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4.6 Scelte metodologiche

4.6.8 Elaborazione dei dat

La registrazione dei dati faunistici è stata informatizzata, come detto nel paragrafo 4.6.2, in un foglio Excel ottimizzato in forma di data base attraverso funzioni e query appositamente create per l’analisi dei dati faunistici. In alcuni casi nella comparazione di differenti sotto insiemi di dati (composizione faunistica, insiemi cronologici ecc.) si è calcolato il grado significanza con il test del χ2 per valutare il grado statistico di differenza o somiglianza fra due set di dati. Il termine “statisticamente significante” se non altrimenti specificato è utilizzato per valori di χ2 quadro. p<05 e ≥01.

CAPITOLO 5

Le evidenze archeozoologiche a Creta e in Sardegna 5.1 Le evidenze archeozoologiche a Creta

La bibliografia sugli studi archeozoologici delle faune oloceniche di Creta è ancora molto esigua e concentra solo su poche località isolane (cfr. Cap. 1, Fig. 1.1).

Come per tutte le isole per il periodo più antico si pone il problema del popolamento di Creta da parte della fauna selvatica olocenica. Attualmente per le fasi più antiche del Neolitico si hanno dati esclusivamente dai livelli preceramici di Cnosso. Una revisione dei materiali osteologici rinvenuti negli scavi di A. Evans, precedentemente studiati solo in parte (Jarman e Jarman 1968), è stata effettuata recentemente da Valasia Isaakidou (2004, 2008). Il cospicuo campione faunistico copre un orizzonte cronologico molto ampio che va dalle prime fasi del Neolitico all’età Ellenistica. L’associazione faunistica, compresa quella delle prime fasi del Neolitico preceramico, è costituita prevalentemente da specie domestiche. Fra i TMD (taxa maggiormente dominanti, caprini, bovini e suini) i caprini, soprattutto le pecore, sono la specie più abbondante seguita dai maiali e dai bovini mentre a partire dal periodo successivo (Early Neollitic Ic) si assiste a un aumento consistente dei resti di bovino e di suino e una diminuzione di quello dei caprini che restano comunque i taxa dominanti. Questo trend si modifica a partire dal Neolitico Finale e soprattutto nella prima età del Bronzo (Antico Minoico) con un aumento dei caprini e una significativa diminuzione dei bovini. Nel periodo successivo (Medio Minoico IA) i resti bovino aumentano per poi diminuire in maniera significativa nel periodo dei palazzi (MMII e MMIII) e aumentare nuovamente nel Tardo Minoico. Queste fluttuazioni nelle frequenze dei TMD sono messi in relazione con il cambiamento delle esigenze produttive e strategie di allevamento nel corso del tempo. Nel Neolitico per esempio, l’aumento dei resti di bovino è messo in relazione con la accresciuta necessita di forza lavoro per la gestione dei terreni agricoli o per i lavori pesanti in genere. I cambiamenti si notato anche considerando altri parametri. Nell’età del Bronzo sembrano aumentare le età di morte e il numero dei capi maschili dei bovini e dei caprini. Questo viene messo in relazione con una maggiore

specializzazione nelle tecniche di allevamento per la produzione di lana, pelli, latte e forza lavoro. Oltre Cnosso i dati sul Neolitico e l’età del Bronzo provengono dal sito di Festòs (Wilkens 1996, 2003a; Masala 2009, 2012). Nella stratigrafia archeologica di Festòs mancano i livelli aceramici e la vita del sito sembra cominciare nel Neolitico Finale (ora FN III e IV, cfr. Cap 6). I campioni faunistici di questo periodo sono piuttosto abbondanti i e rispecchiano una situazione già stabilizzata. Nel Neolitico di Festòs la caccia sembra scarsamente praticata e l'unico animale selvatico presente è la capra selvatica (Capra

aegagrus cretensis). Si tratta probabilmente di una specie importata nell'isola allo stato

domestico nelle prime fasi del Neolitico e in seguito tornata allo stato selvatico. In questo periodo è già chiaramente distinguibile dalla capra domestica sia per quanto riguarda i particolari più evidenti come le cavicchie ossee che per le ossa dello scheletro postcraniale. Questa specie, che vive ancora attualmente a Creta, nelle fasi successive è stata identificata, con un numero significativo di resti solo Smari, nella parte centro- settentrionale dell'isola, a partire dal Medio Minoico (Tsoukala 1996), e a Priniàs, forse perché la sua distribuzione si era ristretta alle zone montuose e impervie. La capra selvatica cretese chiamata anche agrimi e kri kri rivestì una grande importanza nella cultura Minoica, seconda solo a quella del toro. Esistono numerose rappresentazioni iconografiche della capra selvatica (oltre 500) e in genere sono associate a scene di caccia (Bloedow 2003). Questa frenetica rappresentazione dell’attività venatoria non si rispecchia nei depositi faunistici dove i resti dell’agrimi sono sempre poco numerosi, forse perché questa caccia era riservata a una ristretta élite. Sono però costantemente presenti nei depositi osteologici di origine antropica fin dai più antichi. La caccia sembra assumere una maggiore importanza a partire dal Tardo Minoico, almeno per quanto riguarda il numero di taxa delle specie selvatiche identificate. Ad Aya Triadha, vicino Festòs troviamo il tasso nei livelli dell’Antico Minoico, il daino da quelli del Medio Minoico, il cervo dai livelli di passaggio Medio Minoico III/Tardo Minoico IA. Negli strati del Tardo Minoico sono stati identificati anche resti di faina e lepre. La percentuale complessiva dei resti di mammiferi selvatici è rimane tuttavia sempre molto bassa. L'unico sito in cui la caccia sembra assume una discreta importanza è Priniàs, probabilmente anche per la sua localizzazione, quasi al centro dell'isola, in zona di alta collina, molto vicino al monte Ida. Dagli scavi sulla Patela (abitato) provengono numerosi resti di agrimi, cervo, daino, cinghiale, volpe, lepre, tasso e

caccia in seguito alla maggiore diffusione del cavallo. Per quanto riguarda gli altri insediamenti, non sono stati trovati resti di mammiferi selvatici tra l'esiguo campione proveniente da Profitis Ilias, mentre dai livelli alto-medievali di Gortina provengono solo pochi frammenti di daino e di lepre.

Per le fasi intermedie mancano dati consistenti. Si hanno poche informazioni scritte da Plinio che esclude dall'isola la volpe, il cinghiale e il riccio e limita la presenza del cervo alla regione dei Cidoneti (VIII, 83). Si può ricordare che nell'antichità l'assenza da Creta di animali nocivi veniva attribuita alla sacralità dell'isola poiché era considerata luogo di nascita di Zeus. Nel livello arcaico/ellenistico del versante occidentale della Patela di Priniàs la fauna selvatica è rappresentata da lepre e cinghiale. Attualmente i mammiferi selvatici terrestri sono molto limitati e in alcuni casi presentano caratteristiche peculiari. Tra le specie di media e grande taglia mancano la volpe, il cinghiale, il cervo e il daino, mentre sono ancora presenti la lepre, il tasso, la faina e l'agrimi. Contrariamente a quanto asserisce Plinio, il riccio, oltre a far parte della fauna attuale di Creta, è stato identificato a Vronda e Kastro ed è quindi probabile che vivesse sull'isola anche in età romana. La volpe e il cinghiale potrebbero essersi estinti prima. L'attuale coniglio selvatico può essere derivato in un periodo relativamente recente, da animali domestici. Il gatto selvatico non è presente nei siti in esame, ma è stato identificato a Smari. Per quanto riguarda l'allevamento, nel campione del Neolitico recente di Festòs prevalgono i caprini, ma è notevole anche l'importanza di bovini e maiali. In complesso il rapporto tra questi gruppi è abbastanza equilibrato. Fra i domestici anche il cane, seppur con pochi resti è sempre presente. Ad Aya Triadha si ha una maggiore tendenza verso la pastorizia. Il rapporto tra le altre principali specie domestiche è variabile. Nell'Antico Minoico le percentuali dei maiali sono piuttosto basse raggiungendo il 13,33% mentre aumentano nel Medio Minoico e nella fase di passaggio Medio Minoico III / Tardo Minoico IA. Si ha un nuovo incremento nei caprini nel Tardo Minoico a danno del maiale e dei bovini.

Nei livelli bizantini di Gortina e percentuali variano a seconda dell'area di scavo. In genere prevalgono i resti di caprini, tra i quali sono stati identificati sia la pecora sia la capra, ma anche la percentuale di maiale e di bovini è in genere alta. Sono stati identificati resti di cani ed equini (asino e cavallo) e, tra i piccoli animali, il coniglio e il gatto domestico. Per quanti riguarda le caratteristiche morfologiche della fauna domestica, per le fasi più antiche non si notano sensibili variazioni. Dai pochi dati a disposizione si può concludere

che la composizione faunistica olocenica cretese è quasi totalmente di introduzione antropica compresa quella selvatica. Fin dai livelli più antichi è caratterizzata da una associazione faunistica dominata da taxa domestici fra i quali i caprini, soprattutto gli ovini costituiscono la componente maggioritaria seguita dai suini e dai bovini.