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IL TRATTATO DI STATO AUSTRIACO DIVENTA REALTÀ

Nel documento Trieste, l'Austria e la Cortina di Ferro (pagine 158-165)

XIV. A general association of nations must be formed under specific

2.7. IL TRATTATO DI STATO AUSTRIACO DIVENTA REALTÀ

Immediatamente dopo la firma del 27 maggio 1952, il trattato istitutivo della European Defence Community, iniziò ad avere problemi per quanto riguarda la ratifica. In Francia non fu immediatamente portato dinanzi all'assemblea Generale perché il Governo sapeva di non avere una maggioranza abbastanza forte per mantenerlo in vita. Tuttavia non si riuscì a portarlo avanti oltre il 30 agosto 1954, quando l'Assemblea votò contro. L'effetto di tale risultato sul morale degli Alleati Occidentali fu molto negativo ed Anthony Eden e John Foster Dulles erano estremamente preoccupati. Il Primo Ministro Pierre Mendès-France fu considerato il responsabile e gli occidentali iniziarono a dubitare della sua volontà di raggiungere una soluzione. L'Ambasciatore Quaroni riteneva che il Primo Ministro francese volesse solo guadagnare tempo in modo da permettere all'Unione Sovietica di riprendere l'iniziativa per quanto riguarda l'unificazione della Germania e il suo disarmo. La verità era che nessuno si fidava veramente della Germania: il Sottosegretario americano temeva che la NATO non fosse sufficiente a tenere la Germania nel campo occidentale, perché una volta riunificato il

Paese, avrebbe potuto rivelarsi difficile controllarlo. Secondo Eden era dunque necessario muoversi in fretta, e così in effetti avvenne.

Immediatamente dopo il fallimento della European Defence Community fu elaborato uno schema alternativo per includere le forze della Germania Ovest nella NATO, che fu firmato a Parigi il 23 ottobre in tutta fretta e ratificato in Francia e in Germania miracolosamente, seppure anche in questo caso la ratifica pose alcuni problemi. Ciò infatti non significava che in Francia non vi fosse il timore per la riattivazione delle forze armate tedesche e che in Germania Ovest non vi fossero dubbi che tale trattato avrebbe potuto non giovare affatto alla riunificazione del paese ma anzi, rimandarla indefinitamente. L'unione Sovietica naturalmente non si lasciò sfuggire l'occasione di approfittare di questi timori e volgere la situazione a proprio favore, rivolgendo offerte riguardanti la sicurezza europea e la riunificazione della Germania132.

Il 13 novembre 1954 i sovietici proposero una nuova conferenza tra le quattro Potenze, ma Dulles mise subito in chiaro che una simile Conferenza sarebbe stata più utile una volta che gli accordi di Londra e Parigi fossero stati completati, perché prima di tale momento i sovietici avrebbero solo tentato di sfruttare qualsiasi punto debole dell'alleanza occidentale a loro vantaggio e non si sarebbe approdati ad alcun risultato133. A dare ragione a Dulles fu l'appello rivolto dall'Unione Sovietica alla

repubblica Federale Tedesca il 15 gennaio 1955. I russi infatti ricordarono al governo che se avesse ratificato gli accordi di Parigi avrebbe avuto sulla coscienza una perpetua divisione della Germania. Se gli accordi non fossero stati ratificati, si dichiararono intenzionati a normalizzare le relazioni con la Germania Ovest, altrimenti avrebbero solo mantenuto strette relazioni con la Repubblica Democratica Tedesca e avrebbero preso delle contromisure. Adenauer, tuttavia non si lasciò spaventare da queste non troppo velate minacce e ribadì la sua fiducia incrollabile negli Alleati occidentali. Non poco tempo dopo i sovietici decisero di tirare fuori il proprio asso nella manica, l'Austria. Le loro intenzioni iniziarono ad essere evidenti con il discorso di Molotov di fronte al Soviet

132Steininger 2008: 110-11

Supremo che si era riunito fuori programma senza alcuna giustificazione il 3 febbraio 1955. Il suo discorso essenzialmente verteva su tre condizioni che sarebbero state necessarie per la ratifica di un Trattato, ossia una soluzione della questione tedesca tramite accordo tra le quattro Potenze, la convocazione di una Conferenza per esaminare sia la questione tedesca che la questione austriaca e la neutralità dell'Austria. Per quanto questo discorso potesse essere interpretato come il segno di una volontà da parte sovietica di risolvere una volta per tutte la questione austriaca, gli americani non erano affatto convinti che vi fossero speranze e ritenevano piuttosto che il Trattato di Stato fosse legato non solo alla neutralità per l'Austria, ma anche per la Germania.

Il 27 febbraio il trattato di Parigi fu ratificato dalla Germania di Adenauer e l'evento fu celebrato come una grande vittoria per gli Occidentali. Adenauer, poi, incontrando il rappresentante austriaco gli comunicò il suo pensiero riguardo al futuro dell'Austria, un futuro in cui nell'immediato non vedeva alcuna speranza per il Trattato di Stato austriaco di materializzarsi, visto che le aspettative sovietiche di separare la Germania ovest dall'Occidente erano state disattese. Il 25 febbraio, tuttavia, Molotov convocò l'ambasciatore austriaco a Mosca per rassicurarlo del fatto che i sovietici non consideravano una soluzione a loro favorevole per la Germania un prerequisito fondamentale per risolvere la questione austriaca. Ciò che premeva loro di più era che fosse raggiunto un accordo adeguato riguardante le misure da adottare per prevenire un'altra Anschluss. Di questa iniziativa di Molotov il Foreign Office pensò che si trattasse di un tentativo di coinvolgere gli austriaci in negoziazioni bilaterali oppure di far sì che facessero pressione per nuovi negoziati tra le quattro Potenze, per fare apparire gli Occidentali come un ostacolo alla piena sovranità e indipendenza austriaca qualora avessero rifiutato. Il britannico Wallinger mise in guardia Londra del pericolo che l'Unione Sovietica volesse iniziare dei negoziati con l'Austria per poi riuscire a raggiungere degli accordi soddisfacenti anche sulla Germania, nonostante i Trattati di Parigi fossero stati ratificati, e presto al Ministro degli Esteri Figl parve di avere una

conferma di simili intenzioni. I ministri delle tre Potenze dunque giunsero ancora una volta alla conclusione che non vi fosse alcuna reale speranza per l'Austria.

I colloqui tra austriaci e sovietici continuarono, concentrandosi in particolare sul tema di garanzie contro il rischio di una nuova Anschluss e, per quanto il governo di Raab tenesse sempre gli Occidentali al corrente di ogni sviluppo, nondimeno essi non erano molto entusiasti. A fine marzo i tre ambasciatori occidentali a Vienna si riunirono per discutere della situazione e giunsero alla conclusione che vi era stato realmente un cambiamento della posizione sovietica a favore della conclusione del trattato austriaco, seppure con dei secondi fini, ossia trarre vantaggio dalla neutralizzazione dell'Austria per influenzare la situazione tedesca e per creare un blocco neutrale composto da Austria e Jugoslavia in Centro Europa, così da spezzare il fronte Alleato.

Permanevano però alcuni dubbi circa la natura delle richieste sovietiche in merito alle garanzie “anti-Anschluss”: Molotov aveva proposto che a garantire per l'unità e l'indipendenza del paese fossero le grandi Potenze (compresa l'URSS) o i paesi confinanti. Siccome i paesi vicini erano la Cecoslovacchia e l'Ungheria, Raab si era mostrato favorevole piuttosto alla prima opzione, ma gli Occidentali erano ancora molto scettici riguardo alle intenzioni dell'URSS.

Il 23 marzo 1955 Molotov riprese l'iniziativa ed invitò il Cancelliere Raab a Mosca per discutere la questione del Trattato di Stato. Ciò chiaramente preoccupò molto gli Occidentali, ed in particolare i britannici, i quali temevano che Molotov avrebbe approfittato del desiderio degli austriaci di vedere il proprio stato finalmente indipendente per imporre delle condizioni che avrebbero consentito infiltrazioni comuniste. Nondimeno comprendevano la necessità di accettare l'invito di Molotov e pertanto si limitarono a raccomandare prudenza. Per rafforzare la posizione austriaca a Mosca e rassicurare gli austriaci che continuavano ad avere l'appoggio occidentale, Eden propose una dichiarazione tripartita.

A complicare ulteriormente la situazione vi era la paura che se nuovamente non si fosse riusciti ad arrivare a un Trattato di Stato, l'Unione Sovietica avrebbe denunciato l'Occupation Agreement, provocando così la divisione dell'Austria.

Il 4 aprile il governo sovietico fissò la data dell'incontro all'11 aprile e in quei giorni il Cancelliere rifletté molto sulle possibili intenzioni e motivazioni sovietiche che si celavano dietro a tanto interessamento per il destino del suo paese. Si era costruito un'idea generale a riguardo, in base alla quale i russi, preoccupati dalla prospettiva di un riarmo dell'esercito tedesco, ora che non potevano più fare nulla per cambiare quanto era avvenuto con la ratifica del Trattato di Parigi avevano rielaborato la propria linea politica in direzione della neutralizzazione di una Germania unificata, per la quale l'Austria avrebbe potuto costituire un precedente utile. Anche John Foster Dulles era convinto che l'Austria non fosse ancora riuscita ad emanciparsi dal legame con la Germania che aveva sempre mantenuto nella strategia sovietica.

Le negoziazioni ebbero luogo a Mosca dal 12 al 15 aprile 1955 e la delegazione austriaca, nonostante le innumerevoli raccomandazioni occidentali, fece ben di più che limitarsi a tastare il terreno per capire le reali intenzioni dei russi. Tuttavia l'incontro ebbe un esito incredibilmente fortunato: la liberazione dell'Austria. In base al Memorandum di Mosca gli eserciti occupanti sarebbero stati ritirati quando il Trattato di Stato fosse entrato in vigore, non più tardi del 31 dicembre 1955. Le proprietà della Danube Steam Shipping Company per 2 milioni di dollari, oltre ai giacimenti e le raffinerie per 10 milioni di tonnellate di petrolio sarebbero tornate all'Austria, la quale avrebbe dovuto versare 150 milioni di dollari per la proprietà tedesca, da pagare in beni. Lo stato austriaco sarebbe poi divenuto neutrale sulla base del modello svizzero.

Gli occidentali rimasero genuinamente stupiti da una simile proposta e anche se si mantennero su una posizione di cauto ottimismo, a quel punto si resero conto che sarebbe stato estremamente difficile resistere alla pressione sovietica ed austriaca per la firma del Trattato. Il principale motivo di preoccupazione restava la Germania Ovest, che temevano di perdere come alleata non appena si fosse resa conto, guardando l'Austria,

dei vantaggi di una possibile neutralità. In effetti non avevano tutti i torti, in quanto la Germania Ovest ancora non aveva proceduto al riarmo e la fortissima propaganda sovietica riguardante il successo delle negoziazioni sulla questione austriaca pareva proprio volta a fare breccia nella Repubblica Federale Tedesca, allettandola con la più comoda prospettiva del non-allineamento. Anche i media tedeschi fecero la loro parte, dando grande risonanza all'evento, che fu considerato come il campo di prova per il raggiungimento di una possibile soluzione del conflitto tra i due blocchi. Adenauer tuttavia non mostrò alcun segno di cedimento, in quanto la situazione austriaca era a suo parere molto diversa da quella tedesca e perché ora che la Germania aveva guadagnato l'appoggio dell'Occidente, era necessario che dimostrasse la propria affidabilità e non mancasse agli impegni presi in Europa e con la NATO. A quel punto fu chiaro agli Alleati che potevano permettersi di apporre la propria firma al Trattato di Stato ed accettare la neutralità austriaca senza compromettere la situazione in Europa ed il 15 maggio firmarono.

Il Trattato di Stato entrò in vigore il 27 luglio e il 25 ottobre le ultime truppe straniere lasciarono l'Austria. Il 26 ottobre il Parlamento approvò la legge riguardante la neutralità e finalmente, dopo 10 anni dalla fine della guerra, l'Austria riacquistò l'indipendenza134.

Nel documento Trieste, l'Austria e la Cortina di Ferro (pagine 158-165)