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Normativa sull’addestramento

2.7. Trattamento dei capi abbattuti

Secondo la regolamentazione vigente nella Regione Lazio, Il selecontrollore è tenuto ad applicare all’orecchio sinistro del capo abbattuto un’apposita fascetta datario numerata fornita dall’A.T.C. competente per territorio, prima di procedere allo spostamento del capo stesso dal punto dell’abbattimento.

Nel caso dei cervidi, il selecontrollore è tenuto a far pervenire all’A.T.C. competente per territorio, nel rispetto delle indicazioni da esso impartite, la testa del capo abbattuto scongelata e la scheda di abbattimento diligentemente compilata in ogni sua parte. Testa e scheda di abbattimento, perfettamente conservate, devono essere contenute in involucri separati. Il selecontrollore è tenuto, altresì, a rilevare i dati biometrici e a mettere a disposizione dell’ATC eventuali organi o reperti anatomici che lo stesso dovesse richiedere.

Nel caso del cinghiale, Il Consiglio di Distretto provvede ad indentificare e a comunicare all’ATC uno o più soggetti con qualifica di selecontrollore per una prima verifica della conformità del capo abbattuto, denominati

“addetti alla prima verifica”. Ad abbattimento avvenuto il selecontrollore deve immediatamente contrassegnare il capo con la fascetta autorizzativa e deve avvisare l’addetto alla prima verifica, che opererà secondo le modalità previste dal protocollo tecnico dell’ATC.

2.7.1. Redazione di schede di abbattimento

La redazione delle schede di abbattimento fornite dall’ATC, oltre ad essere un obbligo regolamentare, è importante per lo studio delle popolazioni cacciate, tenendone anche sotto controllo lo stato di salute, la disponibilità di risorse alimentari, le dinamiche di popolazione.

Ciascun ATC utilizza un modello proprio di scheda di abbattimento, ma con informazioni del tutto simili.

Se ne riporta una a titolo esemplificativo (Fig. 39), utilizzabile per la specie cinghiale. Per i cervidi e i bovidi, di solito vengono aggiunte le informazioni relativi ai palchi e/o alle corna.

Essa va attentamente compilata, in tutte le sue parti, dal selecontrollore e consegnata secondo indicazioni dell’ATC.

95 FIGURA 39: SCHEDA BIOMETRICA TIPO UTILIZZABILE PER LA SPECIE CINGHIALE

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2.7.2. Misure biometriche

La biometria si occupa della misurazione degli esseri viventi. Il rilevamento e l’analisi di misure relative a lunghezza, larghezza, altezza, peso, circonferenze o divaricazioni, permettono di descrivere le dimensioni degli organismi e delle loro parti e di studiarne la variabilità tra specie e/o popolazioni diverse, intendendo per popolazione tutti gli individui appartenenti alla stessa specie che interagiscono gli uni con gli altri nella medesima area e in un determinato periodo di tempo e che hanno un ridotto scambio di geni con altri gruppi simili. Uno studio biometrico può essere condotto anche all’interno della medesima popolazione, ad esempio tra classi di età diverse.

Il rilevamento biometrico può essere condotto su:

• animali vivi, ad esempio quando manipoliamo un cinghiale nel corso di un’operazione di cattura oppure quando osserviamo uno stambecco che si alimenta in una salina tra le rocce;

• campioni raccolti sul campo quali i palchi dei Cervidi;

• animali trovati morti o abbattuti nell’ambito dell’attività venatoria o di controllo;

• embrioni e/o feti;

• campioni prelevati post-mortem come ad esempio le mandibole

Le misure che possono essere rilevate sono svariate ed in funzione dell’insieme di misure selezionato è possibile studiare aspetti anche molto diversi della biologia della specie.

Per i cervidi e i bovidi possono essere registrate le seguenti misure biometriche (Fig. 40):

FIGURA 40:MISURE RILEVABILI SU CORPO, CRANIO ED APPENDICI CRANICHE DI CERVIDI E BOVIDI.FONTE:MATTIOLI E DE MARINIS, 2009.

Per una trattazione più completa si rimanda al volume “Mattioli S. e De Marinis A.M., 2009 – Guida al rilevamento biometrico degli Ungulati. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Documenti Tecnici, 28: 1-216”.

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2.7.3. Prelievo di organi e tessuti per indagini biologiche e sanitarie

Oltre alle indagini sulle condizioni fisiche e all’esame dei tratti riproduttivi si possono condurre anche altre indagini in ambito veterinario, genetico ed eco-fisiologico, direttamente sul luogo di cattura o di ritrovamento oppure nel centro di controllo o in laboratori specializzati.

La valutazione dello stato sanitario di Ungulati a vita libera ha lo scopo di fornire informazioni sulle condizioni generali di salute della popolazione e sulla presenza e diffusione di agenti eziologici responsabili di malattie:

• che rappresentano una minaccia per la salute dell’uomo (zoonosi), sia per contatto diretto con l’agente patogeno (attraverso l’animale o l’ambiente) sia per consumo delle carni derivate dai capi cacciati;

• rilevanti da un punto di vista economico e normativo (malattie soggette a denuncia obbligatoria secondo il Regolamento di Polizia Veterinaria, D.P.R 320/54, e malattie comprese nella lista dell’OIE, Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale);

• in grado di influenzare la dinamica delle popolazioni ospiti, quindi importanti ai fini gestionali e di conservazione della fauna selvatica stessa.

Il monitoraggio sanitario prevede un esame obiettivo delle condizioni corporee del soggetto catturato, abbattuto o rinvenuto ed il prelievo di idonei campioni biologici destinati agli accertamenti sanitari. Su ciascun capo è indicativo eseguire un esame visivo finalizzato all’accertamento, se possibile, della causa di morte (nel caso di soggetti rinvenuti morti) e alla valutazione delle condizioni generali di salute. In particolare, è utile rilevare: ù

• lesioni e traumi a carico degli arti e/o di altre regioni anatomiche, che possono fornire indicazioni riguardo la causa della morte (ad esempio a seguito di investimento);

• stato di nutrizione e di sviluppo scheletrico e muscolare;

• presenza di aree alopeciche (prive di pelo) e di lesioni a carico della cute (arrossamenti, ferite, croste, ecc.) che possono rivelare malattie della cute e del mantello (rogna sarcoptica, dermatofitosi, ectima contagioso);

• presenza e grado di infestazione da ectoparassiti, in particolare zecche (famiglia Ixodidae).

Le operazioni di prelievo di campioni biologici utili al monitoraggio sanitario prevedono:

• il prelievo di sangue (dalla vena giugulare o da una vena periferica in caso di cattura, direttamente dalla cavità cardiaca in caso di abbattimento). Sul campione di siero ottenuto tramite centrifugazione è possibile eseguire la ricerca di anticorpi diretti verso diversi agenti infettivi batterici e virali ottenendo un quadro della situazione sieroepidemiologica delle popolazioni oggetto di monitoraggio, in base al quale pianificare interventi gestionali e procedere ad ulteriori accertamenti;

• il prelievo di campioni di diaframma, muscoli dell’arto anteriore, lingua, muscoli masseteri o dell’intera corata ed il loro conferimento a laboratori autorizzati (Istituti Zooprofilattici, A.U.S.L.), poiché tutti i cinghiali abbattuti devono essere sottoposti all’esame trichinoscopico per l’evidenziazione di larve di Trichinella (zoonosi alimentare, Reg. CE 2075/2005),

• il prelievo di un campione di cute (5x5 cm) destinato all’esame microscopico per evidenziare gli acari della rogna sarcoptica, nel caso si osservino lesioni a carico di pelle e pelo;

• il prelievo di cuore e polmoni, per valutare la presenza di noduli e cisti parassitari (elminti a localizzazione bronco-polmonare e cisticercosi) e per l’esecuzione delle analisi di laboratorio necessarie a svelare la causa di processi infiammatori a carico del tessuto polmonare (polmoniti batteriche e virali);

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• il prelievo di un campione di fegato per verificare la presenza di parassiti (forme adulte e larvali) a localizzazione epatica (Fasciolosi, Dicroceliosi);

• il prelievo dell’abomaso per i ruminanti e dello stomaco per il Cinghiale, unito o meno al pacchetto intestinale per la ricerca e l’identificazione di elminti a sede gastro-intestinale;

• il prelievo del contenuto intestinale per l’isolamento batterico di agenti patogeni di enteriti (Salmonella, Campylobacter, Escherichia);

• il prelievo di utero e ovaie nelle femmine, sia per la valutazione dello stato riproduttivo sia, in caso di anomalie a carico dei feti, per accertamenti relativi a patologie infettive dell’apparato riproduttivo (Brucellosi);

• l’isolamento della valvola ileo-ciecale nei Cervidi per la ricerca dell’agente della Paratubercolosi;

• il prelievo dell’encefalo nel Cervo, se si sospetta l’infezione da CWD (Chronic Wasting Disease, ossia Encefalopatia Spongiforme Trasmissibile);

• la raccolta delle feci, prelevate direttamente dal retto, per l’esame coprologico (conta ed identificazione delle uova di elminti) e per le analisi biochimiche finalizzate alla valutazione della qualità della dieta;

• il prelievo di un campione comprendente fegato, muscolo, rene, grasso viscerale per l’evidenziazione di residui nei piani di monitoraggio di contaminanti ambientali (pesticidi clorurati, PCB, piombo, cadmio, mercurio, arsenico, oligoelementi). all’esecuzione degli esami. I campioni destinati all’isolamento batteriologico e virologico possono necessitare di particolari modalità di conservazione (utilizzo di terreni di trasporto adeguati) e devono essere conferiti al laboratorio nel minor tempo possibile (24-36 ore dal momento del prelievo).