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Il divorzio: una nuova opportunità

4.1 Il matrimonio in Senegal

4.1.2 Il divorzio: una nuova opportunità

L’interlocutrice dal Senegal sembrava molto seccata da questa decisione, sostenendo che tutti i parenti erano contrari e chiedeva un aiuto per farle cambiare idea.

Lei si è rifiutata di intromettersi sostenendo che “anche un griot è una persona” e che la cugina avesse il diritto di sposare chi voleva. Attaccato il telefono, mi ha spiegato che vi sono ancora forti difficoltà nel matrimonio fra caste. Giù sono pazzi per queste cose.

Per quanto riguarda il tipo di residenza della coppia è patrilocale e vede il capofamiglia al vertice della struttura residenziale. Con il mutare degli assetti socio-culturali e anche economici emergono con sempre più frequenza altri modelli residenziali: sono sempre più, infatti, i casi di donne capofamiglia, di coppie che formano un proprio nucleo indipendente e di molti immigrati che stabiliscono la loro residenza all'estero.

4.1.2 Il divorzio: una nuova opportunità

Il divorzio in Senegal non è considerato un'anomalia, tuttavia non viene ancora pienamente e socialmente accettato. I divorziati, infatti, rappresentano solo l'1,5% della popolazione, un dato non del tutto attendibile visto che vi sono escluse le persone risposate. Sono in maggioranza le donne a trovarsi nella condizione di divorziate, rappresentando a livello urbano il 3,3% della popolazione:41 questa nuova condizione giuridica apre le porte a una nuova condizione sociale, quella di capofamiglia.

Secondo uno studio dell'Istituto demografico e statistico senegalese, svolto nel 2005 sulle famiglie senegalesi, sempre più numerosi sono i casi di donne capofamiglia, per necessitào per scelta. Nel contesto senegalese, tuttavia, la donna viene ancora valorizzata all'interno del circuito domestico al di fuori del quale lo statuto di donna sola viene connotata negativamente. Inoltre le donne sole hanno maggiori difficoltà e più probabilità di trovarsi in situazioni di indigenza, in particolare nei casi in cui non venga sostenuta dalla solidarietà familiare.

153 A livello nazionale su 1.067.590 capifamiglia 207. 333 sono donne. Da un'inchiesta

svolta a Dakar [Dial 2001], la maggioranza delle donne divorziate avevano riscontrato un miglioramento della propria condizione sia personale che economica.Tuttavia le situazioni di marginalità sono frequenti, in particolare se l’uomo non provvede al mantenimento dei figli e tutto il pesi incombe sulla donna.

La fine del matrimonio non è solo la fine di un rapporto fra due persone, ma coinvolge anche le rispettive famiglie spesso legate da rapporti di parentela. Il divorzio in Senegal esisteva da prima della promulgazione del codice di famiglia, all'interno della giurisdizione musulmana. Tuttavia non vi era e non vi è equità fra uomini e donne: l'uomo poteva ripudiare sua moglie senza doverne renderne conto.

La giurisdizione musulmana non era favorevole al divorzio ma, attraverso l'istituto del ripudio, per l’uomo non vi erano problemi: era sufficiente per l'uomo avere due testimoni adulti per ripudiare la moglie. La donna non deteneva gli stessi diritti: anche potendo chiedere il divorzio, la decisione rimaneva in capo al marito.

Per diverso tempo le coppie hanno continuato a risolvere i loro problemi nell’ambito di schemi tradizionali sfavorevoli alla donna, anche quando la legislazione civile poneva dei limiti alla preminenza maschile.

Negli anni comunque le donne hanno cominciato a scegliere in modo sempre più frequente il ricorso giudiziale, in particolare quando si tratta dell’affidamento dei figli [Diop 1985, Dial 2001], ma tuttora vi sono delle grandi differenze socio economiche alla base di questa scelta. Le donne che ricorrono più frequentemente divorzio davanti al giudice hanno solitamente un livello d'istruzione elevato. Maggiore è la consapevolezza della donna sui propri diritti, maggiore sarà il suo ricorso davanti a un giudice: in primo luogo per avere l'affidamento dei figli secondariamente per ottenere il mantenimento.

In Senegal, i figli in caso di divorzio o di separazione tradizionalmente restavano nella residenza paterna. Adesso invece c'è una tendenza contraria, le donne spesso portano i mariti davanti al giudice. Nel 90% dei casi i bambini vengono affidati alla madre e adesso a volte è il padre che se ne deve andare. Ma se la donna non si rivolge ai giudici la tradizione prevale e i figli restano con la famiglia del padre[int.n.35 Y.K.].

Il matrimonio finisce per diversi motivi che differiscono a seconda che l'attore in giudizio sia il marito o sia la moglie. Le richieste delle donne sono principalmente legate a questioni economiche, (il venire meno al dovere di mantenimento) a volte alla

154 natura conflittuale dei rapporti spesso con la famiglia del marito, più raramente

dipendono dall'arrivo di un'altra moglie. Questo dato rientra pienamente nel quadro patriarcale di riferimento. Mentre è considerato compito del marito il mantenimento della moglie e quindi una sua mancanza è una grave inadempienza socialmente sanzionata, il matrimonio con un’altra donna rientra fra i “diritti” dell’uomo e quindi, anche se mal sopportata, viene, ancora in molti casi, accettata come normale.

E' necessario contestualizzare il divorzio nell’ambito della società in cui è inserito: infatti, se il nucleo fondante la società senegalese è la famiglia e la condizione naturale degli adulti è quella di essere sposati allora anche il divorzio potrebbe essere letto come una fase di passaggio, “un rito di passaggio” [Hertrich et Locoh, 1999] fra un matrimonio e l'altro. Da questo punto di vista è interessante osservare il legame che si può stabilire fra una relativa facilità di divorziare e la poligamia. Una donna che a cinquant'anni divorzia ha maggiori probabilità di risposarsi in una società in cui è ammessa la poligamia, diventando così terza o quarta moglie. Così una donna che resta vedova può risposarsi non correndo il rischio di restare da sola. Secondo una ricerca svolta a Dakar solo due donne, dopo dieci anni dal divorzio, non si erano risposate42.

I rapporti fra coniugi sono quindi regolati da una tripla regolamentazione che, a seconda dei casi, vede privilegiare un livello piuttosto che un altro: da un lato le regole islamiche, dall'altro quelle tradizionali e dall'altro ancora la legge.

Questi tre livelli di regolamentazione come abbiamo precedentemente sottolineato possono entrare in conflitto fra loro: il livello legale spesso riesce a fornire alle donne delle scappatoie rispetto alle maglie strette della religione e della tradizione. Inserita in una società patriarcale e a dominazione maschile, la donna ha quindi la possibilità di portare in giudizio il marito e padre dei suoi figli per essere tutelata, ma il ricorso ad essa è ancora prerogativa solo di alcune donne. I tribunali pur “drammatizzando” la procedura del divorzio sono una garanzia per la donna che nella tradizione e nella religione non riuscirebbe a trovare piena tutela. Così, per esempio, la donna davanti al giudice in caso di divorzio può ottenere l'affidamento dei propri figli che tradizionalmente sarebbero rimasti con il padre. Il rischio per la donna che ricorre alla

42 Si veda Dial, F.B. Divorce, source de promotion pour les femmes? L’exemple des femmes divorcées de Dakar et Saint-Louis (Sénégal). Communication au colloque international “

155 giustizia civile è quello di non essere sostenuta dalla propria rete familiare e quindi di

trovarsi in una condizione di grave fragilizzazione.

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