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Disoccupazione e criminalità

1.3 La situazione dei rifugiati siriani in Libano e Giordania: due crisi a confronto

1.3.4 Disoccupazione e criminalità

Libano e Giordania hanno adottato restrizioni importanti nei confronti dei lavoratori siriani, cercando di proteggere i loro cittadini dall’improvviso flusso di lavoratori addizionali; sia i governi che i cittadini si chiedono quanto e come i siriani condizioneranno il mercato del lavoro. Un rapporto della Banca Mondiale del 201399 ha dichiarato che l’arrivo dei siriani in Libano

ha duplicato il tasso di disoccupazione nei confronti dei giovani senza qualifica. Molti siriani adulti che non possono lavorare legalmente vengono impiegati in lavori a bassa retribuzione con rischi di sfruttamento, provocando anche una diminuzione degli stipendi nel mercato del lavoro per i cittadini dei paesi ospitanti. In particolare, le famiglie di rifugiati siriani più vulnerabili mandano i bambini a lavorare e sposano le figlie presto.100 I rifugiati siriani, essendo giovani,

lavoravano molto di più nell’agricoltura e meno nel settore dei servizi.

Le differenze strutturali nel mercato del lavoro in Siria, Giordania e Libano hanno avuto un grande impatto sulle opportunità dei rifugiati siriani nelle comunità ospitanti. Molti siriani non sono sufficientemente qualificati per gli impieghi delle economie in Libano e in Giordania

973RP Regional Refugee & Resilience Plan 2016-2017 in response to the Syria Crisis, Mid Year Report, giugno

2016, (consultato il 3 settembre 2016)

http://www.3rpsyriacrisis.org/wp-content/uploads/2016/07/3RP-Mid-year-Report.pdf

98Ibidem

99World Bank. Lebanon: Economic and Social Impact Assessment of the Syrian Conflict. Report n. 81098-LB.

Set. 2013. url: http : / / documents . worldbank . org / curated / en / 925271468089385165 / pdf / 810980LB0box 379831B00P14754500PUBLIC0.pdf(consultato il 25 lug. 2016).

100SHELLY CULBERTSON et al., Education of Syrian Refugee Children. Managing the Crisis in Turkey,

e questo fattore, insieme alle restrizioni del mercato del lavoro nei confronti dei rifugiati, porta i siriani a ripiegare su lavori sottopagati e a bassa qualifica.101 I rifugiati che lavoravano nel settore primario in Siria prima della guerra non sono in grado di trasferire le loro competenze nel mercato libanese e giordano, dove la domanda di manodopera in questo settore è in diminuzione. Inoltre, poiché i rifugiati siriani sono soggetti a restrizioni all’accesso nel mercato del lavoro dei due paesi ospitanti, si trovano costretti ad accettare impieghi sottopagati. Le conseguenze di queste dinamiche non sono solo un’immediata lotta per la sopravvivenza, ma anche sfide a lungo termine per la popolazione e l’economia siriane. Poiché la disoccupazione dei siriani nel lungo termine provoca un’erosione delle competenze lavorative e i rifugiati incontrerebbero numerose difficoltà una volta ritornati in Siria nell’avere accesso al mercato del lavoro siriano.102I rifugiati potrebbero mettere a rischio la stabilità politica dei paesi ospitanti, costituendo una popolazione a maggioranza giovanile che, se non opportunamente introdotta nel mercato del lavoro, potrebbe contribuire nel tempo all’emergere di gruppi radicali e organizzazioni politiche religiose. Inoltre, i disoccupati più giovani, già traumatizzati dall’esperienza della guerra, costituiscono facili reclute di gruppi criminali, che offrono loro uno stipendio e un’occupazione. Questo fenomeno è facilitato dal clima di paura e insicurezza che si respira nei campi profughi, dove i servizi sociali risultano insufficienti e il mercato nero costituisce la moneta corrente.103 Nel campo Za’atari, ad esempio,

si stima che almeno 130.000 persone abbiano preso parte ad organizzazioni criminali.104Sebbene, comunque, i rifugiati siriani non abbiano ancora destabilizzato il Libano e la Giordania e sebbene la maggioranza degli individui siano vittime innocenti del conflitto, secondo un recente studio, è stato statisticamente dimostrato che i flussi di rifugiati possono contribuire a guerre civili e disordini interni. Se armati e schierati politicamente, infatti, i rifugiati possono utilizzare i campi profughi come basi per attività militari e di propaganda. Molto spesso questi “refugee- warriors” lanciano attacchi contro il loro paese, ma possono anche costituire un pericolo per le autorità e la popolazione locali. La possibilità che i rifugiati siano coinvolti in questo tipo di attività dipende dal motivo per cui hanno lasciato il loro paese. È difficile che coloro che sono

101PAOLO VERME et al., The Welfare of Syrian Refugees, Evidence from Jordan and Lebanon, op.cit., p. 38 102Ivi, p.50

103RAYNELL ANDREYCHUK. La crise des refugiés syriens et son impact sur la région. NATO, Assemblée

parlementaire de l’OTAN, Groupe spécial Méditerranée et Moyen-Orient, nov. 2014. url: https : / / www . g oogle . it / url ? sa = t & rct = j & q = &esrc = s & source = web & cd = 1 & cad = rja & uact = 8 & ved = 0ahUKEwiktsLm1 _ zRAhUJXRQKHX2zDvQQFggcMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.nato- pa.int%2Fshortcut.asp%3FFILE%3D3729&usg= AFQjCNFtPbDwoMJoF1eBBDM-IVhezqpjIw&sig2=qO4R-qNfALwzcVVL6ui0fQ(consultato il 11 set. 2016).

104Report exposes Syria refugee camp conditions. UN report reveals widespread organised crime, recruitment

of child soldiers and poor living conditions. Al Jazeera. 5 Ago. 2013. url:http://www.aljazeera.com/news/

fuggiti a causa della guerra e che sono intenzionati a tornare in patria una volta terminato il conflitto possano diventare violenti. Potrebbe invece essere più probabile che coloro che fuggono per motivi etnici o politici si organizzino per vendicarsi dei loro persecutori. Infine, è probabile che coloro che lasciano il paese d’origine in seguito ad una sconfitta durante il conflitto possano pianificare un ritorno sul campo di battaglia. In particolare quest’ultimo gruppo tende ad essere più violento.105

Infine, anche la politica e l’intelligence dei paesi ospitanti possono facilitare il processo di militarizzazione dei rifugiati: se lo Stato non è in grado di identificare e separare i militanti dai civili all’interno della popolazione dei profughi, permette lo sfruttamento degli aiuti umanitari e l’utilizzo dei campi come basi per attacchi transfrontalieri106 Tuttavia, è spesso difficile di- stinguere tra civili e militari, con conseguenze negative sul carattere neutrale e umanitario dei campi.107