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Effetti della corruzione: costi diretti ed indiretti del fenomeno

1. La “corruzione”: lineamenti introduttivi

1.7. Effetti della corruzione: costi diretti ed indiretti del fenomeno

Quello che invece è facilmente dimostrabile sono gli effetti negativi che la corruzione ha sul nostro Paese. La diffusione della corruzione comporta, infatti, sia costi economici diretti che costi indiretti: ritardi nella definizione di pratiche amministrative; cattivo funzionamento degli apparati pubblici; inutilità od incompletezza di grandi opere pubbliche.

72 Per approfondire sugli indicatori oggettivi si veda N. Fiorino – E. Galli, La corruzione in

Italia; AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE E PER LA VALUTAZIONE E LA

TRASPARENZA DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (A.N.AC.), Corruzione sommersa e

1. La “corruzione”: lineamenti introduttivi

Secondo una recente indagine di Unimpresa,73 pubblicata il 12 maggio del

2014, il fenomeno della corruzione in Italia diminuisce gli investimenti esteri del 16% e fa aumentare del 20% il costo complessivo degli appalti. Tra il 2001 e il 2011, inoltre, la corruzione ci ha “mangiato” 10 miliardi di euro l’anno di prodotto interno lordo per un totale di 100 miliardi di euro in dieci anni,74 il che si

traduce in un onere sui bilanci pubblici “nella misura prossima a 50/60 miliardi

di euro l’anno, costituenti una vera e propria tassa immorale ed occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini”.75 Le aziende che operano in un

contesto corrotto, poi, crescono in media dal 25%, per le grandi imprese, al 40%, per quelle piccole e medie, in meno rispetto alle concorrenti che operano in un’area di legalità.76 Questo studio di Unimpresa è partito dal presupposto che nel

mondo ogni anno si pagano più di 1.000 miliardi di dollari di tangenti,77

mandando così in fumo circa il 3% del PIL mondiale, mentre il costo della corruzione nella sola U.E. raggiunge i 120 miliardi di euro l’anno, pari circa all’1% del PIL dell’Unione stessa.78

Il calo del PIL è dovuto soprattutto alla percezione della corruzione presente nel Paese. Secondo una recente analisi internazionale, infatti, il

73 UNIMPRESA (Unione nazionale di Imprese) è un’organizzazione nazionale, nata nel 2003,

che costituisce il sistema di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese così come individuate dalle norme dell’Unione Europea (regolamentazione del 6/5/2003 n. 1422) che operano nei diversi settori dell’attività primaria, secondaria e terziaria esistenti.

74 UNIMPRESA, Expo. Unimpresa, con corruzione in 10 anni -100 miliardi di PIL, 12 maggio

2014, in http://www.unimpresa.it/expo-unimpresa-con-corruzione-in-10anni-100-miliardi-di-pil-in- italia/9241.

75 CORTE DEI CONTI, Giudizio sul rendiconto generale dello Stato 2008, memoria del

Procuratore generale, udienza del 25 giugno 2009, Roma, pag. 237.

76 Seker, M e J. S. Yang, How bribery distorts firm growth: difference by firm attributes, policy

research working paper n° 6046, Banca Mondiale, Washington, 2012.

77 GTZ, Divisione State and Democracy, Costs of corruption: everybody pays - and the more

than others, Eschborn in http://www.gtz.de/de/dokumente/en-gtz-germanuncac-project-cost-of-

corruption.pdf, 2008.

78 COMMISSIONE DELL’UNIONE EUROPEA, Comunicazione della Commissione al

Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale: la lotta contro la corruzione

1. La “corruzione”: lineamenti introduttivi

peggioramento di un punto nell’indice di percezione della corruzione determina una riduzione annua del prodotto interno lordo pari allo 0,39% e del reddito pro capite pari allo 0,41% e riduce la produttività del 4% rispetto al prodotto interno lordo.79 Visto che l’Italia nel decennio 2001-2011 ha visto un crollo del proprio

punteggio nel CPI da 5,5 a 3,9, si può stimare una perdita di ricchezza causata dalla corruzione pari a circa 10 miliardi di euro annui in termini di prodotto interno lordo, circa 170 euro annui di reddito pro capite ed oltre il 6% in termini di produttività.80

Andando ad incidere sul PIL, la corruzione influisce inevitabilmente anche sul mercato del lavoro, essendo uno dei fattori responsabili della disoccupazione. Il sistema corrotto, infatti, va a minare la vita economica sana, facendo così perdere opportunità economiche che corrispondono a nuovi posti di lavoro. Al tempo stesso, anche la scelta del lavoratore non segue il merito e la competenza, quanto la logica corruttiva. Dal punto di vista delle imprese, infine, la prospettiva di poter eludere i controlli con una mazzetta trasforma in una normale strategia d’impresa la non applicazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, moltiplicando così il rischio per gli stessi.81

La corruzione poi, come già riferito, allontana gli investitori stranieri sani che non sono disposti a pagare una tassa occulta sui capitali investiti, attirando solo quelli con minori scrupoli che sono disposti ad impegnare i propri capitali anche in Paesi ad alto rischio di tangenti. In questo modo, dunque, si altera la libera concorrenza e si finisce per concentrare la ricchezza in capo ai soli soggetti che accettano la logica collusiva, creando così una sorta di “darwinismo della corruzione” in virtù del quale i soggetti che non sono disposti o non sono in grado di agire nella illegalità sono destinati ad essere eliminati dal gioco a vantaggio di quelli collusi.82

79 SAET, 2011, pag. 173, in A. Vannucci, La corruzione in Italia: cause dimensione, effetti. 80 I calcoli sono effettuati utilizzando dati ricavati da World Bank, in www.worldbank.org. 81 Cfr. LIBERA ASSOCIAZIONI, NOMI E NUMERI CONTRO LE MAFIE, GRUPPO ABELE

(Promosso da), Riparte il futuro. Costi/effetti della corruzione, in http://archivio.riparteilfuturo.it/wpcontent/uploads/2013/01/Costieffettidellacorruzione_IMP.pdf.

82 A teorizzare il "darwinismo della corruzione" è stato il capo del pool Mani Pulite, Francesco

1. La “corruzione”: lineamenti introduttivi

La corruzione, inoltre, distoglie gli agenti pubblici dal rispetto del vincolo fiduciario che li lega alla collettività. Per questo la realizzazione degli scambi corrotti produce ricadute negative di lungo periodo che si manifestano man mano che le opportunità di arricchirsi con le tangenti spingono gli imprenditori ad investire nella costruzione di reti di contatti e rapporti di favore con i potenti di turno piuttosto che nel miglioramento di tecniche e processi produttivi, rallentando così l’innovazione e la ricerca a vantaggio della corruzione, i burocrati ad appesantire il gravame di procedure bizantine e prassi contorte, ed i politici a dirottare la spesa pubblica verso quei settori ed opere pubbliche che massimizzano le loro aspettative di profitto illecito, provocando così un aumento della spesa pubblica ed una minor resa in termini di risultato finale.

Il differenziale tra prezzo finale di opere pubbliche e forniture ed il loro valore di mercato, “sovrapprezzo della corruzione” che grava sui bilanci dello Stato, non è uniforme e risulta inversamente proporzionale alla qualità dei controlli. In Italia infatti lo spread tra il valore di quello che viene acquistato dallo Stato e prezzo pagato dallo stesso – amplificato dalla corruzione – appare particolarmente ampio, specie in alcuni centri di spesa, per certi tipi di contratti, durante fasi espansive del ciclo economico. Naturalmente tende a ridursi nei periodi di crisi economico-finanziaria, quando i bilanci pubblici sono in sofferenza, e ad aumentare in presenza di processi decisionali ad alto contenuto discrezionale.83 Sotto questo profilo è interessante la comparazione internazionale

sul costo di opere pubbliche aventi caratteristiche simili. Negli anni che precedono le inchieste di Mani Pulite la metropolitana di Milano costa 192 miliardi di lire al chilometro, quella di Amburgo 45; i lavori del passante ferroviario di Milano costa 100 miliardi al chilometro e durano 12 anni, quelli di

Alessandrini, vittima nel 1979 dei terroristi di Prima Linea. Borelli ha elaborato questa teoria riprendendo alcuni concetti di Piercamillo Davigo, il quale ha sempre sostenuto che i magistrati svolgono la funzione, tipica degli animali predatori, di migliorare la specie predata eliminando i corrotti meno furbi e lasciando in vita quelli più abili.

83 A. Vannucci, La corruzione in Italia: cause, dimensioni, effetti, in B. G. Mattarella – M.

1. La “corruzione”: lineamenti introduttivi

Zurigo 50 e durano 7 anni. Nella fase immediatamente successiva a Mani Pulite il prezzo pagato per gli stessi lavori si riduce del 40-50%.84

La corruzione comporta anche dei costi sociali e sistemici per il nostro Paese, i quali non sono misurabili in termini economici ma sono comunque molto rilevanti visto il loro carattere strutturale.

Innanzitutto, la corruzione ingenera nei cittadini un senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei meccanismi di legittimazione democratica e di quelli decisionali delle pubbliche amministrazioni, facendo così venire meno la coesione sociale. Questo da' luogo ad un circolo vizioso, perché la sfiducia è a sua volta causa di diffusione di pratiche corruttive e determina una bassa percezione del disvalore del fenomeno ed una progressiva assuefazione ed accettazione dello stesso.85 La corruzione, dunque, non scava soltanto voragini

nei bilanci pubblici, ma produce anche un deficit di democrazia. Per questo la corruzione che si manifesta nei sistemi democratici è, se possibile, ancora più insidiosa di quella che si realizza in altri regimi, poiché essa si autoalimenta, delegittimando e erodendo dall’interno le istituzioni e scoraggiando la partecipazione sociale.

In secondo luogo, la corruzione altera il principio di uguaglianza, visto che coloro sono disposti ad investire proprie risorse nelle tangenti avranno un peso maggiore nelle scelte pubbliche e potranno contare su una considerazione privilegiata nelle decisioni dei funzionari pubblici, cosa che non avviene per quei cittadini che decidono di rimanere nella legalità. Negli Stati ad alta densità di corruzione non c’è una uguaglianza tra cittadini, poiché in essi regnano l’arbitrio e l’imprevedibilità; non vi sono uguali diritti garantiti dalle regole impersonali dello Stato di diritto, ma solo privilegi e rendite acquistate dai corruttori. Da questo punto di vista, nella società corrotta l’individuo non è cittadino ma suddito, perché la corruzione si fonda sul rapporto disuguale tra patrono e cliente, che nulla ha a che vedere con la dialettica tra autorità e libertà tipica delle società

84 M. Travaglio, Craxi al netto delle tangenti, Micromega online, gennaio, in

http://temi.repubblica.it/micromega-online/travaglio-craxi-al-netto-delle-tangentipassaparola-18-gennaio- 2010, 2010.

85 F. P. Griffi, Gli strumenti di prevenzione nel contrasto alla corruzione, 2014, in

1. La “corruzione”: lineamenti introduttivi

democratiche. Come osservava Ginsborg: “Nelle società corrotte, i valori sociali

che vengono coltivati non sono quelli civili, di cittadinanza e di trasparenza, ma quelli della sottomissione, della riconoscenza, al massimo dello scambio di favori”.86

La corruzione ha poi una serie di effetti negativi sul sistema politico- amministrativo: orienta i procedimenti legislativi ed influisce sulle decisioni pubbliche; distorce la competizione elettorale; espone il politico al ricatto; contraddice il principio di trasparenza, muovendosi nell’ombra in modo impercettibile; peggiora l’efficienza della pubblica amministrazione, privilegiando la incompetenza e la predisposizione alla illegalità a discapito del merito.87

La corruzione, infine, rafforza le mafie ed i rapporti tra queste ultime e le istituzioni. E questo finisce per comportare un aumento degli omicidi, visto che tali organizzazioni non si fanno scrupoli ad eliminare quelle persone che non vogliono scendere a patti con loro.

1.8. Brevi cenni sulla nascita e sull’evoluzione della normativa