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1.3 Terminal Intermodale

1.3.1. Disposizione dell’area del terminal

Il terminal intermodale è composto sostanzialmente da tre sottosistemi:

- Sistema ferroviario: composto dai binari che a loro volta si dividono in binari operativi, binari di sosta e manovra e i binari di presa e consegna;

- Sistema stradale: strade di accesso, aree di sosta, corsie di scorrimento e corsie di carico e scarico;

- Sistema di trasbordo: costituito dalle attrezzature di trasbordo e dalle aree dove esse operano (area di carico scarico, area di deposito ecc).

Il sistema ferroviario si compone di fasci di binario collegati alle linee ferroviarie. I binari possono essere divisi in base alla loro funzione: operativi, di sosta e manovra, di presa e consegna.

I binari operativi (b0), detti anche sotto gru, possono essere suddivisi a loro volta in passanti o tronchi: i binari passanti vengono usati qualora siano disponibili

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raccordi alle due estremità del terminal e consentono una gestione flessibile, permettendo di introdurre il treno con locomotore in testa; nel caso dei binari tronchi il locomotore deve spingere, quindi la manovra è più complessa, lenta e rischiosa. Inoltre i binari tronchi permettono di limitare l’attraversamento tra via stradale e ferroviaria aumentando la sicurezza.

Il numero di binari utilizzati è funzione del traffico di UTI da movimentare. Normalmente si preferisce avere almeno 2 binari da disporre al centro del piazzale consentendo di scaricare un treno evitando trasbordi indiretti e disponendo il treno successivo sul binario adiacente.

La lunghezza utile dei binari operativi dei terminal “storici” è generalmente di 500m, ma il nuovo standard europeo prevede una lunghezza dei treni di 750m. L’utilizzo di binari corti comporta l’onere di manovre aggiuntive con l’aumento dei tempi e dei costi di terminal.

I binari di sosta e manovra (bsm) sono utilizzati per effettuare la rotazione, la scomposizione e il ricovero dei carri liberando i binari operativi. Il numero di binari di sosta e manovra dipende dal regime di gestione: statica o dinamica. La gestione statica prevede l’utilizzo di una coppia-treno al giorno per binario mentre quella dinamica prevede la lavorazione di più coppie di treni al giorno. Il coefficiente dinamico è pari a d=n/v dove n è il numero di coppie di treni gestiti in un giorno e v il numero di binari operativi.

Se la gestione è di tipo dinamica il numero di binari è dato da:

se invece la gestione è di tipo statico il binario necessario è uno solo che funge da binario di manovra.

Fanno parte dei binari di sosta e manovra il binario per la composizione di carri da inviare dall’officina e quello per i carri provenienti dall’officina. I terminal più piccoli possono avere un solo binario in supporto all’officina.

I binari di presa e consegna servono per consentire la sosta tecnica dei convogli in partenza e in arrivo, per effettuare le operazioni di controllo del carico (della relativa documentazione) e la manovra per il cambio di motrice elettrica/diesel. Il numero di binari è legato ai diagrammi orari in partenza e arrivo e alle operazioni di manovra tra binari di sosta e operativi. Essi sono di solito collocati a fasci a monte dei binari operativi e la loro lunghezza deve essere tale da consentire l’ingresso di treni blocco di 750 m.

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Il sistema stradale è formato dalle strade di accesso, dall’area di sosta, dalle corsie di scorrimento e quelle di carico/scarico. I veicoli in arrivo al terminal tramite le strade di accesso dovranno attraversare una zona per il controllo, detto gate, dove si svolgono alcune attività che possono influire sulla produttività complessiva:

- Check-in, ovvero la consegna dei documenti e lo scambio d’informazioni sulle operazioni da svolgere;

- Controlli del veicolo e delle UTI: eventuali inefficienze e danni vanno prontamente segnalati sia per ovviare ad eventuali contestazioni da parte del proprietario sia per evitare ritardi alla successiva verifica dall’esercente ferroviario.

Per lo svolgimento di queste attività sono necessari i gate con operatore in cabina e a terra. Il numero di operatori e di gate deve essere ben dimensionato per consentire lo smaltimento rapido dei veicoli in arrivo cosi da permettere al terminal di operare in modo efficiente e non sovraffollare le aree di deposito con le UTI.

All’interno del terminal si prevede una zona buffer di sosta in cui i veicoli stradali possono attendere in sicurezza prima di entrare nell’area di movimentazione, zona in cui la permanenza deve essere la minor possibile per non intralciare le macchine operatrici che movimentano le UTI. Per questo motivo deve essere prevista una zona di sosta dimensionata in base al traffico di veicoli previsti e in modo che i veicoli in attesa non intralcino il percorso dei mezzi operanti nel terminal.

Le aree di movimentazione sono quelle aree destinate alla circolazione dei veicoli stradali e dei mezzi di sollevamento. Sono compresi nell’area di movimentazione le corsie di carico e scarico, quelle di scorrimento e i piazzali di manovra.

Nelle corsie di carico-scarico avviene il trasbordo delle UTI tra differenti veicoli o tra veicoli e piazzale. La larghezza della corsia deve essere almeno di 3,50 metri per consentirne l’utilizzo da parte veicoli stradali. Qualora nel terminal operi una gru a portale le corsie di carico e scarico si posizionino sotto le ali esterne, o gli sbalzi, in modo da poter razionalizzare al meglio l’utilizzo della gru a portale e limitare l’attraversamento dei binari da parte dei veicoli stradali.

Le corsie di scorrimento sono corsie affiancate a quelle di carico e scarico con lo stesso senso di marcia che permettono ai veicoli stradali di sorpassare i veicoli in attesa. La corsia di scorrimento per il ritorno dei veicoli non si affianca alle altre 2 corsie ma passa esternamente all’area operativa ed è a senso unico. Infine possono

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essere presenti piazzali di manovra in cui i veicoli stradali possono far manovra, dove è previsto, per invertire il senso di marcia.

La zona comprendente i binari operativi e le corsie di carico/scarico, insieme ai mezzi di movimentazione, fa parte del sistema di trasbordo. Il sistema di trasbordo è il nodo fondamentale in cui si esplica la movimentazione delle UTI.

La zona di trasbordo è in corrispondenza dei binari operativi ed è attrezzata con i mezzi di movimentazione che possono essere gru a portale, su gomma o rotaia, o con reach stacker (nel caso di bassi volumi di UTI da movimentare). In prossimità dei binari operativi sono previste delle aree di deposito temporaneo, cioè corsie dove le UTI sostano per un breve lasso di tempo detto tempo tecnico, che fungono da punto di appoggio nel caso in cui il mezzo di trasporto, su cui deve essere caricata, non è ancora disponibile. Nel caso in cui le UTI necessitano di essere stoccate per un periodo di tempo più lungo si prevede un’area dedicata, al di fuori dell’area di trasbordo, in modo da non ostacolare i mezzi in movimentazione e poter avere sempre disponibile l’area di deposito temporaneo per una più efficiente gestione del terminal. Normalmente in un terminal per trasporto combinato non si prevedono soste di UTI per lunghi periodi o la sosta di contenitori vuoti. Quindi l’area di trasbordo sarà dotata di binari operativi, affiancati da corsie di deposito temporaneo e da corsie di scarico/carico, in cui operano i mezzi di movimentazione. Un esempio di terminal dotato di gru a portale può essere del tipo in Figura 16: terminal intermodale dotato di gru a portale.

Figura 16: terminal intermodale dotato di gru a portale

Questo esempio di terminal prevede i binari al centro, le corsie di deposito temporaneo affiancate ai binari e le corsie di carico/scarico stradale sotto le ali della gru. in questa configurazione si predilige lo stoccaggio al trasbordo.

Un esempio di terminal dotato con reach stacker in Figura 17: terminal intermodale dotato di reach stacker.

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Figura 17: terminal intermodale dotato di reach stacker

In questo caso è privilegiato il trasbordo diretto da una modalità all’altra. Nel caso in cui è necessaria una corsia di deposito temporaneo essa sarà disposta esternamente alla corsia di scorrimento.

Il lay-out del terminal intermodale, come accennato sopra, può assumere diverse configurazioni in base al numero di UTI/anno da movimentare e al tipo di mezzi di movimentazione a disposizione. In genere il lay-out deve essere impostato con una flessibilità operativa incentrata sulla separazione delle funzioni e sull’irregolarità della sequenza delle movimentazioni. Il trasporto su ferro ha una ciclicità generalmente giornaliera e non prevede, salvo situazioni particolari, il deposito delle UTI presso i terminal. Ne deriva che i terminali strada-rotaia operano su aree di ridotta estensione. Al contrario i terminal che operano per i container marittimi sono influenzati, come termine di raffronto, dal giorno nave e dalla capacità della stiva delle navi, questa è tendenzialmente sempre crescente nel tempo per effetto del transshipment e della crescita delle dimensioni delle navi porta container. Ciò richiede ampie aree di deposito per il ciclo container. La conseguenza è che i terminal container tendono ad ottimizzare l’uso degli impianti, con massimo sfruttamento delle altezze, fino all’impilaggio consentito dalle attrezzature di movimentazione e dalla portanza del terreno. La concezione dei terminal container è ispirata ad un’alta densità di utilizzo degli spazi, a fronte di una limitata flessibilità operativa, ed è giustificato dalla standardizzazione dei container, nonché dall’uniformità e possibilità di programmazione delle sequenze di esercizio.

Lo sviluppo di terminal “misti”, dove vengono movimentate differenti tipologie di UTI, comporta quindi importanti conseguenze per il lay-out e per la gestione del terminal. Inoltre, sotto il profilo funzionale, si è assistito all’attuazione di nuove modalità di esercizio impostate dai terminal gateway. La funzione di gateway implica che l’attività prevalente non è dedicata al bacino di traffico del terminal, ma tutte o parte delle UTI in arrivo su treni proseguono con altri treni defluenti dal terminal invece di essere destinate al bacino stesso. In sostanza si tratta di un’infrastruttura che interpreta in chiave intermodale e più moderna la funzione di

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stazione di smistamento, in tale ottica un terminal gateway è definibile come un “terminal di smistamento”. Nei terminal gateway si procede al trasbordo delle UTI tra i treni per mezzo di tecniche di trasbordo verticale o di smistamento orizzontale dei carri. La moderna progettazione porta in generale a preferire la movimentazione verticale delle UTI, sia per diffusione di queste ultime sia per i minor tempi operativi e per la maggior potenzialità oraria.

Ricapitolando, i terminal intermodali, destinati al trasporto combinato strada- rotaia non necessitano di estese aree di deposito, come accade invece per i terminal container, tipicamente portuali e retroportuali. La progettazione e l’esercizio ferroviario moderno europeo favoriscono la realizzazione e l’impiego di terminal gateway, dove arrivano e partono treni completi a composizione bloccata; la tendenza è inoltre quella di smaltire più coppie di treni al giorno per binario operativo. Ciò consente una potenzialità di movimentazione molto più elevata, minori oneri e spazi utilizzati rispetto allo smistamento dei carri ferroviari presso le stazioni di smistamento.