• Non ci sono risultati.

A SPETTI LESSICALI E CULTURAL

3. LE DONNE TANG, LE LETTERE E I LETTERAT

Compito principale delle cortigiane della casa delle dinastie Wei, Jin e delle dinastie del Nord e del Sud era quello di soddisfare l’appetito sensuale e musicale del padrone, divenendo nelle sue mani uno strumento per intrattenere gli ospiti e ostentare il proprio status e la propria ricchezza.

Durante il periodo delle Dinastie del Nord e del Sud (420-581) la diffusione su larga scala delle jiaji, considerate delle vere e proprie insegne di rango, fu probabilmente alimentato dall’edonismo e dall’ossessione per l’ostentazione del lusso che si diffusero in questo periodo come conseguenza diretta dell’instabilità politica e dell’incertezza economica generate dalla frattura dell’unità imperiale. In un’epoca in cui si dava un’estrema importanza al divertimento, era consuetudine per notabili e letterati indugiare nei piaceri sensuali e nelle feste danzanti e tale consuetudine fu mantenuta anche dopo l’avvento della dinastia Sui (581-618) e la riunificazione dell’impero. In questi raduni erano sempre presenti delle cortigiane, il cui compito era intrattenere gli ospiti con giochi, recitazioni poetiche, canti, balli e suonando strumenti musicali a corda e a fiato. Data la natura degli eventi ai quali erano chiamate a partecipare, tali cortigiane venivano chiamate anche yanji 宴妓, “cortigiane da banchetto”.

3. LE DONNE TANG, LE LETTERE E I LETTERATI

Con l’avvento della dinastia Tang nel VII secolo, la Cina fu interessata da importanti cambiamenti storici e sociali. La riunificazione dell’impero da parte dei Sui, realizzata dopo un lungo periodo di divisione, generò sicurezza e stabilità politica che ebbero riflessi positivi sull’urbanizzazione, sull’economia e sullo sviluppo del commercio. Inoltre, il cosmopolitismo, una fitta rete di relazioni politiche internazionali e un interesse spasmodico per l’esotico, fecero confluire all’interno dei confini dell’impero alimenti, merci, missionari e viaggiatori provenienti dall’Asia Centrale che favorirono l’introduzione e l’assimilazione di elementi alieni all’interno della cultura cinese, contribuendo allo sviluppo di quella che ancora oggi è considerata una delle società più aperte e dinamiche della storia.

Tutti questi fattori ebbero risvolti importanti anche sulla posizione delle donne Tang che, nonostante la comune separazione dei sessi50, potevano divorziare su base consensuale o risposarsi. Inoltre, l’odiosa pratica della fasciatura dei piedi, simbolo dell’oppressione

49

Liao Meiyun (1995), 30.

50

All’età di sette anni le bimbe venivano separate dai maschi della famiglia e trasferite negli appartamenti femminili, mentre a dieci anni cominciavano ad essere educate nelle arti domestiche in vista del matrimonio.

femminile che per secoli ha dominato la Cina, non era ancora entrata in vigore. Per tutti questi motivi, le donne di epoca Tang sono generalmente considerate tra le più libere dell’intera storia cinese. Tuttavia, nonostante questo anticonformismo apparente, le donne appartenenti ai ceti medio-alti continuarono a subire i condizionamenti tipici dell’ideologia e dell’etichetta confuciana. Tali condizionamenti si inasprirono a seguito della rivolta di An Lushan (755- 763), quando iniziò a diffondersi una diffidenza per lo straniero e un desiderio di recuperare i valori tradizionali. Nella Cina Tang studiare era una prerogativa maschile che si estendeva solo a quelle che Virginia Woolf, parlando di un altro luogo e un altro tempo, ha definito “daughters of educated men”51. L’istruzione riservata alle fanciulle di buona famiglia, però, in genere si limitava solo alla musica, alla pittura, alla calligrafia ed era incentrata sui concetti di virtù e obbedienza. Tali principi venivano coltivati attraverso lo studio dei classici sulla condotta delle donne quali il Nüjie 女戒 (Precetti per le donne) di Ban Zhao 班昭 (45-117 ca.) e i Nü lunyu 女論語 (Dialoghi per le donne) compilati da Song Ruoxin 宋若莘 (VIII sec.). Secondo i precetti contenuti in detti testi, le donne dei ceti elevati dovevano rispettare i genitori e servire il marito, essere in grado di scrivere e far di conto e, soprattutto, comportarsi in linea con le “tre obbedienze e le quattro virtù” (san cong si de 三從四德), ovvero obbedire al padre, al marito e ai figli maschi e coltivare le quattro virtù della probità, della modestia, della solerzia e dell’uso di un linguaggio appropriato al gentil sesso. In proposito, nello Yili 儀 禮 (“Cerimoniali e Riti”), alla sezione Sangfu 喪服 (“Gramaglie”) si legge:

未嫁從父, 既嫁從夫, 夫死從子。52

Le nubili devono obbedire al padre, le donne sposate al marito e, alla morte di questi, al figlio.

Attraverso questi testi, le fanciulle di buona famiglia avevano accesso alla cultura, ma ad una cultura parziale, mediata, imposta e manipolata, che aveva come unico scopo quello di indottrinare le lettrici nei principi del confucianesimo fissati dal dispotismo maschile della classe dominante. In Cina, come nel resto del mondo, infatti, la donna è sempre stata considerata più legata alla fisicità, ergo alla natura, in virtù della sua funzione di “reproducer of the human race”53, mentre gli uomini sono stati ritenuti gli unici “creatori” della cultura. Non a caso, nella cultura popolare della Cina tradizionale abbondavano le storie usate per spaventare le ragazze con velleità letterarie e tenerle lontano dalla scrittura creativa. Inoltre, 51 Woolf (1938), 84. 52 YL, 22.55. 53

L’ideologia confuciana considerava quello di perpetrare la stirpe, dando alla famiglia un erede maschio, come uno dei principali doveri delle donne. Hou (1986), 180.

l’assurda idea che le donne di talento fossero portatrici di sventure è sopravvissuta fino alla fine delle periodo imperiale54. In un periodo in cui la modalità espressiva per eccellenza era quella poetica55, scrivere – e soprattutto scrivere poesie – era considerato un atto altamente sconveniente per una donna perché la poesia era un’arte riservata esclusivamente agli uomini. Di conseguenza, le signorine perbene dovevano tenersi assolutamente lontane da simili atti creativi, astenendosi dal mostrare il proprio talento (bu yi cai xuan 不 以 才 炫 )56 e dall’esprimere i propri sentimenti (neiyan bu chu 內言不出)57. Le donne che violavano tale confine, violavano contemporaneamente anche l’etica confuciana che regolava il comportamento femminile, e venivano considerate alla stregua di cortigiane:

時人認為[詞曲詩賦]是姬妾、娼優一類女子的事,有身份者學此有違婦道。58

Gli uomini dell’epoca ritenevano che poesie e canzoni fossero una cosa da favorite e concubine, da prostitute e attrici, e le donne d’alto rango che le studiavano violavano l’etica femminile.

Questa concezione probabilmente scaturiva dal legame che tradizionalmente univa musica e poesia alla sfera dell’eros: i movimenti di bocca, gola e diaframma nel canto o nella recitazione dei poemi richiamavano parallelismi con quelli dei genitali femminili nel momento dell’orgasmo59. Canto e poesie rappresentavano, dunque, una seria minaccia alla castità delle donne virtuose e, di riflesso, alimentavano il potenziale erotico delle cortigiane che, al contrario, basavano la propria vita e il proprio successo proprio su queste arti. Le restrizioni imposte dall’etica confuciana, infatti, si applicavano solo alle donne dell’alta società e non alle cortigiane che appartenevano al popolo minuto e, di conseguenza, potevano violare tranquillamente i tabù legati all’arte poetica e canora. Fulcro dell’economia del piacere e irrilevanti dal punto di vista riproduttivo, le cortigiane Tang, diversamente dalle mogli, occupavano lo spazio sensuale ai margini di un sistema di matrimoni combinati basati sugli interessi delle famiglie cosicché, per dirlo con le parole di Martha Feldman, “wives were keepers of lineage and courtesans were keepers of culture”60.

54

Una delle frasi più famose da questo punto di vista è “L’assenza di talento in una donna è virtù” (nüzi wucai bian shi de 女子無才便是德), coniata da Zhang Dai 張岱 (1597-1679).

55

In Cina la poesia è stata da sempre considerata il genere letterario più importante. Il comparatista americano Earl Miner, attuando un confronto tra le poetiche sviluppatesi in Oriente e in Occidente, mostra come il sistema letterario occidentale si sia sviluppato sulla base della poetica aristotelica, assumendo il dramma come genere di riferimento principale. Una situazione del tutto diversa presentano, invece, i sistemi letterari orientali in cui il genere lirico è stato assunto come principale. Miner (1990).

56 Liao Meiyun (1995), 103. 57 Ibid. 58 Ibid., 104. 59 Feldman, Gordon (2006), 10. 60 Ibid., 6.

Data l’enorme importanza all’epoca attribuita alla castità e alle virtù femminili in genere, le donne giocavano un ruolo importante nel preservare e accrescere la fama dei singoli clan. In un simile contesto sociale, tra gli uomini di epoca Tang il desiderio di sposare signorine di buona famiglia (qu gaomen nü 娶高門女) era estremamente diffuso. In particolare, “le donne dei cinque cognomi” (wu xing nü 五姓女) – ovvero quelle che appartenevano ai clan Cui 崔, Lu 盧, Li 李, Zheng 鄭 e Wang 王, considerati all’epoca i più prestigiosi in assoluto – erano particolarmente ricercate. Prendendo in sposa una fanciulla di un ricco e nobile casato, i rampolli dell’epoca avevano la possibilità di preservare, ed eventualmente allargare, il patrimonio della propria famiglia d’origine ma, soprattutto, potevano sperare di trovare nel suocero un importante patrono alla propria carriera politica. Secondo le stime proposte da Liao Meiyun, infatti, una volta superato l’esame da letterato introdotto e la “selezione del Ministero del Personale” (Libu quanxuan 吏部銓選) per l’assegnazione di un ufficio, un funzionario di nono livello impiegava in media 24 anni per raggiungere il terzo livello61. Con un sistema d’avanzamento di carriera così lento e tortuoso è facile comprendere perché, già all’epoca, quello che contava di più fossero le relazioni interpersonali con persone influenti, il cui aiuto poteva permettere di “raggiungere facilmente le nuvole verdi” (pingbu qingyun 平步 青雲), ovvero di far carriera rapidamente. In tal senso, un’occasione preziosa per i giovani letterati era rappresentata dai conviti ufficiali, nel corso dei quali era loro offerta la possibilità di ostentare le proprie capacità e il neo-acquisito status di “letterato introdotto”62 dinanzi ai più importanti personaggi dell’epoca e sperare, così, di trovare un patrono per la propria carriera o una donna blasonata da sposare63. Tuttavia in simili unioni, basate esclusivamente sugli interessi delle parti e condizionate dalle consuetudini imposte dall’alta società dell’epoca, l’amore coniugale era molto raro e non sempre le signorine di buona famiglia erano dotate di una bellezza proporzionata al proprio patrimonio. Durante la dinastia Tang, infatti:

“Romance and marriage were two separate concepts. The families arranged marriages for the most part, and neither husband nor wife had a say in who they were going to spend the rest of their lives with. Solely based on the interests of the families, marriages were like trades and transactions — no love or desire was usually involved. Therefore, people were marrying others that they didn’t

61

Liao Meiyun (1995), 107.

62

A partire dalla metà del VII secolo, una nuova mobilità sociale, unita alla passione per le lettere mostrata dagli imperatori e all’importanza sempre maggiore attribuita al concorso per il reclutamento dei funzionari, resero molto prestigiosa la figura del candidato agli esami imperiali e, in particolare, quella del “letterato introdotto” (jinshi).

63

Nel corso della dinastia Tang, in genere, era il padre a scegliere il marito ideale per le proprie figlie, e i candidati o i vincitori degli esami imperiali erano considerati un ottimo partito.

truly love or even know, making marriages void of romance and passion. Instead, a marriage was an act of duty that one endured for the purposes of gaining advantageous alliances”64.

In un simile contesto sociale, si diffuse ben presto tra i letterati e i funzionari Tang la tendenza a cercare appagamento sensuale tra le dimore delle concubine e delle cortigiane. Inoltre, considerato l’alto valore attribuito alla poesia durante la dinastia Tang, il talento letterario era altamente apprezzato nelle donne e quelle in grado di poetare erano considerate oggetti rari e preziosi. Tuttavia, poiché per i motivi esposti in precedenza alle fanciulle di buona famiglia era imposto di non mostrare mai in pubblico simili abilità, le uniche donne ferrate nell’arte poetica erano le cortigiane che erano, per questo, molto ricercate negli ambienti frequentati dai letterati.

Alimentata da tutti questi fattori, la cultura cortigiana Tang raggiunse livelli di diffusione senza precedenti, in particolare a partire dalla prima metà dell’VIII secolo quando, il mecenatismo e l’alta considerazione accordata alla poesia nella vita pubblica e negli esami imperiali favorirono l’abitudine, dentro e fuori del palazzo, di comporre e recitare poemi durante i banchetti65. La predilezione per i conviti e le feste danzanti mostrata dai primi imperatori Tang e la promozione di simili attività tra i funzionari dell’impero, favorì il proliferare di una classe di cortigiane erudite formata da donne colte, abili nella musica, nella danza e nel comporre versi estemporanei, che venivano convocate tra quelle iscritte nel Registro delle Musicanti (yueji 樂籍)66 come intrattenitrici ai conviti ufficiali o ai famosi “banchetti sul Fiume Tortuoso” (Qujiang yan 曲江宴)67 che scorreva all’interno della capitale.

Inoltre, l’abolizione da parte di Xuanzong 玄宗 (685-762), delle proscrizioni vigenti nei secoli precedenti che limitavano o proibivano ai funzionari di frequentare etère e intrattenitrici di vario rango, diede un’ulteriore spinta alla già fiorente attività delle cortigiane e, in particolar modo, alla diffusione delle jiaji 68.

Ma l’aspetto forse più interessante dello sviluppo delle cortigiane nel corso del periodo Tang è rappresentata dalla diffusione, su larga scala, di cortigiane private che operavano all’interno di postriboli dislocati nei quartieri a luci rosse delle grandi città e, in particolare, di Chang’an. A partire dall’VIII secolo, infatti, tra le centinaia di candidati al concorso imperiale che ogni anno si riversavano nella capitale, si diffuse ben presto la consuetudine di 64 Jen (2009), 88. 65 Peterson (2000), 199-200. 66

Una sorta di albo ufficiale nel quale venivano registrate le cortigiane.

67

Nati all’inizio dell’VIII secolo con lo scopo di consolare i candidati che non avevano superato le prove concorsuali, questi banchetti divennero ben presto un’occasione per celebrarne i vincitori.

68

frequentare i quartieri di piacere in attesa di sostenere le prove. Ciò favorì la proliferazione delle cortigiane anche al di fuori degli ambienti nobiliari: se fino alla fine del VII secolo, infatti, le cortigiane rappresentavano un fenomeno elitario, circoscritto alla corte e a pochi altri ambienti ufficiali, a partire dall’VIII secolo esse si staccarono da simili ambienti per diffondersi anche tra i ceti meno elevati.