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LA DITTATURA LIGHT: UNA PANORAMICA LEGISLATIVA

A complemento delle attività concrete antidissenso, è stata promulgata una serie di leggi e decreti che di volta in volta hanno ristretto le libertà concesse alla società civile, alle ONG, ai mezzi di comunicazione di massa. Questo paragrafo introdurrà una tabella comprendente le principali leggi e normative prodotte nel corso degli ultimi 15 anni. Tutti i dati sono stati estrapolati dall’archivio online dell’“Ansa”, consultabile tramite il browser ANSANews.17

Tabella 4: Leggi repressive e di accentramento del potere

ANNO LEGGE

2004 Diritto presidenziale di nomina dei governatori delle regioni

2006 Sospensione delle attività di ONG straniere operanti nel campo dei diritti umani

2007 Introduzione dello sbarramento del 7% ed eliminazione della quota maggioritaria prevista ai partiti per avere seggi alla Duma

2008 Emendamento costituzionale che permette al Presidente russo di rimanere in carica per 6 anni invece di 4

2012 Obbligo di registrazione come “agente straniero” per le ONG che ricevono a qualsiasi titolo fondi dall’estero

2012 Legge che bandisce siti web pericolosi per l’incolumità dei bambini

2013 Legge che vieta la propaganda LGBT e vieta costituzionalmente i matrimoni omosessuali, in difesa dei valori fondamentali della famiglia

2014 Restrizione delle libertà di manifestazione, comminando sanzioni pecuniarie o detenzioni fino a 15 giorni per manifestazioni non autorizzate

2015 Legge che conferisce alla Corte costituzionale russa il diritto di decidere se lo Stato può applicare o ignorare le risoluzioni di organi intergovernativi come la Corte europea dei diritti dell’uomo

2015 Legge che autorizza i giudici a dichiarare qualsiasi ONG “indesiderabile” per motivi legati alla sicurezza nazionale, e a multare o imprigionare fino a sei anni i suoi membri

2017 Divieto ai Testimoni di Geova di professare la propria fede; il movimento diventa fuorilegge e considerato un’organizzazione estremista

2017 Legge con cui i media stranieri in Russia, finanziati dall’estero, sono costretti a registrarsi come “agenti stranieri”, pena multe, blocco o detenzione

17 Per consultare l’archivio è necessario installare il software Multimedia News Browser (MNB). Vd. <https://mnb20.ansa.it/>.

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2017 Potere di privazione della cittadinanza russa a persone sospettate di voler minacciare le basi dell’ordine costituzionale della Russia

2018 Divieto di manifestazione per minorenni, e carcere e/o sanzioni pecuniarie per chi organizza picchetti e/o manifesta insieme a minorenni

2019 Legge che vieta la diffusione di fake news e punisce chiunque manchi di rispetto alla società e alle autorità su Intenet

2019 Istituzione di una Runet (rete russa interna controllata dal Ruskomnadzor), anche detta legge del sovranismo digitale

Come si può osservare dalla tabella, nel corso degli anni si è assistito ad una progressiva stretta delle libertà civili. All’evolversi della situazione internazionale e al mutarsi del sentimento politico interno (di cui tratterò nel prossimo paragrafo), il Cremlino ha emarginato le ONG occidentali, ha immobilizzato l’opposizione politica e ha ottenuto il controllo della rete Internet. In particolare, speciale riguardo è da porsi alla legge del 2007 che introduce uno sbarramento del 7%: tale legge ha ufficialmente terminato le pur risibili possibilità di partiti come LDPR e Jabloko di accedere alla Duma. Inoltre, è palese la contemporaneità, nel 2014, tra legge anti-manifestazioni e movimenti separatisti in Ucraina. Schermandosi da potenziali ripercussioni in patria, Putin ha potuto agire indisturbato, coperto dalla propaganda di stato. In conclusione di paragrafo, si noti la legge sulle fake news, promulgata nel 2019, in seguito agli scandali Russiagate e alle presunte ingerenze straniere sulle elezioni delle democrazie occidentali. Come direbbe qualche malalingua, parrebbe che la Russia si stia difendendo da sé stessa.

1.8 2000-2019: MANIFESTAZIONI E PROTESTE DI MASSA

Nel corso dell’ultimo ventennio si è assistito ad una escalation del numero e della rilevanza sociale delle manifestazioni di protesta. Di pari passo all’irrigidimento delle leggi che limitano le libertà di libera manifestazione, la parte – ancora debole – della società civile che contesta l’operato del governo è scesa in piazza con cadenza quasi annuale a partire dal 2005, anno della riforma cosiddetta della “monetizzazione” (vedi 1.3). Le forme del dissenso si sono radunate attorno ad alcune figure chiave, quali Naval’nyj, Nemcov, Kasparov, Kas'janov, Limonov.

La prima vera protesta con ampia partecipazione è stata la Marš Nesoglasnych (Marcia dei dissidenti), svoltasi a più riprese dal 2006 al 2008, quando è stata sostituita

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da Strategija-31 (Strategia-31), organizzata per esigere più ampie libertà di manifestazione, garantite appunto dall’articolo 31 della Costituzione.

In vista delle presidenziali del 2012, che hanno visto il ritorno di Putin, dal 2011 sono state indette manifestazioni in tutta la Russia contro un potere che si prevedeva potesse rimanere in carica per altri 12 anni. Le proteste del 2011-2013 sono state le più ampie dal 1990, tanto da instillare sentimenti di paura nel governo, che ha risposto con manifestazioni pro-Putin e con misure legislative repressive (vedi 1.7), temendo una rivoluzione arancione com’era accaduto in Ucraina.

Queste proteste erano iniziate spontaneamente in risposta alle evidenze di brogli elettorali nell’elezione della Duma di stato nel 2011. Significative sia per il numero di partecipanti (decine di migliaia a Mosca e San Pietroburgo) che per la concomitanza con le Primavere arabe. L’intenzione era quella di ottenere elezioni libere, e non tanto di seminare sentimenti rivoluzionari antigovernativi. Nel 2012 la Marš Millionov (Marcia dei Milioni), che ha coinciso con l’inaugurazione della nuova presidenza Putin, fu repressa duramente dalle autorità, e molte figure dell’opposizione, tra le quali anche il politico di estrema sinistra Sergej Udal’cov, vennero arrestate. Kanak Gorkan, ricercatore per l’Observer Research Foundation in Political opposition in Russia in 2018:

Composition, challenges and prospects18 afferma che “The prevailing public sentiment

during 2011–12 [protests] helped opposition leaders gain political mileage. Though they differed in their initial levels of influence, many gained a higher profile through their participation in the demonstrations”. Dunque, secondo Gorkan, le manifestazioni del 2011-12 hanno posto le basi per nuovi movimenti d’opposizione.

In concomitanza dei preoccupanti eventi in Ucraina e dopo l’annessione della Crimea si scatenò una nuova ondata di manifestazioni pacifiste, a cui hanno partecipato tutti i partiti d’opposizione, le ONG in difesa dei diritti umani e diversi scrittori non allineati, come Ljudmila Ulickaja e Boris Akunin (vedi 1.9).

Il 2018 è stato caratterizzato dall’impopolare riforma pensionistica, che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 60 a 65 anni per gli uomini entro il 2028 e da 55 a 63 per le donne entro il 2034. L’opposizione, e in particolare Naval’nyj con i suoi collaboratori, hanno pertanto organizzato una serie di manifestazioni contro l’aumento

18 Kanak Gorkan, Political opposition in Russia in 2018: Composition, challenges and prospects, Observer Research Foundation, 22/06/2018 <https://www.orfonline.org/research/political-opposition-russia-2018-composition-challenges-prospects/>.

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dell’età pensionabile e inoltre contro la corruzione diffusa in tutti gli interstizi della società russa.

Lo scorso anno, il 2019, ha visto ripetute proteste contro le elezioni alla Duma in diverse circoscrizioni, tra cui la città di Mosca. Il sospetto che la votazione sarebbe stata truccata e il divieto d’iscrizione imposto dalla Commissione Elettorale della città di Mosca ai cosiddetti nezavisimye kandidaty (candidati indipendenti) hanno provocato una sequela di manifestazioni autorizzate e non. Luglio e agosto hanno visto alcuni dei cortei più partecipati dopo quelli del 2011-2013, mentre il giorno 27 luglio è stata una giornata record per il numero di arresti. In risposta agli arresti e ai pestaggi della polizia e ai processi farsa per “disordini di massa”, Ljubov’ Sobol’, collaboratrice di Naval’nyj e membro del Fondo Anticorruzione, ha attuato uno sciopero della fame.

Da questo paragrafo è possibile comprendere come nel corso di due decenni la voce del dissenso abbia progressivamente aumentato il suo vigore, arrivando più volte allo scontro con le autorità, finendo sempre ammanettata, imbavagliata o calpestata ora con mezzi fisici (polizia, FSB), ora con leggi che minano le libertà fondamentali di un paese democratico.