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LETTERATURA E ALTRI MOVIMENTI ARTISTICI

Per ragione di chiarezza espositiva e di logica si è deciso di posizionare questo paragrafo verso la fine del primo capitolo, in modo che la transizione verso il capitolo due sia agevolata.

Le sezioni 1.9 e 1.9.1 introdurranno nell’elaborato le prime considerazioni riguardanti il rapporto tra potere e letteratura, presentando alcuni volti noti del panorama letterario contemporaneo e analizzando il bizzarro esperimento delle Pussy Riot come l’esempio più significativo degli ultimi anni di attivismo politico antiputiniano e femminista. Inoltre, ritengo importante citare un artista fuori dai generi come Petr Pavlenskij (famoso per la sua arte autolesionistica e vandalica) e i giovani rapper Oxxxymiron e Chaski. La scure della censura e della repressione pare che in effetti colpisca di più questi artisti-perfomer rispetto agli scrittori poiché questi media, queste voci e questi canali di comunicazione sono oggi molto più efficaci della letteratura, e per questo meno tollerati. Il Cremlino, pertanto, teme il rap. Nel corso del 2018, decine di

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concerti sono state cancellati e in novembre Chaski è stato trattenuto dalla polizia a Krasnodar per aver improvvisato una performance sul tettuccio di un’automobile dopo che gli era stato impedito di esibirsi.

Da non dimenticare anche i casi del regista ucraino Oleg Sencov, liberato il 7 settembre 2019 da una colonia penale russa, e immediatamente insignito del Premio Sacharov19, e di Jurij Dmitriev, storico russo arrestato e accusato di produzione di materiale pedopornografico, tuttora in galera in attesta del processo.

Per quanto riguarda la scrittura, Mario Caramitti ne Letteratura Russa

Contemporanea rimarca come la letteratura, a differenza dei media, sia riuscita a

smarcarsi dall’ideologia dominante, seguendo percorsi propri che, come si vedrà in seguito, sebbene non si pongano in aperta contrapposizione, trovano strade alternative per esprimere il proprio dissenso: “Se i media sono palesemente conniventi con l’instaurazione di una nuova dittatura in Russia, gli scrittori invece hanno già da tempo visto e scritto tutto.” (2015: 281).

Ed è proprio così. Autori quali Pelevin e Sorokin non possono che impersonare la figura dello scrittore non allineato, abili affrescatori in presa diretta di una Russia virtuale, antiutopica, stordita e popolata di personaggi violenti, corrotti e perversi. Sia Pelevin che Sorokin sono stati osteggiati dai benpensanti ortodossi e dai giovani putiniani per i temi poco moraleggianti come la pornografia, il cannibalismo, il misticismo o la critica in chiave satirica delle forze armate, della FSB, dei rapporti di forza, della corruzione e del regime autoritario tutto.

Tra gli altri nomi importanti della letteratura in disaccordo con la situazione politica e sociale della Russia contemporanea possiamo trovare Michail Šiškin, Ljudmila Ulickaja e Grigorij Čchartišvili (Boris Akunin). Tutti e tre hanno espresso la propria opposizione al regime e hanno attivamente partecipato ad iniziative di dissenso.

Šiškin si oppone apertamente all’attuale governo e critica aspramente la politica estera e interna di Putin, in particolar modo l’annessione della Crimea del 2014. Nel 2013 si rifiutò di rappresentare la Russia al Book Expo USA, dichiarando di non voler essere associato ad una nazione corrotta, criminale, dove non esistono elezioni libere e le corti

19 Riporto un articolo sull’argomento di Amnesty International <https://www.amnestyusa.org/oleg-sentsov-russia-filmmaker-essayist-sentenced-to-20-years/>.

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sono assoggettate all’esecutivo, e dove vi sono prigionieri politici.20 Nel 2019 ha firmato la petizione voluta da Chodorkovskij Otkrytoe pis’mo protiv političeskich repressij v

Rossii (Lettera aperta contro le repressioni politiche in Russia).

Una simile visione è condivisa da Akunin, il quale ha iniziato il suo attivismo politico in concomitanza delle manifestazioni anti-Putin del 2011-2013. Lo scrittore ha preso parte a manifestazioni e comizi, parlando alla folla e organizzando una “camminata dello scrittore” insieme ad autori come Ulickaja e Bykov. Nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, Čchartišvili ha lasciato la Russia poiché – ha dichiarato - il clima ultranazionalista e repressivo è uno “scempio intollerabile”21.

Oltre ad aver partecipato alle dimostrazioni del 2011-2013, Ulickaja nel marzo del 2014 a Mosca è stata una delle protagoniste del corteo contro la guerra in Ucraina, appellandosi alla folla dei manifestanti.

1.9.1 PUSSY RIOT

L’esperimento delle Pussy Riot, nato nel 2011 in opposizione al conservatorismo della società russa e all’imperante clima repressivo, ha avuto e ha tuttora risonanza mondiale.

Nel corso degli anni il gruppo si è espanso ed è sfociato in un vero e proprio movimento internazionale femminista e anticonformista. Il 2012 è stato l’anno in cui tre esponenti della band sono state arrestate per essersi esibite nella cattedra di Cristo Salvatore a Mosca, provocando un’ondata di sdegno popolare e di rigurgiti ultranazionalisti e ultraortodossi in tutto il paese; le ragioni della performance stavano nella critica allo stretto rapporto tra religione e stato e il supporto del Patriarca Cirillo I a Putin. La punizione e il trattamento riservato alle giovani sono stati, secondo alcuni, tra cui Amnesty International, violazione dei diritti umani; per questo le Pussy Riot sono assurte a simbolo di prigioniere di coscienza. Altre fonti notano come l’esemplarità della condanna (due anni in una colonia) sia servita alle autorità come monito contro qualsiasi altro tentativo di insubordinazione.

20 “The Guardian”, Mikhail Shishkin refuses to represent 'criminal' Russian regime, 07/03/2013, <https://www.theguardian.com/books/2013/mar/07/mikhail-shishkin-russia-us-book-expo>.

21 Traduzione libera dall’inglese di Howard Amos, Boris Akunin: the evolution of Russia’s dissident

detective novelist into a master historian, Calvert Journal, 05/02/2018,

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Molto utile la visione del documentario Pussy Riot: a Punk Prayer, diretto da Maxim Pozdorovkin e Mike Lerner (2013, Roast Beef Productions), alla base di questo paragrafo e interessante finestra sulla Russia moderna.

Nel 2018 durante i campionati del mondo di calcio alcuni membri del gruppo sono stati picchiati da bande mercenarie di Cosacchi poiché erano in procinto di registrare un nuovo video musicale sotto il logo della World Cup.

I contenuti espliciti delle loro canzoni, lo stile punk-rock, l’outfit sui generis (con un passamontagna e indumenti colorati) e le danze scatenate sono valsi al gruppo Pussy Riot l’appellativo di guerrilla performers (cantanti guerrigliere). Come più volte espresso dalle attiviste stesse in interviste e nel sito web22, l’esperimento Pussy Riot non è unicamente legato all’esperienza russa, ma può essere liberamente declinato ovunque il conservatorismo e il maschilismo opprimano le libertà della donna.