• Non ci sono risultati.

A SPETTI LESSICALI E CULTURAL

2. STORIA DEL FENOMENO DALLE ORIGINI AL VII SECOLO

La figura della cortigiana in Cina ha origini molto antiche e affonda le proprie radici in quella della sciamana (nüwu 女巫) del periodo pre-imperiale. In una società come quella Shang 商 (XVI-XI sec. a.C.) in cui il detentore del potere religioso era anche il capo politico dei vari clan, le sciamane godevano di una posizione privilegiata e di profondo rispetto da parte di tutti i membri della comunità. Onnipresenti nelle cerimonie sacrificali, esse avevano il compito di invocare la discesa delle divinità attraverso l’esecuzione di canti e balli che, nel complesso, erano assimilabili a performance di tipo teatrale. Tra i funzionari e gli alti burocrati dell’antichità si diffuse ben presto l’abitudine di frequentare le sciamane anche al di fuori delle cerimonie religiose per godere delle loro esibizioni anche nel privato. Nacque così, tra la fine degli Shang e l’avvento degli Zhou 周 (XI sec.-221 a.C.), la figura della wuchang 巫娼, la “sciamana-prostituta” che, al pari delle ierodule – le schiave dei templi dell’antica Grecia dedite anche alla prostituzione – era molto più carnale e meno mistica rispetto alle sciamane delle origini e, per questo motivo, è generalmente considerata la prima intrattenitrice privata della storia cinese. Fonti risalenti al periodo degli Stati Combattenti, tra cui i Jiuge 九歌 (“Nove Canti”) di Qu Yuan 屈原 (340-278 a.C.), lasciano presupporre, infatti, che le wuchang, oltre ad esibirsi in canti e balli, offrissero anche prestazioni di tipo sessuale e fossero, pertanto, molto simili alle cortigiane delle epoche successive39.

A partire dal periodo delle Primavere e degli Autunni (770-476 a.C.), le wuchang svanirono lentamente, lasciando il posto alle prime cortigiane coartate dallo stato. Il sistema giudiziario vigente all’epoca prevedeva come pena accessoria, infatti, la confisca dei membri

37

Nel computo non sono stati considerati i trafiletti biografici presenti nella raccolta.

38

Ovvero 7 volte nei titoli delle poesie e 75 volte nel corpo delle poesie.

39

di sesso femminile (madri, mogli o figlie)40 presenti all’interno delle famiglie dei criminali condannati. Dopo la confisca, queste donne venivano iscritte nel “Registro Vermiglio” (danshu 丹書), una sorta di albo ufficiale nel quale erano registrate in qualità di “schiave ufficiali” (guanbi 官婢, guannu 官奴)41. Una volta inserite in tale registro, le schiave migliori venivano confinate negli appartamenti laterali del palazzo imperiale (yeting 掖庭) e destinate all’intrattenimento del sovrano ricoprendo, così, funzioni molto simili a quelle delle “cortigiane ufficiali” (guanji 官 妓 ) delle epoche successive, delle quali possono essere considerate le antenate42.

Al VII secolo a.C. risale anche la nascita del cosiddetto nülü 女閭, il “Vicinato delle donne”, ovvero un quartiere destinato esclusivamente ai bordelli, fondato da Guan Zhong 管 仲 (723-645 a.C. ca.), primo ministro del regno di Qi 齊. L’istituzione del “vicinato” in Cina anticipa solo di pochi anni la nascita dei postriboli nell’antica Grecia su iniziativa di Solone (638-558 a.C.) e può essere, pertanto, considerata la prima organizzazione statale per la gestione e il controllo delle cortigianedella storia43. Le fila delle cortigiane che abitavano tale quartiere erano composte in buona parte da schiave ufficiali confiscate a nemici e criminali che, come si può immaginare, in un periodo caratterizzato da profondi disordini politici, erano particolarmente numerose.

Nel corso del V secolo a.C. l’urbanizzazione che ridisegnò il volto delle città cinesi, unita allo sviluppo del commercio, sostenuto dalla diffusione delle prime monete metalliche, e all’abolizione della poligamia che spinse gli uomini a cercare il piacere al fuori dalle mura domestiche, facilitò il proliferare delle cortigiane. Durante il periodo degli Stati Combattenti (475-221 a.C.), infatti, oltre alle schiave di corte, si diffuse un’altra categoria di intrattenitrici di stampo privato, quella delle “musicanti” (nüyue 女 樂 ). Come suggerito dal nome, le musicanti erano ragazze addestrate nel canto e nel ballo che avevano il compito di intrattenere gli ospiti nel corso dei banchetti ufficiali ai quali erano chiamate a partecipare. Diversamente dalle sciamane dei secoli precedenti, che si esibivano su composizioni musicali di natura aulica e religiosa, le musicanti si esibivano sulle nuove melodie di stampo popolare che

40

Le donne non erano le sole ad essere ridotte in schiavitù. Anche gli uomini che si erano macchiati di un crimine venivano confiscati e resi schiavi. Tuttavia, la presenza di una simile pratica suggerisce come, fin dall’antichità, le donne cinesi fossero considerate solo un bene accessorio di proprietà del capofamiglia e non come individui indipendenti dotati di diritti personali. Ibid., 20.

41

Oltre alle donne confiscate ai criminali, entravano a far parte dei ranghi delle guanbi anche le donne fatte prigioniere nel corso di battaglie o ricevute in dono da sovrani stranieri.

42

Tuttavia, il primo esempio del termine guannu associato in maniera diretta alle cortigiane si ritrova nella poesia “Il banchetto delle cortigiane” (Ji xi 妓席) di Li Shangyin 李商隱 (813-858). Bossler (2012), 13.

43

andarono diffondendosi nel corso del V secolo a.C.44. Inoltre, essendo dedite non solo all’intrattenimento artistico, ma anche e soprattutto a quello carnale (mai routi 賣肉體)45, le musicanti ricoprivano un ruolo simile a quello delle moderne prostitute, offrendo favori sessuali al padrone di casa e ai suoi ospiti46.

Tuttavia, nonostante la presenza di queste “cortigiane private” (sichang 私娼), il periodo a cavallo tra gli Stati Combattenti e la fine della dinastia Qin (221-207 a.C.) fu caratterizzato dalla diffusione massiccia delle “cortigiane ufficiali” (guanji). Queste intrattenitrici, oltre che a corte e nelle residenze dei ministri civili, erano spesso in servizio anche presso le guarnigioni militari e, pertanto, possono essere considerate le antenate delle “cortigiane militari” (yingji 營妓) volute dall’imperatore Wu 武帝 (156-87 a.C.) degli Han 漢 nel corso del II sec. a.C. per intrattenere i membri delle milizie47. Organizzate in gruppi detti yuehu 樂 戶 (“famiglia di musici”), le cortigiane militari del periodo Han non si limitavano a soddisfare i bisogni carnali dei soldati. Al contrario, esse avevano anche il compito di intrattenere e motivare i militi esibendosi sulle nuove melodie, spesso tragiche e solenni, della “musica straniera” (huqu 胡曲) giunta dalle tribù settentrionali e alleviare, così, le fatiche della vita al fronte.

Nel corso della dinastia Han (206 a.C.-220), oltre alle cortigiane militari, vi erano anche delle cortigiani civili, ovvero destinate all’intrattenimento degli alti funzionari dello stato. Dette “assistenti” (nü shishi 女侍史), esse ricoprivano funzioni molto simili a quelle delle concubine e fornivano prestazioni sessuali ai burocrati che le ingaggiavano o le accoglievano in pianta stabile nelle proprie residenze48.

Il periodo di disordini che seguì il crollo della dinastia Han vide la diffusione di una nuova classe di etère chiamate jiaji 家妓, “cortigiane della casa”, le quali, al pari delle “assistenti” del periodo Han, abitavano stabilmente gli appartamenti femminili delle residenze degli alti funzionari. All’interno della gerarchia familiare, esse occupavano una posizione a metà tra le serve e le concubine ma, diversamente da queste ultime, non erano solo un oggetto sessuale a disposizione del padrone di casa. Alle cortigiane della casa, infatti, era affidato il delicato compito di intrattenere il proprio signore – e i suoi ospiti – con canti, balli e recitazioni poetiche. All’occorrenza, era richiesto loro anche di accompagnarlo durante i viaggi:

44 Ibid., 30. 45 Liao Meiyun (1995), 21. 46 Van Gulik (1974), 27-28. 47

Di fatto, le cortigiane del VII secolo a.C. che vivevano nel “vicinato delle donne”, ricoprivano già funzioni simili.

48

Come per le epoche precedenti, anche durante la dinastia Han, la maggior parte delle cortigiane era formata da donne confiscate ai criminali che venivano coartate e tatuate. Wang Shunu (1934), 40.

魏晉南北朝家妓的主要任務是滿足主人聲色之欲,成為主人招待賓客,炫耀富貴的工具。49

Compito principale delle cortigiane della casa delle dinastie Wei, Jin e delle dinastie del Nord e del Sud era quello di soddisfare l’appetito sensuale e musicale del padrone, divenendo nelle sue mani uno strumento per intrattenere gli ospiti e ostentare il proprio status e la propria ricchezza.

Durante il periodo delle Dinastie del Nord e del Sud (420-581) la diffusione su larga scala delle jiaji, considerate delle vere e proprie insegne di rango, fu probabilmente alimentato dall’edonismo e dall’ossessione per l’ostentazione del lusso che si diffusero in questo periodo come conseguenza diretta dell’instabilità politica e dell’incertezza economica generate dalla frattura dell’unità imperiale. In un’epoca in cui si dava un’estrema importanza al divertimento, era consuetudine per notabili e letterati indugiare nei piaceri sensuali e nelle feste danzanti e tale consuetudine fu mantenuta anche dopo l’avvento della dinastia Sui (581-618) e la riunificazione dell’impero. In questi raduni erano sempre presenti delle cortigiane, il cui compito era intrattenere gli ospiti con giochi, recitazioni poetiche, canti, balli e suonando strumenti musicali a corda e a fiato. Data la natura degli eventi ai quali erano chiamate a partecipare, tali cortigiane venivano chiamate anche yanji 宴妓, “cortigiane da banchetto”.

3. LE DONNE TANG, LE LETTERE E I LETTERATI

Con l’avvento della dinastia Tang nel VII secolo, la Cina fu interessata da importanti cambiamenti storici e sociali. La riunificazione dell’impero da parte dei Sui, realizzata dopo un lungo periodo di divisione, generò sicurezza e stabilità politica che ebbero riflessi positivi sull’urbanizzazione, sull’economia e sullo sviluppo del commercio. Inoltre, il cosmopolitismo, una fitta rete di relazioni politiche internazionali e un interesse spasmodico per l’esotico, fecero confluire all’interno dei confini dell’impero alimenti, merci, missionari e viaggiatori provenienti dall’Asia Centrale che favorirono l’introduzione e l’assimilazione di elementi alieni all’interno della cultura cinese, contribuendo allo sviluppo di quella che ancora oggi è considerata una delle società più aperte e dinamiche della storia.

Tutti questi fattori ebbero risvolti importanti anche sulla posizione delle donne Tang che, nonostante la comune separazione dei sessi50, potevano divorziare su base consensuale o risposarsi. Inoltre, l’odiosa pratica della fasciatura dei piedi, simbolo dell’oppressione

49

Liao Meiyun (1995), 30.

50

All’età di sette anni le bimbe venivano separate dai maschi della famiglia e trasferite negli appartamenti femminili, mentre a dieci anni cominciavano ad essere educate nelle arti domestiche in vista del matrimonio.