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ME-TO-DO Imparare a imparare

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Academic year: 2022

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ME-TO-DO

Imparare a imparare

Trova il tuo metodo di studio per apprendere più efficacemente

Ebook gratuito - Tutti i diritti sono riservati.

E' vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza espressa autorizzazione dell'Autore.

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ME-TO-DO DI STUDIO Imparare ad imparare

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE

1.1 Obiettivi del corso

1.2 Benefici attesi per alunni e genitori 1.3 Programma

1.4 Metodologia

1.5 L'importanza della motivazione

CAPITOLO 2: IMPARARE AD IMPARARE

2.1 Cosa significa studiare e perché lo facciamo?

2.2 Perché andare a scuola è importante

2.3 Avere il giusto atteggiamento per superare gli ostacoli all'apprendimento e le cattive abitudini

2.4 Come funzionano cervello e memoria?

2.5 Perché è importante “avere memoria”? Quali sono i vantaggi?

CAPITOLO 3: IL ME-TO-DO DI STUDIO

3.1 Cosa è il metodo di studio? Elementi base per trovare il proprio 3.2 Suggerimenti e consigli utili per organizzarsi meglio

3.3 Le tecniche da usare in classe e quelle per casa 3.4 Prendere gli appunti

3.5 Quali sono le tecniche principali?

3.6 Come imparare più velocemente

CAPITOLO 4: PROGETTA IL TUO METODO DI STUDIO

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4.1 Sai riconoscere il tuo stile di apprendimento?

4.2 Consigli pratici per progettare il tuo metodo di studio e migliorare l'apprendimento 4.3 I nemici dello studio

4.4 Suggerimenti utili per: ascoltare, leggere, comprendere, memorizzare, schematizzare, esporre, ripassare

4.5 Come affrontare meglio le interrogazioni 4.6 Applicazioni utili per lo studio

CAPITOLO 5: GUIDA PER GENITORI (di studenti)

5.1 valutazione del percorso in aula

5.2 questionario "stile di apprendimento prevalente"

5.3 in che modo elabori le informazioni: analitico o globale?

5.4 preferisci lavorare da solo o con gli altri?

5.5 che metodo utilizzi ora?

5.6 avere consapevolezza delle proprie abilita' 5.7 che tipo di studente sei?

5.8 le abitudini di studio 5.9 alimentare la motivazione 5.10 l'autostima dei ragazzi 5.11 sostenere la volontà

5.12 ...e se mio figlio non ha voglia di studiare?

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

10 RAGIONI PER STUDIARE ORA FRASI MOTIVAZIONALI ALLO STUDIO

DECALOGO DELLO STUDENTE STRATEGICO NON HAI VOGLIA DI STUDIARE? TROVALA COSÌ ANSIA DA INTERROGAZIONE? SI PUÒ SUPERARE

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MNEMO-TECNICHE (AVANZATO) MAPPE MENTALI, CONCETTUALI STUDIARE ITALIANO

STUDIARE MATEMATICA STUDIARE STORIA

STUDIARE SCIENZE STUDIARE LATINO STUDIARE GEOGRAFIA STUDIARE FILOSOFIA STUDIARE FISICA

STUDIARE UNA LINGUA STRANIERA STUDIARE DISEGNO

STUDIARE RELIGIONE

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

1.1 Obiettivi del percorso

Chi si ferma è perduto! Oggi è sempre più indispensabile continuare ad imparare nuove competenze. E' vincente il concetto di "lifelong learning". Imparare ad imparare è l'arma segreta per avere successo a scuola e nella vita.

Aiutare i ragazzi a trovare il loro metodo di studio per imparare ad imparare e per apprendere più efficacemente. Far loro capire che prima del "fare" è meglio pensare a

"come fare". Motivare i ragazzi ad apprendere considerando che apprendimento significa: sapere, sapere fare e saper essere.

Per imparare ad imparare sono necessarie:

1 ) le abilità cognitive: comprensione, concentrazione, memoria, lettura, scrittura. Sono necessari 2 ingredienti: metodo e pratica.

2) le abilità organizzative: pianificare, programmare le sessioni di studio, la gestione del tempo, evitare di rimandare.

3) le abilità emotive: motivazione allo studio, gestione dello stress dello studio.

1.2 Benefici attesi per alunni e genitori

Imparare efficacemente. Per efficacemente intendo:

- in meno tempo: per stare in famiglia, per fare sport, per divertirsi e svagarsi;

- in modo più semplice: sapendo come si fa, con metodo, evitando errori;

- meglio: per elaborare concetti, interpretarli e rivederli;

- per ricordare più a lungo: conoscendo le tecniche di memorizzazione;

- pratico e utile nella vita, quando ci serve.

1.3 Programma V. Indice.

1.4 Metodologia

Lezione frontale con teoria e presentazioni alla LIM (Lavagna Interattiva Multimediale).

Esercitazioni di consapevolezza e utilizzo. Coaching e simulazioni e discussioni di gruppo.

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1.5 L'importanza della motivazione

Prima di fare un'attività viene spontaneo chiedersi perché farla.

Cosa è la motivazione? "Tutto ciò che spinge l'essere umano a perseguire determinati scopi". E' il perché delle azioni, il fine che spinge l'essere umano a impegnarsi per soddisfare i propri bisogni.

In ambito scolastico il bisogno principale è il bisogno di conoscere e apprendere. Tale bisogno è presente in tutti gli uomini, ma si declina per ognuno in modo diverso a seconda dell'esperienza, del contesto di vita, delle preferenze personali e delle aspirazioni.

" Che tu pensi di farcela oppure di non farcela, hai ragione "

(Henry Ford)

La motivazione è una spinta, una forza che fa iniziare un'azione, mette in campo risorse, mantiene il livello di impegno e ci orienta nei comportamenti.

La motivazione è fondamentale nel raggiungimento di obiettivi e successo. Ha effetti positivi sull'attenzione, sull'energia messa in campo e sul coinvolgimento emotivo.

Regola curiosità, desiderio di apprendere, ricerca e volontà.

Essere motivati aiuta a superare le difficoltà

E' fondamentale che i ragazzi sappiano perché viene chiesto loro di studiare e perché nella vita è importante e fondamentale apprendere.

Perdere e ritrovare la motivazione

Si può percepire la mancanza di motivazione nel momento in cui studiare diventa “una tortura” e seguire le lezioni provoca solo noia.

È vero che alcune materie e/o alcuni docenti possono essere “indigesti” per loro natura, ma è anche vero che lo studente può diventare protagonista del suo percorso anche nei momenti più ostici cercando di mettere a fuoco i traguardi che vuole ottenere (avere una bella media a fine anno, superare una gara di una certa disciplina, ottenere un regalo da parte dei genitori, guadagnare i crediti che possono portarlo ad un voto di diploma particolarmente elevato etc.).

Un altro mezzo per ritrovare la motivazione è quello di diventare parte attiva del processo di apprendimento: spesso la materia appare “poco interessante” perché sembra totalmente

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slegata dalla nostra vita quotidiana; cercare di renderla più vicina a noi è un modo per ridare ad ogni disciplina (o alla maggior parte) quella dinamicità che a prima vista non possiede.

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CAPITOLO 2

IMPARARE AD IMPARARE

2.1 Cosa significa studiare e perché lo facciamo?

" Studiare è bello oppure no? ". Capita raramente sentire un ragazzo che dice che è bello studiare, nella maggior parte dei casi lo sentiamo lamentarsi di non voler studiare e non voler fare i compiti perché è più divertente andare fuori con gli amici, giocare alla Playstation, ecc. E spesso è proprio per questo che si studia: per un dovere, ci si sente obbligati a studiare per ottenere buoni vuoti, prendere una laurea e poter trovare un buon lavoro in futuro. Ma è anche la ragione per cui molti ragazzi non studiano: quando ci sentiamo costretti a fare qualcosa, senza che alla base ci sia un reale interesse o una passione allora quel qualcosa lo facciamo controvoglia e, il più delle volte, non ci riesce bene.

E quante volte sentendoli noi “adulti” li capiamo (ammettiamolo quasi nessuno di noi gioiva al momento di fare i compiti), ma allo stesso tempo pensiamo che in fondo se potessimo tornare indietro, avremmo studiato e ci saremmo impegnati di più. Ma quando si è giovani il futuro è un concetto inesistente, si pensa al presente, all’oggi e incentivare i ragazzi a imparare qualcosa che forse gli tornerà utile fra 5 o 10 anni forse non è il metodo migliore.

E' importante fargli capire che quello che apprendono gli serve oggi, per capire il presente, per comprendere ciò che accade intorno a loro. Se si spinge i ragazzi a studiare soltanto ai fini di una futura carriera lavorativa, be’ allora non stupiamoci se poi la maggior parte dei giovani non studia:in fondo perché devo studiare se ci sono tanti esempi di persone che fanno carriera, gestiscono attività e si arricchiscono senza aver conseguito una laurea?

" Che tu pensi di farcela oppure di non farcela, hai ragione "

(Henry Ford)

A) Perché è importante studiare?

" Perché secondo voi le dittature sono contrarie alla cultura, all’informazione libera, all’istruzione, ecc.? Perché un popolo che non sa è un popolo a cui si può raccontare quello che si vuole e perciò è un popolo che si può manipolare facilmente: chi è ignorante non conosce altre vie, altre soluzioni, prende ciò che gli danno e basta". Voi volete essere così?

Studiare ti da cultura e intelligenza, ti fa apprendere e conoscere il mondo e le persone, ti rende libero, ti permette di fare delle scelte.

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Studiare e quindi acquisire conoscenza ci permette di poter dare delle opinioni, sviluppa la nostra capacità di pensare e quindi di scegliere.

Comprendendo ciò che accade intorno a noi siamo in grado di capire chi siamo e cosa vogliamo per noi stessi.

Se vogliamo analizzare lo studio anche sotto un aspetto più “pratico”, possiamo tranquillamente affermare che fare i compiti e organizzarsi nello studio aiuta i giovani ad avere più auto-disciplina e ad arrivare quindi più preparati al mondo del lavoro.

" Il genio è 1% ispirazione 99% sudore "

(Thomas Edison)

B) Studiare per sempre? In fondo non è male...

Penso che, sopratutto se sei ancora uno studente, tu sia più che convinto che imparare ad imparare è fondamentale. Tuttavia, spesso, studiare è così noioso che pensare di dover continuare a farlo per sempre ti demoralizza.

Ma... Non sarà che studiare è noioso solo perché studi male?

Imparare ad imparare ha tre grandi vantaggi, che ti aiutano proprio a rendere lo studio più piacevole, soddisfacente e redditizio:

1. Capisci più velocemente, e ti risparmi un sacco di tempo. Ti faccio un esempio: se già conosci mille parole di una lingua straniera, è più facile imparare le altre mille. Avrai infatti imparato dei pattern e ogni parola nuova ti sembrerà più familiare. Questo è molto tipico: un bravo studente, diventa sempre più bravo, perché ogni nuova conoscenza si stratifica sulle precedenti in maniera solida. A un cattivo studente capita invece l’opposto:

mano a mano che la complessità di una materia si espande, le fondamenta deboli rendono sempre più difficile andare avanti!

2. Eviti le frustrazioni e impari a non mollare troppo facilmente. Questo aspetto è particolarmente importante per quelli che hanno iniziato male il loro corso di studi.

Magari, già alle elementari gli hanno detto, infatti, “che non erano dei bravi studenti”. E in questo c’è spesso tanta responsabilità dei professori, che hanno rinforzato questa loro idea, invece di aiutarli a superarla. Per di più senza mai spiegargli cosa facevano di sbagliato. Il risultato è che una scarsa capacità di concentrarsi e imparare, cosa peraltro molto comune in un bambino di 6 anni, diventa una abitudine che queste persone si

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portano dietro per sempre. Si convincono, semplicemente, di essere dei pessimi studenti, e tali rimangono per sempre. Ma credimi, dopo aver studiato per anni la psicologia, e più in generale la mente, posso dire che, praticamente, non esistono pessimi studenti.

Esistono invece studenti che non hanno un metodo di studio e che non riescono a concentrarsi. Se reputi di essere un pessimo studente, fai allora lo sforzo, per la prima volta nella tua vita, di imparare ad imparare. All’inizio sarà dura, ma poi ti prometto che ti sorprenderai di te stesso e di come cambierà la tua performance. E non solo: questa esperienza ti insegnerà a non dare niente per assodato, e a non mollare.

3. Riesci a connettere fra di loro informazioni di ambito molto diverso, stimolando la tua creatività e trovando più “senso” in tutto ciò che impari. Più ti focalizzi sull’imparare, più cose scopri e conosci in ambiti anche molto diversi fra loro. Ed è allora che cominci a

“connettere i punti“, cioè a vedere relazioni che non immaginavi, anche fra cose molto diverse e lontane fra loro. Studiare allora diventerà eccitante, perché farai vere e proprie

“scoperte”: ogni nuova informazione darà allora un senso più completo alle informazioni che già conosci.

2.2 Perché è importante andare a scuola

All'Università pensavo "appena finisco, col cacchio che studio ancora, non apro più un libro in vita mia...". Il motivo principale per cui una persona fa un ragionamento simile, da sbarbato, è che in realtà non sta studiando per se, ma per altri, per passare il tempo, perché deve, per prendere la laurea, per i genitori. La realtà è che quando inizi a lavorare è il momento in cui inizi veramente a studiare, non puoi diventare bravo in niente se non continui a studiare, ad apprendere e a migliorare.

Andare a scuola è importante perché:

1. Impari tante cose (scrivere, leggere, fare calcoli, lavorare, organizzarsi) che ti fanno crescere e di diventare un adulto;

2. è utile per la vita pratica di tutti i giorni: se vuoi guidare, fare la spesa, organizzare una vacanza, scrivere una lettera d'amore (digitale), non farvi prendere in giro.

3. ti rafforza e allena a cavartela da solo, ad accettare e vincere le sfide che in ogni caso la vita ti presenterà.

4. impari a stare in un ambiente pubblico.

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5. Studiare non è solo una questione di nozioni, è uno strumento di libertà. Tutto ciò che impari sui banchi di scuola ti permette di poter scegliere, un domani, di diventare chi vuoi. È il modo migliore per realizzare i tuoi sogni. E già questo dovrebbe farti capire quanto è importante andare a scuola.

6. Chi studia sa quali sono i propri diritti e come fare per poterli rivendicare.

7. A scuola s’impara una cosa fondamentale, almeno quanto lo studio in sé, a relazionarsi con gli altri. Cominci a capire di vivere una società nella quale è assolutamente necessario avere rispetto gli uni degli altri e che la tua libertà finisce dove inizia quella dell'altro.

8. Studiare significa anche mettersi alla prova. Ti impegni per raggiungere un obiettivo e vieni gratificato in base a quanto ti sei applicato. Comprendi che nessun obiettivo si raggiunge senza impegno dedizione e lavoro.

9. ti consente di gioire per risultato ottenuto dopo uno sforzo.

10.ti fa relazionare e convivere con personalità diverse, rispecchiando quello che un giorno sarà il mondo del lavoro.

11.ti offre l'opportunità di avere amici

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2.3 Avere il giusto atteggiamento per superare gli ostacoli all'apprendimento e le cattive abitudini

A) Il giusto atteggiamento

L'atteggiamento è il modo di porsi o presentarsi, come riflesso di un determinato stato d'animo o come forma volontaria di comportamento.

Imparare a riuscire a scuola o nella formazione: è ciò che probabilmente tutti gli studenti in fondo desiderano. Certo sarebbe semplice, se si potesse aver successo senza sforzo e impiego di tempo e fatica. Forse ci sono dei geni che riescono ad imparare così, ma, per la maggior parte delle persone, vale ciò che è ovvio per uno che pratica uno sport: è necessario allenarsi con costanza, se si vuole salire sui gradini del podio.

Tutti sanno che si deve fare molta fatica, se si vuole modellare e migliorare con il fitness il proprio fisico. Che tutti sappiano che la stessa cosa vale anche per il “fitness della mente”

non è altrettanto scontato. Eppure, il fitness della mente è la condizione per poter avere successo a scuola e nella formazione professionale. Può essere che ci siano persone più o

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meno dotate o più o meno portate per lo studio. Del resto questo è evidente anche nelle attività sportive. Decisivo, per avere successo, è ciò che ciascuno fa con i suoi talenti.

Nell’apprendimento, gli atteggiamenti di fondo di ciascuno sono l’elemento che più conta per avere successo.

“Perché dovrei impegnarmi? Non ne ho voglia!”. Una frase del genere si sente qualche volta a scuola. La risposta la conoscono tutti: non c’è niente di più bello della sensazione di riuscire. È ciò che prova un atleta che vede ripagati la fatica e gli sforzi fatti nell’allenamento.

Nell’apprendimento succede un po’ la stessa cosa.

Tutto dipende da come vi ponete nei confronti dell’apprendimento. Di questo non sono responsabili né i docenti né i genitori, ma voi stessi. Se piano piano vi riuscirà di far vostri i cinque atteggiamenti che vengono elencati qui di seguito, anche voi sperimenterete un miglioramento continuo.

Per imparare a imparare, è necessario:

1. voler imparare volentieri qualcosa di nuovo;

2. essere pronto a sforzarmi per questo;

3. prendermi un tempo adeguato per imparare;

4. procedere con la maggiore attenzione possibile;

5. riconoscere che sono io responsabile del mio successo o del mio insuccesso.

I principali ostacoli all'apprendimento

E' bene rendersi consapevoli dei principali ostacoli che impediscono di imparare efficacemente.

Per imparare ad imparare bisogna infatti prima di tutto a superare questi ostacoli.

B) Rimandare

E' quell’evento psicologico per cui una persona quando trova un compito che non gli piace rimanda a domani con la speranza di non doverlo fare. Quando sei obbligato a fare, il

"rimandare" diventa fare tutte le cose di corsa, non amare e non apprezzare quello che state studiando e quindi di sicuro il cervello non crea le connessioni neuronali perfette.

Quando si continua a rimandare poi si ha fretta, si raggiunge l’ultimo momento e il tipo di studio che si può fare è sì magari uno studio focalizzato da cento ore sui libri, ma è uno studio totalmente superficiale.

Abbiamo visto che ci sono due modi con cui si ragiona quindi: pensiero focalizzato e pensiero diffuso. Entrambi sono utili per avere delle grosse idee: il primo perché ci permette di portare a

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casa più informazioni ma è poi il pensiero diffuso che ci permette di avere l’idea generale che permette di generare queste idee.

E poi abbiamo visto quali sono i due difetti: uno che è tipicamente insito solamente dentro il pensiero focalizzato, quindi il non riuscire ad uscire dalla propria area di competenza e non pensare “fuori dal box”, “fuori dalla scatola” ( e quindi sono nate strategie di pensiero laterale per risolvere il noto problema) e l’altro invece è la procrastinazione che devasta totalmente ogni tipo di creatività e di creazione di idee.

C) Cattive abitudini

1. Pensare che quanto si studia non serve e non interessa;

2. Pensare che l’importante è perdere meno tempo possibile con lo studio della materia;

3. Dare poca importanza al proprio benessere psicofisico;

4. Non pianificare i propri tempi di studio pensando al tanto tempo a disposizione;

5. Ritenere superflue le strategie di studio e di memoria;

6. Studiare in presenza di fonti di distrazione;

7. Pensare che tutto il materiale di studio abbia la stessa importanza;

8. Continuare a studiare anche se la mente ormai è da un’altra parte;

9. Fare una sgobbata, piuttosto che distribuire il lavoro nel tempo;

10.Ripetersi ossessivamente la materia, anche dopo aver verificato che essa è sostanzialmente conosciuta;

11.Assumere un atteggiamento passivo e abitudinario verso i compiti di apprendimento.

2.4 Come funzionano cervello e memoria?

Il nostro cervello è formato da due emisferi preposti a funzioni di pensiero diverse. L’emisfero sinistro si occupa di linguaggio, logica, ragionamento e analisi; quello destro è coinvolto invece nei processi di immaginazione, associazioni, attenzione a colori e musica.

Entrambi gli emisferi sono infatti coinvolti nel processo di apprendimento.

A) Capacità di organizzazione

Sapete quanti neuroni possiede ogni cervello umano e quante le possibili interconnessioni tra loro? Scrivete il numero 10 e fatelo seguire da 800 zeri! Gli scienziati stimano la memoria media di un essere umano in 4.000.000 di GigaByte.

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Il nostro corpo è biologicamente predisposto ad imparare qualunque cosa attraverso particolari cellule chiamate neuroni. Grazie a loro ogni evento che ci vede protagonista diventa un’Informazione che a seconda della sua importanza viene trasportata dai neuroni attraverso il sistema nervoso fino al cervello dove poi viene elaborata, trasformata in un comportamento (o reazione) e inserita nella memoria, dove resterà finché verrà considerato importante.

Il problema dell’apprendimento non ha niente a che vedere con la scarsità di materia prima a disposizione! Ricordate: evitate di pensare che sia troppa roba per il vs. cervello, niente di più sbagliato. Ciò che è limitata, invece, è la capacità di concentrazione.

Cosa è la concentrazione? La concentrazione è l'attenzione protratta per un periodo utile ad apprendere ed a memorizzare ciò che viene a contatto con i tuoi organi sensoriali.

Perché non riesco a concentrarmi?

Ecco i principali motivi di difficoltà di concentrazione:

1. Presenza di stimoli distraenti.

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2. Abitudine a non concentrarsi.

3. Incapacità di tollerare le frustrazioni.

4. Mancanza di interesse.

5. Tendenza a rinviare le cose all’indomani.

6. Scarsa chiarezza riguardante obiettivi e programmi.

7. Idee poco chiare.

8. Fatica, stress, cattivo stato di salute.

9. Emozioni irrisolte.

10.Atteggiamento negativo verso l’argomento.

In base a numerosi studi si è stabilito che la massima concentrazione si raggiunge tra i 20 e i 40 minuti dall’inizio dello studio. Questo significa che non è utile studiare per meno di 20 minuti, ed è dannoso interrompersi in questa prima fase, ma è anche inutile continuare a studiare dopo 40 minuti senza fare intervalli. Il cervello ha bisogno di distrarsi per una decina di minuti.

B) La memoria

È necessario sapere che la nostra capacità di assimilare informazioni sfrutta due differenti aree del cervello: una è quella della memoria a breve termine, l’altra quella della memoria a lungo termine. A noi occorre attivare la seconda per avere buoni risultati scolastici, e questo è possibile solo ad alcune condizioni.

I meccanismi che regolano il lavoro da parte dei neuroni sono 2:

Emozione: maggiore è l’impatto emotivo che un evento o Informazione ha su di noi, più forte sarà il lavoro svolto dai neuroni, la reazione che si scatenerà ed il ricordo che nascerà

Ripetizione: se un evento o informazione viene ripetuta molte volte nel tempo, anche se non sembrerà importante al cervello, verrà comunque conservata nella memoria a lungo termine.

Se permetti alle nozioni di entrare nella memoria a lungo termine, allarghi il “reticolo” di conoscenze a cui potrai agganciare altre informazioni, rendendo il processo di apprendimento sempre più facile!

La memoria è simile ad un muscolo, può essere allenata. Le mnemotecniche sono strumenti per allenarsi e ottenere benefici straordinari.

" Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria "

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(Johann Wolfgang Goethe)

Noi ricordiamo:

• 10% di ciò che leggiamo;

• 20% di ciò che sentiamo;

• 30% di ciò che vediamo;

• 50% di ciò che sentiamo e vediamo;

• 70% di ciò di cui parliamo con gli altri;

• 80% di ciò che sperimentiamo personalmente;

• 95% di ciò che insegniamo agli altri.

C) ragionamento focalizzato e ragionamento diffuso

Il cervello ragiona in due modi: il modo focalizzato e il modo diffuso.

Il modo focalizzato: è quando siete totalmente dedicati ad un argomento e continuate ad approfondirlo sempre e non uscite mai da quello che state studiando.

Il modo diffuso: è il modo in cui il cervello “unisce i puntini” quindi ha una visione molto più ampia ed è tipicamente quello che porta alle nuove idee.

Ovviamente queste due modalità devono essere utilizzate insieme, ma non sempre si è allenati a farlo e di sicuro è molto raro che qualcuno vi abbia insegnato a farlo.

D) La tecnica del pomodoro

Il Pomodoro Method è il metodo creato da un italiano ma famoso nel mondo, quando era studente di ingegneria.

Consiglia di prendere un conta minuti, puntare 25 minuti e lavorare a un compito totale sempre senza staccare, senza guardare le e-mail, senza rispondere al telefono, senza farsi distrarre, soltanto per un compito, soltanto 25 minuti. Sembrano pochi, ma vi assicuro che le prime volte sarà ben difficile riuscire in una giornata a essere concentrati per 25 minuti sulla stessa cosa.

Finiti i 25 minuti vi prendete 5 minuti di pausa che vi servono appunto per staccare ed andare da una modalità super-concentrata ad una modalità diffusa e quindi creare le idee.

2.5 Perché è importante avere memoria? Quali sono i vantaggi?

Avere una buona memoria ti permette di:

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• imparare più facilmente e in meno tempo, sia nello studio che nel lavoro;

• collegare concetti e creare tu nuove idee e associazioni;

• gestire più facilmente i tuoi pensieri;

• tenere giovane il cervello e invecchiare meglio;

• essere considerato più acculturato e intelligente;

• rendere più forte la tua personalità perché ti dà fiducia nelle tue possibilità;

• migliorare il modo di analizzare situazioni e problemi;

• prendere più facilmente decisioni.

CAPITOLO 3

IL METODO DI STUDIO

3.1 Cosa è il metodo di studio? Elementi base per trovare il proprio?

Fare le cose a caso non porta mai risultati accettabili. Prima di fare qualcosa è opportuno porsi la domanda "qual è il modo migliore per farla?".

Un "metodo" s'intende una sequenza, un procedimento che garantisce, sul piano teorico e pratico, un risultato soddisfacente riguardo ad un comportamento o un lavoro.

Lo studio è un'attività complessa e perciò ha bisogno di strategia, pianificazione, organizzazione, correzione in corso d'opera.

Strategia: definire quali azioni devono essere portate a termine per ottenere il miglior risultato di apprendimento.

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Pianificazione: quando e come fare che cosa

Organizzazione: preparare, predisporre, allestire, impostare, coordinare Correzione: verifica risultati e aggiustamento, modifica

In molte scuole infatti viene insegnato un metodo di studio di memorizzazione meccanica in cui si ripete a pappagallo l’argomento fino a che non lo si impara e viene privilegiato l’apprendimento di tipo nozionistico. Questo metodo di studio non solo è lento e noioso ma è anche inefficace! Il vero apprendimento invece è qualcosa che suscita interesse e curiosità, che stimola la passione e che ti spinge a divorare libri e riviste per saperne sempre di più.

" Il metodo di studio efficace è quello che ti porta al miglior risultato.

Il metodo efficiente è quello che ti porta il risultato desiderato nel minor tempo. "

Come trovare il metodo di studio dovrai, innanzitutto, studiare. L’unico modo per comprendere veramente quali sono le proprie abilità e quali i propri limiti è infatti quello di testarli in maniera pratica, con l’esercizio. Ci sono degli elementi base che dovrai prendere in considerazione per cominciare a strutturare il tuo personalissimo metodo di studio.

Ti occorrerà quindi rispondere, in maniera assolutamente sincera, alle seguenti domande:

1. Quanto ti distrai? Prendere coscienza della propria propensione alla distrazione è assolutamente necessario. Se sei uno studente che con molta facilità tende a perdersi nei propri pensieri durante la fase di studio, dovrai prendere delle contromisure adeguate.

Ad esempio: Scegliere adeguatamente il luogo in cui ti metterai a studiare, magari in un posto tranquillo senza persone che parlano; allontanare da te tutte le possibili distrazioni: cellulare, televisione, computer e quant’altro.

Queste piccole accortezze entreranno già a far parte del tuo metodo di studio.

2. Quanto dura la tua concentrazione? Ci sono studenti che riescono a stare seduti per ore di fronte ai libri sempre con la stessa intensità e lo stesso grado di attenzione; altri invece, che già dopo una mezz’ora sentono la testa andargli in fumo e continuano a studiare con sempre maggior difficoltà e lentezza. È sicuramente una questione di allenamento, ma dipende anche dalle proprie caratteristiche.Tu a quale categoria appartieni? Per scoprirlo ti basterà

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cronometrarti durante lo studio e controllare per quanto tempo riesci a rimanere concentrato prima di cominciare a rallentare.

3. Quali sono le materie che consideri più difficili? Oltre a quelli che riguardano la concentrazione, è importante rendersi conto anche di quali sono i propri limiti legati alla materia studiata. Ognuno di noi è più portato per una materia piuttosto che un’altra e anche questo fattore può incidere sulla scelta del metodo di studio. È quindi consigliabile che tu faccia un elenco, anche scritto, delle materie che devi studiare, dalla più alla meno difficile.

Questi sono alcuni dei più efficaci metodi di studio:

1. Schemi. Questo metodo di studio è adatto a chi ha una memoria schematica, che da una semplice parola chiave riesce a ricollegare il concetto più ampio esposto nella pagina del libro.

Preparare schemi e mappe concettuali risulterà quindi utile in questo caso sia in fase di apprendimento, per imprimere bene i concetti nella mente, sia in fase di ripasso, perché ti permetterà con un semplice sguardo allo schema costruito di ricordare l’intera lezione.

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2. Riassunti. I riassunti sono utilissimi per coloro che, per ricordare i concetti, hanno bisogno di scriverli e di rielaborarli con le proprie parole. Per riuscire ad ottenere il meglio da questo metodo di studio, è decisamente importante prendere gli appunti in classe e poi, una volta tornato a casa, ricopiarli in bella integrandoli con le nozioni del libro più importanti.

3. Leggere e ripetere. Questo è il metodo di studio classico, quello che ci viene insegnato fin dalle scuole elementari. È utile per coloro che ancora non riescono a rielaborare i concetti in maniera personale e hanno bisogno di affidarsi al libro. È indispensabile cercare di comprendere a fondo ciò che il libro dice, senza incamerarlo in maniera meccanica e quasi anonima: così facendo, infatti, di ciò che hai studiato non ti rimarrà nulla. Perciò leggi attentamente quanto scritto sul libro, cerca di farti un breve riassunto mentale, poi chiudi il libro e ripeti... e occhio a non sbirciare!

4. Registrazioni vocali. Questo metodo di studio è probabilmente quello più adatto agli studenti universitari, che hanno la possibilità di registrare la lezione del docente. Se però anche il tuo professore ti permette di utilizzare un registratore vocale puoi provare con questa tecnica, adatta in particolar modo a chi ha una spiccata memoria uditiva. Una volta tornato a casa ascolta nuovamente la lezione del professore prendendo qualche appunto schematico. Poi toccherà a te: dovrai ripetere quanto appreso, registrando la tua voce, e ascoltarti di nuovo. Nel mentre dovrai controllare sul libro se le cose che hai detto sono giuste o no e approfondire quei passaggi in cui ti sei sentito meno sicuro.

3.2 Suggerimenti e consigli utili per organizzarsi meglio

Quando l’apprendimento risulta difficoltoso e non dà risultati positivi, varie possono essere le ragioni, ma nella maggior parte dei casi ciò è dovuto alla mancanza di un “corretto metodo di lavoro e di studio”.

A) Alcuni utili consigli:

1. Programmare le lezioni della settimana assicurandosi che non ci sia sovraccarico di lavoro in certi giorni, mentre in altri si rimanga inattivi.

2. Imparare a calcolare approssimativamente il tempo necessario ad eseguire determinati

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lavori, diversi per genere o difficoltà, ad es. un riassunto, un esercizio, una cartina geografica, un disegno, uno schema, una sintesi di uno o più paragrafi, etc.

3. Tenere il diario opportunamente aggiornato, con annotazioni chiare ed inequivocabili, specificando non solo gli esercizi e la pagina, ma anche la materia e il testo. Ricordarsi poi di consultare il diario stesso!

4. Programmare il pomeriggio in modo da dedicare il giusto spazio e tempo alle lezioni e/o ad altre attività (gioco, sport, televisione, imprevisti vari).

5. Accordarsi per tempo con i genitori per un eventuale bisogno della loro disponibilità (ad ascoltare). Il momento più adatto per gli accordi è durante o alla fine del pranzo, in ogni caso non quando i genitori sono stanchi o impegnati.

6. Stabilire i momenti più opportuni per seguire i compiti scritti ed orali e per ripassare, in base anche alle esigenze personali e familiari; è bene tuttavia non prendere l’abitudine di attendere la sera prima di cominciare.

7. Creare un ambiente di studio tranquillo lontano da possibili distrazioni; ma cercare anche di abituarsi a lavorare nonostante la presenza di altre persone, magari isolandosi mentalmente (raramente nel mondo del lavoro si potrà lavorare individualmente e appartati in un luogo tranquillo).

8. Preparare sul tavolo tutto il materiale occorrente, ad es. vocabolario, atlante e strumenti vari.

9. Fare le lezioni con calma, senza fretta, ma anche senza fiacca” e senza continue interruzioni. Se si rilegge più volte senza capire niente, perché la mente è impegnata altrove, inutile intestardirsi, meglio uscire e fare una corsa, in ogni caso interrompere e riprendere più tardi o cambiare attività.

10. Prima di iniziare lo studio di un nuovo argomento è necessario ripassare, almeno a grandi linee, gli ultimi paragrafi o argomenti per potersi collegare a ciò che si sta per analizzare. Molte volte non si capisce ciò che si legge perché mancano le informazioni di base, cioè non si è studiato bene in precedenza; bisogna quindi farlo! Es.: non si può pretendere di studiare e capire come funziona una macchina, se prima non si conoscono le varie parti a cosa servono.

Se non si è compreso pienamente quanto studiato, in questo caso bisogna chiedere spiegazioni all’insegnante.

" Evita di cercare delle scuse, datti delle spiegazioni! "

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Senza impegno non si ottiene nulla, non solo nello studio, nella vita in generale. Se le cose non vanno bene, POSSONO SEMPRE ANDARE MEGLIO. Evita di pensare che " non sei capace ", non arrenderti subito! Quasi sempre il motivo è una cattiva organizzazione o una scarsa conoscenza delle tecniche giuste.

B) Pianificare

Cosa significa pianificare? Significa:

1. stabilire le priorità (di tempo e importanza): scegliere ed identificare obiettivi chiari, concreti e raggiungibili; stabilire una gerarchia che permette di ottenere il risultato prefissato; stabilire sotto-obiettivi; verificare i risultati.

2. pianificare tempi, materiale e procedure: definire un piano giornaliero / settimanale / mensile; fare un programma di studio realistico, non troppo rigido, modificabile (imprevisti), prevedere quotidianamente momenti di studio e di svago; prevedere brevi pause (10 min. ogni 40 circa); programma a scalare. Fai attenzione all'ottimismo cognitivo, cioè la tendenza a sottostimare il tempo necessario per svolgere un compito, aggiungere sempre il 30%.

3.3 Le tecniche da usare in classe e quelle per casa A) Cosa conviene fare in classe

In classe si compie il 50% dello studio finale, perciò è essenziale trarre dalle ore di lezione quanto più possibile.

Se ascolterai attentamente i miei consigli ti rimarrà poco lavoro da fare a casa, quindi studierai in fretta e potrai trascorrere il resto del pomeriggio a divertirti e riposarti.

So che magari ti annoi, ma già che tanto a scuola devi starci, meglio imparare tutto quello che puoi, così da risparmiarti del lavoro da fare a casa.

1) Stai attento durante le lezioni Questa è la prima fondamentale regola per studiare bene e senza troppa fatica! Durante le lezioni gli insegnanti ti spiegano già in tutto e per tutto ciò che dovrai studiare per la verifica o l’interrogazione, difficilmente ti lasciano delle parti da

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approfondire da solo senza poi tornarci su (cosa invece molto frequente all’università).

Anzi, spesso magari addirittura l’insegnante ti rivela quali parti non è necessario studiare per la verifica e pensa se in quel momento non stai ascoltando: ti ritrovi poi a studiare qualcosa che avresti potuto evitare.

2) Prendi appunti. Stare attento però non basta, perché puoi ascoltare quanto vuoi le parole del professore, ma di certo non ti ricorderai mai tutto a memoria! Dunque devi prendere appunti.

Scrivere è un’attività che aiuta molto la memoria perché è lenta e ti costringe a stare attento a ciò che senti, per questo ti consente di cominciare a immagazzinare le informazioni cruciali da studiare.

3) Fai domande. I professori sono a scuola apposta per insegnare, perciò se non hai capito bene una parte della lezione non avere paura di chiedere di rispiegartela! Non rimanere mai con il dubbio, altrimenti durante lo studio incontrerai degli ostacoli fastidiosi. Senza contare che a volte porre delle domande può farti fare bella figura! Se all’università fai una domanda durante la lezione, il docente non si potrà mai ricordare di te, sarai solo una vocetta in mezzo a tantissime facce sconosciute. Nella classe del liceo invece il tuo professore sa bene chi sei, perciò se partecipi alla lezione ponendo delle domande, l’insegnante si ricorderà certo del tuo interessamento e magari sarà ben disposto nei tuoi confronti

4) Stai attento durante le interrogazioni. Io lo so che non hai voglia di stare ad ascoltare le interrogazioni dei compagni perché magari vuoi studiare altre materie o semplicemente preferisci sfruttare il momento per rilassarti un attimo. Però io ti consiglio di fare uno sforzo.

Ascoltare le interrogazioni dei tuoi compagni è molto importante perché:

• ti dà modo di segnarti le domande fatte dal professore, che grossomodo sono sempre le stesse, così potrai usarle durante il ripasso per renderti conto se hai studiato bene;

• ascoltare le risposte dei tuoi compagni, se sono corrette, è un modo per ripassare se hai già studiato, o per cominciare a farlo se non ti sei ancora messo al lavoro;

Se durante le lezioni ti sei perso dei pezzi per strada o non hai capito bene qualcosa, ascoltare le interrogazioni ti permette ti colmare delle lacune.

B) cosa conviene fare a casa

Che tu decida di studiare a casa tua, da amici o in biblioteca, mi raccomando, fai che sia il luogo adatto per rimanere concentrato, senza niente e nessuno che ti distragga.

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Se a scuola sei stato attento e partecipe, vedrai che finirai di studiare in un baleno!

1) Non procrastinare e studia giorno per giorno. So che una volta tornato a casa dopo un’intera mattinata di scuola, se non anche parte del pomeriggio, diventa difficile trovare la voglia di mettersi sui libri e studiare ancora. D’altra parte ti meriti certo un po’ di riposo e svago e nessuno ti nega qualche oretta per far riposare il cervello e riprendere energie.

Però non cadere nell’errore di non studiare ogni giorno, volta per volta. So che sembra una leggenda metropolitana che si sente sempre sussurrare nei corridoi delle scuole, un antico mito raccontato dai professori, ma è la verità e si può fare! Anzi, è il metodo giusto per non accumulare tanti contenuti da studiare a tal punto da non vederne più la fine.

Ogni giorno quando ritorni da scuola rilassati il giusto e poi mettiti a studiare e fare i compiti.

2) Spegni la TV, disabilita le notifiche del cellulare, trova un posto tranquillo e siediti alla scrivania con libri e quaderni. Trova la motivazione per metterti all’opera!

3) Comincia con poco: 7 minuti. Se non riesci proprio a trovare la voglia prova a cominciare a studiare per soli 7 precisi minuti: è improbabile che in questo lasso di tempo tu riesca a concludere un argomento, dunque vedrai che il fatto di lasciarlo incompleto ti spingerà a voler studiare ancora e dopo magari sarai spronato a continuare. Non me lo sono inventato, questo trucchetto fa parte dell’Effetto Zeigarnik che spinge a voler concludere qualcosa di incominciato.

4) Fai prima le cose più facili. Normalmente ti dicono di cominciare dalle cose più difficili, per affrontarle a mente fresca, ma io vado contro corrente e ti suggerisco di cominciare da qualcosa di semplice. Un centometrista prima di correre si riscalda, non parte subito a razzo. Allo stesso modo tu puoi riscaldarti partendo dal ripasso delle cose già studiate. La consapevolezza di ricordarti le cose viste nei giorni passati ti darà la giusta carica di motivazione per cominciare a studiare gli argomenti nuovi.

5) Rivedi gli appunti della giornata. Una volta tornato a casa rivedi gli appunti presi durante la mattinata di scuola. Potrai riscriverli in bella copia se lo riterrai necessario, magari integrando informazioni importanti prese dal libro. Se riuscirai a mantenere questo ritmo ogni giorno, prendendo appunti a lezione e rivedendoli a casa il giorno stesso, il tuo studio sarà enormemente velocizzato perché avrai quasi inconsciamente consolidato le informazioni importanti che dunque, durante lo studio finale, non ti risulteranno come completamente nuove

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e sconosciute e studiare sarà più facile e veloce.

6) Usa i cicli di studio. Ti ho già raccontato più volte che l’attenzione di una persona comincia fisiologicamente a calare dopo 40 minuti. Dunque il trucco per non perdere la concentrazione è proprio studiare per cicli di 40 minuti ciascuno, intervallati da 10 minuti di pausa in cui fare quello che vuoi per staccare il cervello, più 5 minuti da dedicare al ripasso di quello che stavi studiando prima.

7) Studia per spiegare e non per imparare. Ricorda che non devi imparare a memoria la lezioncina. Entra nell’ottica di studiare un argomento per diventare capace di spiegarlo al meglio a qualcun altro. Infatti puoi essere certo di aver davvero capito un concetto nel momento in cui sei in grado di rispiegarlo con parole tue e semplificarlo.

8) Simula le interrogazioni. Esercitati a parlare a voce alta in modo tale da riuscire a sostenere un’esposizione sciolta. Prova a rispondere alle domande che ti sarai segnato durante le interrogazioni dei tuoi compagni e mentre lo fai stai attento a:

• Usare una terminologia appropriata e corretta;

• Non prendere la risposta alla domanda troppo alla larga, ma andare dritto al punto;

• Non andare fuori tema;

• Se serve, essere in grado di fare esempi.

Ormai sai le cose essenziali per vivere al meglio i tuoi giorni da liceale. Applica questi consigli e non avrai più alcun ostacolo.

Ricorda che il Metodo di studio può migliorare e divenire più efficace solo con la pratica e man mano che lo utilizzerai ti renderai anche conto di ciò che va bene e di quello che eventualmente è da modificare, perché con il tempo si cambia anche maniera di studiare.

3.4 Prendere gli appunti Gli appunti sono:

• un aiuto alla concentrazione: mentre prendi appunti non ti distrai;

• un’importante fase del tuo studio: prendendo appunti stai già studiando.

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Non pensare mai di imparare a memoria: sarebbe da... e perderesti molto tempo inutilmente!!!

Suggerimenti utili:

1. Non serve prendere appunti se non si capisce. Molto spesso quando siamo di fronte a qualcosa o qualcuno di nuovo non riusciamo subito a capire come il professore o lo scrittore del libro intendono esporre i concetti chiave del ragionamento o della lettura che stiamo facendo. Quindi la cosa fondamentale è quella di cercare di capire il filo del discorso.

2. Se si cerca di prendere appunti senza capire il filo del discorso si perde tempo e si fatica il doppio.

3. Se non abbiamo capito il succo della questione i nostri appunti saranno confusi come le nostre idee quando li abbiamo presi; di conseguenza quando li andremo a rileggere continueremo a non capirci nulla.

4. Annotare tutto quello che viene detto non ci servirà a nulla: perché non ci consente di seguire il ragionamento e ci farà perdere una buona occasione per partecipare.

5. Senza carta e penna non si fa niente, è come andare a giocare a calcio senza il pallone!!

Ricorda che saper prendere buoni appunti significa essere in grado di svolgere più operazioni contemporaneamente: guardare, ascoltare, annotare .... tutto insieme.

Quindi capisci subito che non è un’operazione facile e che, se non è ben organizzata, rischia di essere un buco nell’acqua!!

Cosa appuntare?

1. le parole chiave 2. i fatti sintetici

3. gli schizzi fatti alla lavagna

4. la progressione numerata delle idee 5. le formule che vengono usate

6. i passaggi logici che vengono sottolineati

Come appuntare?

E’ utile imparare ad usare un “codice personale”, essenziale e fatto di segni convenzionali;

cioè un tuo codice segreto

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La regola del 3:

1. Elimina le parole superflue;

2. adotta una tecnica di scrittura;

3. fai uso di abbreviazioni e di segni convenzionali;

Come utilizzare gli appunti?

I 6 PASSI

Nella fase dello studio personale, quando sei da solo a casa ad esempio, gli appunti vanno rielaborati:

1. Completa: sviluppa le abbreviazioni e i simboli

2. Evidenzia: la parte centrale dell’argomento e le sue fasi di sviluppo (numerando i vari passaggi) compila la colonna di sinistra;

3. Rielabora: gli appunti vanno rielaborati. Possono essere rivisti, arricchiti, integrati con altre informazioni (per esempio, le notizie dal libro di testo, dal web, dal confronto con gli appunti dei compagni, dalle nuove informazioni rilevate durante le interrogazioni,....) 4. Rifletti: utilizza gli appunti come punto di partenza per le tue riflessioni sull’argomento e

sui suoi collegamenti con altri argomenti compila lo spazio a fondo pagina

5. Schematizza: dopo aver rielaborato gli appunti ed aver riflettuto su di essi, sei pronto per riassumere i contenuti e i concetti predisponendo degli schemi, quali: tabelle, dia- grammi di flusso, schemi a blocchi, mappe,... Schematizzare è molto utile per il ripasso e per focalizzare le idee quando vuoi passare ad un altro argomento

6. Raccogli gli appunti in un quaderno ad anelli: è il modo più pratico per togliere e aggiungere fogli, spostare, metter in ordine, raggruppare per materie o argomenti,...

Ovviamente, oltre agli appunti tuoi nel quaderno puoi raccogliere anche altri appunti che trovi interessanti, fotocopie, ritagli di giornale, etc.

3.5 Quali sono le tecniche principali?

Il solo fatto di leggere e studiare non significa che poi i contenuti ce li ricordiamo. Ci sono situazioni in cui poi non ci ricordiamo quasi nulla, mentre altre che invece sì. In quelle ho studiato diversamente.

Ci sono 2 casi i cui siamo avvantaggiati, se abbiamo passione per l'argomento o uno specifico

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interesse.

L'importante non è solo ricordare, ma capire su più livelli e attivare la conoscenza per essere in grado di rielaborarla perché diventi utile ed efficace per me.

" Se studi per ricordare dimenticherai, se studi per comprendere ricorderai. "

Le tecniche di memoria funzionano perché sfruttano ed ottimizzano i meccanismi naturali dell’apprendimento.

Sono tecniche per memorizzare con maggiore facilità. Tra quelle più semplici ci sono quelle di tipo uditivo e visivo.

Tecniche di tipo uditivo: stratagemmi utili " 30 giorni a novembre con april giugno e settembre...." "su qui e qua l'accento non va".

Tecniche di tipo visivo: usi grafici, sottolineature, keyword, mappe mentali, mappe concettuali, evidenziatori.

Ci sono diverse tecniche:

1. scrivere e annotare il concetto importante, sul libro, sul quaderno; finito di leggere il paragrafo/capitolo mi riassumo i concetti principali(nel libro o all'inizio);

2. creare immagini: per natura il cervello lavora per immagini, puoi immaginare qualsiasi cosa desideri; uno dei fondamenti delle mnemotecniche è creare immagini mentali, più sono emozionanti meglio è;

3. ripetere la sera prima di andare a letto; non studiare o leggere la notte prima;

4. ripetere ad alta voce e spiegare a se stessi come il prof.;

5. registrare la voce mentre parli e poi riascoltare;

6. creare associazioni tra diversi pezzi di informazioni: quando il cervello riceve una info cerca nella MLT qualcosa di simile o uguale per comprendere meglio il nuovo input.

7. organizzare il materiale: il cervello già lo fa, se tu ti organizzi bene lui memorizza meglio;

organizzazione come gestione delle informazioni

8. la catena mnemonica - la conversione fonetica - lo schedario mentale - tecnica delle stanze e dei loci ciceroniani - il palazzo della memoria

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3.6 Come imparare più velocemente

Sapere imparare più velocemente è una grande dote, e non c'è una formula segreta valida per tutti, ognuno deve trovare il suo metodo per farlo. Ci sono modi diversi per imparare a seconda degli stili di apprendimento e sono fondamentali alcuni requisiti (dormire, fare attività fisica, voglia di imparare).

Una delle teorie principalmente utilizzate è la DSSS di Tim Ferris:

1) destrutturare: dividere l'attività da imparare in tanti piccoli pezzetti che puoi vedere e imparare separatamente e poi misurare; alla fine si unisce il tutto; chiedersi chi è che ha avuto successo (risultati sostenibili e replicabile) in quella attività, ma non è un talento naturale;

2) selezionare le informazioni: in un libro c'è sempre un 20% che fa l'80% del risultato; in una lingua le prime 1000 parole sono utili nell'80% dei casi; se sei un'atleta l'80% dei tuoi punti lo ottieni con il 20% del tuo repertorio tecnico; concentrarsi sul 20%;

3) sequenziamento: mettere nell'ordine giusto le micro attività; considerare tuitti i pre-requisiti;

4) incentivi: avere un incentivo dopo che hai studiato, ti dà la continuità; quando un giornalista ha chiesto a Phelps campione mondiale e olimpico di nuoto "quante volte non ti sei allenato negli ultimi 5 anni?" e lui risponde "non ho mai perso un giorno di allenamento!". La continuità, ogni volta che ne perdi uno ne devi recuperare 2.

L a Feyman Technique è la migliore, che io uso, spiegare a voce alta in modo semplice un concetto che hai appena imparato. E' necessario farlo con le proprie parole, come se foste voi i prof., articolando i pensieri in modo semplice e breve (elevator pitch).

L'uso delle metafore aiuta.

Perché: sapere il perché aiuta a processare le idee.

Scadenza: ti aiuta ad essere motivato, sotto pressione si impara più efficacemente.

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CAPITOLO 4

PROGETTA IL TUO METODO DI STUDIO

4.1 Sai riconoscere il tuo stile di apprendimento?

Tutti ci accorgiamo di aver bisogno di condizioni particolari per riuscire a studiare con efficacia.

Ad esempio, c'è chi lavora meglio al mattino, chi alla sera, chi all'aperto, chi nel silenzio assoluto di una stanza, chi con la musica di sottofondo, ecc. Inoltre, confrontandoci con altri, ci accorgiamo che ognuno ha strategie di studio diverse. In effetti ogni persona ha un proprio stile di apprendimento, unico e personale, legato ad alcune caratteristiche individuali. È utile conoscersi meglio e scoprire il nostro stile di apprendimento, considerando il modo di lavorare che ci è “spontaneo”.

Questo non significa che non si possano usare più stili a seconda delle necessità, anzi il modo più efficiente di imparare consiste proprio nel saper usare, oltre al proprio stile preferito, anche modi diversi secondo le circostanze.

Memoria visiva. Chi ha una memoria visiva si ricorda meglio ciò che si vede; ama i particolari;

per apprendere qualcosa preferisce sempre avere a disposizione materiale appunti, schemi di riferimento; privilegia la lettura e ricorda bene le spiegazioni descrittive; capisce meglio un

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concetto con un esempio e potendolo immaginare nella mente.

Memoria uditiva. Chi ha memoria uditiva ricorda bene ciò che ascolta, ripete mentalmente quello che ha udito; ama il lavoro svolto insieme ad altri, capisce meglio un problema discutendo; preferisce che qualcuno gli spieghi le cose piuttosto che leggere per proprio conto punto

Memoria operativa. Chi ha invece una memoria operativa si ricorda bene di ciò che ha fatto, meglio ancora se c'è stato un coinvolgimento psicologico o fisico; ricorda meglio le situazioni nel loro insieme, comprese le emozioni provate, i gesti compiuti; non si ricorda tanto i dettagli e particolari per risolvere un problema, preferisce passare all'azione diretta, all'esperienza pratica più che alla teoria; per capire, predilige gli esempi concreti, esperimenti, i richiami a esperienze precedenti.

I nostri sensi

Una prima conoscenza di noi stessi riguarda i canali sensoriali che privilegiamo per acquisire e memorizzare informazioni:

• se quello che ricordiamo è soprattutto legato ad immagini, colori, forme, o al ricordo di come è distribuito il testo scritto su una pagina, possiamo dire che abbiamo uno stile visivo;

• se invece ricordiamo parole, voci, suoni, abbiamo piuttosto uno stile uditivo;

• se quello che si imprime maggiormente nella memoria è una sensazione di tipo tattile o di movimento, abbiamo prevalentemente uno stile cinestesico.

Naturalmente ciò che tendiamo a fare è “miscelare” questi tre canali e realizzare così una ricetta tutta nostra per relazionarci col mondo che ci circonda.

" Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo "

(Confucio)

Apprendimento analitico e globale

Un altro aspetto che determina lo stile di apprendimento riguarda il nostro personale modo di affrontare un problema, tanto di carattere generale, quanto legato all’apprendimento.

Schematizzando, possiamo raggruppare le persone prevalentemente intorno a due modelli:

• stile analitico: scomponiamo il problema e ne consideriamo una parte per volta, in modo

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logico, lineare, sistematico e riflessivo;

• stile globale: valutiamo le cose nel loro complesso, sintetizzando spesso, decidendo man mano come procedere, in modo intuitivo e impulsivo.

Attenzione. È importante sottolineare che non esistono stili migliori o peggiori. Esistono percorsi che per noi sono più semplici ed efficaci, ed è utile conoscerli. Inoltre è sempre possibile migliorare e integrare i propri metodi. Come? Osservando cosa facciamo e come; riflettendo con l’aiuto di qualche “esperto”.

4.2 Consigli pratici per progettare il tuo metodo di studio e migliorare l'apprendimento I suggerimenti sotto riportati sono frutto della ricerca e sono mediamente quelli che funzionano per la maggior parte delle persone, non sono universali. E' assolutamente normale riconoscersi in alcuni e meno in altri. Ciò non toglie che nella media questi siano i più funzionanti.

Dove studiare?

SI':

• senza le cuffie dello stereo e in un ambiente confortevole

• al mattino presto dopo la colazione

• a scuola durante i momenti liberi

NO:

• in vasca da bagno;

• davanti alla televisione accesa;

• in salotto tra le chiacchiere dei familiari;

• disteso a letto con le cuffie dello stereo;

• in classe durante le interrogazioni degli altri;

• durante le ore delle altre materie;

Per studiare efficacemente hai bisogno di concentrarti: evita quindi di studiare in luoghi rumorosi e dove puoi distrarti facilmente.

Quando studiare?

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Studiare è importante per te. Allo studio dovrai dedicare la parte migliore del tuo tempo, cioè quella in cui il cervello funziona al meglio delle sue possibilità. Soprattutto vorrai farlo nel migliore dei modi e senza sprecare tempo.

Dormo abbastanza la notte?

Ho mangiato a sufficienza ai pasti?

Posso concentrarmi senza essere disturbato?

Se hai risposto 3 volte SI’, allora sei nelle tue migliori condizioni!!

Considerando che la mattina la passi a scuola, è chiaro che i momenti per lo studio personale sono il pomeriggio e la sera.

Spesso ci si chiede in quale delle due parti della giornata sia abbia la condizione psicofisica più propizia per lo studio. Innanzitutto, bisogna tener presente le abitudini e le preferenze personali. Al mattino presto, alcuni si sentono lucidi, altri si sentono intontiti. Alcuni preferiscono studiare nel silenzio della notte, altri si sentono incapaci di resistere al sonno.

In realtà, ci sono vantaggi e svantaggi sia nello studio serale che nello studio mattutino.

Studio serale

• vantaggi: Silenzio della notte che non interferisce con ciò che si è appreso; Si fissano i ricordi, perché di notte, durante il sonno, il cervello produce una quantità maggiore di acido ribonucleico (RNA), uno dei fattori responsabili della ritenuta dei dati in memoria.

• svantaggi: Stanchezza e fatica della giornata

Studio mattutino

• vantaggi: Mente fresca e lucida

• svantaggi: Interferenze della giornata che seguirà, che interferiranno con le informazioni apprese il mattino

Possiamo risolvere la diatriba, stabilendo una distinzione tra studio e ripasso.

Lo studio richiede molta concentrazione e lucidità mentale, il ripasso, invece, può essere svolto con un livello minore di concentrazione, perché non si devono apprendere nuove informazioni, ma solo richiamare alla mente ciò che si è già appreso. In generale, quindi, si potrebbe affermare che il mattino è migliore per studiare e che la sera è migliore per ripassare.

E’ saggio, in ogni caso, evitare gli eccessi: levatacce mattutine e nottatacce passate sui libri.

E’ infatti molto importante riposare bene, per poter essere pienamente efficienti

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nell’apprendimento. Durante il sonno, come abbiamo visto, avviene infatti la ricostruzione dell’RNA nelle cellule nervose, molecola responsabile dell’efficienza della memoria. Se non si dorme bene, tale funzione non si esplica al meglio e la memoria sarà deteriorata. Inoltre, il disturbo prolungato del sonno può provocare alterazioni psicologiche. Quando il sonno è interrotto o disturbato si avverte una riduzione della propria efficienza mentale e una sensazione psicologica di malessere, descritta come intontimento o confusione, che potrebbe essere responsabile di un eventuale calo del rendimento. Si tenga comunque conto, in linea generale, che il periodo ottimale di studio deve sempre tenersi lontano da due momenti estremi:

la sonnolenza, da un lato, la troppa attivazione, dall’altro. La sonnolenza, infatti, intorpidisce l’efficienza mentale. La troppa attivazione si trasforma in ansia, agitazione. In tali condizioni la prestazione è scadente o confusa.

Come organizzare lo studio?

Suddividi le tue ore in unità da 40 minuti, quindi concediti una pausa di 10 min. Dopo 2-3 unità fai una pausa più lunga.

Saranno queste pause i momenti in cui potrai fare merenda, ascoltare una canzone, telefonare o mandare un sms agli amici.

Subordinare i tuoi ritmi di vita alla scuola non significa rinunciare ad avere un'attività o al tempo per stare con gli amici;

Ricorda però che la scuola è il tuo impegno “professionale” e quindi prioritario.

Quanto studiare?

Non esiste una risposta uguale per tutti. La quantità di tempo utile a realizzare uno studio proficuo dipende infatti da:

• la motivazione, che ha accompagnato anche la scelta di iscriversi a questa scuola;

• la concentrazione, di cui ciascuno sa disporre;

• il possesso di conoscenze di base, necessarie per acquisire abilità superiori;

• il possesso di strategie e metodo di studio già collaudati;

• la complessità, di volta in volta maggiore o minore, del lavoro da svolgere.

Il tempo che passerai sui libri sarà maggiore rispetto a quello che finora hai concesso allo studio. Basandomi sulla mia esperienza, posso indicare in 3 ore il lavoro ordinario pomeridiano, da aumentare in caso di preparazione a compiti o a interrogazioni particolarmente impegnativi.

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Nel tuo orario settimanale ci saranno, presumibilmente, giorni più intensi e altri sicuramente meno; impara fin da principio ad organizzarti, sfruttando al meglio il tuo tempo, e a non organizzare il tuo pomeriggio in base all'orario del giorno successivo.

Stabilisci un tuo orario di studio della durata di almeno 3 ore al giorno e distribuisci il carico settimanale.

Devi uscire dal meccanismo a rischio che ti porta ad aprire il diario alla ricerca del "che cosa devo fare per domani?". La gestione del tuo tempo, anziché occasionale, dovrà essere programmata in funzione dell'intera settimana.

Questo ti permetterà di svolgere anche le altre attività cui tieni particolarmente.

Come studiare?

Ciascuna disciplina richiede e presuppone differenti abilità, necessita di metodologie specifiche.

Ogni insegnante, nel proprio ambito, ti fornirà in maniera esplicita adeguate indicazioni, così come ti consiglierà in merito agli strumenti che ritiene più idonei e dei quali tu potrai avvalerti al fine di facilitare e migliorare il tuo rendimento.

NESSUN METODO DI STUDIO PUÒ GARANTIRE BUONI RISULTATI A PRESCINDERE DAL TEMPO E DALL’IMPEGNO DELLO STUDENTE.

SI PUÒ RENDERE L’APPRENDIMENTO PIÙ APPAGANTE E DURATURO, MA NESSUN METODO PRODUCE RISULTATI IMMEDIATI E SENZA SFORZO!

4.3 I nemici dello studio

A) Distrazioni interne di tipo psicologico

• Ansia scolastica;

• Coinvolgimento in liti familiari;

• Difficoltà di rapporto con i compagni;

• Preoccupazioni affettive;

• Mancanza di motivazione e d'interessi;

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• Si possono affrontare e vincere tali distrazioni interne, attraverso il rilassamento psicofisico, le visualizzazioni positive, il colloquio interiore, l’auto-monitoraggio.

B) Distrazione esterne

• Lasciarsi catturare dalla TV;

• Scrivania in disordine;

• Postura sbagliata;

• Illuminazione scarsa (che crea affaticamento agli occhi) o eccessiva;

• L’aria viziata (che riduce l’efficienza cerebrale);

• Il rumore;

Chi non riesce a comprendere come e perché si distrae, non riuscirà a concentrarsi e fallirà nel conseguire risultati soddisfacenti.

4.4 Suggerimenti utili per: ascoltare, leggere, comprendere, memorizzare, schematizzare, esporre, ripassare

Cosa significa nella pratica studiare? Lo studio vero e proprio comprende una serie di operazioni nessuna delle quali può essere sottovalutata o trascurata:

A) ascoltare NO

• sedersi vicino a fonti di distrazione o avere con sé oggetti che disturbano la concentrazione;

• avere fretta, essere impazienti, sottovalutare l'impegno necessario per capire;

• fare più cose contemporaneamente (mangiare, sbirciare, TV, cell. guardarsi intorno);

• ignorare del tutto il messaggio e il suo argomento;

• pretendere di capire tutto senza sforzo, perdere il filo o bloccarsi.

OK

• assumere una posizione comoda e isolare il più possibile rumori e disturbi per aiutare la concentrazione;

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• controllare le proprie emozioni e vincere l'ansia con calma;

• fare una cosa per volta concentrando e mantenendo l'attenzione e il contatto sulla voce e la persona che parla;

• conoscere prima il tipo di messaggio e l'argomento, attivando il tipo giusto di attenzione, cercando di prevedere in anticipo ciò che si sta per ascoltare;

B) leggere

Leggere ad alta voce o mentalmente? Ciò dipende dallo scopo della lettura:

1. A voce alta se si tratta di esercitare l’espressività o la dizione;

2. Silenziosamente se si legge per diletto o per motivi di studio.

La lettura silenziosa è più rapida e quindi preferibile quando si studia (meglio risparmiare la voce per quando si deve ripetere). Inoltre, per chi non è molto abile nella lettura, il pensiero è più veloce della voce e questo rischia di peggiorare non solo la lettura, ma anche la comprensione del testo.

Strategie di lettura:

• Scorrere velocemente il testo;

• Individuare le informazioni rilevanti;

• Leggere analiticamente;

• Rileggere;

• Leggere selettivamente solo gli argomenti di interesse;

• Tornare a passi precedenti;

• Saltare a passi seguenti;

• Utilizzare altre fonti di informazione;

• Parafrasare.

Fasi della lettura:

• fase di pre-lettura => comprensione globale

• fase di lettura => comprensione analiticamente

• fase di post-lettura => l'organizzazione del testo

Per elaborare:

1. Dare una scorsa rapida al testo soffermandosi solo su titoli, sottotitoli, grafici, figure.

2. Dividere il testo in unità concettuali.

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3. Leggere attentamente utilizzando una lettura analitica.

4. Sottolineare.

5. Individuare le parole chiave utili a spiegare il concetto e a richiamare i collegamenti tra un concetto e l’altro.

6. Prendere appunti.

7. Fare una sintesi: schemi, riassunti, tabelle, grafici o mappe che utilizzando le parole chiave ricercano i rapporti tra i concetti.

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C) comprendere

Indica la capacità di cogliere il significato del testo. Comprendere è un'attività costruttiva, interattiva e attiva che richiede l’integrazione delle informazioni nuove, contenute nel testo, all’interno delle strutture di conoscenza possedute dal lettore o dall’ascoltatore.

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