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Distrazione esterne

Nel documento ME-TO-DO Imparare a imparare (pagine 37-45)

PROGETTA IL TUO METODO DI STUDIO

SI PUÒ RENDERE L’APPRENDIMENTO PIÙ APPAGANTE E DURATURO, MA NESSUN METODO PRODUCE RISULTATI IMMEDIATI E SENZA SFORZO!

B) Distrazione esterne

• Lasciarsi catturare dalla TV;

• Scrivania in disordine;

• Postura sbagliata;

• Illuminazione scarsa (che crea affaticamento agli occhi) o eccessiva;

• L’aria viziata (che riduce l’efficienza cerebrale);

• Il rumore;

Chi non riesce a comprendere come e perché si distrae, non riuscirà a concentrarsi e fallirà nel conseguire risultati soddisfacenti.

4.4 Suggerimenti utili per: ascoltare, leggere, comprendere, memorizzare, schematizzare, esporre, ripassare

Cosa significa nella pratica studiare? Lo studio vero e proprio comprende una serie di operazioni nessuna delle quali può essere sottovalutata o trascurata:

A) ascoltare NO

• sedersi vicino a fonti di distrazione o avere con sé oggetti che disturbano la concentrazione;

• avere fretta, essere impazienti, sottovalutare l'impegno necessario per capire;

• fare più cose contemporaneamente (mangiare, sbirciare, TV, cell. guardarsi intorno);

• ignorare del tutto il messaggio e il suo argomento;

• pretendere di capire tutto senza sforzo, perdere il filo o bloccarsi.

OK

• assumere una posizione comoda e isolare il più possibile rumori e disturbi per aiutare la concentrazione;

• controllare le proprie emozioni e vincere l'ansia con calma;

• fare una cosa per volta concentrando e mantenendo l'attenzione e il contatto sulla voce e la persona che parla;

• conoscere prima il tipo di messaggio e l'argomento, attivando il tipo giusto di attenzione, cercando di prevedere in anticipo ciò che si sta per ascoltare;

B) leggere

Leggere ad alta voce o mentalmente? Ciò dipende dallo scopo della lettura:

1. A voce alta se si tratta di esercitare l’espressività o la dizione;

2. Silenziosamente se si legge per diletto o per motivi di studio.

La lettura silenziosa è più rapida e quindi preferibile quando si studia (meglio risparmiare la voce per quando si deve ripetere). Inoltre, per chi non è molto abile nella lettura, il pensiero è più veloce della voce e questo rischia di peggiorare non solo la lettura, ma anche la comprensione del testo.

Strategie di lettura:

• Scorrere velocemente il testo;

• Individuare le informazioni rilevanti;

• Leggere analiticamente;

• Rileggere;

• Leggere selettivamente solo gli argomenti di interesse;

• Tornare a passi precedenti;

• Saltare a passi seguenti;

• Utilizzare altre fonti di informazione;

• Parafrasare.

Fasi della lettura:

• fase di pre-lettura => comprensione globale

• fase di lettura => comprensione analiticamente

• fase di post-lettura => l'organizzazione del testo

Per elaborare:

1. Dare una scorsa rapida al testo soffermandosi solo su titoli, sottotitoli, grafici, figure.

2. Dividere il testo in unità concettuali.

3. Leggere attentamente utilizzando una lettura analitica.

4. Sottolineare.

5. Individuare le parole chiave utili a spiegare il concetto e a richiamare i collegamenti tra un concetto e l’altro.

6. Prendere appunti.

7. Fare una sintesi: schemi, riassunti, tabelle, grafici o mappe che utilizzando le parole chiave ricercano i rapporti tra i concetti.

C) comprendere

Indica la capacità di cogliere il significato del testo. Comprendere è un'attività costruttiva, interattiva e attiva che richiede l’integrazione delle informazioni nuove, contenute nel testo, all’interno delle strutture di conoscenza possedute dal lettore o dall’ascoltatore.

Comprensione globale del testo

1. Leggere il titolo del capitolo, soffermarsi ad analizzarlo e chiedersi:“Quale argomento studierò oggi?”

2. Leggere rapidamente il titolo dei paragrafi per avere una visione globale di ciò che si dovrà studiare. A volte i titoli sono poco chiari, a volte volutamente misteriosi, ma alla fine si scopre sempre che riassumono in breve l’idea centrale del paragrafo.

3. Osservare le illustrazioni e leggere le didascalie: di solito raffigurano i punti salienti del paragrafo.

4. Leggere un intero paragrafo “mentalmente”, sottolineando le parole sconosciute, ma senza soffermarsi ad analizzarle. Cercare piuttosto di capire dal contesto il significato globale del discorso; se il paragrafo è troppo lungo o complesso è opportuno spezzarlo in più sequenze.

5. Analizzare le parole difficili o incerte consultando il vocabolario, annotarne subito il significato ai margini del testo, senza dire “Mi ricorderò”.

6. Rileggere lentamente, anche a voce, analizzando i periodi più o meno complessi e spezzandoli in frasi più brevi. Tenere presente che spesso i concetti poco chiari o le definizioni sono seguiti da un esempio che li illustra.

7. Tradurre in immagine mentale tutto ciò che si legge. Immaginate di doverne fare un disegno, una fotografia, una ripresa cinematografica o di vivere in prima persona una scena; è inutile imparare tanto meno a memoria, ciò che non si ha chiaro in mente, e non si riesce ad immaginare!

8. Selezionare, cioè scegliere e sottolineare senza scarabocchi (usando ad es. una cartolina) solo i punti, le informazioni più importanti. Sottolineare tutto o troppo equivale a non sottolineare nulla.

D) memorizzare

Per memorizzare è opportuno allenare sempre le diverse memorie:

• Memoria visiva: abbinare immagini a parole, costruire mappe mentali o grafici, descrivere immagini, sottolineare in diversi colori.

• Memoria uditiva: dettato , ripetizione ad alta voce, lettura ad alta voce, dialogo, ripetizione di poesie o di canzoni, partecipare alle discussioni.

• Memoria operativo - pratica: usare un testo riempitivo, trascrivere su computer un testo, compilare schemi, usare le carte da gioco, archiviare o ordinare gli appunti.

Per ricordare è necessario:

• ripetere;

• auto-interrogarsi;

• costruire modelli mentali e fare collegamenti;

• u s a r e mnemotecniche (rime, acronimi, acrostici, categorizzazioni, associazioni fonetiche e visive);

• Formare immagini mentali dei termini concreti: individuare i termini concreti e tradurli in un immagine mentale o eventualmente grafica.

• Concretizzare i concetti astratti e formare immagini mentali: trasformare i concetti astratti in uno o più concetti concreti e formare poi le immagini mentali.

• Associare: formare immagini, parole, frasi che associano una informazione difficile a qualcosa di già noto.

Noi ricordiamo...

• 10% di ciò che leggiamo;

• 20% di ciò che sentiamo;

• 30% di ciò che vediamo;

• 50% di ciò che sentiamo e vediamo;

• 70% di ciò di cui parliamo con gli altri;

• 80% di ciò che sperimentiamo personalmente;

• 95% di ciò che insegniamo agli altri;

E) schematizzare

Gli schemi sono di grande utilità per una comprensione profonda dei contenuti, per avere una buona base per il ripasso e per ricordare meglio.

La costruzione di uno schema si progetta in fase di studio, dopo aver compreso il significato di un testo e prima di ripeterlo.

Gli schemi possono servire a:

• rappresentare le definizioni fornite dal testo;

• rappresentare i concetti in rapporto gerarchico;

• raccogliere le informazioni relative ad un argomento;

• confrontare informazioni;

• organizzare liste di informazioni per categorie;

• organizzare per tabelle;

• organizzare per assi temporali, periodi e durate ;

• disporre una successione di azioni nel tempo su un diagramma di flusso

• rappresentare vari tipi di legami logici tra fatti o concetti.

Cosa occorre per fare uno schema:

• Per ciascun concetto identificare parole chiave o frasi brevi e organizzarle;

• Iniziare dalla parola chiave o concetto principale del testo da mettere come radice o al centro dello schema;

• Individuare i concetti e le idee più importanti che si collegano alla parola chiave;

• Creare uno schema organico in tutte le sue parti (studiando anche la disposizione grafica nel foglio, in modo che le informazioni vengano distribuite in modo omogeneo).

La sintesi potrà essere fatta:

• in forma discorsiva, unendo le parti selezionate con adeguati connettivi (frasi gancio o semplici congiunzioni); e ciò che comunemente viene chiamato “riassunto”,

• per punti, riportando le frasi selezionate senza l’uso di connettivi. In questi casi, il testo è più lungo, ma più completo e più facile, quindi consigliabile a chi ha

ancora qualche difficoltà nella selezione o nell’uso di un linguaggio appropriato;

• con schemi a stella e a blocchi. In questo caso il testo è più breve, ma se non contiene preposizioni, congiunzioni e verbi è più difficile da utilizzare per la riesposizione. E’

consigliabile a chi è già in grado di selezionare bene, di scrivere e riesporre con linguaggio corretto ed appropriato.

F) esporre

Riesporre una prima volta quanto analizzato, a voce alta, aiutandosi con il testo, con gli schemi adeguatamente preparati e altre strategie per la memorizzazione.

1. Utilizzare il linguaggio specifico della materia. Non tradurre il tutto nel linguaggio informale, ma utilizzare i termini appropriati delle discipline, e neppure ripetere concetti o parole a memoria senza avere ben chiaro in mente ciò che si dice.

2. Ripetere due o più volte, possibilmente con qualcuno che ascolta pazientemente anche se non conosce l’argomento, purché sia disposto a cercare di capire.

3. Per verificare se l’esposizione è chiara, appropriata, sicura e priva di intercalari è opportuno usare qualche volta il registratore: è un ottimo sistema di autovalutazione!

G) ripassare

Il ripasso è una revisione e una verifica delle informazioni apprese.

Perché ripassare?

• rinforza la memorizzazione;

• consente la verifica della propria preparazione;

• consente di organizzare un’esposizione gradevole;

Il ripasso è una forma di auto-monitoraggio: “questo lo so ... questo non lo ricordo ...”

Per migliorare l’efficacia del ripasso è utile:

• Suddividere il materiale da studiare in capitoli, unità, ecc.

• Organizzare schemi, appunti e fare sintesi;

• Ripassare il programma analiticamente (date, autori, nozioni ...);

• Ripetere più volte;

• Ripetere a distanza di tempo;

• Ripasso in itinere e finale.

N.B.: il ripasso va organizzato!

rinforza la memorizzazione

4.5 Come affrontare meglio le interrogazioni

Ti è mai capitato di sapere perfettamente un argomento ma prendere comunque un brutto voto all’interrogazione perché l’esposizione non è piaciuta al professore? È vero, durante l’orale dovrebbe contare più la preparazione sull’argomento, maalla fine è mai così? Ciò che fa davvero la differenza è come le altre persone, in questo caso il prof, giudicano la tua esposizione.Allora perché non applicare i famosi principi del public speaking ad una semplice interrogazione!?

Il public speaking è l’arte di comunicare in pubblico, viene utilizzata ormai da chiunque parli a molte persone durante eventi o manifestazioni ed è indispensabile per far arrivare al destinatario il messaggio chiaro e comprensibile.

Ecco allora cinque consigli per un’interrogazione perfetta.

A. l’argomento

La cosa più importante per una buona interrogazione o presentazione è sentirti sicuro di quello che sai sull’argomento. Ma ci sono altri piccoli trucchi per migliorare ancora di più:

1. Cerca di fare un discorso unico. Sappiamo tutti quanto alcuni Prof. si divertano ad interrompere sempre, ma tu tenta lo stesso.

2. Usa esempi. Il prof capirà che hai veramente assimilato l’argomento.

3. Mantieni le cose semplici. Non usare parolone che non useresti nel quotidiano. Rende più facile seguire il discorso.

Nel documento ME-TO-DO Imparare a imparare (pagine 37-45)