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si documenti scritti e contemporanei non si conosce nè Fanno, né il mese, nè il giorno, nè la causa della sua

rovina; e perciò

non

è maraviglia se alcuno nel

1867

stampò, che « fino ai

primi

di questo secolo (xix) vi si

vedeva

(presso il fiume) fabbricata

una

piccola chiesa

dall' alluvione del fiume oggi distrutta ». Se non che della falsità di tale asserzione costui potea esser fatto accorto da questo, che nel

1867

viveano molti vecchi da

80

ad

8b

armi, e nessuno di questi ricordava di

a-\er veduta in piedi quella chiesa,

quantunque ognuno

da fanciullo avesse frequentato quel luogo per attinger

88 acqua

dal pozzetto di S. Settimio.

Benché

le vacchette delle

messe

non dicano

espressamente quando

la chiesa

cadde

, tuttavia

danno fondamento

solidissimo ad

argo-mentarne

con ogni certezza l’anno della rovina.

La

ce-lebrazione delle

messe

della Cappellania Corradi, si è trovata in tre diversi rispetti colla chiesa di S. Settimio;

1. avanti che fosse fabbricata la chiesa, 2.

dopo che

fu fabbricata, 5.

dopo che

fu distrutta. Nel

primo

rispetto quella celebrazione di

messe

dal 1.

Gennajo 1718

al 1.

Gennajo 1720

nella vacchetta è intestata « Messe tre la settimana, compresi i giorni Testivi,

che

si celebreranno nella chiesa di S. Settimio fuori del ponte,

quando

sarà fabbricata, le altre in giorni non festivi in questa Catte-drale ». Nel secondo rispetto dal 1.

Gennajo

1721 al 1.

Gennajo 1779

«

Messe

tre la settimana, compresi li giorni festivi, che si celebrano nella chiesa di S. Settimio etc. ».

Nel terzo rispetto dal 1.

Gennajo 1780

(ino all’

anno

pre-sente

1873

« Messe tre la settimana,

compresi

li giorni festivi, che si celebravano nella chiesa di S. Settimio etc.

(29)». Perciò è chiaro,

come

la luce del sole, che la chie-sa di S. Settimio presso il fiume ruinò nel 1779.

Ora

bi-sogna

ricercare il mese, il giorno, e la causa di quella rovina. La tradizione popolare interrogata in molti vec-chi tuttor viventi , i quali convissero con persone

con-temporanee

alla caduta della chiesa, ha risposto

concor-demente

con frase antonomastica: la chiesa di S. Settimio presso il fiume essere stata atterrata dalla piena della

Maddalena.

Questa risposta ci dice chiaramente il

mese,

che fu Luglio, il giorno che fu il

22,

Giovedì non fe-stivo, la causa, che fu il fiume straordinariamente

gon-fio e straripato.

La

causa principale della rovina si at-tribuisce al fiume;

ma

credo che la secondaria si

deb-ba

attribuire alla costruzione stessa della chiesa. Questa

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fu fabbricata sopra un suolo formato da’ depositi

areno-si del fiume; dubito che le

fondamenta non

fossero mol-to

profonde,

e che la fabbrica procedesse con troppa celerità: nel

Marzo

del

1719 non

era ancora cominciata, e nell’ Aprile del

1720

già si officiava; e perciò alla chie-sa

accadde

quello che il divino

Redentore

prenunzio av-venire a simiglianti costruzioni: qui aedìficavit

domuvn suam super

arenanti. Et descenditpluvia, et venerimi

/lu-mina

, et flaverunt venti et iruerunt in

dotnum

Ulani,

et cecidit, et fuit

mina

illius

magna

(Matth. vii. 26,27 ).

Il fiume allargando il letto cominciò a corrodere l'are-na, su cui

sorgeva

la chiesa, i fondamenti si trovarono senza sostegno, e le

mura

precipitarono. Se le

fonda-menta

fossero state profonde, la chiesa potea esser

ri-empita di arena,

ma non

atterrata; poiché era piuttosto piccola (*), le

mura aveano m.

0,

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di spessore, i mat-toni erano assai

ben

collegati con forte e abbondante ce-mento; e il fiume quivi

avendo poco

declivio non corse violento: e perciò la chiesa

cadde non

per l’urto impe-tuoso dell'

acque; ma

perchè queste corrosero e sciolse-ro 1’ arena sottostante alle fondamenta.

6. Difatti la chiesa non

cadde

all’improvviso in

ma-niera che

non

s’avesse

tempo

a salvare quanto di

mo-bile vi si trovava ; poiché è certo, che

prima

della sua rovina fu asportato il quadro di S. Settimio,

un

grosso Crocifìsso di legno, che

pur

vi'si venerava, la

campana

fu calata giù dalla sua torricciuola, e furon salvate le suppellettili,e forse

anche

la pietra sacra. Ciò

porge

e-(*) Questa chiesa di S. Settimio al fiume, secondo la tradizione popolare, era come quella di S. Anna presso S. Maria del Piano,la quale nell’interno è lunga m. 8,30; larga m. 4,77, e perciò ha un’area di m. q. 39,59. Con trecento scudi non si potea fare una fabbrica piu grande,

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videntissimo

fondamento

ad argomentare. 1. che il co-lono vicino e il sagristano s’accorsero del pericolo,

che

correva la chiesa non per altro, che per la corrosione del suolo sottostante ai fondamenti. 2. e che questa cor-rosione

avvenne

di giorno, altrimenti

non

potea essere avvertita.

Le

suppellettili sacre è da pensare che fosse-ro riconsegnate alla Cattedrale, che le

somministrava,

il

quadro

di S. Settimio , il Crocifisso e la

campana

fu-ron dati al Monastero della Purificazione, che era l’ere-de proprietario de’

due

fondatori della chiesa, Mons. Fe-dHi, e il

Conco

Corradi. Il

primo

è dentro il Monastero ed è

ben

conservato; il

secondo

è in venerazione nella chiesa annessa, e la

campana

fu posta sul campanile

del-la stessa,

ma

è tradizione fra quelle Religiose che, or è cinquanta anni (circa il 1825), nel suonarsi da una

Edu-canda, si fendesse, e che non fosse rifusa. Di quella Chie-sa pertanto

non

resta che il Crocifisso e S. Settimio, Fautor della religione Cattolica, e l’eroe che per atte-starla e sostenerla nell’Esio incontrava

generosamente

la morte. Il materiale della chiesa andette disperso par-te nella sua ruina, e parte nella scoperta che se ne fece nel corrente

anno

(*): le ralle della

campana non

furono potute acquistare per le

enormi

pretese del

primo

com-pratore.

Un masso

di

muro

rovesciato e confitto

profon-damente

nel suolo oggi

(29

Luglio 1873) è l’unico

se-gno

visibile, che indichi

dove

la chiesa sorgeva.

Appro-fondando ed allargando gli scavi, si

dovrebbe

trovare,

ta-cendo

delle costruzioni più antiche, il

pavimento

dell’ul-tima chiesa, il pozzetto dell’acqua prodigiosa, l’epigra-fe co’ tre

stemmi

ordinata dal Giorgini, se pure fu incisa in pietra e non inscritta a vernice sul legno o sul

muro.

(*) Vi furon trovati da 4 a 5 mila mattoni.

88

CAPO XI.