• Non ci sono risultati.

Procedure lavorazione carni

3. Parte speciale - Cinghiale

3.2. Distribuzione e cenni storici

Il cinghiale oggi presenta un areale di distribuzione (Fig. 41) che si estende da ovest a est dall’Europa all’Asia, e da sud a nord dall’Africa settentrionale fino alla penisola scandinava. La specie è anche presente, a seguito di

114 introduzioni dal nostro continente, in alcune aree del centro America, in Australia e alcune isole del Pacifico e in Inghilterra (Wilson, 2003).

In Italia, la distribuzione della specie, facendo riferimento a quanto riportato in letteratura, ha subito nell’arco degli ultimi secoli un’ampia oscillazione. Fino al 1500 la specie era presente su gran parte del territorio italiano.

Successivamente, il prelievo a cui fu sottoposta ne determinò l’estinzione: nel Trentino nel XVII secolo, nel Friuli e Romagna nel XIX secolo e in Liguria nel 1814, data in cui fu registrato l’ultimo abbattimento. Nel 1868, in Sicilia, la specie risultava scarsamente presente e pochi anni dopo estinta. Nel 1919, in Liguria e Piemonte, furono registrate sporadiche presenze di cinghiali provenienti dalla Francia, presumibilmente in espansione a causa della sospensione della caccia durante la Prima guerra mondiale. Negli anni Trenta fino agli anni Cinquanta si assistette ad un declino della specie dovuto in particolar modo alla pressione antropica e scomparvero dalla penisola le ultime popolazioni fino ad allora presenti nel versante adriatico (Massei e Toso, 1993; Simonetta e Dessì-Fulgheri, 1998).

FIGURA 41: DISTRIBUZIONE DEL CINGHIALE (SUS SCROFA) ACCERTATA AL 2019(FONTE: WWW.IUCNREDLIST.ORG)

A questa fase negativa, dai primi anni ’60 si è andato via via registrando un aumento della popolazione fino al verificarsi, negli ultimi anni, di vere e proprie esplosioni demografiche con conseguente ampliamento della distribuzione nel territorio nazionale. L’evoluzione, dal primo decennio del 1900 alla fine degli anni ‘80 è mostrata nella figura 42.

115 FIGURA 42: DISTRIBUZIONE DEL CINGHIALE IN ITALIA DAL 1911 AL 1998.FONTE:MONACO ET AL.,2003.

Nel 2000 si aveva il seguente areale distributivo (Fig. 43).

FIGURA 43:AREALE DI DISTRIBUZIONE DEL CINGHIALE IN ITALIA AL 2000.FONTE:MONACO ET AL.,2003.

Il Cinghiale è oggi l'Ungulato più diffuso in Italia, sia in termini distributivi che di consistenza. L'areale si estende per circa 190.000 Km2, pari al 64% del territorio italiano. Il Cinghiale è diffuso, senza soluzione di continuità, dalla Valle d'Aosta sino alla Calabria, in Sardegna, in Sicilia, Elba ed alcune piccole isole come frutto di immissioni assai

116 recenti e, con modalità più frammentarie e discontinue, in alcune zone prealpine e dell'orizzonte montano di Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli (Carnevali et al. 2009).

Attualmente il cinghiale è abbondante e mostra un'evidente tendenza all'incremento numerico e all'espansione dell'areale. Tuttavia, il quadro relativo alle conoscenze circa le densità e l'evoluzione delle diverse popolazioni italiane rimane tuttora alquanto carente. Secondo una stima orientativa e largamente approssimata sul territorio nazionale sarebbero presenti non meno di 900.000 capi (ISPRA 2010, Banca Dati degli Ungulati Italiani). Nel settore centrale dell'arco alpino la presenza rimane discontinua e frammentata in nuclei più o meno numerosi. La presenza a macchie di leopardo in molte aree alpine è la conseguenza di immissioni abusive, e da una indagine condotta da Monaco et al. nel 2007 emerse come immissioni di tipo illegale (probabili o accertate) erano segnalate nel 40%

delle province alpine.

Le cause e i fattori che hanno determinato questo aumento, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa, sono molteplici e da ricercarsi innanzitutto nell’enorme plasticità ecologica del cinghiale, che è capace di adattarsi ad ambienti anche molto modificati dall’uomo. Altri importanti fattori sono: l’abbandono delle campagne con progressivo ripristino delle condizioni ambientali più idonee alla specie, quali la presenza di bosco (Saez-Royuela e Telleria, 1987); le immissioni, più o meno volontarie, di cinghiali provenienti dal centro Europa (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia) destinati alla produzione di carne o per finalità venatorie, (Erkinaro et al., 1982; Bouldoire, 1984;

Massei e Toso, 1993); la mancanza di predatori, il foraggiamento artificiale e in alcuni casi la riduzione dell’attività venatoria (Genov, 1981; Poelsdam, 1981), nonché nella elevata potenzialità riproduttiva della specie unita ad un nomadismo spiccato, a volte amplificato dalla pressione antropica (Andrzejewski e Jezierski, 1978; Baettig, 1980; Genov, 1981).

Dal 2 febbraio 2016 le immissioni di cinghiali sono vietate in tutto il Paese ai sensi dell’art. 7 della legge 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali” ed è stato inserito nella lista delle cento specie invasive molto dannose, stilata a livello planetario (Lowe et al., 2004).

Amici et al. (2013), nell’ambito di un’indagine condotta, a scala regionale, per conto di Arsial, hanno aggiornato la distribuzione del cinghiale nel Lazio. Al territorio Regionale è stata applicata una rete costituita da 2986 maglie quadrate di 2,5 km di lato (625 ha). In totale sono state raccolte segnalazioni di abbattimento in 1275 celle, segnalazioni di danneggiamento alle colture in 403 celle, segnalazioni di incidenti stradali in 177 celle, segnalazioni di esperti fruitori del territorio rurale in 1345 celle. Le diverse tipologie di segnalazione o di informazione di presenza sono spesso risultate ricadenti nella medesima cella.

Ad eccezione dei casi di non idoneità oggettiva dell’ambiente, dovuta alla sovrapposizione piena dei quadrati con i laghi interni, o con le aree urbane intensamente antropizzate, si parla di presenza non accertata piuttosto che di assenza. In conclusione, al netto delle segnalazioni multiple, la presenza del cinghiale nella Regione Lazio è stata riscontrata su 1.913 maglie, con situazioni locali ragionevolmente diversificate in base alle tipologie di copertura ed uso del suolo, ai fattori gestionali ed alla presenza/diffusione degli urbanizzati.

117 Tale diversificazione è mostrata dai dati riassuntivi (Tab. 10), e dalla carta della distribuzione della specie (Fig.

44).

TABELLA 10: PRESENZA ACCERTATA DEL CINGHIALE NELLA REGIONE LAZIO.LE CELLE SI RIFERISCONO A QUADRATI CON LATO PARI A

2,5 KM (625 HA)

ATC

CELLE CON