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Due procedimenti sommari a confronto: il procedimento

4. La cognizione del giudice nel procedimento sommario d

5.2 Due procedimenti sommari a confronto: il procedimento

ss. c.p.c. e il référé provision francese.

Dopo aver completato la trattazione dell’attuale disciplina del nostro procedimento sommario, sembra interessante fare un confronto tra il nostro procedimento sommario di cognizione di cui agli artt. 702 bis e ss. c.p.c. e il référé provision francese, quale procedimento instaurato per la risoluzione celere delle controversie.

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RT. 4, comma I, d.lgs.150/2011 “Quando una controversia viene promossa in

forme diverse da quelle previste dal presente decreto, il giudice dispone il mutamento del rito con ordinanza.”

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Visto lo stesso obiettivo che accomuna i due procedimenti, bisogna ora capire se anche la procedura e i presupposti coincidono.

Come è stato già affermato precedentemente216, già la Francia di Luigi XIV aveva sentito l’esigenza di affiancare al procedimento ordinario uno strumento di risoluzione celere della controversia che fosse libero da rigidi formalismi tipici del processo ordinario.

Successivamente, tale esigenza è stata sentita anche in seguito nei primi anni dell’800, periodo durante il quale veniva approvato il Codice Napoleonico.

Infatti, mentre inizialmente, la disciplina del référé provision era soltanto di carattere giurisprudenziale, solo successivamente viene recepito proprio dal Code Napoléon nel 1806 con un ambito di applicazione limitato soltanto ai casi di particolare urgenza.

Ma soltanto nel 1973, viene disposta dal legislatore un’estensione degli ambiti di applicazione del référé provision, non più riservato ai soli casi di urgenza, ma utilizzabile in tutti i casi in cui si richieda l’emanazione di un provvedimento di condanna all’adempimento di obbligazioni (aventi ad oggetto il pagamento di una somma di denaro, un obbligo di fare o di dare).

In particolare, similarmente al nostro procedimento sommario di cognizione, è possibile ricorrere al suddetto strumento in presenza di una causa semplice. Sono quindi escluse le ipotesi in cui il giudice si trovi a dover risolvere una “contestazione seria”217.

È affidato al giudice il compito discrezionale di decidere, specificando i motivi posti alla base della decisione, se la causa in questione possa essere risolta attraverso l’applicazione delle norme previste in materia di référé provision.

Pertanto, in presenza di una contestazione non di pronta soluzione, il giudice del référé provision deve rimettere la decisione della controversia di fronte ad un altro giudice, che tratterà la causa seconda

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Si veda il cap. 2 par. 2.

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le forme del processo ordinario. Contestualmente alla rimessione in favore del giudice ordinario, è riconosciuta al giudice del référé provision il potere emanare delle disposizioni per fronteggiare delle situazioni particolari di urgenza, misura simile al provvedimento cautelare.

La decisione di trattare una causa secondo le modalità previste dal référé provision spetta al presidente del Tribunale, al quale è anche riconosciuta la possibilità di delegare le sue funzioni a magistrati con una certa esperienza nel settore.

In ogni caso, il giudice del référé provision ha la possibilità di rimettere la decisione al collegio, se ritiene che quella causa debba essere decisa dal collegio, mantenendo comunque le forme tipiche del référé provision.

La richiesta di instaurazione del référé provision può essere effettuata anche durante un giudizio pendente e, in questo caso, va fatta al giudice istruttore del processo già instaurato. Tale previsione sembra essere molto simile alla novella n.162/2014, che ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilità di convertire il rito ordinario in procedimento sommario di cognizione di cui all’art. 702 bis e ss. c.p.c. Per quanto riguarda il procedimento, il référé provision prevede uno svolgimento celere del processo che comunque tenga conto del necessario rispetto del contraddittorio e dei termini di difesa delle parti.

In materia di istruttoria, il giudice del référé provision può avvalersi di ogni mezzo di prova, sono dunque ammesse sia le prove precostituite che le costituende, anche se spesso il référé provision fa seguito ad un référé probatoire, con cui l’attore si procura anticipatamente la prova dei fatti costitutivi del diritto oggetto del giudizio218.

Il provvedimento conclusivo del référé provision è un’ordinanza emessa dal giudice, con una cognizione sommaria, in seguito ad una

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discussione orale. Ha una natura provvisoria tale da non pregiudicare la decisione a cognizione piena del giudice, anche se in molti casi di fatto la lite si conclude con l’emanazione dell’ordinanza in sede di référé provision, che così acquisisce quella stabilità che non le compete, ponendo fine alla controversia.

L’ordinanza può avere ad oggetto soltanto una condanna, al quale può essere riconosciuta solo una efficacia esecutiva, e non anche una tutela dichiarativa o costitutiva.

Tenuto conto del carattere provvisorio, l’ordinanza è modificabile in presenza di circostanze nuove, o perché sopravvenute oppure perché ignorate dalle parti prima dell’emanazione dell’ordinanza.

Il provvedimento conclusivo del référé provision si differenzia notevolmente dall’ordinanza emessa all’esito del provvedimento sommario di cognizione.

Infatti, a differenza del suddetto procedimento, l’ordinanza conclusiva del référé provision non sembra essere idonea a garantire alcuna stabilità.

A tal proposito, la dottrina219 evidenzia che la prassi dei Tribunali francesi sia rivolta alla garanzia di una tutela che anticipa la condanna esecutiva (prevedendo come presupposto soltanto che la contestazione, oggetto di causa, sia di semplice risoluzione) in alternativa alla giurisdizione di merito a cognizione piena.

Infatti, il référé provision è caratterizzato da elementi diversi rispetto a quelli che caratterizzano il processo a cognizione piena, costituendo due giurisdizioni separate, quella sommaria e quella ordinaria, con forme e rimedi differenti.

Sono previsti dei mezzi di impugnazione da esperire contro tale ordinanza.

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La Corte d’Appello decide in composizione collegiale e può ammettere nuovi mezzi di difesa e nuove prove, giungendo ad una decisione che mantiene sempre un carattere provvisorio.

La Corte di Cassazione è tenuta a valutare l’idoneità della causa ad essere trattata con il référé provision, verificando le motivazioni indicate nella decisione del giudice di proseguire o meno con il référé provision.

Se la decisione non appare ben motivata, la Corte di Cassazione dispone l’annullamento del provvedimento per difetto di motivazione. Un aspetto alquanto particolare della disciplina del référé provision è la previsione di un istituto individuato con il termine “passarelle”. Consiste nell’autorizzazione, rilasciata dal giudice del référé provision di instaurare un giudizio che, in via eccezionale, prevede forme semplificate ma con una cognizione piena.

Si tratta di un istituto che può essere utilizzato in presenza di specifici motivi di urgenza indicati dall’attore. Il carattere eccezionale di questo strumento richiede una valutazione rigida da parte del giudice, il quale potrebbe anche decidere di “tornare” alla procedura ordinaria.

Il fatto che il legislatore francese abbia riservato al référé provision una disciplina alquanto dettagliata e precisa, evidenzia il fine di voler prevenire ed evitare ogni tipo di abuso del potere da parte dei giudici di questo strumento220.

A tal proposito, essendo un rimedio acceleratorio per la risoluzione delle controversie, sono previsti una serie di contrappesi, in modo tale da evitare un uso improprio del référé provision:

1. Sono previsti dei mezzi di impugnazione, e oltretutto dei mezzi specifici (Corte di Cassazione) per la valutazione della sussistenza dei presupposti per l’instaurazione di tale giudizio;

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2. Sia gli avvocati che assistono le parti, sia i giudici sono degli esperti in materia. Quindi viene richiesta una certa esperienza per lo svolgimento di tale procedimento;

3. Altro aspetto è la necessità che il giudice del référé provision sia diverso dal giudice che giudica a cognizione piena, attuando il principio di terzietà del giudice;

4. L’ordinanza è provvisoria, esecutiva, ma non può pregiudicare la decisione del merito. Quindi, a differenza dell’Italia, il provvedimento non potrà mai avere efficacia di giudicato.

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6. Utilità del procedimento sommario di