tra i vari punti di interesse indagati, tra il giorno 1 e il giorno 30, in quanto i diversi tessuti risponderanno alla laserterapia in modo differente a seconda che essi siano molli o duri seguendo i propri tempi di guarigione.

Ogni tessuto ha infatti dei tempi di guarigione differenti, ad esempio per quanto riguarda la cute, se sono incisioni chirurgiche dovrebbero raggiungere la completa epitelizzazione in 24/48 ore e si prevede il raggiungimento di una resistenza adeguata del tessuto tra i 10 e i 14 giorni post- incisione, anche se non è detto che venga raggiunto il 100% della resistenza come in precedenza. Per quanto riguarda i muscoli invece, a seconda del grado della lesione e del grado di distanza tra le fibre, possono impiegare da sei settimane a sei mesi per recuperare una forza che sia approssimativamente fisiologica. Sicuramente in questo caso la forza, la flessibilità e la suscettibilità al nuovo trauma muscolare saranno direttamente correlate al tessuto cicatriziale/fibroso che si viene a creare in fase di guarigione.

Mentre per quanto riguarda tendini, legamenti e tessuti fasciali, in quanto meno vascolarizzati richiederanno un periodo di guarigione che può arrivare fino ad un anno per avvicinarsi alla piena resistenza.

Per il tessuto osseo invece, in generale, si prevede che riacquisti piena resistenza in circa dodici settimane, dipendendo dal tipo di guarigione quindi se diretta o indiretta e dalla velocità, che è influenzata sicuramente dal tipo di intervento chirurgico, ma anche dall’età del paziente45.

Quindi, in base alle tabelle dei vari pazienti, si è visto che ognuno ha risposto differentemente alla laserterapia in base alla patologia presentata e al tipo di programma LASER utilizzato.

64 10.1 LIMITI DELLO STUDIO

Da questo studio sono emerse alcune limitazioni, la prima riguarda il rilevamento con la termocamera. Infatti, poiché si presenta come uno strumento particolarmente difficile da utilizzare, la persona che esegue la termografia deve aver seguito un corso che fornisca una formazione specifica, altrimenti la foto scattata potrebbe non risultare realistica e invalidare i risultati.

Rielaborando le foto termografiche dei pazienti, un altro limite riscontrato è la precisione con cui vadano individuati e scelti i punti di interesse perché l’andamento deve rispecchiare il cambiamento della temperatura superficiale corporea esattamente dei negli stessi punti per avere un riscontro oggettivo.

Altro limite di questo studio è la tempistica, in quanto il fatto di sottoporre il paziente all’esercizio in Underwater Treadmill a fine seduta, ha evidenziato la presenza di una limitazione di tempo nel monitoraggio della laserterapia, poiché l’acqua residua sulla superficie del mantello avrebbe schermato l’azione della termocamera.

Un altro limite riscontrato è relativo al numero esiguo di soggetti inclusi nella casistica che risulta essere molto bassa, conseguenza diretta della scelta dei pazienti da includere nello studio. Proprio per questo motivo è presente una grande eterogeneità nelle patologie presentate e di conseguenza anche dei programmi utilizzati nella laserterapia, i quali poiché sono impostati anche sul colore della cute, presenteranno caratteristiche in fatto di lunghezza d'onda, potenza, tempo di esposizione e densità di energia (J/cm²) differenti. Ciò ha influito negativamente sulla possibilità di poter standardizzare la procedura anche sul tipo di programma LASER utilizzato.

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CAPITOLO 11: CONCLUSIONI

Dal nostro studio è emerso che nella maggior parte dei campioni presi in esame la temperatura corporea superficiale dei punti di interesse indagati è aumentata, confermando che in risposta alla stimolazione del LASER i tessuti trattati presentano un cambiamento del metabolismo e della circolazione sanguigna locale, favorendo i processi di guarigione dei tessuti, in accordo con la letteratura27,28,29,30,31,.

Inoltre sempre sulla base del nostro studio si evince che la variazione di temperatura dopo l’applicazione del LASER, cambia a seconda dei punti di interesse presi in esame, in quando nei punti più vicini all’apposizione del manipolo si alza maggiormente, man mano che ci si allontana decresce, indice che la propagazione dell’effetto del LASER è abbastanza circoscritta alla zona di applicazione. Da questo si è evidenziato che è buona pratica trattare anche le zone satellite oltre alla zona interessata dal dolore, se necessario.

Si è anche potuto constatare che a seconda della patologia presentata e del programma del LASER utilizzato, la risposta del tessuto in questione è differente per i diversi tempi di guarigione che presentano e di conseguenza sia la temperatura superficiale corporea basale, sia quella in risposta al trattamento, aumentano in percentuale differente.

Questo dimostra che i tempi del trattamento fisioterapico dovranno essere stabiliti sulla base dei tessuti coinvolti nella patologia da trattare. Proprio per questo motivo ogni protocollo fisioterapico dovrà quindi essere individuale e personalizzato.

Infine si può concludere evidenziando un miglioramento effettivo durante il percorso fisioterapico dei pazienti, dovuto sicuramente all’utilizzo della laserterapia in correlazione alla guarigione dei tessuti, confermando ancora una volta la funzionalità del LASER e la sua estrema versatilità, ma anche dell’efficacia di quest’ultima in combinazione con le altre tecniche manuali utilizzate sui pazienti.

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