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Il capitolo ha voluto illustrare, dopo una panoramica storica, le principali fonti del dissenso della Russia contemporanea e le reazioni del potere ad essa. Una visione completa dell’argomento, tuttavia, dovrebbe includere alcune considerazioni sulle problematiche relative al futuro politico e sulle opportunità di sviluppo di un’opposizione solida.

L’evoluzione della storia della Russia negli ultimi vent’anni è diventata la storia di un uomo solo – Putin. In una tradizione centenaria dallo zarismo al comunismo, la società russa ha vissuto in un clima di continuità con un potere forte. Un potere autoritario, che oggi investe grandi responsabilità ma al contempo grandi problemi. Uno di essi è senza ombra di dubbio la successione “al trono” di Putin, nel 2024: accadrà un El’cin-bis, dove il neoeletto Presidente darà l’immunità al vecchio?

Ciò che emerge chiaramente è la fragilità di un sistema basato sui rapporti di forza, la corruzione e il favoritismo. Ci si chiede fino a che punto organi potenti come la FSB, il gruppo degli oligarchi e i siloviki sosterranno il Presidente. Forse fino a quando i loro conti in banca all’estero saranno al sicuro. Ci si chiede inoltre quanto l’economia deteriorata dalle sanzioni e dal calo del prezzo di gas/petrolio, in combinazione con un

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tasso di disoccupazione non insignificante e una generale insicurezza sul reddito futuro, possa essere fonte di tensioni sociali.

In futuro i media indipendenti e l’opposizione politica dovranno assumere un ruolo non secondario nella trasformazione della società civile. La coalizzazione secondo comuni obiettivi parrebbe in questa fase storica l’unico compromesso perseguibile dall’opposizione, ancora frammentata e schiacciata. Secondo l’autore della dissertazione, le figure di spicco attorno alle quali potrebbe orbitare un nuovo movimento democratico sono Navalnyj, Chodorkovskij e Jašin (leader di PARNAS e cofondatore di Solidarnost’). Tuttavia, anche alla luce degli ultimi sviluppi in fatto di politica interna23, l’osservazione, seppur in buona fede, sembra un po' ingenua.

Come ebbe a dire Bob Fitzsimmons (pugile inglese dell’800), “The bigger they are, the harder they fall.”. E la Russia è davvero un paese enorme, con responsabilità nazionali e internazionali tremendamente pesanti. Potrà davvero avvenire una pacifica rivoluzione democratica, o la storia dell’Impero si ripeterà con le stesse modalità violente?

Non possiamo saperlo. Nel frattempo, la speranza risiede nella capacità dell’opposizione di scuotere l’opinione pubblica e di risvegliare la coscienza politica della società russa. Un risveglio che deve passare anzitutto per una rivoluzione morale e una rivalutazione del passato, anche quello prossimo.

Tuttavia, la situazione attuale dell’opposizione in un paese con un sistema democratico giovane come la Russia non è delle migliori, per due ragioni fondamentali: la prima, il popolo desidera stabilità economica e politica, quindi qualsiasi tentativo di sovvertire radicalmente l’ordine delle cose si scontrerà con il conservatorismo di gran parte della società russa; la seconda, il patriottismo e la sovranità, sentimenti fortissimi in Russia, pertanto lo status di “grande potenza” sarebbe messo a rischio da partiti politici più liberali e più inclini al dialogo con l’Ovest. Questo concetto di “democrazia sovrana” riporta direttamente ai primi paragrafi del capitolo, dove ho trattato la natura del potere nella Russia contemporanea (vedi 1.1).

Nel 2017 la Russia ha nuovamente oltrepassato la linea rossa del reddito pro capite di 10.000 $24, un limite superato il quale la popolazione generalmente si aspetta una

23 “Meduza”, Путин внес в Госдуму свои поправки в Конституцию. Мы все разобрали — вот в чем

суть, 20/01/2020,

<https://meduza.io/slides/putin-vnes-v-gosdumu-svoi-popravki-v-konstitutsiyu-my-vse-razobrali-vot-v-chem-sut>.

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maggiore democratizzazione del sistema. Da qui il fiorire di gruppi e movimenti di opposizione e l’esplosione di proteste di piazza. Ma parlare di una “Primavera russa” sulla falsariga delle rivoluzioni del mondo arabo e delle rivoluzioni colorate è pura fantascienza. Evgeny Utkin, giornalista russo esperto di economia e geopolitica, nota come vi sia

l’impossibilità di una rivoluzione violenta contro lo stato autoritario e, allo stesso tempo, la necessità della nuova classe media russa di darsi una direzione e di riempirsi di contenuti e di valori, in un paese dove finalmente ognuno può scegliere in cosa credere o non credere, cosa seguire oppure no. Certo, non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla palese tendenza del capo del Cremlino ad accentrare nelle sue mani ogni ramificazione del potere, da quello legislativo a quello giudiziario e dell’informazione, ma allo stesso tempo proprio questa sua propensione nettamente ‘conservativa e conservatrice’ produce l’effetto di fortificare le opposizioni e gli stessi movimenti di protesta, che avranno la possibilità di strutturarsi meglio per combattere il potere centrale.25

Secondo la citazione, dunque, è evidente che, sebbene una rivoluzione in piena regola sarà pressoché impossibile, i metodi repressivi del regime stanno consolidando l’opposizione attorno a temi come la lotta alla corruzione, una vera democratizzazione del paese e il dialogo con l’Occidente.

Dal 2018 la Russia è entrata in un periodo di transizione. Per quanto riguarda l’attuale presidente, ci sono due alternative sul tavolo: la prima sarà cedere il posto ad un nuovo “delfino” e assicurarsi l’immunità, la seconda sarà rimanere negli ambienti del potere in qualche veste ufficiale. Molto dipenderà dalle relazioni internazionali e dal clima interno.

Ma se ne riparlerà nel 2024.

25 Evgeny Utkin, L'ascesa di Putin e lo spazio del dissenso in Russia, Atlante Geopolitico 2014, in Enciclopedia Treccani Online, <http://www.treccani.it/enciclopedia/l-ascesa-di-putin-e-lo-spazio-del-dissenso-in-russia_%28Atlante-Geopolitico%29/>.

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