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Studi sul cioccolato e sulla modulazione dell’umore

EFFETTI DELLE COMPONENTI DEL CACAO E DEL CIOCCOLATO SULL’UMORE

7.9 Studi sul cioccolato e sulla modulazione dell’umore

Interessante è la revisione sistematica condotta da Scholey e Owen (2013) per stabilire se il cioccolato e i suoi componenti siano in grado di influenzare la funzione cognitiva e l'umore. Gli studi della revisione sistematica analizzati sono quelli in cui:

1) è stata ingerita una quantità riportata di cioccolato;

2) l'umore è stato misurato come variabile di risultato a seguito dell'ingestione del cioccolato;

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3) è stata utilizzata un'adeguata condizione di controllo;

4) è stato condotto un confronto statistico tra cioccolato e controllo; 5) sono state utilizzate misure quantitative dell'umore.

Il primo studio, condotto da Weisenberg et al. (1993), ha monitorato il miglioramento delle emozioni negative che erano state indotte con la somministrazione ai partecipanti di un compito irrisolvibile. Si è ipotizzato che 50 g di cioccolato, 10 minuti di esercizi aerobici o di immagini guidate avrebbero migliorato gli stati d’animo. I partecipanti dei quattro gruppi sono stati sottoposti al compito irrisolvibile e subito dopo ad ogni gruppo è stato somministrato o cioccolato o esercizi aerobici o immagini guidate o nulla. Nel gruppo di controllo i partecipanti non hanno avuto il compito irrisolvibile e non hanno mangiato cioccolato. A tutti i componenti dei cinque gruppi, inoltre, è stato assegnato un compito risolvibile che ha determinato un’ansia minore. Tutti gli interventi sembrano migliorare l’ansia in modo simile a quanto osservato nel gruppo di controllo. Per coloro che avevano il compito insostenibile e non hanno ricevuto interventi, i livelli di ansia sono rimasti inalterati. Va considerata la variabilità delle condizioni sperimentali, l’influenza sui partecipanti dell’effetto placebo e l’ansia individuale determinata dal compito irrisolvibile.

In una rassegna Parker et al. (2006) suggeriscono che gli effetti del cioccolato sull'umore sono effimeri.

Un'ulteriore ricerca di Macht e Dettmer (2006) ha valutato l'effetto del cioccolato sull'umore di 37 donne, in assenza d’induzione di umore negativo. In questo esperimento è stata studiata la capacità di indurre uno stato d'animo transiente con una barretta di cioccolato, una mela o niente. Le misure dell’umore sono state valutate a 5, 30, 60 e 90 minuti dopo l'ingestione. Le seguenti sensazioni sono state monitorate su scala bipolare da 1 (estremamente difettoso) a 10 (estremamente buono): "fame", "desiderio di mangiare", "nervosismo e tensione", "attivo / energico", "umore", "gioia felicità" e "solitudine". I risultati evidenziano che gli appartenenti al gruppo a cui è stata somministrata la mela hanno mostrato stati d'animo migliori rispetto a coloro che avevano mangiato cioccolato. Infatti, solo alcune donne hanno avvertito il miglioramento dell’umore, altre un senso di colpa.

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Macht e Mueller hanno condotto uno studio nel 2007, in cui gli stati dell'umore sono stati indotti in modo sperimentale, utilizzando filmati proiettati per evocare sentimenti tristi, felici o di indifferenza. Questo studio ha utilizzato un modello di gruppo parallelo con una condizione di controllo: la metà dei partecipanti ha ricevuto 5 g di cioccolato e l'altra metà l'acqua di sorgente. L'umore è stato misurato su una scala di 25 punti che è stata suddivisa in cinque categorie (molto buono, 21- 25, buono, 16-20, medio, 11-15, negativo 6-10, molto negativo, 1-5). I partecipanti dopo aver percepito il loro umore dovevano scegliere il punteggio numerico corrispondente. In questo studio sono stati esaminati gli effetti immediati del consumo del cioccolato sull'umore ed è stato ipotizzato che mangiare cioccolato avrebbe influenzato lo stato d'animo solo dopo aver indotto un umore negativo e non positivo o neutro. Ipotesi che è stata confermata dallo studio. Un secondo esperimento sul miglioramento dell'umore negativo è stato condotto per valutare se il miglioramento dipende dall’effetto fisiologico del cioccolato o dalla sua palatabilità. Lo stato d'animo negativo è migliorato solo nel gruppo di persone che aveva ricevuto un cioccolato di buona qualità sensoriale e l’effetto è scomparso dopo tre minuti. Gli autori hanno indicato l’effetto migliorativo sull’umore dovuto al consumo di una piccola quantità di alimenti dolci.

Negli studi di Macht e Dettmer del 2006 e di Macht e Mueller del 2007 esiste una certa disparità sulla durata della permanenza dei miglioramenti d’umore indotti dal cioccolato. Macht e Dettmer avevano suggerito un miglioramento dell’umore più durevole, di circa 90 minuti, Macht e Mueller hanno osservato che il miglioramento, dopo l'assunzione del cioccolato di qualità, scompariva dopo 3 minuti. La disparità nel lavoro di Macht e Dettmer del 2006 and Macht e Mueller del 2007 potrebbe essere il risultato di differenti condizioni sperimentali, ma questa larga disparità merita ulteriori ricerche.

Sui meccanismi con cui il cioccolato migliorerebbe l’umore negativo preesistente è stato riportato uno studio di Martin et al. (2009) in cui le variabili di esito sono biologiche e non comportamentali. I partecipanti sono stati classificati in base agli stati di ansia "alta" o "bassa" (basato sullo State-Trait Anxiety Inventory). Dopo la misurazione basale, i partecipanti hanno ingerito ogni giorno 40 g di cioccolato fondente per due settimane. Il cioccolato fondente ha ridotto nei soggetti, con più

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alti tratti d’ansia, l'escrezione urinaria delle catecolamine e del cortisolo, l'ormone dello stress e ha parzialmente normalizzato le differenze legate allo stress nel metabolismo energetico (glicina, citrato, trans-aconitato, prolina, β-alanina) e all’attività microbica intestinale (ippurato e p-cresolo solfato). Non è stato possibile attribuire questi effetti ad un determinato componente del cioccolato, cioè ai flavanoli, alle metilxantine o ai macronutrienti ad alto valore calorico. Gli autori stessi hanno concluso che questi marcatori di stress e il metabolismo possono essere modificati attraverso l’azione delle attività microbiche intestinali e che la somministrazione del cioccolato fondente migliora l'attività dei batteri simbionti. Queste conclusioni richiederebbero un'ulteriore valutazione e replica.

In uno studio prospettico effettuato da Balboa-Castillo et. al. (2015) in cui si è valutata l’associazione tra la il consumo del cioccolato con il benessere fisico (Pcs) e il benessere mentale (MCs), indici della qualità della vita relativa alla salute (HRQL) a breve e a lungo termine. A breve termine è stato osservato un miglioramento della pressione arteriosa, della sensibilità all’insulina e della ipercolesterolemia, ma non è risultato alcun effetto del cioccolato sul benessere mentale. Una coorte di 4599 individui, di ambo i sessi e dai 18 anni in su, sono stati reclutati nel 2008-2010 e studiati prospetticamente fino al gennaio 2013, con un follow-up di 3 o 5 anni. Durante il tempo di studio i soggetti hanno consumato regolarmente cioccolato. L’HRQL è stato valutato sia all’inizio che alla fine. Nel dettaglio il 72% dei partecipanti non ha consumato cioccolato, l’11% ne ha consumato 10 g/giorno e il 17% una quantità maggiore di 10 g/giorno. Il consumo di cioccolato all’inizio dello studio non ha mostrato un’associazione con PCS e MCS. Tre anni dopo chi non consumava cioccolato aveva punteggi di PCS simili a chi ne consumava 10 g/giorno; chi ne consumava più di 10 g/giorno, indici di MCS corrispondenti. I risultati sono stati simili per entrambi i sessi. Non è stata, quindi, trovata un’associazione fra il consumo del cioccolato e il benessere fisico e mentale a lungo termine.

Gli studi considerati sugli effetti del cioccolato sull'umore probabilmente coinvolgono le conseguenze piacevoli del consumo del cioccolato, come evidenziato per la rilevazione orale dei carboidrati e della saccarina da Chambers et al. nel 2009, ma la ricerca in futuro dovrebbe indagare sui meccanismi specifici con cui

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questi effetti si attivano e stabilire per quanto tempo il consumo del cioccolato può influire su uno stato d'animo.

Attualmente, la ricerca suggerisce che qualsiasi miglioramento dell'umore è probabilmente di breve durata e dipende dalla palatabilità del cioccolato, piuttosto che dal contenuto di flavanoli, dalla concentrazione di metilxantine o da altri composti bioattivi.

Sono necessarie ulteriori ricerche per eliminare le incongruenze della letteratura scientifica corrente sugli effetti psicoattivi del cacao. Tuttavia possiamo considerare che i prodotti del cacao generalmente promuovono benessere, sono considerati piacevoli e possono influenzare positivamente l'umore.

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CONCLUSIONE

Gli effetti maggiormente riscontrati sull’umore sono associati all’ingestione di cioccolato, anziché ai suoi costituenti.

Negli studi esaminati il cioccolato ha avuto effetti positivi, ma non è del tutto chiaro se essi siano dovuti all’appetibilità, alle caratteristiche orosensoriali o a composti ad azione psicofarmacologica. Certo è che sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere quali effetti affidabili siano dovuti alla somministrazione del cioccolato e dei suoi componenti.

Gli articoli consultati suggeriscono che le MXs, in particolare la caffeina, possono avere un ruolo nella modificazione dell’umore ed aumentare l’euforia, anche se si è notato che la teobromina è anche in grado di conferire effetti negativi sull'umore come la riduzione della tranquillità.

Per quanto concerne i polifenoli la loro assunzione a breve termine mostra un effetto ansiolitico, mentre l'assunzione a lungo termine influenza il metabolismo delle monoammine cerebrali. Questo risultato indica l’impatto che i composti polifenolici in alte dosi, non presenti in tutti i tipi di prodotti alimentari in commercio, hanno sulla amigdala basale, regolazione dell’ansia e codifica della valenza affettiva e, quindi, sul miglioramento dei sintomi depressivi. L'assunzione dell’estratto del cacao dei soggetti a dieta ad energia limitata del 15% ha contribuito anche ad aumentare le concentrazioni di HVA del plasma con riduzione dei sintomi depressivi.

Altri studi indicano una relazione tra il consumo del cioccolato e i sintomi depressivi, ma l’incidenza del rapporto non è chiara. Le ammine biogene, nonostante le loro funzioni fisiologiche sul SNC e la loro influenza sull’umore, non raggiungerebbero livelli elevati tali da giustificare un eventuale potere antidepressivo. Inoltre, se è ipotizzabile che il cioccolato influisce sul benessere mentale è anche presumibile che le emozioni negative, come la tristezza e lo stress, si traducono in un aumento dell’appetito emotivo che sfocia spesso nella scelta del consumo del cioccolato e di alimenti non sani, ma piacevoli al gusto.

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Il dibattito dell’influenza del cioccolato sull’umore è ancora in discussione e se è vero che alcuni individui scelgono il cioccolato per migliorare il loro stato d’animo, è pur vero che si è riscontrato che i “cioccolato dipendenti" hanno un’alta prevalenza di disturbi mentali.

Nell’esperimento fatto per confrontare l’effetto del consumo del cioccolato sul gusto e sull'umore, lo stato d'animo negativo dei partecipanti è migliorato solo nel gruppo che ha ricevuto un buon cioccolato e il cattivo umore è scomparso dopo tre minuti. In un ulteriore studio, invece, non è stata trovata un’associazione fra il consumo del cioccolato e il benessere fisico e mentale a lungo termine. Altri esperimenti con la somministrazione del cioccolato evidenziano che anche i fattori individuali, ambientali e la consapevolezza di esperienze pregresse possono influenzare il miglioramento dell’umore.

Molti degli studi esaminati potevano essere più attendibili se avessero incluso ulteriori dettagli su aspetti chiave della metodologia utilizzata e sulla composizione del cioccolato somministrato, che nella maggior parte dei casi non sono stati considerati. Altre indagini, inoltre, sono state scarsamente controllate ed hanno monitorato nella stessa ricerca stati d'animo con altri elementi che hanno reso più difficile il paragone tra gli studi.

Gli effetti del cioccolato sull’umore probabilmente coinvolgono le conseguenze piacevoli del consumo del cioccolato e la potenziale attivazione nel cervello di percorsi di ricompensa, come discusso per la rilevazione orale dei carboidrati e della saccarina, ma la ricerca in futuro dovrebbe indagare sui meccanismi specifici con cui questi effetti si attivano.

Potremmo concludere che c’è un effetto migliorativo sull’umore dopo l’assunzione di una piccola quantità di alimenti dolci anche se esiste una certa discordanza sulla durata della permanenza dei cambiamenti d’umore indotti dal cioccolato con elevata variabilità da 3 a 90 minuti.

Il cioccolato ha avuto sempre effetti positivi anche se non è del tutto chiaro se essi siano dovuti all’appetibilità, alle caratteristiche orosensoriali o ai composti bioattivi. Certo è che sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere più a fondo gli esiti conseguenti alla somministrazione del cioccolato e dei suoi componenti.

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RINGRAZIAMENTI

La mia gratitudine va ai i docenti del corso di laurea di Farmacia dell’Università di Pisa con cui ho avuto contatti, perché durante le lezioni riescono con cordialità ad interagire con gli studenti e a creare un’atmosfera serena e piacevole.

Rivolgo un ringraziamento speciale alla prof.ssa Concettina La Motta, relatore della mia tesi che nonostante i suoi impegni mi ha ascoltato, fornito consigli, incoraggiata ed ha indirizzato il mio lavoro.

Con simpatia saluto il dott. Sandro Bernacchi del quale apprezzo la disponibilità e la qualità del servizio erogato.

Ringrazio i compagni del corso di laurea che con cortesia mi hanno trasmesso il materiale di studio quando ero impegnata nel lavoro scolastico. A loro va un augurio particolare di immediato inserimento nel mondo del lavoro. A tutti ad maiora.

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