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EFFETTI DELLE COMPONENTI DEL CACAO E DEL CIOCCOLATO SULL’UMORE

7.2 Effetto dei Carboidrat

I carboidrati e gli zuccheri semplici contenuti nel cioccolato, presenti in minore quantità nel cacao, stimolano il rilascio di endorfine cerebrali che provocano euforia e attenuano il dolore.

Usando l'imaging cerebrale funzionale, Chambers ed al. (2009) hanno dimostrato che l'esposizione della mucosa orale ad una bevanda contenente glucosio, non ingerita, attiva le regioni cerebrali correlate alla ricompensa, compresa la corteccia cingolata anteriore e il corpo striato, effetto che non si ha con la saccarina. Gli autori hanno suggerito l’esistenza di una classe di recettori anestetici che si attivano in presenza dei carboidrati in maniera indipendente dal loro sapore dolce. Quindi, la rilevazione dei carboidrati da parte di questi recettori nel cavo orale, ancora prima del loro utilizzo nell’organismo può rafforzare le sensazioni positive attribuite al consumo del cioccolato.

 7.3 Effetto delle metilxantine

Smit et al. (2004) sostengono che le metilxantine sono la componente psicoattiva del cioccolato. Essi descrivono due studi in doppio cieco, controllato con placebo per valutare gli effetti sulle prestazioni cognitive e sull’umore, delle conseguenze del consumo del cacao in polvere rispetto alla caffeina e teobromina, somministrate in capsule e in quantità equivalente a quella presente in 50 g di cioccolato fondente. Nel primo studio, i partecipanti hanno ricevuto la polvere di cacao o la caffeina con la teobromina o un placebo. Per ogni somministrazione è stato misurato l’umore utilizzando una scala analogica visiva di 25 elementi con altre misure di umore validate: “nervosismo tensione/disforia” “eccitazione/euforia”, “tono edonico”, “appetito”. Si è evidenziato l’effetto sull’eccitazione euforica e sul tono edonico rispetto al placebo, anche se l’effetto è stato significativo solo dopo l’ingestione della combinazione di teobromina-caffeina. In un secondo studio sono stati somministrati 60 g di cioccolato senza metilxantine, oppure 8 mg di caffeina + 100 mg di teobromina (bassa concentrazione di metilxantine) e 20 g di caffeina + 250 g di teobromina (alta concentrazione di metilxantine). Questi sono in media i valori presenti rispettivamente nel cioccolato bianco, al latte e fondente. L’eccitazione euforica e il tono edonico sembravano, di nuovo, essere migliorati dopo l’ingestione di basse ed alte dosi di metilxantine rispetto al placebo, ma non in modo significativo. Gli autori hanno concluso che non sono le MX, ma probabilmente sono altri i fattori a determinare il desiderio del cioccolato e il cioccolismo.

Mentre le modificazioni comportamentali dovute all’ingestione della caffeina sono state documentate, l’altra principale metilxantina del cacao, la teobromina, è stata meno studiata. Sprügel nel 1977 e Carney nel 1986 sostennero che essa non aveva influenza sul comportamento.

La teobromina è un’antagonista del recettore dell'adenosina che sembra avere uguale affinità per i recettori A1 e A2A, mentre la caffeina mostra un’affinità leggermente più bassa per i recettori A1 (Svenningsson, 1999). La teobromina ha effetto stimolante un quinto rispetto alla caffeina, ma ha più lunga emivita di eliminazione (De la Cruz, 1940).

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Solo pochi studi hanno esaminato gli effetti comportamentali della sola teobromina. In due studi Mumford et al. (1994) osservarono se i partecipanti riuscivano a discriminare tra le sensazioni fisiologiche prodotte dalla teobromina oppure dal placebo (studio 1) e dalla caffeina rispetto al placebo (studio 2). Questo studio è risultato poco attendibile, perché effettuato su un campione di soli sette soggetti. Tuttavia, è emerso che cinque dei sette soggetti sono stati in grado di discriminare tra una dose elevata di teobromina e una dose di caffeina o placebo. Inoltre, la combinazione di caffeina (19 mg) e teobromina (250 mg) in capsule ha migliorato l’umore riportato e accelerato il tempo di reazione rispetto al placebo.

Più di recente, Mitchell et al. (2011) hanno esaminato i potenziali effetti della caffeina e teobromina sia somministrate da sole che in sinergia. Gli autori hanno somministrato capsule di teobromina (700 mg), caffeina (120 mg), una loro combinazione o un placebo (cellulosa microcristallina) a 24 soggetti sani di sesso femminile. Sono stati misurati gli aspetti dell’umore e delle prestazioni psicomotorie dei partecipanti utilizzando la scala analogica visiva Bond-Lader e il Digit Symbol Substitution Test (DSST). È stata anche misurata la pressione sanguigna dopo 1, 2 e 3 ore dalla somministrazione. Rispetto al placebo, la teobromina da sola ha diminuito la calma 3 ore dopo l'ingestione e abbassato la pressione sanguigna dopo 1 h. Per la caffeina è stato riferito un maggiore stato di veglia a tutti i tempi di rilevazione e un miglioramento dell’umore, maggiore dopo 1h e 2h dalla somministrazione. La caffeina è stata associata con l’aumento della pressione sanguigna dopo 1 h. La combinazione della caffeina e teobromina aveva effetti sull'umore simili a quelli della caffeina. Gli autori hanno concluso che la teobromina e la caffeina potrebbero avere differenti effetti sull'umore e sulla pressione sanguigna. È stato provvisoriamente concluso che la caffeina può avere effetti principalmente sul sistema nervoso centrale, mentre la teobromina potrebbe agire principalmente attraverso meccanismi fisiologici periferici. Alcune ricerche hanno esaminato i componenti del cioccolato per discernere eventuali costituenti attivi. Quindi, le prove recensite suggeriscono che le MXs, in particolare la caffeina, possono avere un ruolo nella modificazione dell’umore aumentando la vigilanza, anche se si è notato che la teobromina è anche in grado di conferire effetti negativi sull'umore, come ad esempio la riduzione di calma auto-riferita (Nehlig, 2010).

 7.4 Effetti dei flavanoli del cacao

L’effetto dei flavanoli è stato esaminato da Scholey et al. (2010) in un esperimento randomizzato in doppio cieco. In questo studio 30 adulti sani hanno consumato bevande contenenti 520 mg o 994 mg di flavanoli a distanza di tre giorni l’una dall’altra con un controllo abbinato. Gli esiti sull’umore sono stati valutati utilizzando lo Spielberger State-Trait Anxiety Inventory e una scala di “stanchezza mentale”, che è stata misurata più volte nel corso di 1 h. Incrementi di “stanchezza mentale” autoriferita erano attenuati dai 520 mg di flavanoli. Gli autori hanno affermato che i meccanismi di azione in questo processo potrebbero essere correlati alla potenziale vasoattività dei flavanoli e al miglioramento della funzione endoteliale e del flusso sanguigno.

Uno studio sui topi trattati con epicatechina, alla dose di 500 μg/g, ha mostrato l'angiogenesi pronunciata nell'ippocampo (van Praag et al., 2007). Nel test T- abirinto effettuato su ratti ansiosi la somministrazione a breve termine ha abolito in modo significativo il comportamento di evasione durante il test di prestazione, suggerendo una ridotta paura condizionata. La somministrazione a lungo termine ha migliorato la concentrazione della serotonina nel cervello, un neurotrasmettitore correlato alle emozioni. Le conclusioni indicano che l'assunzione dei composti a breve termine mostra un effetto ansiolitico, mentre l'assunzione a lungo termine influenza il metabolismo delle monoammine cerebrali. Questo risultato suggerisce che i flavonoli hanno impatto sulla amigdala basale, regolando l’ansia e la codifica della valenza affettiva (Morrison e Salzman, 2010) e che l’azione dei flavanoli si può verificare nelle regioni del cervello, al di fuori dell'ippocampo e nella zona subventricolare.

In uno studio su 72 partecipanti sani di età compresa tra 40-65 anni è stata individuata l'azione immediata e di breve durata dei flavanoli del cacao sull'umore (Pase et al., 2013). A tre gruppi separati dei partecipanti sono state somministrate bevande al cioccolato fondente contenenti rispettivamente 500 mg, 250 mg o 0 mg di polifenoli (placebo) una volta al giorno per 30 giorni. Al gruppo base, dopo 1, 2, 3, 4 e 5 ore, è stato valutato l'umore auto-riferito con la Bond-Lader Visual Analogue Scale. Mentre l'umore è rimasto inalterato dopo la somministrazione acuta, nei

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partecipanti trattati ad alte dosi per 30 giorni, si è avuto un miglioramento significativo della calma e dell’umore rispetto al placebo. Questo risultato suggerisce la possibilità che i polifenoli del cacao ad alte dosi, maggiori di quelle comunemente contenute nei prodotti in commercio, possono migliorare i sintomi dell’ansia e della depressione. Altri studi indicano una relazione tra il consumo di cioccolato e i sintomi depressivi (Rose et al., 2010), ma l’incidenza deve essere ancora chiarita.

Gli ultimi sviluppi nelle tecniche di neuroimaging non invasive come la risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI) potrebbero esplorare gli effetti modulatori dei componenti del cibo sull’attività neurale del cervello umano e sul comportamento. Tuttavia solo pochi studi di neuroimaging hanno esaminato le reti neurali attivate selettivamente dai flavanoli del cacao (Valentin et. al, 2007; Stice et al., 2008).

Ibero-Baraibar et al. (2017) in uno studio riportano l’effetto della supplementazione con l’estratto del cacao di una dieta ipocalorica sullo stato psicologico e sull’attività dopaminergica periferica, quella coinvolta nel meccanismo dell’ansia e della depressione, di 22 uomini e 25 donne, tra i 57 e i 65 anni in sovrappeso o obesi. Lo studio in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, è durato quattro settimane. Dopo una settimana i volontari sono stati sottoposti a dieta ipocalorica; la metà dei volontari presi a caso hanno completato il pasto con estratto di cacao contenente 645 mg di polifenoli totali, mentre il resto dei volontari ha ricevuto gli stessi pasti senza l'aggiunta del cacao. Sono stati analizzati i valori plasmatici di monoammine: dopamina, acido diidrossifenilacetico (dopac) e acido omovanillico (HVA), la monoaminossidasi (MAO) e lo stato psicologico (ansia e sintomi depressivi) nei partecipanti a digiuno all’inizio e al termine dello studio. I dati sono stati monitorati nel tempo e sono state condotte analisi di regressione e correlazione per determinare le relazioni tra le variabili. I sintomi depressivi sono diminuiti in entrambi i gruppi dopo l'intervento, ma non l’ansia. L’aumento nel plasma HVA era maggiore nei soggetti che avevano assunto il cacao rispetto al gruppo di controllo, ma la dopamina plasmatica, il DOPAC e le MAO non differivano tra i gruppi. Una correlazione negativa si era osservata tra i sintomi depressivi e la concentrazione di HVA nel plasma.

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Quindi, l'assunzione dell’estratto del cacao da parte dei partecipanti che consumano una dieta ad energia limitata del 15% ha contribuito ad aumentare le concentrazioni di HVA nel plasma. Questo studio suggerisce che il cacao potrebbe influire sui sintomi depressivi.

La depressione è una condizione comune che colpisce una grande percentuale della popolazione al giorno d'oggi ed un recente studio ha trovato che l'aggiunta dell’estratto di cacao con alto contenuto di flavonoli somministrato ai ratti in un test di nuoto forzato riduce la depressione (Messaoudi et al., 2008). Questo effetto è stato attribuito alla conversione del triptofano del cacao in serotonina e alla presenza di alcuni composti del cacao che migliorano l’umore e proteggono dalla depressione.

Raikkonen et al. (2004) hanno valutato il consumo del cioccolato e il suo effetto sullo stress psicologico in 305 madri e il temperamento dei bambini a 6 mesi dopo il parto. Si è provato che il cioccolato riduce lo stress materno e migliora il temperamento infantile.

Osservazioni simili sono state fatte negli uomini anziani, dove il consumo del cioccolato è stato associato al miglioramento della salute generale e del benessere psicologico (Strandberg et al., 2008). Queste esperienze sono a favore del potenziale ruolo dei polifenoli del cacao e del cioccolato nel mantenimento della funzione cognitiva durante la vita e nel prevenire lo sviluppo legato all'età delle malattie cerebrovascolari.

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