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INTRODUZIONE

La displasia cerebellare (DC) è causata da anomalie della struttura cerebellare, in

particolare è determinata da difetti della foliazione e fissurazione degli emisferi

cerebellari, dell’arborizzazione della sostanza bianca e della giunzione della sostanza grigio-bianca (figura 12).

Figura 12: Displasia cerebellare. L'immagine di RMN T2-assiale di una ragazza di 17 anni con anomalie della

foliazione e fissurazione cerebellare con la perdita della normale architettura della materia bianca nella parte inferiore degli emisferi cerebellari (Poretti et al. 2016)

La displasia può coinvolgere globalmente il cervelletto o interessare soltanto un

emisfero cerebellare. L’eziologia è eterogenea e l’esatta patogenesi sia delle cause

genetiche che acquisite nella maggior parte dei casi restano sconosciute. La DC

può essere associata a cisti corticali/subcorticali che sono probabilmente il

risultato di un difetto della migrazione/organizzazione corticale e della

distruzione della membrana della pia madre. Le cisti cerebellari sono limitate alle

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cerebellari (Boltshauser et al. 2015). Inoltre, la DC può essere presente in

associazione con difetti sopratentoriali quali polimicrogiria, agenesia parziale del

corpo calloso e dismorfismi dei gangli basali, caratteristiche che indirizzano verso

una corretta diagnosi.

La DC globale è stata riportata in alcune malformazioni della fossa cranica

posteriore, tra cui la sindrome di Chudley-McCullough (Doherty et al. 2012), α-

distroglicanopatie (Clement et al. 2008), polimicrogiria GPR56-correlata (Bahi-

Buisson et al. 2010), la sindrome di Poretti-Boltshauser (PBS) (Aldinger et al.

2014; Poretti et al. 2014) e tubulinopatie (Oegema et al. 2015)(Tabella 6). La

sindrome di Chudley-McCullough è determinata da una disorganizzazione della

foliazione degli emisferi cerebellari, mentre le α-distroglicanopatie, la polimicrogiria GPR56-correlata (Figura 13) e la sindrome di Poretti-Boltshauser

sono tipicamente associate a cisti cerebellari.

Tabella 6: Caratteristiche cliniche della RMN delle displasie cerebellari con cause genetiche note.

PMG:polimicrogiria (Poretti et al. 2016)

SINDROME GENI PATTERN DISPLASICO CARATTERISTICHE PRINCIPALI SINDORME CHUDLEY- MCCULLOUGH GPSM2 Displasia inferiore degli emisferi

Sordità, PMG frontale, eterotopia, agenesia parziale del corpo calloso

ALFA-

DISTROGLICANOPATIE >18 geni

Displasia cerebellare globale

con cisti multiple

Cervello Cobblestone, coinvolgimento occhio e muscoli,

aumento della creatinina chinasi

DISPLASIA CEREBELLARE GPR56-CORRELATA GPR56 Displasia cerebellare globale

con cisti multiple

PMG bifrontale SINDROME PORETTI- BOLTSHAUSER LAMA1 Displasia cerebellare globale

con cisti multiple

Alterazioni retiniche, miopia elevate TUBULINOPATIE TUBA1A TUBA8 TUBB2B TUBB3 TUBB5 Displasia cerebellare Folia diagonali

Gangli basali dismorfici, malformazioni corticali (da PMG

a lissencefalia), disgenesia del corpo calloso

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Infine, la DC può essere secondaria ad un danno acquisito, come ad esempio una

lesione ischemica o emorragica vascolare o a un’infezione in epoca prenatale; il danno è localizzato nella regione cerebellare coinvolta. Il riconoscimento del

danno acquisito e la sua conseguente differenziazione dalle malformazioni

genetiche cerebellari è fondamentale ai fini della diagnosi, prognosi e follow-up

dei pazienti (Poretti et al. 2008).

Basi cliniche e genetiche delle DC

I meccanismi alla base della DC possono variare da alterazioni dei precursori della

divisione cellulare a difetti della migrazione neuronale. In particolare, le α- distroglicanopatie, la PBS e la displasia cerebellare GPR56-correlata sono causate

da difetti della membrana basale che provocano un’alterazione della corretta

migrazione neuronale, mentre la sindrome di Chudley-McCullough è causata da

difetti della trasduzione del segnale extracellulare fondamentale per il corretto

orientamento delle cellule staminali durante la divisione.

In alcuni pazienti, la DC può essere focale, ed interessare uno soltanto degli

emisferi che risulta di dimensioni ridotte (Poretti et al. 2008), come si può

osservare nelle forme prenatali acquisite (distruttive). La presentazione clinica è

estremamente variabile e dipende dall’espressione fenotipica del paziente, ad esempio la DC isolata può essere diagnosticata per un “incidental finding” oppure può essere la causa di gravi danni neurologici. Le cisti cerebellari sono dei reperti

neuroradiologici che possono essere presenti sia in forme malformative che

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La sindrome di Chudley-McCullough è determinata da mutazioni recessive nel

gene GPSM2, caratterizzata da sordità neurosensoriale grave ad esordio precoce,

lieve ritardo dello sviluppo e specifiche anomalie cerebrali quali agenesia/ipolasia

del corpo calloso, cisterna magna allargata con displasia cerebellare focale ed

eterotopia paraventricolare (figura 14). Lo sviluppo mentale può essere normale

o associato ad un ritardo di grado variabile (Chudley et al. 1997; Alrashdi et al.

2011). Tutte le varianti patogenetiche descritte nel gene GPSM2 sono nonsenso,

di splicing o frameshift e causano una perdita di funzione della proteina. Dalla

letteretura emergono in particolare due varianti ricorrenti c.742delC e

c.1473delG, di origini antiche che sembrano avere un’effetto fondatore ed essere

una causa frequente della sindrome (Almomani et al. 2013). Ad oggi, il fenotipo

ed il decorso clinico, così come l’eziologia genetica risultano ancora solo in parte

determinate. L’associazione tra anomalie (ipoplasia/agenesia) del corpo calloso e la sordità neurosensoriale grave rappresentano aspetti distintivi della sindrome e

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Figura 13: Cisti cerebellari. Immagini di RMN (A) Mediosagittali e (B-C) Assiali-T2 di un ragazzo di 3 anni e

mezzo con mutazioni nel gene GPR56 mostrano multiple cisti lungo le fessure cerebellari, displasia del verme cerebellare e della parte posteriore degli emisferi cerebellari, anomalie bilaterali di migrazione, segnale iperintenso della sostanza bianca periventricolare e lieve ventricolomegalia. Immagini di RMN (D) mediosagittali-T1, (E) Assiali-T2 e (F) e coronali-T2 di una ragazza di 1 anno e con le mutazioni nel gene LAMA1 rivelano un quarto ventricolo ingrandito e allungato, displasia, multiple cisti corticali-subcorticali nel verme cerebellare ed in entrambi gli emisferi, e peduncoli cerebellari superiori allargati (frecce). (Poretti et al. 2016)

Figura 14: RMN di pazienti con sindrome Chudley-McCullough. Immagini (A) Sagittale-T2 mostrano corpo

calloso displastico (freccia bianca) e verme cerebellare ipoplasico (freccia nera) ed è associata cisterna magna allargata. Immagini (B) Assiali e (C) Coronali-T2 mostrano molteplici focolai di sostanza grigia sottocorticale eterotopica negli emisferi cerebrali mediani (frecce) con pattern ripiegamento anomalo della corteccia sovrastante (testa della freccia, A). Immagine (D) Coronale-T2 mostra verme inferiore ipoplasico al centro con displasia degli emisferi inferiori cerebellari adiacenti (freccia nera). (Alrashdi(Alrashdi et al. 2011)

Mutazioni recessive nel gene GPR56 sono associate a polimicrogiria bilaterale

(frontoparietale o perisilviana), anomalia cerebellari e della sostanza bianca. Il

gene ha un ruolo chiave durante lo sviluppo corticale (Paavola et al. 2011) ed è

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neuronale (Piao and Walsh 2004). Studi funzionali, infatti, hanno dimostrato che

l’attivazione dei pattern di GPR56 da parte di più promotori può influenzare la proliferazione delle cellule staminali, la formazione dei giri corticale e

l’evoluzione della neocorteccia (Bae et al. 2014). Oltre la polimicrogiria, Bahi- Buisson e collaboratori hanno ampliato lo spettro fenotipico aggiungendo

ulteriori caratteristiche neuroradiologiche specifiche quali la displasia cerebellare

con o senza cisti, localizzate principalmente nella parte superiore del verme ed

ipomielinizzazione severa che evolve in dismielinizzazione (Bahi-Buisson et al.

2010). Precedentemente era stato segnalato come segno neuroadiologico

aggiuntivo soltanto l’ipoplasia cerebellare (Piao et al. 2005), mentre nello studio di Bahi-Buisson sono stati identificati un elevato numero di pazienti con displasia

cerebellare diffusa, che coinvolge sia il verme che gli emisferi, e microcisti. Tutti

i pazienti erano portatori di mutazioni patogenetiche in GPR56. Segni clinici

aggiuntivi associati alla DC GPR56-correlata sono ritardo psicomotorio severo,

nistagmo o strabismo ed epilessia (Bahi-Buisson et al. 2010). La DC con cisti è

un dato che in RMN assume un’importanza rilevante nell’ambito della polimicrogiria bilaterale in quanto soprattutto in età neonatale può essere più

facilmente individuabile rispetto alla polimicrogiria stessa e consente

l’indirizzamento verso una corretta diagnosi molecolare per la ricerca di mutazioni in omozigosi nel gene GPR56.

Le α-distroglicanopatie sono un gruppo clinicamente e geneticamente eterogeneo di distrofie muscolari autosomiche recessive che patologicamente condividono

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come caratteristica comune l’ipoglicosilazione dell’α-distroglicano (Muntoni et al., 2002). Ques’ultima è una proteina periferica di membrana altamente

glicosilata, che lega diverse molecole (laminina, agrina, perlecani, neurexina,

biglicani) e che interagisce con la porzione extracellulare del β-distroglicano. Alterazioni a carico di tale molecola determinano una riduzione della capacità di

legame ai ligandi extracellulari, compromettendo la funzione del complesso

distrofina-glicoproteina e di altre proteine associate all’α-distroglicano (Barresi

and Campbell 2006). Le α-distroglicanopatie sono clinicamente eterogenee,

coinvolgono più organi e determinano gravi malformazioni cerebrali. Godfrey e

collaboratori hanno classificato fenotipicamente tali disturbi in sette sottogruppi

che variano da forme severe come distrofia muscolare congenita con

malformazioni cerebrali (Malattia di Fukuyama), sindrome di Walker Warburg e

malattia muscolo-occhio-cervello, a forme come la distrofia muscolare dei cingoli

ad esordio più tardivo con un fenotipo meno grave (Godfrey et al. 2007). Ad oggi

sono noti 18 geni responsabili dell’O-glicosilazione o dell’N-glicosilazione dell’

α-distroglicano, ma l’esistenza di pazienti con difetti di glicosilazione ed assenza di mutazioni note sottolinea l’ulteriore eterogeneità genetica di questa condizione (Carss et al. 2013). Mutazioni recessive nei geni associati causano fenotipi

sovrapposti caratterizzati da difetti a carico di muscoli (debolezza, ipotonia),

cervello (disabilità intellettiva, convulsioni e spasticità) e occhio (microftalmia,

ipoplasia del nervo ottico, coloboma corioretinico, cataratta, glaucoma o miopia).

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segni caratteristici quali: lissencefalia, idrocefalo, anomalie del corpo calloso,

pachigiria, polimicrogiria e ipoplasia/displasia cerebellare con o senza cisti

(Godfrey et al. 2007; Mercuri et al. 2009). Ai fini diagnostici sono fondamentali

il dosaggio della creatininchinasi, il cui innalzamento è più di cinque volte elevato

rispetto alla norma e la biopsia muscolo-scheletrica, che evidenzia uno spettro

distrofico delle fibre con immunocolorazione anomala dell’α-distroglicano

ipoglicosilato. Tali dati in associazione con le immagini di RMN indirizzano alla

corretta alla diagnosi clinica e genetica.

Un tipo di displasia cerebellare con cisti (CDC) è stato descritto in pazienti in età

pediatrica con atassia, disabilità intellettiva, compromissione del linguaggio,

movimenti oculari anomali ma senza coinvolgimento neuromuscolare. Tali

caratteristiche fenotipiche definiscono la PBS (Poretti et al. 2014). La mancanza

di anomalie sopratentoriali e di deficit muscolari distingue la PBS dalle α-

distroglicanopatie e dalla polimicrogiria bilaterale GPR56-correlata. Aldinger e

collaboratori hanno identificato, mediante studi di homozygosity mapping e WES,

mutazioni bialleliche nel gene LAMA1, individuando il determinante genetico

della sindrome. I pazienti presentavano inoltre una grave miopia e distrofia

retinica, due dei quali, con mutazioni loss-of-function, non presentavano cisti

cerebellari indicando che tale caratteristica non è un aspetto fondamentale della

86 Tubulinopatie

Le tubulinopatie sono un gruppo molto ampio di malformazioni cerebrali causate

da mutazioni a carico dei geni coinvolti nella formazione e nella funzione del

microtubulo (TUBA1A, TUBA8, TUBB2B, TUBB3 e TUBB5) (Bahi-Buisson et al.

2014). Le tubuline mediante la loro polimerizzazione e depolimerizzazione

favoriscono l’adattamento strutturale e la flessibilità della cellula durante i processi di divisione, migrazione e differenziamento. La loro funzione è

particolarmente importante nelle cellule neuronali, dove sono necessarie durante

lo sviluppo del cervello e dove partecipano all’attività neurosecretoria. La maggior parte delle varianti patogenetiche identificate sono de novo, raramente

sono state riportate forme a trasmissione autosomica recessiva o di mosaicismo

germinale. La presentazione clinica delle tubulinopatie è ampia e comprende

disabilità intellettiva, la paralisi cerebrale tetraspastica, la microcefalia postnatale

ed epilessia farmaco-resistente (Cushion et al. 2013). Le malformazioni corticali

comprendono lissencefalia e polimicrogiria (generalizzata, asimmetrica con

preponderanza a sinistra o solo in la regione perisilvia). Sono stati descritti anche

ventricolomegalia e agenesia/disgenesia del corpo calloso, mentre il

coinvolgimento della fossa cranica posteriore comprende l’ipoplasia

pontocerebellare di grado variabile e la displasia cerebellare della parte superiore

del verme con folia diagonali (folia che attraversano la linea mediana ad un angolo

obliquo) (Oegema et al. 2015). Quest’ultima caratteristica neuroradiologica è

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cui sono state identificate mutazioni eterozigoti nei geni della tubulina con

assenza di evidenti malformazioni dello sviluppo corticale, sostenendo che

anomalie cerebellari sono un riscontro frequente nelle tubulinopatie (Oegema et

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RISULTATI E DISCUSSIONE

Come parte del progetto di dottorato, pazienti con classificazione

neuroradiologica di “Shrunken” cerebellum e di (ipo)displasia cerebellare sono stati analizzati mediante il pannello di 44 geni causativi di varie forme di NPCA

Studio mutazionale dei pazienti con PBS (Micalizzi et al. 2016b)

Nel presente studio, pubblicato nella rivista European Journal Of Human

Genetics (Paper Allegato) il gene LAMA1 è stato sequenziato in 15 probandi con

PBS e in 27 pazienti con displasa cerebellari che non corrispondono ai criteri

diagnostici della PBS (n=5) o con NPCA con ipoplasia cerebellare e allargamento

degli spazi inerfoliari (n=22). Sono stati utilizzati criteri d’inlusione e di esclusione nella selezione dei pazienti. I criteri d’inclusione sono stati: 1) un fenotipo clinico compatibile con PBS incluso NPCA, aprassia oculo motoria,

disabilità intellettiva, miopia e/o distrofia retinica e 2) displasia cerebellare con o

senza cisti (Poretti et al. 2014). I criteri di esclusione sono stati: 1) sospetto o

conferma genetica di α-distroglicanopatie (con coinvolgimento muscolare e CK elevati e/o malformazioni dello sviluppo corticale come il cervello cobblestone);

2) sospetto o conferma genetica di polimicrogiria GPR56-correlata; 3) sospetto o

conferma genetica di tubulinopatie (gangli basali dismorfici); e 4) displasia

cerebellare unilaterale che suggerisce una eziologia acquisita. Dei 15 probandi

con PBS, 12 sono risultati portatori di mutazioni bialleliche in LAMA1, mentre in

2 è stata identificata una singola mutazione eterozigote (paziente 10 e 14) (figura

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Figura 15. Neuroimmagini tipiche ed atipiche dei pazienti con PBS. A-D, neuroimmagini tipiche di 16 pazienti

con PBS. Immagini di RMN A, Mediosagittale T1-, B e C assiali T2- e D, coronali T2- del paziente 10 all'età di 1 anno e 5 mesi mostrano il quarto ventricolo ingrandito, allungato ed a forma quadrata (asterisco), displasia e cisti multiple corticali-subcorticali all'interno del verme cerebellare e di entrambi gli emisferi cerebellari e dei peduncoli cerebellari superiori (frecce). E-H, neuroimmagini atipiche di 2 pazienti con PBS. Immagini di RMN E, Mediosagittale e F, coronali T2 del paziente 7 all'età di 8 anni e 4 mesi mostrano una lieve displasia cerebellare che coinvolge le parti inferiori del cervelletto, piccole cisti all'interno dell'emisfero cerebellare destro (freccia) e del verme ( freccia) ed una normale forma triangolare del quarto ventricolo. Immagini di RMN G, Axial e H, coronali T2 del paziente 18 all'età di 14 anni mostrano una displasia cerebellare globale senza cisti, e una fessura, isointensa al liquido cerebrospinale, localizzata all'interno degli emisferi cerebellari lateralmente ai peduncoli cerebellari medi (frecce). Inoltre, i pedunni cerebellari superiori leggermente allargato.

In questi ultimi, l'analisi comparativa degli ampliconi nel gene LAMA1 ha rivelato

una copertura significativamente ridotta in alcuni di essi, suggerendo la presenza

di una delezione multiesonica in eterozigosi, confermata in entrambi in casi

mediante qRT-PCR su DNA genomico (figura 16). In un solo probando con PBS

con fenotipo neuroradiologico atipico, non sono state evidenziati mutazioni

90

Figura 16. Real time PCR quantitative su genomico: A) patiente 10 (famiglia CCM538, esoni 31-32), e B) patiente

14 (famaiglia CCM504, exoni 62-63).

Riassumento, 14 su 15 probandi sono risultati portatori di mutazioni in omozigosi

o eterozigosi composta nel gene LAMA1 (93%) (figura 17). Sedici di tali varianti

non sono state mai riportate in letteratura e sono localizzate lungo tutta la regione

codificatrice del gene, senza punti di hotspot.

Figura 17: Struttura schematica di a) gene LAMA1 e b) proteina LAMA1. Le mutazioni sopra e sotto indicano

rispettivamente quelle individuate in questo lavoro e in quello di Aldinger et al. Le barre orizzontale grigie indicano delezioni mult iesoniche (in a) o le delezioni amminoacidiche (in b)

In 6 su 14 famiglie mutate, tutte provenienti dal bacino del Mediterraneo, che

condividevano la stessa mutazione c.[2935delA], sono stati ricostruiti gli aplotipi

nel locus del gene LAMA1, con microsatelliti e SNP intragenici informativi.

L'analisi dell'aplotipo ha individuato una piccola regione di circa 55 Kb condivisa

91

unasua origine ancestrale. Non sono invece state evidenziate mutazioni nei

pazienti con malformazioni cerebellari diverse dalla PBS (figura 17).

Figura 17: Aplotipi condivisi sono evidenziati in arancione, la mutazione è evidenziata in verde. ~ posizione

92

Tabella 6: caratteristiche cliniche dei 18 pazienti con PBS

Patient 1 Patient 2 Patient 3 Patient 4* Patient 5* Patient 6* Patient 7* Patient 8 Patient 9

Gender male female male female female male male male female

Country of origin Switzerland Albania Germany Bosnia Bosnia Bosnia Bosnia Germany Kosovo

Parental consanguinity no no no no no no no no no

Siblings/affected siblings 1/0 1/0 1/0 8/3 8/3 8/3 8/3 1/0 2/0

Age at first symptom (m) 4 5 3 3-6 3-6 3-6 3-6 2 4

First symptom Str OMA DD DD DD DD D Ny poor fixation

Age at last follow-up (y) 12.3 7.3 6.5 14.0 8.7 7.5 11.0 8.7 4.0

Ataxia yes yes yes yes yes yes yes yes yes

OMA yes yes yes yes no no no yes yes

Other ocular movement

disorders str no str, ny no no no str ny no

Cognitive development IQ 70 DQ 60 delay + delay + delay + delay + delay + IQ 99 delay +

peech/ language delay + ++ + + + + + + +

Other neurological findings no no no no no no no no no

Myopia ++ (-9dpt) no ++ (-13dpt) no no no no ++ (-14dpt) ++ (-13dpt)

Retinal dystrophy no no no no no no no yes yes

Other eye findings no hypermetr

(+4 dpt) no no no no no no no

Other clinical findings no no no no no no no no no

cDNA variants c.[8556+ 1G>A] hom c.[2935delA] hom c.[4676delA]; c.[7180C>T] c.[2935delA] hom c.[2935del A] hom c.[2935delA] hom c.[2935delA ] hom c.[1774_1775i nsTTCATAA T]; c.[6348dupT] c.[2935delA ] hom

Protein alterations Splice p.(R979Gfs

*45) p.(E1559Gf*3); p.(R2394*) p.(R979Gfs *45) p.(R979Gfs *45) p.(R979Gfs *45) p.(R979Gfs *45) p.(S592Ffs*9); p.(K2117*) p.(R979Gfs *45) LOVD screening ID 0000054726 0000054731 0000054732 0000054735 0000056348 0000056349 0000056350 0000054737 0000054738 LOVD Individual ID 00054778 00054783 00054784 00054787 00056388 00056389 00056390 00054789 00054790

93

Patient 10 Patient 11 Patient 12 Patient 13 Patient 14 Patient 15 Patient 16 Patient 17 Patient 18

Gender female male female male female female male male female

Country of origin Russia Spain Italy Turkey Italy-

England Italy Turkey Albania Italy

Parental consanguinity no yes no no no no no no no

Siblings/affected siblings 3/0 1/0 0/0 0/0 1/0 0/0 2/0 0/0 0/0

Age at first symptom (m) 3-4 3-4 3-4 3-4 2-3 2-3 4-5 4-5 3-4

First symptom DD DD DD DD DD, poor

fixation DD DD DD DD

Age at last follow-up (y) 5.5 3.5 12.0 2.0 1.5 9.5 7.5 16.0 14

Ataxia yes yes yes yes n.a. yes yes yes yes

OMA yes yes yes no yes yes yes yes yes

Other ocular movement

disorders no no Str, Ny Str Ny Ny Str Str Str

Cognitive development delay + delay ++ delay + delay + delay + IQ 118 delay + delay ++ delay +

Speech/ language delay ++ + + + + no + + +

Other neurological findings ballismus no no no no no no no no

Myopia +++ (-17dpt) ++ (-11dpt) no no no ++ ++ (-6dpt) ++ (-6dpt) no

Retinal dystrophy no yes no no no yes no no no

Other eye findings no no no no hypermetr no no no hypermetr

Other clinical findings no no no no no no no no kyphoscol

cDNA variants c.[470C>G]; g.[6999443_6999 910del] c.[2935delA] hom c.[4663+1G>C]; c.[1404_1405delAG] c.[2935delA]; c.[2616delG] c.[8761C>T]; g.[6942238_6 943401del] c.[164A>T]; c.[2108C>T] c.[3919C>T]

hom c.[2935delA] hom no

Protein alterations p.(S157*); p.(F1462Lfs*1) p.(R979Gfs *45) Splice / p.(G469Afs*5) p.(R979Gfs*45) ;p.(K872Nfs*23 ) p.(R2921*); p.(V2929Sfs?) p.(H55L); p.(A703V) p.(R1307*) p.(R979Gfs *45) no LOVD screening ID 0000054740 0000054741 0000054742 0000054743 0000054745 0000054748 0000054749 0000054750 no LOVD Individual ID 00054791 00054792 00054793 00054794 00054796 00054799 00054800 00054801 no

DD (Developmental Delay) ritardo dello sviluppo; DQ (Developmental Duotient), quoziente intellettivo; hom, omozigote; hypermetr, ipermetropia; kyphoscol, cifoscoliosi; m, mesi; n.a. (not available), non disponibile; Ny, nistagmus; OMA (ocular motor apraxia), aprassia oculomotoria; Str, strabismo; y (years), anni; *, fratelli; +, lieve; ++, moderato; +++, grave. La variante founder è in grassetto. Codici del gene: sequenza genomica di LAMA1 umano: NG_034251.1; sequenza dell’mRNA di LAMA1 umana: NM_005559.3; sequenza proteica di LAMA1umanae: NP_005550.

94

Il fenotipo dei pazienti mutati LAMA1 è risultato essere abbastanza omogeneo e

ben riconoscibile. E’ stata osservata soltanto una variabilità intrafamiliare inaspettata in una famiglia con quattro fratelli affetti (pazienti da 4 a 7) in cui un

probando presentava un quadro neuroradiologico differente rispetto agli altri

fratelli, in particolare erano evidenziabili poche cisti di piccole dimensioni, forma

e struttura normale del quarto ventricolo con morfologia normale del sistema

cerebrale (Tabella 6). Tale osservazione suggerisce l'esistenza di varianti

modificatrici ancora sconosciuti in grado di modulare l'espressione fenotipica

anche nei pazienti che presentano le stesse varianti geniche, come mostrato in

altre malformazioni cerebellari come la SJ.

Questo studio dimostra l’elevata sensibilità e specificità dell’analisi molecolare del gene LAMA1 nei pazienti con PBS. Dal momento che la PBS sembra essere

una condizione geneticamente omogenea e date le notevoli dimensioni del gene

(63 esoni) mancante di una regione di hotspot, l’analisi della mutazione founder

c.[2935delA] è indicata come primo passo diagnostico, in quanto tale variante è

probabilmente responsabile di almeno il 40% dei casi PBS provenienti dall'area

mediterranea. Nei restanti pazienti, il sequenziamento NGS di LAMA1 sarebbe

preferibile rispetto al sequenziamento Sanger, in quanto permette l'identificazione

di eventuali delezioni in eterozigoti.

Studio mutazionale in pazienti con diasplasia cerebellare tubulina-correlata (Romaniello et al. 2017)

In collaborazione con il gruppo di Neuropsichiatria and Neurororiabilitazione

95

pubblicato sulla rivista European Radiology, su 28 pazienti portatori in

eterozigosi di varianti patogenetiche o potenzialmente patogeniche de novo in

geni che codificano per la tubulina (TUBA1A, TUBB2 o TUBB3), con l'obiettivo

di caratterizzare e classificare il pattern di neuroimmagini della displasia

cerebellare e di altre anomalie morfologiche della fossa cranica posteriore

associate a mutazioni nei geni della tubulina, al fine di determinare correlazioni

genotipo-fenotipo. Oegema e collaboratori hanno identificato mutazioni

eterozigoti nei geni della tubulina in sei pazienti con ipoplasia superiore del verme

ed emisferi cerebellari normali o moderatamente ipoplastici, con assenza di

evidenti malformazioni dello sviluppo corticale, sostenendo che anomalie

cerebellari sono un riscontro frequente nelle tubulinopatie (Oegema et al. 2015).

Nella nostra casistica, l’86% (24/28) dei pazienti analizzati presentavano

anomalie cerebellari. In particolare il 68% (19/28) mostravano DC. Nella maggior

parte dei pazienti sono state rilevate malformazioni sopratentoriali che

coinvolgono i gangli basali e/o il corpo calloso, indipendentemente dalla presenza

o dall'assenza di displasia cerebellare corticale. In 14/28 pazienti (50%) sono state

osservate malformazioni dello sviluppo corticale tra cui polimicrogiria

perisilviana, multifocale o generalizzata (PMG), schizencefalia, eterotopie

periventricolari ed eterotopia lineare subcorticale. Un confronto dettagliato delle