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8 Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

70 Vedi nota 68

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con le poche forze di cui ancora disponeva 71. Forse B ia g io si oc­

cupò delle operazioni m ilita ri sul lago d i C om o e f u m esso a cap o della flotta che, il 9 ed il 26 lu g lio , frustrò due te n ta tiv i veneti d i im p ad ro n irsi, dalla parte del lago, d e lla fortezza d i Lecco 72.

N on sappiam o se alla morte d i F ilip p o M a r ia l ’Assereto fosse a M ila n o ; com unque egli non com pare, agli in iz i d e lla R e p u b b lic a A m brosiana, nè fra i sostenitori della nuova lib e rtà , n è fr a i fe d e li d ell idea ducale. E ’ probabile che ragion i d i p r u d e n z a e d i v ig ile attesa lo indussero a ritirarsi a Serravalle pe r d ife n d e re i l p r o p r io feudo dalle minacce del marchese del M on fe rrato e s p e c ia lm e n te di Genova, da dove il nuovo doge, G iano d i C a m p o fre g o so , c o n ti­

n uan d o nella politica della sua casa, ostile a M ila n o e a p p r o fitta n d o della disgregazione dello stato visconteo, si era im possessato d i V o l­

taggio, Ovada, Gavi, Fiaccone, N o v i 73.

D a Serravalle Biagio assistette ai p r im i mesi d i v ita d e lla R e ­ p u b b lica A m b ro sian a; poi si portò a M ila n o , dove, il 1° g e n n aio 1448, fu eletto dai C apitani e d a i D ife n sori d e lla L ib e r tà pod està della città e del ducato per 6 m esi, a partire d a l 29 fe b b r a io , in sostituzione di M anfredo R ip p a ro lo dei conti di S a n M a r tin o 74. La elezione del nostro, un fedele del defunto duca, a d u n a carica così im portante, riservata di solito alle fa m ig lie n o b i l i 75, r a p p re s e n tò in d ub b iam e nte una chiara allusione alla c o n tin u ità d e lla p o litic a viscontea e segnò un punto a favore de llo Sforza, c a p ita n o generale della R e p u b b lic a, m a anche presunto erede d i F ilip p o M a r ia : i n ­ fatti, m entre sul finire del 1447 la R e p u b b lic a A m b r o s ia n a era prossima ad un accordo u m ilia n te con V enezia, d o p o l ’e le z io n e d i Biagio prevalse il partito della guerra ad oltran za e n o n si p a r lò p iù d i accordo con l ’irrid u c ib ile rivale 76.

L ’Assereto entrò in carica il p rim o m arzo e, fra i su o i p r im i

71 F. Co g n a s s o cit., p . 375.

72 C r i s t o f o r o d a S o l d o cit., pp. 72-74; M . S a n u d o cit.. col. 1125 B-E;

F. C o g n a s s o cit., pp. 377-78.

73 G . G i u l i n i cit., V I, pp. 428-29.

74 I registri dell'ufficio d i Provvisione cit., n. 96, p. 409, 1° febbraio 1448.

75 C. Sa n t o r o, Gli uffici del dominio sforzesco ( 1450-1500), M ila n o , 1 9 4 7 , p . XXX.

76 Cr i s t o f o r o d a So l d o cit., p. 77; F. Co g n a s s o cit., p. 413.

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p ro v ve d im e n ti, em anò una serie d i decreti atti a r ip o rta re l'o r d in e in città, ove regnavano l'an arch ia ed il caos. I l 3 m a rz o s ta b ilì con u n decreto che nessuno potesse opporsi agli u ffic ia li c h e eseguivano i suoi o rd in i e che tutti i cittad in i dovessero assistere t a li u f f ic ia li 77 ; il 4 m arzo e m an ò un'altra grida contro i b e ste m m iatori, c o n tro ch i com perava roba proveniente da scasso o da furto, e acco glie v a i c itta d in i che erano stati b a n d iti, com m inando gravi p e n e , an c h e f i ­ siche. ai r e n ite n ti78.

I l podestà non si lim itò solo a dettare leggi ed a fare eseguire o rd in i, m a passò direttam ente a ll azione, quando le c irco stan ze lo richiesero: così, quando fu necessaria la presenza d i u n a b ile a m ­ m ira g lio pe r fronteggiare i \ eneti sul Po. B iagio a b b a n d o n ò M ila n o e in lu g lio si recò nella zona di Crem ona. Q ui in fa tti 1 a m m ir a g lio veneziano. A nd rea Q u irin i, approfittando dell'assenza d i F rancesco Sforza, im p eg n ato altrove, attaccò la città ed il p o n te d i barch e fatto costruire d allo Sforza: fa llito però il suo assalto p e r Teroica resistenza di Crem ona, organizzata da Bianca M aria S fo rz a , e sap uto del ra p id o accorrere del conte, il Q u irin i si ritirò a C a sa lm a g g io re , su di u n ram o del Po. Q u i egli si ritenne sicuro, p e rc h è difeso a destra d a l presidio di Casalmaggiore e a sinistra d a u n a golena form ata d a l fiu m e : inoltre egli stesso aveva m u n ito con p a liz z a te , steccati e catene l'entrata superiore del canale. M a lo S fo rz a e 1 A s­

sereto. due p ro d i, geniali e fortunati condottieri, ebbero b e n presto ragione del Q u ir in i: mentre da terra lo Sforza prese a be rsag liare con le artig lie rie la flotta nem ica. l'Assereto si piazzò con le p ro p r ie navi all'im b o ccatu ra del canale, per tagliare ai V e n e ti la r itir a ta e costringerli a combattere. Chiuso fra due fuochi, senza p o s s ib ilità d i uscita e con le navi esposte ai colpi nem ici, il Q u ir in i, q u a n d o v ide che B iagio si apprestava a risalire il canale per attaccare b a tta g lia , diede fuoco ad alcune sue navi e le spinse contro il n a v ig lio m ila ­ nese p er appiccarvi fuoco. M a il nostro, in tuita la m a n o v r a , fece rapid am e n te retrocedere dallo stretto canale le p ro p rie n a v i e at­

tese il Q u ir in i al varco, im pegnando con lui una furiosa b a tta g lia .

77 I registri deUufficio degli Statuti cit., n. 156, p. 68. 3 m arzo 1118.

78 A.S.M., Registro Panigarola, n. 6, cc. 41 v. - 42 4 marzo 1448.

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d alla quale si salvarono, con la fuga, solo 7 g a le o n i e 1 galea d e lle 70 u n ità della flotta veneta79.

La notizia si diffuse rapidam ente in M ila n o , ove il 18 lu g lio , si o rd in ò d i fare processioni, fu o c h i, feste e su on i d i c a m p a n e per celebrare la vittoria riportata i l giorno p rim a d a llo S fo rza e dal- l ’Assereto a Casalmaggiore contro V enezia 80.

R ito rn ato in città, Biagio an d ò via via a u m e n ta n d o la p r o p r ia a u to rità: i l 16 agosto gli fu concesso, oltre la p r o p r ia c o m p e te n z a , il potere assoluto per procedere contro i r ib e lli, i tr a d ito r i, gli o m i­

cid i, i falsari, i lad ri ecc. Riconoscendo la d ilig e n z a , la r e ttitu d in e e la capacità, nelle azioni m ilita r i e in quelle a m m in is tr a tiv e , del nostro podestà, i C apitani della L ib e rtà diedero a ll Assereto 1 in c a ­ rico d i allontanare dalla città gli in d iv id u i discoli, rissosi, se d iziosi, pronti a com piere furti ed uccisioni ed a questo scopo g li assegna­

rono, ultra fa m ilia m . 50 u o m in i arm ati d i balestre e d i a ltre a r m i 81.

11 bando venne pubblicato il 30 dello stesso mese « a la scalla del p allazio ducale ». con invito a tutti i c itta d in i d i a iu ta r e il pod està nella sua opera e d i mantenersi « b o n i, co rre d i, o b e d ie n ti. p a c iffic i et honesti » 82.

N el frattem po la guerra contro A enezia. a c u i aveva p a rte c i­

pato così vittoriosamente B iagio, subì un brusco arresto, q u a n d o il capitano generale della R e p ub b lica A m b ro sia n a, con u n accordo u nilaterale a R ivoltella, il 18 ottobre 1448, si im p e g n ò a re s titu ire le terre sottratte, in cam bio d i u n riconoscim ento da p a rte d i V e­

nezia della sua legittim ità alla successione di F ilip p o M a r ia . L ac­

cordo fu interpretato a M ilano come u n vero tr a d im e n to d e llo S fo rza e si procedette all'allontanam ento dei C a p ita n i d e lla L ib e r tà e d e g li altri m agistrati, ritenuti responsabili di questa a zio n e , m a l ’Assereto rim ase al suo posto e venne riconferm ato podestà, n o n o s ta n te i l suo legam e con il conte 83.

I n questo periodo di tempo lo Sforza, a fflitto d a p r e o c c u p a z io n i

79 M. Sa n u d o cit.. coll. 1127 B-1128 A ; G . Gi u l e v i cit.. V I, p p . 439-141.

80 / registri dell'ufficio di Prom-isione cit.. n. 109. p . 412. 18 lu g lio 1448.

81 A.S.M., Registro Panigarola. n. 6, cc. 77 v. - 78 r.. 30 agosto 1448.

S2 A.S.M., Registro Panigarola. n. 6. c. 78 v.. stessa data.

83 G. G ii l i n i c it ., V I, p . 445

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d i carattere econom ico per il pagam ento dei suoi c a p ita n i, in iz iò u n a p o litic a filogenovese, ottenendo in prestito, nel n o v e m b re , 10.000 ducati e s tip u la n d o con il doge, G ian o d i C am pofregoso, u n 'a lle a n z a offensiva e difensiva della durata d i tre a n n i 84. I n q uesto tra tta to , in cui G enova e M ilan o si im pegnarono ad osservare le c o n v e n z io n i co m m e rc ia li vigenti p rim a della m orte di F ilip p o M a r ia ed a fo r ­ nirsi reciprocam ente aiuti m ilita r i, appare fra i sottoscritti d e lla parte m ilanese anche B iagio 85.

L'Assereto trovava anche il tem po d i dedicarsi a l c o m m e rc io dei lib r i: in quest'anno incaricò alcuni am ici d i vendere a l re A l ­ fonso d 'A ra g o n a . per 100 ducati aurei, u n prezioso codice d i V ir g ilio , com e ci m ostra una lettera d i B artolom eo F azio ad A n t o n io Becca- d e lli. segretario del r e 86.

N e l 1449. nella sua q u a lità d i podestà. B iagio dovette a ffro n ­ tare anche il problem a del vettovagliam ento d i M ila n o in p re d a alla carestia, em anando una serie d i decreti atti a c o lp ire g li in ce t­

tato ri di generi alim entari ed a distribuire a ciascuno i l g ra n o 87. M a la situazione n e lla città si fece sempre p iù confusa ed a g ita ta , se l'8 settembre 1449. si dovette emettere una grida in cui si o r d in a v a a tutti i c itta d in i d i prestare obbedienza al podestà, B ia g io Assereto, ed ai luog otenenti del capitano del p o po lo , C arlo G o n z a g a , im p e ­ gnato a fronteggiare con le a n n i l'avanzata di F ra ncesco ^ f o r z a 88.

N e ll'o tto b re , fallito il tentativo dello Sforza di im p a d r o n ir s i d i M ila n o , si firm ò fra i contendenti u n a tregua d e lla d u r a ta di 20 g io rn i a partire dal 16 o tto b re 89: in questo lasso d i te m p o in M ila n o si riorganizzò l'am m inistrazio ne e B iagio Assereto fu ric o n ­

8Î G. Gi u l i n i cit., V I. p. 448; A. Gi u s t i n i a n i, Annali cit.. I I . p. 378. Secondo il G iu lin i lo Sforza avrebbe dato in isposa, l’anno precedente, la propria figlia illegittim a. Drusiana, a Giano Fregoso.

85 A.S.G.. Materie politiche: trattati e negoziazioni, n. 57, 1448?

So F. Ga b o t t o. Ln nuovo contributo alla storia dell'umanesimo ligure, in A tti della Società Ligure di storia patria. X X IV . 1891, a p p e n d ic e 4 a , d o c . I l i , p. 277.

87 / registri dell'ufficio degli Statuti cit., n. 242. p. 71, 30 agosto 1449.

88 G . G i u l i n i cit., VI. p. 460, ove però è scritto « Biagio Agrato, podestà di Milano ».

89 G . Gi u l i n i cit., V I. p. 462.

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ferm ato podestà della città e del distretto fino a ll’in iz io d e l m a g g io seguente 90.

Trascorsa la tregua, di fronte a ll’incalzare d e g li e v e n ti, la re­

p u b b lica di Sant’Ainbrogio venne ad u n accordo con V e n e z ia , cre­

dendo d i trovare la propria salvezza n e ll’antica riv a le , c h e in re altà m irava ad estendere il proprio d o m in io fino a ll’A d d a ; m a l ’ag g ra­

varsi della carestia e la pressione dei fautori dello S fo rz a in M ila n o , fra cui il nostro podestà, portarono la R e p u b b lic a a ll'in e v ita b ile catastrofe 91.

La situazione caotica di M ila n o è ben lu m e g g ia ta da d u e le t­

tere che il Filelfo indirizzò a B iagio . I l 1° g e n n aio 1450 e g li si scusa d i non essere p iù andato a trovare l ’am ico, p e rc h è im p a u r ito dal disordine e dalle arm i, e fa m aliziosam ente n o ta re a l podestà che, nonostante la sua autorità, la voce della legge n o n vie n e ascol­

tata tra il fragore delle arm i; p er questo rim a n d a la p r o p r ia v isita a quando laetior dies illu x e r it92. A lc u n i giorni d o p o in d ir iz z ò al-1 am ico podestà una sconfortata lettera che descrive bene an c h e lo stato d ’anim o e 1 angoscia dei M ilanesi, che orm ai n o n sap e v an o p iù che cosa fare, nè in chi credere o sperare: versari v id e o a r m a u n d i­

q u e ; q u id tum ultus sibi velit n u n d u m satis intellego, nec a n im u s pre- sagit nescio q uid Deus bene versat 93.

In questa incertezza degli sp iriti ed in questa in d ig e n z a la c o n ­ quista di M ilan o riuscì facile allo Sforza che, acca m p ato si n e lle v ic i­

nanze e spedito in città Gaspare d i Vim ereate, per so lle v a re g li a n im i in suo favore, entrò infine in M ila n o , il 25 o il 26 fe b b r a io , in c o n ­ trando solo sporadiche resistenze. L'11 m arzo l'A ssere to, eletto di nuovo podestà di M ilano e distretto con G abriele d i V im e r e a te com e suo vicario, sottoscrisse un bando che convocava l'a s s e m b le a gene­

rale, la quale proclam ò proprio signore lo S forza: p o c h i g io r n i d o p o , il 18, sempre l ’Assereto ratificò gli accordi fra lo S fo rza e la c ittà d i M ila n o 94.

90 / registri dell'ufficio di Provvisione c it.. n . 159. p . 4 1 9 . 3 n o v e m b r e 14 4 9 . 91 A. Co l o m b o. 1,'ingresso di Francesco Sforza in M ila n o e l'in iz io del nuovo principato, in Archivio storico lombardo, X X X II. 1905. p. 298.

92 F. P n iL E L P H U S cit.. lib . V II. 1° g e n n a io 1-150.

93 F. Ph i l e l p h l'S cit., lib . V I I ; questa le tte ra , posta d i s e g u it o a l l a prece­

dente, p orta solo l’indicazion e d e ll'a n n o . 94 A. Co l o m b o cit., pp. 324-31; p. 340.

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N ello stesso giorno Biagio fece pervenire allo S fo rz a im a le t­

tera. scrittagli dal figlio Franco da Serravalle, sugli a v v e n im e n ti de l m om ento in Genova. Franco aveva inform ato il p adre ch e L io n e llo S p in o la , con p iù di quattrocento fanti, si era portato a lla fo rte zza di Reste e d i lì a Busalla, ove erano convenuti altri S p in o la , e che tutti insiem e avevano fatto una scorreria in vai P o lce v e ra. B ia g io vide in tutto questo una mossa di coloro che. insiem e co n l u i stesso, cercavano di detronizzare il doge Ludovico di C am p o fre g o so e a m ­ m o n ì lo Sforza a ricevere degnamente il prop rio a m ic o , G io v a n n i F ilip p o Fieschi. che sarebbe andato ad ossequiarlo, e d a ric o rd a rs i di tutto q u e llo che egli gli aveva detto a viva voce s u lle vic e n d e genovesi, perchè « questa acqua vene al nostro m o lin o » 9j. N o n si sbagliò il nostro: infatti lo Sforza, crediamo con l'a iu to d e l signore di Serravalle. riuscì a raccogliere intorno a sè tutti g li a v v e rs a ri dei Cam pofregoso. stringendo accordi anche con i D o ria e g li A d o r n o che g li prom isero il loro aiuto nella conquista di G e n o v a , in c a m b io d i a m p lia m e n ti territoriali dei loro f e u d i96.

Lo Sforza dimostrò la propria riconoscenza all'A sse re to , che lo aveva favorito nell'acquisto del ducato e nelle sue m ir e su G e n o v a , concedendogli il titolo di m ilite e di cavaliere aureo 9/.

I l 25 m arzo avvenne il fatto p iù im portante d e lla p o litic a d e llo Sforza: accompagnato dalla consorte Bianca M a ria , d a l fig lio G a ­ leazzo. dal fratello Alessandro, dai suoi fedeli. — fra c u i B ia g io , — d a l clero e dalle autorità, fece il solenne ingresso in D u o m o , ove fu p oi proclam ato duca e successore di F ilip p o M a ria V is c o n ti. La cerim onia si concluse con la richiesta di m olti c itta d in i a ffin c h è il duca, in sig num , memoriam et perpetuam fam am tante c e le b rita tis, festivitatis et glorie, permettesse che il figlio G a le a z z o , p re s u n to erede al trono, fosse creato m ilite. Lo Sforza accolse d i b u o n grado la richiesta, dandone incarico ai m iliti Biagio Assereto, p o d e stà d i M ila n o . M ore llo degli Scolari di Parm a e Francesco F ossati i q u a li, ricevuto il giuram ento d’uso, proclam arono Galeazzo lo ro c o lle g a .

95 A.S.M., Potenze Estere, Genova, cart. 407. 18 marzo 1 4 5 0 . C fr. doc. 1.

96 A . Co l o m b o cit., p. 64.

97 G. Sc r ib a. Memorie patrie: Biagio Assereto. in Caffaro, Genova. 20 febbraio 1882.

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cingendolo con la spada dorata e calzandolo con g li sp e ro n i d o ro . A sua volta il duca ordinò che fossero creati m iliti a n ch e a ltre 91 p e r ­ sone d i varia nazionalità per m ano del p rin c ipe G a le a zz o M a r ia , del marchese C arlo Gonzaga e degli spettabili cavalieri B ia g io Assereto V isconti, P olidoro dei B aglioni d i Perugia. Pietro d a N o r c ia , F r a n ­ cesco Fossati da M ila n o 98.

In a p rile B iagio doveva finire il suo incarico d i p o d e stà, m a.

poiché non era ancora giunto in M ilan o il nuovo eletto, il 6 a p r ile venne conferm ato, per la sua devozione allo stato d u c a le e p e r l 'a b i­

lità dim ostrate in questo incarico, fino all arrivo d e l p o d e stà d esi­

gnato " , Pietro G uicciardini di Firenze, che prese possesso d e lla sua carica il 19 aprile.

I l 5 m aggio 1450 lo Sforza accordò piena a p p ro v a z io n e all'As- sereto pe r quanto aveva fatto d urante il suo governo com e podestà e gli prom ise eterna riconoscenza pe r i servigi da lu i resi a lla causa ducale 10°.

93 A . Co l o m b o cit., pp. 55-58. I l d o cu m e n to in q u e s tio n e è p u b b lic a t o in a p p e n d ic e , a p. 100.

99 A.S.M., Registro ducale, n. 148. c. 88 r., 6 aprile 1450.

100 G . G i u l i n i cit., V I, p. 487; viene qui citato un documento dei Registri civici di Milano.

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IV

I L R I T I R O A S E R R A V A L L E E L ’ A Z I O N E V E R S O G E N O V A

A m età del 1450 circa B ia g io si r it ir ò a S e r r a v a lle : la p a rte n z a da M ilan o e T abbandono d e lle carich e p u b b lic h e p o sso n o se m b ra re u n m eritato riposo, dopo l ’intensa a ttiv ità d e ll A ssereto sotto il V i­

sconti ed al tem po d e lla R e p u b b lic a A m b r o s ia n a , m a c o in c id o n o anche con il riposo d i a ltri suoi c o lle g lli, ch e , a l p a r i d i lu i» la sc ia ­ rono la corte ducale. Francesco S forza in f a tt i, d o p o a v e r m o s tr a to la pro p ria riconoscenza verso la n o b iltà e g li a n tic h i p a r t ig ia n i de l Visconti che l'avevano aiutato a c o n q u is ta re i l d u c a to , l i a llo n ta n o da corte e si circondò di u o m in i n u o v i che p r o v e n iv a n o d a lla b o r ghesia o d a ll’am biente m e rcantile, le due classi s u lle q u a l i lo S fo rza appoggiò la saldezza del p ro p rio potere 1.

I l trasferim ento a Serravalle p arv e s ic u ra m e n te m o tiv a to dal desiderio di godersi i piaceri d e lla vita cam p e stre a l F ile lf o , i l q u a le mostra di invidiare l am ico fe u d a ta rio : i s o liti m o tiv i u m a n is t ic i del 1 ozio, della tr a n q u illità , de lla pace agreste, c o m p a io n o spesso n e lle m olte lettere, scritte al nostro d a l F ile lfo , il q u a le p e r p r im a cosa, il 14 ottobre 1450, gli rim p ro v e rò d i essersi d im e n tic a to d e g li a m ic i lasciati a M ila n o 2.

1 F. Ca t a l a n o, L'età sforzesca dal 1450 al 1500. in Storia d i M ila n o , V II, Milano, 1956, p. 18.

2 F. Ph i l e l p h u s cit., lib. V II , 14 ottobre 1450. Q ualche giorno dopo il Filelfo, di nuovo, chiese il motivo che tratteneva l’Assereto in cam pagna. ^ quella stagione in cui non vi erano frutta fresche: forse gli piacevano le castagne In questo caso lo ammonisce a non farne indigestione e a ricordarsi di in\iar0 i

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In realtà B iagio non poteva godersi l ’ozio, che ta n to g li in v i­

diava l ’am ico um anista, perchè era ancora u tile , forse p iù d i p r im a , ed ancora al servizio attivo sotto lo Sforza, che aveva a v u to le sue buone ragioni per m and arlo nel feudo d i Serravalle. S e rra v a lle , a m età strada fra Genova e M ilan o , era u n a lo c alità d i estrem a im ­ portanza strategica come u ltim o b a lu a rd o ducale c o n tro N o v i, le ­ gata alla re pubblica di Genova, e contro gli irre q u ie ti m a rc h e s i del M onferrato ; aveva anche una grande im p o rta n z a d al p u n to d i vista economico, perchè per Serravalle passava la strada d e l sale, che, in tem po d i pace e di guerra, doveva assolutam ente ra g g iu n g e re M ilano.

Per questo lo Sforza inviò l ’Assereto a Serravalle, p e rc h è sapeva di poter contare su ll’energia e sulla fedeltà del nostro e d i avere a disposizione u n uom o coraggioso ed astuto, che avrebbe assicurato il trasporto del sale e che, nello stesso te m po , ne avrebbe assecondato le m ire su Genova. D opo il ’50 in fa tti, p e r il prestigio d i c u i B ia g io ancora godeva negli am bienti genovesi ostili ai C am p ofre goso, Serra- valle divenne il centro del m alcontento contro il governo d i G en ova ed il luogo di riunione di tutti i fuo rusciti genovesi, d i c u i lo S forza si serviva per la sua azione volta a riconquistare G e n o v a .

Da consigliere ducale l ’Assereto divenne l ’agente d e llo S forza presso gli esuli genovesi e l ’inform atore del duca su g li a v v e n im e n ti in Genova e nel M onferrato: il 9 settembre avvertì lo S fo rza che il giorno precedente era stato eletto doge d i Genova P ie tro d i C a m p o ­ fregoso e che gli Adorno, avversari del nuovo eletto, si a p p re sta v an o a scendere dai loro feudi in vai Polcevera per un a zio n e d i r a p p r e ­ saglia 3.

B iagio dovette anche occuparsi d e ll’a m m in is tra z io n e e d e lla riorganizzazione del proprio feudo, nonostante il fig lio F ra n c o avesse

alcune piante di fico, chieste in dono precedentemente (cfr. ib id e m , lib . V I I , 28 novembre 1450). Poiché l’Assereto non voleva spedirgliele, sostenendo che in inverno l’innesto non sarebbe riuscito, il Filelfo, all annunzio della buona stagione, il 2 febbraio 1451, ritornò alla carica chiedendo anche piante di progne e di altri frutti (cfr. ibidem, lib. V il i, 2 febbraio 1451).

3 A.S.M., Potenze Estere, Genova, cart. 407, 9 settembre 1450, vedi appen­

dice, doc. 2.

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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

ben governato durante la prolungata assenza del padre 4. I l problem a p iù im p ortan te sembra essere stato quello della m an can za di u o m in i;

il nostro cercò d i porvi rim edio attirando in Serravalle, con la pro­

spettiva d e lla libertà e di un m igliore trattam ento, g li schiavi fug­

giaschi. I n varie occasioni egli fece presente allo Sforza la p enuria di u o m in i nel proprio territorio, dei q uali invece aveva assoluto bisogno p e r provvedere alla difesa d i Serravalle, al trasp o rto de l sale ed alle co ntinue richieste del duca stesso, che sollecitava sempre nuove reclute p e r il suo esercito, dislocato nel Veronese.

D a ll altra parte Genova non poteva assistere a queste m anovre nei confronti degli schiavi, senza intervenire: il 2 g e n n a io 1451 il doge in v itò il nostro a restituire la schiava di un tale A m b r o g io Ra- sponi. la q uale , sottrattasi al padrone, si era rifugiata a Serravalle, ove era stata liberata dal nostro fe u d a ta rio 5: il 21 m a rzo il C om une genovese rin n o v ò la richiesta per la schiava fuggitiva e Tesortazione a non concedere asilo agli schiavi fuggiaschi6; il 20 g e n n a io 1452, infine, il doge ed il Consiglio degli A nziani in d iriz z a ro n o a Franco Assereto u n a petizione, a nom e d i un tale Teramo L o m e llin i, per riavere uno schiavo che, il novembre scorso, era fu g g ito e si era

D a ll altra parte Genova non poteva assistere a queste m anovre nei confronti degli schiavi, senza intervenire: il 2 g e n n a io 1451 il doge in v itò il nostro a restituire la schiava di un tale A m b r o g io Ra- sponi. la q uale , sottrattasi al padrone, si era rifugiata a Serravalle, ove era stata liberata dal nostro fe u d a ta rio 5: il 21 m a rzo il C om une genovese rin n o v ò la richiesta per la schiava fuggitiva e Tesortazione a non concedere asilo agli schiavi fuggiaschi6; il 20 g e n n a io 1452, infine, il doge ed il Consiglio degli A nziani in d iriz z a ro n o a Franco Assereto u n a petizione, a nom e d i un tale Teramo L o m e llin i, per riavere uno schiavo che, il novembre scorso, era fu g g ito e si era