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3. IMPULSIVITÀ

3.5. Disturbo bipolare (DB) ed impulsività

Il Disturbo Bipolare (BD) appartiene alla classe dei Disturbi Dell’Umore, quei disturbi nei quali le fluttuazioni dell’umore divengono ampie, prolungate, indipendenti o sproporzionate rispetto agli stimoli esterni e che hanno rilevanza a livello clinico(Cassano, 2006).

I Disturbi Bipolari implicano la presenza di Episodi Maniacali, o episodi Misti o Ipomaniacali, solitamente accompagnati dalla presenza di Episodi Depressivi Maggiori.

Nel DSM-V il disturbo bipolare ed i disturbi correlati sono stati separati dai disturbi depressivi e sono stati posti tra i capitoli dello spettro schizofrenico ed altri disturbi psicotici, riconoscendo la loro posizione come un ponte tra le due classi diagnostiche in termini di sintomatologia, storia familiare e genetica. Le diagnosi comprese nel capitolo del DSM-V del DB sono: disturbo bipolare I, disturbo bipolare II, disturbo ciclotimico, disturbo bipolare e disturbi indotti dall’uso di sostanze, disturbo bipolare

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correlato ad un'altra condizione medica, disturbo bipolare con altra specificazione e disturbo bipolare senza specificazione.

L’impulsività è una componente frequente nel decorso e nella presentazione del disturbo bipolare, sembra che rappresenti una caratteristica della malattia, che persiste attraverso i diversi stati affettivi, indipendente dalla severità dei sintomi. (Strakowski et al., 2010). Nei pazienti con disturbo bipolare l’impulsività sembra minare la stabilità dell’umore, aggravare i problemi comportamentali associati alla labilità dell’umore e porta a compiere gesti avventati senza pensare (McElroy et al., 1996).

Nei pazienti bipolari l’impulsività risulta essere particolarmente elevata durante gli episodi maniacali, tuttavia è presente anche nelle fasi di eutimia o depressione (Swann, et al., 2002), non a caso i risultati della BIS 11 sono sempre più alti nei soggetti con disturbo bipolare rispetto ai controlli non affetti da questo disturbo, anche durante le fasi di eutimia (Swann, 2010).

Considerando l’impulsività durante la mania si deve tenere presente che non tutti i problemi comportamentali sono dovuti all’impulsività, alcuni sono pianificati ma totalmente inappropriati perché basati sull’idea di grandiosità o su distorsioni cognitive; inoltre l’impulsività è sempre alta nei pazienti disturbo bipolare tuttavia i suoi livelli tendono a variare in base alla fase della malattia ed ai fattori che la influenzano nel tempo (Swann, Lijffijt, Lane, Steinberg, & Moeller, 2009).

La mania è associata ad un aumento nel turnover della dopamina e della noradrenalina(NA); l’aumento della NA correla con la severità della malattia e l’attività adrenergica maggiore, inibendo la corteccia prefrontale, può portare ad impulsività, favorita anche dal fatto che durante la mania c’è una notevole deprivazione di sonno che deprime a sua volta la risposta inibitoria. La funzione dopaminergica è anch’essa aumentata nei pazienti con disturbo bipolare e questo può aumentare l’impulsività

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come risultato del ruolo della dopamina nel dare il via alle azioni e motivarle (Swann, Steinberg, Lijffijt, & Moeller, 2009).

Per dimostrare tutto questo, un recente studio ha analizzato post-mortem i cervelli dei soggetti disturbo bipolare e non deceduti in seguito a suicidio; ebbene, è risultato che nei cervelli dei soggetti con DB l’immunoattività degli enzimi che sintetizzano serotonina e noradrenalina nel locus coeruleus era più bassa rispetto a quella dei soggetti non DB. Questi risultati confermano quindi il quadro di anormalità nei livelli di serotonina e noradrenalina nei soggetti con disturbo bipolare e spiegano in parte l’elevata impulsività (Wiste, Arango, Ellis, Mann, & Underwood, 2008).

In conclusione l’impulsività è una componente centrale della mania ed è associata ad un aumentato rilascio di catecolamine che a loro volta favoriscono gli episodi maniacali; inoltre, maggiore è il numero di fasi maniacali maggiore tende a diventare il livello di impulsività, anche durante le fasi di eutimia e questo sembra favorire l’insorgenza di ulteriori episodi di mania. Infine è confermato che i livelli particolarmente alti di impulsività nella mania sono associati ad elevati livelli di noradrenalina (Alan C. Swann, 2009).

L’impulsività nel disturbo bipolare però non si riscontra solo nella fase manicale ma è presente anche nella fase di eutimia e nella fase depressiva. I soggetti con DB sono infatti secondo una recente rewiew, i soggetti con la maggiore prevalenza di tentato suicidio, maggiore anche rispetto ai soggetti affetti da depressione maggiore (Rhimer, Rhimer, & Isacsson, 2005). Di conseguenza molti studi hanno cercato un collegamento tra l’impulsività e il suicidio ma solo pochi hanno cercato dei nessi tra queste due componenti nel DB; in particolare, Swann nel 2005 ha trovato delle associazioni tra pazienti affetti da DB con episodi di tentato suicidio ed impulsività come condizione caratteristica (Swann et al., 2005). Investigando i casi di tentato suicidio sia nei pazienti con DB che in quelli con disturbo depressivo maggiore, nello studio di Oquendo del

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2005 è risultato che i pazienti DB avessero una maggiore impulsività rispetto agli altri ma soprattutto, nel confronto dei livelli di impulsività tra soggetti DB che avevano tentato il suicidio e soggetti DB senza precedenti tentativi, è risultato che quelli con precedenti tentativi avessero livelli molto più alti rispetto all’altro gruppo(Baca-Garcia et al., 2005).

Un’altra caratteristica molto importante che si presenta spesso nel disturbo bipolare e che pare essere associata all’impulsività è l’aggressività, che frequentemente questi pazienti hanno nei confronti delle altre persone. È un tipo di aggressività che si sviluppa in maniera non pianificata e si svolge prima che il soggetto abbia il tempo di valutare le conseguenze delle sue azioni adeguatamente. Subito dopo l’atto nella maggior parte dei casi il soggetto prova sensi di colpa. È una forma di aggressività molto diversa da quella che possiamo definire “premeditata” perché questa non si associa a particolari sentimenti di colpa o emozioni negative dopo l’atto mentre quella tipica del DB spesso si scatena in seguito a particolari emozioni o gesti e soprattutto l’atto in sé provoca dei sentimenti di colpa in colui che lo compie (E. S. Barratt, Stanford, Dowdy, Liebman, & Kent, 1999).

Diversi studi riportano correlazioni positive tra aggressività ed impulsività ed alcuni concettualizzano l’aggressività come una difficoltà nel tradurre in parole dei comportamenti o gesti impulsivi (Najt et al., 2007).

In conclusione è stato ormai dimostrato come l’impulsività sia maggiore nei soggetti con disturbo bipolare rispetto ai controlli sani (Peluso et al., 2007), come questa sia presente sempre nelle varie fasi della malattia con sole differenze nei livelli e come questa si associ ad una serie di comportamenti pericolosi, tra cui riconosciamo il tentativo di suicidio e l’aggressività. Infine si è confermato che l’impulsività è associata ad alterazioni riguardanti il sistema noradrenergico e serotoninergico che sono rispettivamente troppo bassi e troppo elevati (Najt, et al., 2007).

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