1.5 Analisi e controllo del rischio di incendio
2.1.2 Sistemi antincendio ad acqua e a gas
Sistemi ad acqua
I sistemi ad acqua aancano all'azione di controllo della velocità di reazione della combustione, un'azione di rareddamento generale dell'ambiente, anche in zone non
2.1.2 Sistemi antincendio ad acqua e a gas 49 prossime alla reazione e, a volte, un'azione di abbattimento dei prodotti della com- bustione presenti in aria. Questi sistemi sono numerosi e presentano congurazioni molto diverse. Il motivo principale per il quale si è sviluppata questa diversità risie- de nella variazione dell'ecacia del controllo della combustione al variare del tipo di erogazione, della logica di attivazione e dello scenario d'incendio. Questi sistemi si distinguono, in base alle loro diverse caratteristiche, in:
sistemi a getto; aventi come apparecchiature per l'erogazione gli idranti e i na- spi, questi ultimi sono i componenti che erogano l'acqua, solitamente, in forma di getto continuo, più raramente in forma di getto frazionato. Sono costituiti, solitamente, da impianti oppure, in qualche caso, da unità montate su mezzi mobili (autopompe). Hanno logica di attivazione manuale e prettamente loca- le, che prevede l'utilizzo, da parte degli operatori, di un idrante o naspo alla volta.
sistemi a pioggia; dotati degli erogatori di tipo sprinkler, sono impianti con logica di attivazione automatica e locale (attivazione di un erogatore alla volta da parte del componente di rivelazione d'incendio contenuto al suo interno). sistemi a diluvio; dotati di erogatori diversi da quelli di tipo sprinkler, costituiti
solo da un ugello e da un diusore mentre l'attivazione dell'erogazione avviene per gruppi tramite rivelatori posizionati all'esterno degli erogatori. Sono im- pianti con logica di attivazione automatica a zone (attivazione contemporanea di tutti gli erogatori della zona considerata).
sistemi a muro, lama d'acqua; con una particolare congurazione, sono impie- gati per creare dei volumi ttamente occupati dall'acqua, solitamente erogata in gocce e più raramente in forma di lame continue, allo scopo di separare le zone sede dell'incendio da quelle non interessate dall'evento, in modo da im- pedire la propagazione dell'incendio e dei fumi e da mantenere le temperature opportunamente basse nelle zone protette.
sistemi water mist; sono simili ai sistemi a piogga, ma sono caratterizzati da dimensioni delle gocce erogate notevolmente inferiori e velocità di immissione delle stesse nell'ambiente superiori.
La normativa vigente stabilisce precise denizioni per i componenti dei sistemi descritti:
idrante antincendio: attacco unicato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato ad una rete di alimentazione idrica;
naspo: apparecchiatura antincendio, permanentemente collegata ad una rete di alimentazione idrica, costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una estremità con una lancia erogatrice; lancia erogatrice: dispositivo provvisto di un bocchello di sezione unicata e
di un attacco unicato, di collegamento alla tubazione, dotato di valvola che permette di regolare e dirigere il getto d'acqua;
tubazione essibile: tubo la cui sezione diventa circolare quando viene messo in pressione e che è appiattito in condizioni di riposo;
tubazione semirigida: tubo la cui sezione resta sensibilmente circolare anche se non in pressione;
erogatore sprinkler: componente degli impianti automatici a pioggia costituito da un ugello, da un elemento termosensibile e da un diusore;
elemento termosensibile: componente di un erogatore sprinkler che si rompe o fonde ad una temperatura prestabilita provocando l'apertura dell'erogatore stesso e, conseguentemente, l'inizio dell'erogazione dell'agente estinguente. Grazie al costo complessivo generalmente basso e alla loro elevata ecacia in molti scenari d'incendio, i sistemi ad acqua sono i più diusi tra i vari sistemi di protezione attiva di controllo, di soppressione e di estinzione della combustione. Il Decreto Ministeriale 11 Gennaio 1988 [28] impone l'installazione di idranti in galleria ad una distanza non inferiore a 40 metri l'uno dall'altro, mentre non prescrive impianti di spegnimento automatici.
Sistemi a gas
Per i sistemi a gas è fondamentale garantire quella che viene denita concentra- zione di progetto, cioè quella concentrazione della sostanza estinguente, compreso un opportuno fattore di sicurezza, necessaria per spegnere l'incendio considerato. Per raggiungere questo valore di concentrazione nell'ambiente è necessario erogare una suciente quantità di agente estinguente, misurata in massa o in volume, de- nominata quantità di saturazione. A causa di questo tipo di funzionamento spesso questi sistemi vengono anche denominati a saturazione totale. La concentrazione di progetto dipende da vari fattori tra i quali il tipo di combustibile presente e viene determinata per mezzo di prove opportune, standardizzate dalle normative. Anchè l'ecacia di azione di questi sistemi risulti elevata, occorre che l'erogazione avvenga in un ambiente chiuso al transito di massa, altrimenti la fuoriuscita dell'agente gas- soso e l'entrata dell'aria dall'esterno ne ridurrebbero nettamente le prestazioni. Per avere una elevata probabilità di estinguere la combustione occorre che sia prodot- ta un'erogazione suciente a creare nell'ambiente considerato una concentrazione maggiore od uguale a quella di progetto la quale, per garantire che l'incendio non si sviluppi nuovamente, va mantenuta per il tempo necessario. Una precauzione fondamentale da attuare, a causa del rareddamento dell'ambiente e della nocività di alcune sostanze gassose, è l'esodo delle persone presenti prima dell'attivazione dell'erogazione. A questo proposito devono essere quanticate, per le varie sostan- ze, la concentrazione minima alla quale siano stati osservati eetti nocivi sull'uomo e la concentrazione massima alla quale non siano stati osservati eetti nocivi. Il dimensionamento deve essere eseguito in funzione della valutazione di rischio pre- ventivamente eettuata e, in questo caso, deve essere nalizzato principalmente alla determinazione della minima quantità da erogare nel volume protetto, durante l'in- tervallo di tempo di scarica, per raggiungere la concentrazione di progetto, ovvero la quantità di saturazione. Il calcolo di questo valore viene eettuato principalmente in funzione, oltre che della concentrazione di progetto, del valore del volume protetto
2.2 Sistemi di protezione passiva 51