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ELEMENTI COMUN

Nel documento Trieste, l'Austria e la Cortina di Ferro (pagine 165-189)

XIV. A general association of nations must be formed under specific

3. AUSTRIA E TRIESTE A CONFRONTO

3.1. ELEMENTI COMUN

Cosa hanno in comune Trieste e l'Austria? Il primo punto di incontro a venire in mente è l'Impero Asburgico. Il problema dell'Austria e il problema del Territorio Libero di Trieste sono entrambi nati dalla dissoluzione dell'Impero Asburgico dopo la Prima Guerra Mondiale e dal principio di autodeterminazione dei popoli proclamato dal Presidente americano Woodrow Wilson. Trieste, prima di diventare territorio conteso tra l'Italia e la neonata Jugoslavia, era il principale sbocco sul mare dell'enorme impero retto dai regnanti Asburgo, di cui dopo il 1919 sarebbe rimasto uno stato di estensione territoriale decisamente più modesta, l'attuale Austria. Sia per Trieste che per l'Austria l'intenzione era quella di costituire stati autonomi, seppure di dimensioni piuttosto ridotte (il Territorio Libero di Trieste in particolare), a partire da regioni che una volta erano parte di un immenso territorio e che dunque non avevano conosciuto al di fuori di esso alcuna

tradizione di statualità, elemento che può rendere la costruzione di uno stato senz'altro più semplice rispetto al dover partire da zero. Ciò ha fatto sì che gli austriaci volgessero lo sguardo verso la Germania di Hitler, portando all'Anschluss del 1938.

Come già accennato prima, Trieste divenne presto un territorio conteso tra l'Italia e la Jugoslavia, mentre solo alcune parti dell'Austria furono rivendicate da altri stati ed essa in generale fu più protagonista di una contesa di tipo ideologico che non territoriale. L'Italia e la Jugoslavia volevano Trieste entrambe per ragioni etniche. L'Italia inoltre fondava le proprie pretese sul Patto di Londra del 1915, che le avrebbe assegnato la città ed altri territori in cambio della partecipazione al conflitto a fianco degli Alleati. Per il principio di autodeterminazione dei popoli e per la crescente tensione tra il blocco occidentale e il blocco orientale nel secondo dopoguerra Trieste le sarebbe stata tolta. Essa nondimeno, nel periodo tra le due guerre ebbe il tempo di subire la forte politica di italianizzazione adottata da Mussolini nelle aree di frontiera, rendendo il problema etnico ancora più difficile da risolvere.

Un altro dei territori interessati dal patto di Londra è l'area del Tirolo Meridionale, conosciuto come Alto Adige dagli italiani e Südtirol dagli austriaci. Esso era stato assegnato all'Italia per ragioni puramente politiche nel 1919, seppure la stragrande maggioranza dei suoi abitanti fosse di lingua madre tedesca. La politica fascista praticata a Trieste fu applicata anche al Südtirol, come è stato visto, con l'italianizzazione dei cognomi, dei toponimi (tra cui lo stesso “Südtirol” che divenne “Alto Adige”), la chiusura delle scuole germanofone, e l'installazione di stabilimenti italiani nell'area, in modo da creare dei legami con il resto della penisola. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si sarebbe tornato a parlare di quella provincia di importanza apparentemente marginale in occasione degli innumerevoli colloqui durante i quali le quattro Potenze discussero del destino dell'Austria. L'estensione territoriale e i confini dello stato austriaco erano un argomento importante, anche perché vi erano due aree che erano oggetto di contesa: la Carinzia da parte degli Jugoslavi, e soprattutto l'Alto Adige. Se gli Alleati si fossero basati esclusivamente sul principio etnico, avrebbero certamente restituito la provincia

all'Austria senza alcuna esitazione, tuttavia la questione non era di così facile soluzione, perché, come anche nel caso di Trieste, nel frattempo si erano formati due blocchi contrapposti che lottavano per estendere la propria influenza su ogni palmo del continente europeo ed ogni territorio, anche il più piccolo e apparentemente il più insignificante, poteva divenire improvvisamente di importanza fondamentale. Sia a Trieste che in Austria vi erano degli elementi comunisti, appoggiati dall'Unione Sovietica. In Austria furono parte del governo provvisorio di Renner nel primo periodo, prima che il Cancelliere procedesse a rimpiazzarli e il Partito Comunista Austriaco perdesse le elezioni del 20 novembre 1945. A Trieste vi erano gruppi comunisti, per lo più slavi, finanziati ed appoggiati direttamente dalla Jugoslavia e che durante la Resistenza avevano lottato per liberare Trieste, in conflitto con altri gruppi di partigiani costituiti per lo più da italiani. Oltre a ciò, in Italia vi era il Partito Comunista Italiano, il più grande partito comunista in Europa Occidentale. Nel momento in cui si dovette decidere il destino dell'Alto Adige si presero in considerazione questi elementi e siccome la riuscita del tentativo di costruire un'Austria democratica ed autonoma da ogni influenza sovietica non era così sicura, si decise di puntare sull'Italia come baluardo della democrazia occidentale e freno all'avanzata sovietica in occidente e in sud Europa. Scontentarla non sarebbe stata una scelta saggia, senza contare che se tale territorio fosse stato consegnato ad un'Austria instabile, esso avrebbe potuto aprire il passaggio verso il Mediterraneo a qualunque grande potenza riuscisse ad inglobare gli austriaci nella sua sfera di influenza, una potenza che avrebbe potuto essere una Germania nuovamente forte e pericolosa, o peggio, l'Unione Sovietica. Un discorso simile, come abbiamo visto, si può fare anche per Trieste: da contesa territoriale tra due stati, Italia e Jugoslavia, è successivamente divenuta un epicentro di tensione internazionale strumentalizzato dai protagonisti della Guerra Fredda. Dal momento che i due contendenti non riuscivano a giungere ad un accordo, la decisione in merito fu devoluta alle quattro Potenze, di cui l'Unione Sovietica era schierata a favore della Jugoslavia per ragioni strategiche ed ideologiche e gli Occidentali tentavano di eliminare ogni possibilità

che Trieste potesse essere utilizzata come passaggio per l'avanzata comunista verso il resto dell'Europa. Il Territorio Libero di Trieste fu creato come stato cuscinetto sotto amministrazione internazionale, in modo che l'area non fosse assegnata a nessuno dei contendenti e che allo stesso tempo si riducessero le possibilità di un'infiltrazione comunista, tramite la Jugoslavia o tramite i comunisti presenti in Italia. Anche in questo caso si trattava apparentemente di una contesa di tipo regionale per un territorio di dimensioni decisamente trascurabili, eppure per decidere del suo destino si scomodarono nientemeno che le quattro Potenze.

Per quanto riguarda l'Austria, anche se non era contesa dal punto di vista prettamente territoriale, nondimeno lo fu ideologicamente e successivamente, una volta che essa venne posta di fatto sotto la protezione occidentale ed iniziò una politica estera marcatamente anti-sovietica, risultò utile ai russi per tentare di ostacolare la formazione di un blocco occidentale alle porte dell'URSS. I sovietici infatti si servirono di essa per tentare di influenzare gli sviluppi in Germania, dapprima temporeggiando sul Trattato di Stato austriaco e ponendo la neutralizzazione della Germania come prerequisito per la sua conclusione, e poi proponendo all'Austria la neutralità che fino all'ultimo sperarono di poter portare in Germania Ovest, che stava per procedere al riarmo dell'esercito dopo essere stata inclusa nella NATO. Sia il Territorio Libero di Trieste che l'Austria furono dunque tenuti in sospeso, la loro entrata in funzione come stati indipendenti fu rimandata per anni a causa della Guerra Fredda, per diversi motivi. Innanzitutto perché vi erano forti sospetti da parte occidentale riguardanti le intenzioni dell'Unione Sovietica e del blocco comunista. Le truppe comuniste avevano infatti liberato sia Vienna che Trieste ed avevano a lungo tergiversato prima di permettere agli alleati di entrare in città. Oltre a ciò, in entrambi i casi si era tentato di mettere gli occidentali di fronte al fatto compiuto: nel caso di Vienna costituendo il governo provvisorio del socialista (e quindi sospettabile) Renner, e a Trieste con l'occupazione da parte degli jugoslavi che miravano ad annettere la città e i territori circostanti. Successivamente, sia l'area di Trieste che l'Austria furono divise in zone di occupazione: Trieste in due zone separate

dalla linea Morgan una a ovest assegnata agli anglo-americani e una a est assegnata agli jugoslavi, mentre in Austria furono stabilite tre zone di occupazione assegnate a USA, Regno Unito e Francia e una quarta assegnata ai sovietici. In quel periodo tuttavia la tensione non era ancora arrivata al culmine, ma successivamente si sarebbero verificati degli eventi preoccupanti che avrebbero portato al sempre più netto emergere di due blocchi e ad un crescente confronto tra loro. Le richieste sovietiche riguardanti il Dodecaneso, i Dardanelli e il Bosforo, la questione iraniana, il trattato di amicizia con la Finlandia e il colpo di stato di Praga resero ogni prospettiva di dialogo tra le due superpotenze sempre più difficile, alimentando così reciproci sospetti più o meno fondati che ritardarono la conclusione del Trattato di Stato austriaco e la nomina del Governatore da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, necessaria per far entrare in funzione il Territorio Libero di Trieste. Per quanto riguarda Trieste, il sospetto fondamentale era che la Jugoslavia altro non fosse che una pedina dell'Unione Sovietica, e che Tito eseguisse solamente gli ordini di Stalin, per cui le truppe jugoslave stazionate nella zona B destavano non poca preoccupazione. In Austria invece vi era il timore di un colpo di mano comunista, dal momento che vi erano le truppe sovietiche ancora stazionate sul territorio. In realtà, per quanto riguarda Trieste, successivamente i sospetti occidentali si rivelarono parzialmente infondati perché i rapporti tra Tito e Stalin divennero sempre più tesi nel dopoguerra, fino a giungere alla rottura nel 1949 e cambiando così completamente il quadro strategico occidentale nella regione. In Austria invece inizialmente vi furono sospetti da parte occidentale a causa della costituzione unilaterale del governo Renner, smentiti successivamente dalle elezioni del 1945 e dalla scelta di Gruber come Ministro degli Esteri. Anche se a quel punto non vi era più la paura che l'Austria fosse filo-sovietica, nondimeno permaneva il timore di un colpo di mano comunista, fomentato, come osserva Bischof135, dallo stesso ministro. Gruber era

marcatamente filo-occidentale, tuttavia contribuì enormemente ad alimentare le tensioni tra le due superpotenze in quel periodo con memoranda segreti nei quali, con

toni molto allarmistici, denunciava la pericolosità dei sovietici ai fini di ottenere supporto di vario tipo dagli Occidentali. Fu proprio per questa ragione che gli Occidentali in Austria come a Trieste furono restii a rendere operativi i nuovi stati, per paura di lasciare un vuoto strategico nell'area una volta ritirate le proprie truppe.

Altro elemento comune tra l'Austria e Trieste è quello di essere aree caratterizzate da una forte mescolanza etnica e linguistica, che influirà molto sulla loro sistemazione. L'Austria, pur essendo di retaggio marcatamente germanico, era sempre stata un crocevia di culture diverse, un punto di incontro tra le influenze tedesche, slave e danubiane. D'altronde faceva parte di un vasto impero multietnico. Per questa ragione nel rapporto di Harrison riguardante il suo futuro, tra le proposte vi era anche la costituzione di una confederazione di stati danubiani in cui includere lo stato austriaco, soluzione preferibile ai fini di distogliere l'Austria dal proprio retaggio tedesco. Anche per Trieste la questione etnica avrà una grande importanza, perché la presenza sia di italiani che di slavi in quella zona renderà più o meno legittime le rivendicazioni territoriali di entrambi i contendenti. Vi era infatti sempre stata una forte presenza slava nella Venezia Giulia, soprattutto nel periodo tra la fine del 1800 e la Prima Guerra Mondiale, anche se con l'italianizzazione la composizione etnica fu forzatamente cambiata. Tale mescolanza etnica sia in Austria che a Trieste rese particolarmente difficile la costruzione di un'identità in qualche modo omogenea e di conseguenza anche la costruzione di uno stato (l'identità d'altronde era stata una delle ragioni principali per cui era avvenuta l'Anschluss ).

Sia Trieste che l'Austria, inoltre, furono occupate per quasi dieci anni. Esse furono liberate alla fine della Seconda Guerra Mondiale e rimasero in una sorta di limbo rispettivamente fino al 1954 e al 1955, seppure con esiti diversi.

Un ultimo elemento che il Territorio Libero di Trieste e l'Austria hanno in comune è la neutralità, seppure solo in parte, come si vedrà fra poco.

3.2. DIFFERENZE

La prima e più evidente differenza tra l'Austria e il Territorio Libero di Trieste riguarda senza dubbio l'estensione territoriale: l'Austria come la conosciamo oggi e come era divenuta nel 1919 era solo una piccola parte di un immenso impero, ma Trieste ne era una parte ancora più piccola. L'estensione di uno stato comunque non ne sminuisce la sua soggettività internazionale, né tanto meno può determinarne necessariamente la sopravvivenza. Il Territorio Libero di Trieste, infatti, pur essendo di estensione modesta, almeno in linea teorica aveva l'enorme vantaggio di possedere un porto che una volta serviva l'intero Impero Asburgico, un Porto Franco regolato dallo strumento incluso nell'Allegato VIII del Trattato di Pace con l'Italia. Purtroppo le condizioni economiche dell'Europa nel dopoguerra non erano buone e a questo si aggiunse il fatto che la maggior parte dei paesi con cui Trieste era in affari era ormai caduta preda dei sovietici e preferiva senz'altro intrattenere rapporti commerciali con il porto di Fiume, che era stato assegnato alla Jugoslavia. Il porto di Trieste sarebbe dunque bastato a garantire la sopravvivenza del piccolo stato, se la situazione politica ed economica dell'Europa dopo la guerra fosse stata diversa. Purtroppo la condizione in cui il Territorio Libero di Trieste si trovò fu quella di totale dipendenza economica dagli aiuti occidentali, in particolare statunitensi e anche per il futuro le previsioni non erano rosee. Anche l'Austria non versava in condizioni economiche buone dopo la guerra, in più aveva subito la furia razziatrice delle truppe dell'Armata Rossa, le quali avevano portato via tutto ciò che potevano, cibo compreso, lasciando la popolazione alla fame. La sua economia era inoltre messa a rischio dalle pretese sovietiche riguardanti la proprietà tedesca, che se fossero state soddisfatte avrebbero condannato il paese. Per quanto la situazione potesse sembrare disperata, nondimeno per l'Austria vi era ancora la speranza che potesse riprendersi grazie alla propria industria se non fosse stata mutilata dalle requisizioni sovietiche. Per Trieste purtroppo non vi erano grandi alternative al

porto: si sarebbe dovuto puntare sul settore dell'industria per far sì che il paese si riprendesse, tuttavia non era abbastanza sviluppato ed erano necessari investimenti. Il problema che gli Alleati si ponevano per Trieste era lo stesso che si ponevano per l'Austria: se l'economia non avesse ripreso a funzionare, vi sarebbe stato disagio sociale, il quale avrebbe portato disordini, da cui avrebbero tratto vantaggio i comunisti. Per questa ragione, non appena ebbero modo di capire che Tito aveva scelto il non- allineamento, gli Alleati smisero di puntare su Trieste come ultimo baluardo dell'Occidente contro il comunismo. Non avrebbe retto, o almeno non da sola.

Un'altra differenza tra la situazione di Trieste e quella dell'Austria è costituita dalla posizione geografica: l'Austria si trova in una posizione centrale in Europa e i suoi vicini erano stati fagocitati dall'ondata comunista, ma non tutti. Restavano le tre zone di occupazione di francesi, britannici e statunitensi in Germania, che sarebbero poi venute a formare la Germania Ovest, con a capo il Cancelliere Konrad Adenauer. Adenauer era fortemente motivato a mantenere una politica pro-occidentale e a tenere fede agli impegni presi con il Trattato di Parigi che sancì l'inclusione della Germania Ovest nella NATO. L'Austria dunque non era completamente circondata. Trieste d'altro canto era in una posizione molto più pericolosa: da una parte aveva la Jugoslavia, comunista e secondo gli occidentali un prolungamento dell'Unione Sovietica, dall'altra aveva l'Italia, la quale era una democrazia occidentale, ma nondimeno si trovava in una situazione piuttosto rischiosa in quanto il Partito Comunista italiano era molto forte ed influente. Inoltre vi era anche l'Austria molto vicina, la quale nel primo anno dopo la liberazione era stata considerata addirittura perduta ai sovietici e anche se dopo diede agli occidentali motivo di ricredersi, era comunque molto a rischio.

Un'altra importante differenza, che influenzerà molto la politica dei sovietici nei confronti dell'Austria è l'Anschluss. Come è stato visto, Trieste fu invasa dai nazisti, anche se non come altri territori, perché come altre aree di confine italiane germanofone fu amministrata direttamente dal Reich. Si può parlare di una annessione anche per Trieste, almeno in parte, tuttavia si trattò di ben altra faccenda rispetto a ciò che avvenne in

Austria. Già dopo la Prima Guerra Mondiale gli Alleati avevano inteso la tentazione degli austriaci di unirsi ad un altro popolo germanico forte ed influente, per sopperire alla fine della gloria dell'Impero Asburgico. Per impedire che ciò avvenisse, avevano incluso nel trattato di Saint Germain (il trattato di Pace con l'Austria) e nel Trattato di Versailles (firmato dalla Germania) due clausole anti-Anschluss equivalenti. In effetti già dal 1918 erano in corso delle manovre segrete per unire i due paesi. I trattati di pace non riuscirono comunque ad impedire che poco meno di vent'anni dopo il paese cadesse vittima della Germania hitleriana. I nazisti presero l'Austria nel 1938 e poco dopo fu promulgata la legge che sancì l'Anschluss. I piani di Hitler in origine sarebbero stati diversi e non contava di procedere immediatamente all'annessione, ma fu accolto con tale entusiasmo dalla folla che sentì che era il momento giusto. Fu anche indetto un referendum poco dopo l'invasione, e il suo risultato fu decisamente a favore dell'unione con la Germania. Anche Trieste, avendo fatto parte dell'Impero Asburgico, aveva un'eredità germanica, tuttavia ciò che distinse l'Austria e contribuì a dare tale svolta agli eventi fu l'instabilità sociale, economica e soprattutto politica in cui versava il paese. Non molto prima dell'Anschluss nel paese avevano avuto luogo eventi che non avevano nulla da invidiare ad una guerra civile, a cui era seguito un regime autoritario. Gli austriaci sapevano che la strada verso la costruzione di uno stato democratico non sarebbe stata semplice, ma in quel momento probabilmente sentivano il bisogno di un cambiamento nel paese. Il Cancelliere allora in carica non capì immediatamente le intenzioni di Hitler, e come gli Occidentali lo sottovalutò. Quando gli fu dato l'ultimatum dovette ricredersi e cercò di resistere, ma ormai era troppo tardi. Troppo tardi per fermare l'invasione, ma soprattutto per far capire alla popolazione che Hitler non avrebbe riportato il paese alle glorie passate. L'Austria successivamente avrebbe cercato di dimenticare questo capitolo della sua storia, aiutata dalle Potenze Occidentali che erano consapevoli della mancanza di altre soluzioni se avessero voluto ricostruire il Paese. Senza una proclamazione dell'innocenza austriaca, l'economia del Paese non avrebbe potuto sfuggire al flagello delle riparazioni. Günter Bischof parla della cosiddetta teoria dell'occupazione elaborata

all'interno del Ministero degli Esteri durante il periodo del governo provvisorio con a capo Renner. Mentre il nuovo governo e il suo cancelliere versavano nel più completo isolamento, all'interno del Ministero degli Esteri si pensava a come riscattare l'immagine dell'Austria, ritenendo che il lavoro di Renner non fosse soddisfacente in questo senso. A capo di questo gruppo di uomini politici vi erano Bischoff e Schöner, i quali si misero immediatamente in allarme quando Renner in un discorso pronunciato alla radio menzionò la responsabilità degli austriaci e la necessità che pagassero per le loro colpe. Dal loro punto di vista Renner si era comportato nel peggiore modo possibile, perché avrebbe invece dovuto proclamare a gran voce che l'Austria era stata liberata e in quanto innocente, non avrebbe dovuto pagare alcuna riparazione. Parlando di responsabilità austriaca, anche solo in parte, per i crimini nazisti, Renner avrebbe ottenuto per l'Austria un trattamento non diverso da quello riservato alla Germania dagli

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