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combustibile; Introducendo ˙Q00

wcome potenza persa per il rareddamento dell'agente

estinguente, possiamo scrivere l'equazione di conservazione dell'energia della amma: [(fr+ fc) · ∆Hc− Lv] ˙m00burn+ ˙Q 00 E− ˙Q 00 L− ˙Q 00 w= S (1.7)

con f frazione dell'entalpia di combustione (∆Hc) trasferita convettivamente (pedice

c) o radiativamente (pedice r), Lv calore latente di evaporazione del liquido mentre

con ˙Q si identicano le potenze scambiate all'esterno (pedice E) e perse (pedice L). Per S = 0 la combustione è stabile, ma se diventa negativa, la supercie del combu- stibile si raredderà ulteriormente e la amma non persisterà. Le amme diusive possono essere estinte anche per il meccanismo di blowout, che coinvolge la distor- sione della zona di reazione all'interno della amma riducendone lo spessore; perciò i vapori di combustibile hanno un intervallo di tempo disponibile breve per reagire. Se la zona di reazione è troppo sottile, la combustione sarà incompleta e la amma si raredderà, no ad un livello per cui non potrà più sostenersi (Tf < 1600K).

Questo può essere interpretato attraverso un gruppo adimensionale conosciuto come il numero di Damkholer D:

D = τr τch

, (1.8)

dove τr è il tempo di residenza riferito al periodo di tempo in cui i vapori di combu-

stibile restano nella zona di reazione, e τch è il tempo di reazione chimico (eettiva

durata della reazione alla temperatura di amma). Si può identicare un valore di D critico, al di sotto del quale la amma si estinguerà. Il tempo di residenza dipende dalla uidodinamica della amma, ma come il tempo di reazione, è inversamente proporzionale alla velocità di reazione della amma, e possiamo scrivere:

D ∝ τre

−EA

RTF (1.9)

Lo spegnimento avviene se un usso di aria prodotto riduce τr e Tf, e quindi D al

di sotto del valore critico [6].

1.3 Eetti dell'incendio sui materiali e sulle strutture

Lo studio degli eetti degli incendi sui materiali è di prioritaria importanza nell'am- bito della sicurezza: l'incendio aggredisce le strutture riscaldandone gli elementi, provocando dilatazioni, rottura, fusione e degrado dei materiali di cui esse sono composte. La conoscenza del comportamento dei materiali sottoposti all'azione del fuoco, con maggiore attenzione a quelli da costruzione, permette di arontare la progettazione strutturale nella maniera più opportuna, garantendo un margine di sicurezza alla resistenza delle strutture, tale da consentire, in caso d'incendio, l'in- columità degli occupanti. La resistenza al fuoco è la capacità di un elemento da costruzione (componente o struttura) di conservare, per un determinato periodo di tempo di esposizione a un focolaio di determinata potenza e congurazione, le sue caratteristiche di:

ˆ R: stabilità: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco;

ˆ E: tenuta: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare ne produrre (se sottoposto all'azione del fuoco su un lato) amme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco;

ˆ I: isolamento termico: attitudine di un elemento da costruzione a contenere, entro un dato limite, la trasmissione del calore, ossia capacità dell'elemento di mantenere le temperature del lato non esposto all'incendio a valori non pericolosi.

In base ai requisiti posseduti dagli elementi strutturali, in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, la resistenza al fuoco è contraddistinta con un numero che quantica il tempo massimo di esposizione al fuoco (incendio di caratteristiche tipiche), in minuti primi, durante il quale si mantengono uno o più caratteristiche R, E o I. La reazione al fuoco caratterizza l'eventuale ignizione e il conseguente sviluppo della combustione del materiale stesso e per la sua valutazio- ne sono presi in considerazione come parametri la combustibilità del materiale, la propagazione della amma, la persistenza della combustione, il gocciolamento del materiale fuso. La selezione dei materiali e la rinitura della costruzione giocano un ruolo importante nella sicurezza durante gli incendi, nalizzata all'evitare il col- lasso della struttura (valutazione della capacità portante) ed evitare l'ignizione e la diusione delle amme negli spazi adiacenti.

Gli approcci utilizzati per la scelta dei materiali da costruzione sono essenzial- mente di tre tipi:

ˆ Test standardizzati di resistenza al fuoco in accordo con le leggi relative alle strutture.

ˆ Calcoli analitici per determinare la resistenza all'esposizione di un incendio standard, come alternativa ai test di laboratorio.

ˆ Metodi di progettazione strutturale analitica nalizzata all'antincendio, basata su incendi ed esposizioni reali.

L'approccio prescrittivo non è però suciente ad assicurare il raggiungimento del risultato per quanto riguarda il comportamento delle barriere o delle strutture.

Le strutture in calcestruzzo hanno la reputazione di aver un buon comporta- mento al fuoco in quanto il calcestruzzo non è combustibile e ha bassa conduttività termica. Da un punto di vista meccanico resta in posizione proteggendo l'acciaio di rinforzo e mantenendo l'interno a bassa temperatura in modo di mantenere i carichi applicati. I metodi analitici utilizzati per prevedere la resistenza al fuoco delle strut- ture possono essere suddivisi in due categorie in base all'esposizione standard o non standard. Per i casi di incendi standard, vengono utilizzati dei metodi empirici ba- sati su correlazioni e dimensioni minime per determinare la resistenza al fuoco. Per esposizioni non standard, l'analisi richiede anche un approfondimento sullo scambio termico e sulla struttura. I calcoli sullo scambio termico vengono utilizzati per valu- tare la temperatura della supercie non esposta e la distribuzione della temperatura attraverso la struttura. L'analisi dell'integrità strutturale applica la teoria della sta- bilità utilizzata per progettare delle pareti in calcestruzzo rinforzato e la riduzione della forza della parete e dell'acciaio, dovuta alle elevate temperature, viene tenuta

1.3 Eetti dell'incendio sui materiali e sulle strutture 33 in considerazione utilizzando risultati sperimentali per le azioni di compressione e di trazione. La forza dell'armatura cambia signicativamente ad elevate temperature e deve essere tenuta in considerazione nei calcoli strutturali. In g. 1.6 si osserva la relazione tra resistenza e temperatura per acciaio rullato a caldo (hot-rolled, usato per rinforzare le gettate, sottoposto a compressione), tralato a freddo (cold-drawn, per il calcestruzzo precompresso, sottoposto a trazione) e leghe di acciaio ad alta resistenza (high-strength alloy steels, per il calcestruzzo precompresso, sottoposto a trazione). Anche la resistenza del calcestruzzo diminuisce ad elevate temperature (g. 1.7). La forza di compressione non è esclusivamente funzione della temperatura, ma anche del carico applicato. I moduli di elasticità dell'acciaio e del calcestruz- zo diminuiscono all'aumentare della temperatura, portando ad una riduzione delle tensioni termiche nelle pareti dovute all'incendio (g. 1.8).

Figura 1.6: Relazione resistenza-temperatura per acciaio rullato a caldo, tralato a freddo e leghe di acciaio ad alta resistenza [24].

Figura 1.7: Relazione resistenza-temperatura per carbonati, silicio, e sabbia [24].

(a) Acciaio rullato a caldo [24] (b) Carbonati, silicio, e sabbia leggera [24]

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