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edificio per abitazioni e negozi (1953) via Lungo le Mura di Santa Rosa,

di centimetri, a circa un metro da terra: un garbato e misurato omaggio alla storia.

Se il robusto basamento, sebbene ritmato dalle ampie aperture che lo trasformano quasi in un porticato, scan- dito dai massicci pilastri in pietra, e le severe torri laterali sono figurativamente legati al passato e in diretto dialo- go con le mura e la vicina Porta di San Frediano, il corpo centrale aggettante, con la sua matrice geometrica ra- zionalista, si combina invece con elementi di moderna contemporaneità, quali le logge in profondità che si al- ternano ai pieni – al secondo e al terzo piano – creando un gioco di volumi e di luci e ombre, e la soluzioni del- la cartella arretrata vetrata che incide orizzontalmente ogni modulo della griglia strutturale, eredità delle teorie e delle opere di Frank Lloyd Wright esposte, presso Pa- lazzo Strozzi, nella mostra del 1951 a lui dedicata, e all’al- lestimento della quale lo stesso Gizdulich prende parte. La grande finestra allungata, ospitata nella cartella, e sovrastante la porta-finestra grazie alla quale si accede ai terrazzini frontali, segna i prospetti interni di tutti gli ambienti principali – tutti i locali di servizio e i corridoi di distribuzione si affacciano invece sulla corte interna – e diventa, con la sua mensola inferiore, un elemen- to ordinatore e di definizione dello spazio interno. La mensola infatti, assumendo diverse configurazioni, di- venta architrave delle porte e delle vetrate che dividono i diversi locali, elemento di chiusura e di misura per le zone controsoffittate, elemento strutturale portante di librerie ricavate scavando le pareti divisorie, occasione di appoggio di elementi decorativi, linea di separazio- ne per possibili diversi trattamenti materici e cromatici delle pareti e del soffitto.

Ogni piano ospita tre appartamenti – ad eccezione dell’attico, diviso invece in due appartamenti, quasi per- fettamente speculari – con metrature e soluzioni plani-

metricamente diverse – sebbene corrispondenti a una comune qualità compositiva che caratterizza l’intero in- tervento – distribuiti da un generoso vano scala centrale. L’intero fabbricato è testimonianza di un professioni- smo colto, attento nei confronti delle capacità espres- sive della materia, scrupoloso nella definizione del det- taglio, capace di concentrarsi sugli elementi costitutivi della tradizione e in grado di generarne una sintesi moderna, espressione linguistica e simbolica della co- eva contemporaneità, con chiarezza programmatica e compositiva, senza cadere nel facile inganno del revival o del contestualismo mimetico. Come riassume acu- tamente, infatti, Grazia Gobbi Sica: «e’ evidente nella soluzione complessiva la volontà di affrontare una delle tipiche tematiche degli anni ’50 e cioè la composizione dei principi dell’architettura moderna con la presenza storico-ambientale del luogo. In questo senso l’edificio di Gizdulich dà una risposta duttile e sicura, che costitu- irà purtroppo il prototipo, nella città, di una serie di vol- gari imitazioni degli anni immediatamente successivi»1. note

1 Grazia Gobbi Sica, Itinerari di Firenze Moderna, Alinea, Firenze,

1987, p. 96

Bibliografia

_ Casa in S. Frediano a Firenze

in “Metron”, n. 52, 1954, pp. 16-20 G. Klaus Koenig Architettura in Toscana, 1931-1968

ERI Edizioni Rai, Torino, 1968, pp. 83-84 G. Gobbi Sica Itinerari di Firenze Moderna

Alinea, Firenze, 1987, p. 96

1 Scorcio del fronte su via Lungo le Mura di Santa Rosa

2 Pianta piano attico

4 Sezione trasversale 3 Pianta piano tipo

LEGENDA 1 ingresso 2 soggiorno 3 cucina 4 camera 5 bagno 6 terrazza LEGENDA 1 ingresso 2 soggiorno 3 cucina 4 camera 5 bagno 6 terrazza 4 4 4 5 3 2 3 2 1 1 4 4 5 1 2 2 3 4 4 5 4 4 6 5 2 6 3 1 3 1 2 4 4 5 6 6

10 Interno di un appartamento 9 Interno di un appartamento

11 Interno di un appartamento 7 Veduta del fronte su piazza di Verzaia 8 Scorcio del fronte sulla corte interna

6 Le prime fasi del cantiere 5 Il cantiere della sopraelevazione

Referenze iconografiche

Le fotografie (p. 172 e 1, 12, pp. 174, 179) e i relativi diritti, sono di proprietà della dott.ssa Corinna Del Bianco.

I disegni e le foto d’epoca (2, 4, 8, 11, pp. 175-177) sono tratti da:

Casa in S. Frediano a Firenze, in “Metron”, n. 52, 1954, pp. 16-20.

La riproduzione delle foto d’epoca (5-7, 9, 10 p. 176-177) è stata gen- tilmente concessa dall’arch. Franco Gizdulich che ne detiene la pro- prietà.

Parte di una lottizzazione più ampia – che prevede un vasto giardino e un secondo edificio disposto perpendi- colarmente alla strada, a sfondo del primo, e a chiusura del lotto – l’intervento occupa, per intero, l’angolo tra viale Mazzini e via Guerrazzi e sorge sulle spoglie della villa Ventilari di Giovanni Michelazzi (1905) – un villino liberty, con qualche leggibile concessione neorinasci- mentale, opera, non matura come i futuri capolavori quali il Villino Broggi-Caraceni (1910-11) o la Casa-gal- leria Vichima (1911), ma, tuttavia, di notevole pregio – demolita per permettere, come da previsione di piano, la saturazione del tessuto diffuso e frammentato dei villini isolati, e la creazione di nuovi quartieri residen- ziali a maggiore densità, volumetrica e di popolazione. L’edificio è organizzato planimetricamente su di un im- pianto a ferro di cavallo e ha due ingressi indipendenti, collocati nei due bracci paralleli, che si affacciano ri- spettivamente su viale Mazzini e sul giardino che si vie- ne a creare su via Guerrazzi. Se i fronti interni, derivati dalla configurazione ad U, sono piuttosto regolari – ad eccezione di una rastremazione intermedia per garanti- re la distanza minima consentita per gli affacci contrap- posti – e trattati in modo piuttosto semplice e scarno, quelli esterni sono, al contrario, dominati da una forte articolazione in alzato – su tutti i lati – e in pianta – sul prospetto principale su viale Mazzini, leggermente ar- retrato rispetto al filo stradale. I prospetti sono infatti immaginati come un fronte articolato, generato dall’ac- costamento orizzontale di volumi con larghezze ridotte, caratterizzati da diverse finiture esterne, in pietra o in- tonaco, da colori diversi, oppure dalla presenza di uno sporto o di una declinazione alternativa delle aperture o del loro ritmo, in una frammentazione caratteristi- ca dell’aggregazione spontanea delle compatte case a schiera gotiche che seguivano, indipendentemente da