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L'atto di elezione, interessante anche perchè fornisce m olti nom inativi per una indagine sulla consistenza numerica dei mercanti lucchesi a Genova, è

edito in R . L o p e z , L'attività economica cit., p. 179. n. 46. Come prova della pos­

sibilità, oltre che della opportunità di uno studio sulTattività commerciale dei Lucchesi a Genova nel sec. X II I e come prima informazione archivistica per chi voglia accingersi a questo lavoro, segnaliamo le seguenti fonti: A r c h i v i o d i S t a t o di G e n o v a , Cartul. 65, atti del not. Corrado da Capriata, ce. 3 v., 4 r., 8 v., 9 t;., 15 r., 17 v., 32 r.; Cartul. 62, atti del not. Angelino de Sigestro, c. 19 r.; Cartul.

5-i, atti del not. Giovanni Vegio, cc. 91 v., 92 r., 93 v., 99 r., 102 r., 122 r., 131 v., 144 r.

13 Frammento di Poliptico di S. Stefano di Genova, ms. dei secc.XII-XIII, in B i b l i o t e c a C iv ic a B e rio , 1.4-15; A r c h i v i o V a tic a n o , Reg. vat. 23, c. 213 v.

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L a chiesa d i S. C roce in Sarzan o fu chiesa n a z io n a le dei L u c­

chesi a G e n o v a , p ro b a b ilm e n te pe r un p e rio d o ristretto, nel secolo X I I I ; q u i, p e rò , v o g lia m o esporre tutto q u e llo , e n o n è m o lto , che sia m o riu s c iti a trovare su d i essa, sia p rim a che d o p o tale secolo, p e r m e g lio in q u a d r a r e il suo « p e rio d o lucchese ».

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Le n o tiz ie su lla chiesa d i S. Croce in S arzan o , sebbene non m o lto n u m e ro se , ci p e rm e tto n o d i d e lineare a g ra n d i tratti tre m o ­ m e n ti p a r tic o la r i d e lla storia d i questa chiesa. II p r im o m o m e n to è q u e llo in c u i S. Croce è re tto ria d i Santo Stefano. N el 1158 è segna­

la ta l esistenza d i u n ospedale detto d i S. Croce in Sarzano perchè a ttig u o ad u n a chiesa di tal n o m e ; lo stesso ospedale è ricordato an c h e n el 1191. ed è a m m in is tr a to d a l C a p ito lo d i S. M a ria di C aste llo 1J. L a chiesa d i S. Croce, invece, dip e nd e va d a ll a b b azia di S. S te fa no , ed esisteva già p r im a de l 1158. Essa è ricordata, col nom e d i S. C roce d e C astello la n u e , in u n a b o lla del 1135 di Innocenzo I I , in s ie m e ad altre chiese soggette a ll’a b b azia b e n e d e ttin a 10; con lo stesso n o m e si trova anche in u n p riv ile g io d i E ugenio I I I , allo stesso m o n aste ro , nel 1145 16 ; ad u n certo m om ento non solo l

ospe-14 N. P e r a s s o . ms, del sec. X V I I I , in A r c h i v i o d i S t a t o d i G e n o v a , n. 845, f. 2 r ., n . 7 ; G . G i s c a r d i , Origine delle Chiese, monasteri e luoghi pii della Città e Riviere di G enova, ms. del sec. X V I I I , in B i b l i o t e c a C iv ic a B e r io , I I , 4 , 9, p p . 14 2- 144 ; M . A c c i n e l l i , Dizionario ecclesiastico di Genova, ms. del sec. X V III, i n B i b l i o t e c a C i v i c a B e r io , I I . 4 , 8 .

15 J. V. P f l u c k - I I a r t t u n c , Iter Italicum , Stoccarda, 1883. n. 331; P h . J a ffÉ , Regesta Pontificum Rom anorum , Graz, ristampa anastatica, I , 1936. n. 7 713.

N otizia in B . P o c h . Miscellanea d i Storia Ligure, ms. del sec. X V III. in B i b l i o t e c a C i v i c a B e r i o IV , 1, 13, I, f. 19 r. I due appellativi di S. Croce in Sarzano e di S. Croce di Castello coincidono e designano la medesima chiesa perchè Sarzano era una spianata posta sotto il Castello : cfr. G. P o g g i, Genova preromana, romana e medievale, Genova, 1914. pp. 2-22.

16 Copia manoscritta del sec. X V I II in B . P ocn cit., I, f. 19 r. Regesti in J . v. P f l u g k - H a r t t u n c cit., n. 4 2 1 ; P h . J a f f É cit.. I I , n. 8778. Notizia in Storia cronologica dell'A bbazia e Chiesa di S. Stefano di Genova ricavala da antiche scritture ed iscrizioni, Genova, 1776, p. 5. V i si dice anche che l’originale si tro­

vava nell'archivio del monastero: ora è perduto.

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claie, m a anche tutta la contrada avevano preso il n o m e d a lla chiesa:

dal secolo X I I I esiste a Genova una contralti S. C ru cis, che rivive, alm eno in parte, nelle attuali piazza e via di S. Croce, nel q u artie re del M o lo l7.

I'a b a te di S. Stefano aveva la com pleta a m m in is tra z io n e te m ­ porale de lla chiesa, mentre a ll’arcivescovo di G enova era riservala I am m inistrazio n e spirituale. A ll’abate spettava d i d ir itto la scelta del rettore che, ad elezione avvenuta da parte del m on aste ro , si p re ­ sentava all O rd in ario e riceveva da questi la g iu ris d izio n e pe r la cura a n im a ru m . N e ll’esercizio del suo ufficio, q u in d i, il rettore d i­

pendeva d a ll abate in tem poralibus, e d a ll’arcivescovo in s p ir itu a li­

bus. II rettore, all atto della presa di possesso del suo be n e ficio , g iu ­ rava d i rim anere fedele al monastero di S. Stefano, d i n o n alie nare , senza autorizzazione, lib ri, vasi sacri, param enti d ’altare ed altre su p p e lle ttili, d i eleggere la p ro p ria residenza presso la chiesa d i S.

Cioce, di non assentarsi, per nessun m otivo, per un p e rio d o di tem po superiore ai due mesi, senza il permesso d e ll’abate o del c ap ito lo , di non sollevare opposizioni alla sua rim ozione e sostituzione da parte del monastero, qualora egli avesse violato u n a d e lle clausole suddette.

Santa Croce godeva, per concessione p o n tificia , d i a lc u n i p r iv i­

legi: non poteva essere interdetta n isi p rò co m m u n i c u lp a c le ri vel p o p u li; nessun altra chiesa poteva essere edificala entro i suoi co n ­

fini g iu ris d iz io n a li; godeva del ius sepeliendi e p u ls a n d i ca m p à n a s, eccetto il sabato santo; era esente da qualsiasi im p o s iz io n e d i de­

cime. Il suo rettore, però, non poteva am m in istrare l ’estrem a u n ­ zione 18.

Il reddito annuo della rettoria am m ontava, a l l ’in iz io d e lla se- ( onda m eta del secolo X IV , a m ala pena alle sei lib re d i g e n o v in i ; però nel 1386, per merito della saggia am m in istrazio n e d e ll’ab ate G io v a n n i, salì in poco tempo alla considerevole som m a d i 50 lib re l9.

17 A. P e s c io , I nomi delle strade di Genova. Genova. 1912. pp. 110-111;

I). C a s t a g n a c M . U. M a s im , Genova, guida storico-artistica. Genova. 1929. p. 107.

18 Per tutte queste notizie cfr. i documenti in appendice, ed inoltre G. Gi-

S C A R D I cit., pp. 112-1 14.

19 G . Gis c a r d i cit., pp. 142-144.

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U n a sì flo r id a s itu a zio n e e co n o m ic a indusse n e llo stesso a n n o il m o ­ nastero a trasfo rm are S. Croce da c a p p e lla in p rio ra to , com e si ve­

d r à p iù a v a n ti.

❖ ❖ %

A lla m e tà del secolo X I I I è in atto u n a controversia che vede im p e g n a ti d a u n a parte il c o m u n e d i Lucca ed i m e rc an ti lucchesi resid e n ti a G e n o v a , d a ll'a ltr a l ’arcivescovo d i G enova ed i m o n aci d i S. S te fano , con l ’in te rve n to fin a le e risolutiv o d i In n o c e n zo IV in favore d i questi u l t i m i 20.

I l m o n aste ro d i S. S te fano aveva concesso de facto e in p e rp e ­ t u u m al c o m u n e d i L ucca, cioè ai m e rc a n ti lucchesi in G enova, il p a tro n a to e g li a ltri d ir itti che aveva su lla chiesa d i S. Croce. A b ­ b ia m o ric o rd a to q u a li fossero questi d ir itti del m o n a ste ro ; la r in u n ­ cia ad essi e q u iv a le v a , in p a rtic o la re , alla rin u n c ia a lla elezione del rettore ed a l c o n tro llo s u ll’a m m in is tra z io n e te m p o ra le d e lla chiesa, con conseguente d a n n o m a te ria le e m o rale p e r S. Stefano. Com e e q u a n d o tale situ azio n e si fosse venuta creando, n o n possiam o sa­

p e re ; è m o lto p ro b a b ile , p e rò, che ci si sia arriv a ti m o lto len ta­

m e n te , poco a lla v o lta, pe r negligenza e n o n curan za dei m onaci stessi.

M a n o n eran o d a n n e g g ia ti soltanto gli interessi ed il prestigio dell a b b a z ia , bensì anche q u e lli d e ll’o rd in a rio d i G enova, al quale, com e si ric o rd e rà , spettavano il confe rim e nto d e lla giu risd izio n e per la cura d e lle a n im e al rettore, presentato d a l m onastero, ed il con­

tr o llo su ll a m m in is tra z io n e in s p ir itu a lib u s de lla chiesa. N el 12.j2 1 arcivescovo d i G e no va, G io v a n n i d i Cogorno 21, sostenendo che la cessione era avv en uta ad in sa p u ta sua e del C a p ito lo genovese, 1 an ­ n u llò . E p r o b a b ile che l ’arcivescovo avesse agito anche sotto le pres­

sio n i del m on aste ro , p e rch è n e lla sua d ich iarazio n e d i n u llità egli ebbe cura d i m ettere in risalto com e la cessione al com une d i Lucca avesse d a n n e g g ia to il m onastero d i S. Stefano e com e il suo a n n u lla ­

20 Per tutto quanto si riferisce alla controversia tra i mercanti e le autorità ecclesiastiche genovesi, a proposito della Chiesa di S. Croce, cfr. i documenti in appendice.

21 G . B . S e m e k ia , Secoli cristiani della Liguria, I, Torino, 1843, p. 86.

m ento si imponesse per giustizia. L ’arcivescovo si rivolse anche al papa, seguito, in questo ricorso, anche dal m onastero. In n o c e n zo IV , in data 15 ottobre 1252, accondiscese alla richiesta. C on la co n fe rm a, da parte dell autorità suprem a, della sentenza d i n u llità d e lla ces­

sione di fatto, non solo il monastero rientrava nel g o d im e n to di lutti i suoi d irilti su S. Croce, m a anche l'arcivescovo riotteneva I am m inistrazion e spirituale, in q uanto ritornavano in vigore le d i­

sposizioni delle bolle di Innocenzo I I e di E ugenio I I I .

Q uale fu la causa d e ll’azione concordala d e ll'a b a te e d e ll’arci­

vescovo? N aturalm ente va tenuta presente, p rim a d i tutto, la questio­

ne d i p rin c ip io : 1 arcivescovo di Genova non avrebbe m a i p o tu to ac­

cettare una situazione che gli im poneva di rin u n ciare ai p r o p r i d i­

ritti, come un fatto com piuto, senza previa consultazione e consenso.

La questione d i principio fu il m otivo p rin c ip ale d e ll’o p p o s izio n e dell o rd in a rio genovese, ma non fu il solo; fu anzi la causa rem ota, che diede origine a ll’opposizione, m a non quella che prov ocò l ’in ­ tervento. Occorreva un fatto concreto, un avvenim ento, u n « in c i­

dente» che, m ostrando palesemente gli effetti negativi che la ces­

sione dei d iritti ai Lucchesi aveva avuto nella a m m in is tra z io n e eco­

nom ica e sp irituale della rettoria, facesse ap parire , an ch e sul p ia n o pratico, p iù opportuno I intervento d e ll’autorità ecclesiastica, e m a g ­ giore la possibilità di successo. Se la questione d i p r in c ip io fosse stata I unica causa dell opposizione e d e ll’intervento d e ll’arcivescovo, perchè G io v a n n i di Cogorno, arcivescovo d i G enova f in d a l 1239, non era intervenuto p rim a ? E p p u re bisogna am m ettere che. p erch è si stabilisse u n a situazione di rin u n c ia d i fatto ai p r o p r i d ir itti da parte del monastero di S. Stefano, e perchè se ne constatassero gli effetti negativi, dovette occorrere un certo periodo d i te m p o , p ro b a ­ bilm ente d i anni.

L « incidente », che provocò l ’intervento arcivescovile, fu la con­

dotta del rettore di S. Croce, Pietro da R a p a llo . C ostui aveva a lie ­ nato, senza autorizzazione, alcuni param e n ti sacri d e lla rettoria, im ­ poverendo il patrim onio della chiesa e d an n e gg ian d o, d i riflesso, il m onastero di S. Stefano. Inoltre sembra che si fosse a llo n ta n a to d a lla sua sede, senza autorizzazione, per u n p e rio d o d i te m p o su­

periore ai due mesi, trascurando così la cura delle a n im e a lu i a f­

fidate. 11 com portam ento di Pietro da R a p a llo fu il m o tiv o prossim o

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che indussse a ll'a z io n e l ’abate e l ’arcivescovo, p erch è am b e d u e le a u to r ità ecclesiastiche si tro v aro n o d i fronte a m e n o m a z io n i palesi d e i ris p e ttiv i interessi.

A n n u lla t o l ’acquisto d i fatto dei d ir itti su S. Croce da parte de l c o m u n e d i L ucca, i m e rc a n ti lucchesi si tro varo n o n e lla neces­

sità d i tra tta re col m onastero d i S. Stefano. N e l nove m bre 1252 fu s tip u la to u n accordo ; esso n o n ci è arrivato 22, m a d a ll’esame dei d o c u m e n ti c o n te m p o ra n e i p o ssiam o arguire q uale fosse, alm e n o p a r­

z ia lm e n te . i l suo co n ten uto. A i m e rc a n ti era riconosciuta la facoltà d i p re s e n tare a l m onastero u n sacerdote q uale c an d id a to alla retto­

ria . i l q u a le doveva essere accettato, eletto rettore ed insediato nel possesso d e l b e n e fic io d a l l ’abate e d al cap ito lo . R ispetto a lla b o lla di E u g e n io I I I il m on aste ro r in u n c ia v a , nel 1252, in favore dei m e r­

c a n ti, solo a lla ricerca d i u n sacerdote « u tile ed idoneo » a lla carica d i retto re, m e n tre riservava a lla sua diretta ed esclusiva com petenza 1 acce ttazio n e , l ’e lezione e l ’in se d ia m e n to . Il sacerdote eletto doveva g iu ra re d i risp e ttare l ’accordo intervenuto tra il m onastero ed i m e r­

c a n ti, d i essere fedele a l l ’abate e al cap itolo del m onastero, d i risie­

dere a b itu a lm e n te n e lla retto ria e d i non alienare le p ro p rie tà d i essa.

N e ll acco rd o doveva essere contenuta anche u n a clausola p a r­

tic o la re , a p ro p o s ito de l rettore P ietro da R a p a llo che venne con­

fe rm a to n e l l ’u ffic io nonostante i suoi trascorsi. N ei suoi rig u a rd i, p e rò , si v o lle seguire u n a p a rtic o la re procedura, com e se egli ve­

nisse eletto a llo r a : i m e rc a n ti, rappresentati d al loro cap ilane us, V i­

v ia n o Z e m b r in i e da tre d i lo ro , Bonaventura G a m b a ld o , L am berto L occo e B o n f ig lio S c h i t i n i 23, presentarono il sacerdote Pietro da R a p a llo a ll ab a te e al ca p ito lo del monastero d i S. Stefano, « eligen­

d u m et p o n e n d u m sive co n stitue n d um in rectorem et m in istru m ec­

clesie San cte C rucis de Sarcano » ; l ’abate ed i m onaci accettarono la p re s e n tazio n e ed elessero ed insediarono Pietro da R a p a llo che g iu rò , com e p r im a cosa, d i approvare l accordo tra il monastero ed

22 A ll'A rc h iv io di Stato di Genova non abbiamo trovato il cartolare di (rio-