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Le elezioni amministrative del 1951: il primo approdo delle comuniste nelle istituzioni.

il faticoso cammino per la realizzazione del partito nuovo al femminile (1950 – 1953)

2. Le elezioni amministrative del 1951: il primo approdo delle comuniste nelle istituzioni.

Ad aprile del ‘51 le associazioni femminili cominciano a prepararsi per la campagna elettorale delle amministrative, fissate per il 10 giugno. Ancora una volta portavoce delle donne è l’UDI attraverso le proprie associazioni differenziate: nei primi di aprile, infatti ha luogo una riunione delle dirigenti di massa delle donne per esaminare il problema della partecipazione femminile alla conquista dei comuni. Non più spettatrici, le donne scendono in campo e vogliono essere adeguatamente rappresentate83. La viva e sentita partecipazione delle donne è confermata dall’assemblea del 27 aprile: è “l’amica” S.P. a riferire del successo dell’assemblea. Per Laura Masella il successo risiede sia nel lancio della sottoscrizione elettorale che nella larga partecipazione di donne all’assemblea, ma non basta: deve continuare l’opera di reclutamento e propaganda tra le donne84.

Il 10 giugno 1951, oltre al rinnovo di 25 consigli comunali, viene eletto il primo Consiglio Provinciale85.

Accanto alla riduzione drastica della DC (nel 1948 aveva ottenuto il 54% dei voti), si registra un aumento considerevole di voti a favore dell’MSI e una ripresa del

83 Cfr. Le associazioni femminili si preparano alle amministrative, in «L’Unità del Lazio»,

14.04.1951, p. 2. La genesi e lo sviluppo delle associazioni differenziate saranno trattate nel prossimo paragrafo.

84 Cfr. ASLt, UDI – Latina, b. 22, UA 1: Atti e carteggio (04.03.1951 – 28.12.1959), 28.04.1951, a

firma di Laura Masella.

85 Per i risultati delle elezioni comunali del 1951, cfr. Tabella 4, in Appendice Seconda allegata al

presente lavoro. Per i dati sulle elezioni provinciali si veda ivi, Tabella 6. Questi risultati discostano da quelli trascritti dalla Federazione provinciale del PCI, cfr. ASLt, PCI – Fed. Latina, SERIE 8: Elezioni

Politiche e amministrative (01.11.1945 – 1960), b. 10, UA 3: Elezioni amministrative del 1951. Cfr. D.

PETTI, Radici, ascesa e declino elettorale del PRI in provincia di Latina, cit., p. 101. Sui risultati delle elezioni del Consiglio Provinciale si veda, Possente avanzata dei partiti popolari. Pauroso regresso d.c.

in tutti i comuni laziali, in «L’Unità del Lazio», 12.06.1951, p. 2; I primi risultati elettorali, in «L’Unità»,

edizione del Lazio, 12.06.1951, p. 6; Gli ultimi dati delle elezioni, in «L’Unità» (Edizione straordinaria – Cronaca di Roma), 12.06.1951, p. 6; Dati provinciali e comunali, ibidem; I primi dati finora noti

dimostrano che ancora una volta il popolo ha detto no al bolscevismo, in «Il Popolo», ediz. del Lazio,

PRI. Il PCI insieme al PSI raggiunge il 34,4%: è una vittoria per il partito, che sottolinea l’aumento di oltre 11000 voti rispetto alle politiche del ‘4886. Sedici seggi vengono assegnati con il collegio uninominale e otto col sistema proporzionale. Tra le fila del PCI sono eletti consiglieri provinciali Severino Spaccatrosi, Giovanni Ricci, Antonio Amodio, Franco Attanasio e Dario Brusaporci87.

Nessuna donna viene candidata al Consiglio Provinciale, che rimane un ambito di esclusivo dominio maschile, al contrario di alcune realtà italiane88.

Drudi e Sottoriva hanno pubblicato i risultati delle elezioni comunali, non specificando, ancora una volta, la fonte dalla quale hanno desunto i risultati. Da un esame incrociato tra i dati pubblicati dai due studiosi, l’Archivio della Federazione del PCI di Latina e quelli del Ministero dell’Interno, Reparto Microfilm, notiamo la coincidenza tra i dati pubblicati da Drudi e Sottoriva e quelli del Ministero dell’Interno. Invece, i dati riportati dalla Federazione del PCI di Latina non coincidono con le fonti ministeriali: molto probabilmente la Federazione ha trascritto risultati parziali. I due storici pontini non hanno trascritto i risultati in percentuale, eccetto per i dati sui comuni superiori a 10000 abitanti.

A differenza delle amministrative del 1946, la ripartizione dei seggi avviene col sistema maggioritario, mentre nei comuni al di sopra dei 10000 abitanti compreso il capoluogo con il sistema degli apparentamenti89.

Rispetto alle precedenti elezioni amministrative, inoltre, si registra un cospicuo aumento della partecipazione femminile alle urne (in rapporto alle aventi diritto), che dimostra, con molta probabilità, la raggiunta consapevolezza delle donne del diritto acquisito. La percentuale, infatti, si attesta intorno all’85%%. Su 25 comuni della provincia, in dodici, i votanti uomini superano le donne (tra cui il capoluogo): il Sud

86 Cfr. ASLt, PCI – Fed. Latina, SERIE 8: Elezioni Politiche e amministrative (01.11.1945 –

1960), b. 10, UA 3: Elezioni amministrative del 1951, Risultati delle elezioni per il Consiglio Provinciale 1951, p. 4. Si veda anche 12 seggi alla D.C., 6 ai comunisti, 2 ai repubblicani, 1 al P.S.I., 1 ai socialdemocratici, 1 al MSI, 1 ai liberali, in «Il Popolo», ediz. del Lazio, 14.06.1951, p. 2.

87 Cfr. E. DRUDI-P.G. SOTTORIVA, Le elezioni fino al ’51, cit.; D. PETTI, Il Partito Comunista

nella Provincia di Latina, cit., pp. 152-153.

88 Cfr. Min. Int, Microfilm, Risultati dello scrutinio, Candidati, in Cd Rom. A Padova, invece, a

una democristiana èstata eletta consigliere provinciale, cfr. Il tempo rubato, cit., p. 13.

89Cfr. R. FORLENZA, Le elezioni amministrative della prima repubblica, cit., p. 94. La legge

elettorale prevedeva il sistema maggioritario puro per i comuni fino a 10000 abitanti, la proporzionale pura nei comuni con più di 100000 abitanti, il sistema maggioritario corretto per gli altri, con un’attribuzione di 2/3 dei seggi alla maggioranza e di 1/3 alle minoranze, ripartito proporzionalmente. Cfr., a riguardo, A. FINO, Dalla Costituzione allo Stato repubblicano. Momenti e problemi del’Italia

Pontino e l’Agro rimangono ancora il terreno meno fertile alla partecipazione femminile alle urne90.

Nei comuni, dove si è votato esclusivamente per il Consiglio Provinciale (Fondi, Gaeta, Maenza, Priverno, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, SS. Cosma e Damiano e Sezze), la situazione si presenta territorialmente più complessa: ad eccezione di Maenza, negli altri comuni , la partecipazione maschile alle urne è superiore a quella femminile91. A Santi Cosma e Damiano lo scarto è abbastanza elevato: i votanti, in relazione agli aventi diritto, sono l’85% la partecipazione femminile alle urne è del 75%.

In relazione alle amministrative del ’46, le elezioni del 1951, in provincia di Latina, sanciscono la netta avanzata delle sinistre, dell’MSI e del Partito Monarchico e il regresso della DC, in linea con il contesto nazionale92.

I socialcomunisti si riconfermano alla guida di Bassiano, Cori, Sermoneta, Sonnino e Pontinia. Vincono a Cisterna (alleati con gli Indipendenti di sinistra) e a Norma (con altri alleati), in precedenza guidate dai repubblicani93. Se si sommano questi comuni a Sezze, Maenza, Priverno, Roccasecca dei Volsci e Santi Cosma e Damiano, le sinistre conquistano dodici comuni su 33. Non concordiamo con il giudizio espresso da Dario Petti, secondo il quale i social comunisti sottraggono ai democristiani i comuni di Monte S. Biagio, Ponza, Prossedi e Sabaudia, conquistando 16 comuni su 3394. In realtà, le fonti ministeriali attestano la vittoria a Monte San Biagio di una lista formata da MSI, PRI e PLI, a Ponza una lista Mista (di cui non è specificato il colore politico), a Prossedi vince la DC con il Pri e il partito Socialdemocratico; a Sabaudia, la

90 I dodici comuni sono: Aprilia, Castelforte, Cisterna, Formia, Latina, Monte San Biagio,

Pontinia, Roccamassima, Sabaudia, Sermoneta, Sonnino, Spigno Saturnia, cfr. Min. Int., Microfilm,

Aprilia, Castelforte, Cisterna, Formia, Latina, Monte San Biagio, Pontinia, Roccamassima, Sabaudia, Sermoneta, Sonnino, Spigno Saturnia, Rilevazione dei risultati delle elezioni comunali del 10 giugno 1951, in Cd Rom. Su Latina si veda anche Il responso delle urne, in «Il Popolo», ediz. del Lazio,

12.06.1951, prima pagina. In molti casi, gli scarti tra votanti uomini e donne è veramente irrisorio; è interessante annotare, al contrario, che a Ponza le donne votanti sono l’83% rispetto alle aventi diritto, al contrario gli uomini votanti sono solo il 44%, cfr. Min. Int., Microfilm: Ponza, Rilevazione dei risultati

delle elezioni comunali del 10 giugno 1951, in Cd Rom.

91 Cfr. Min. Int., Microfilm, Fondi, Gaeta, Maenza, Priverno, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci,

SS. Cosma e Damiano, Sezze, Rilevazione dei risultati delle elezioni provinciali del 10 giugno 1951.

92 Sui risultati a livello nazionale, cfr. G. MAMMARELLA, Il partito Comunista Italiano, cit., pp.

94–95; M.S. PIRETTI, Le elezioni politiche dal 1848 a oggi, Laterza, Bari, 1995, pp. 363–364.; P. CARUSI, I partiti politici dall’Unità ad oggi, cit., p. 121.

93 Cfr. La vittoria di Cisterna, in «L’Unità del Lazio», 13.06.1951, p. 2.

lista Mista ottiene la maggioranza dei seggi, mentre la DC alleato con il PRI e il PSLI è il secondo partito: qui i social comunisti non sono neanche menzionati (a meno che non siano confluiti nella lista mista, ma non è espressamente dichiarato)95. Dario Petti riporta i risultati elettorali trascritti nelle varie relazioni del partito, nelle quali, effettivamente, viene registrata la vittoria socialcomunista nei comuni sopra menzionati o è stata ripresa da Natoli nell’Unità Cronaca del Lazio96. Alla luce delle affermazioni di quest’ultimo, che risalgono al 13 giugno, si può avanzare l’ipotesi che la stampa di partito abbia pubblicato i risultati trasmessi dal PCI pontino, a spoglio non ancora ultimato.

Certamente le sinistre riconquistano le posizioni perdute nelle elezioni del 1948: gli scioperi a rovescio hanno sortito effetti positivi97. Il PCI comincia a rappresentare una forza popolare, ma siamo propensi a ridimensionare la portata dell’evento che, per quanto importante, se commisurato al calo della DC, non può non tenere conto della avanzata delle destre nei comuni della provincia di Latina.

La DC vince in dodici comuni: a Campodimele, Castelforte, Formia, Itri, Latina, Lenola, Minturno, Prossedi, San Felice Circeo, Spigno Saturnia, Terracina, Ventotene98.

95 Secondo «l’Avanti!» a Sabaudia avrebbero vinto i social comunisti con 1332 voti, cfr. Risultati

elettorali, in «L’Avanti!», 13.06.1951, p. 4: nelle fonti ministeriali, questi voti vengono attribuiti ad una

lista Mista; Dario Petti conferma la vittoria di una lista formata da PRI, PCI, PSI e PSDI, in ID., Radici,

ascesa e declino elettorale del PRI in provincia di Latina, cit., p. 102. Per quanto riguarda Prossedi, oltre

alle fonti ministeriali, abbiamo trovato delle indicazioni che supportano la nostra tesi. È la lettera dell’assessore liberale Orsini, nella quale critica la scelta del sindaco Aversi di avergli revocato la carica provvisoria di Sindaco, affidandola al comunista Sebastiano Biasini, «tradendo così il principio dell’apoliticità dell’Amministrazione stessa […]», ASLt, Gab. Pref., b. 70, f. 70/2: Amministrazione

Comunale di Prossedi, 1951 – 1956, Lettera indirizzata al Prefetto, 27 settembre 1952, a firma di Aldo

Orsini. Anche «il Popolo» contesta ai social comunisti la conquista del comune, cfr. a riguardo Vanno a

cercare le vittorie degli altri, in «il Popolo», ediz. del Lazio, 19.06.1951, p. 2. Su Monte San Biagio

Laura Masella afferma che nel comune si era insediata un’amministrazione missina, cfr. ASLt., UDI – Latina, b. 22, UA 1: Atti e carteggio (04.03.1951 – 28.12.1959), Relazione dell’amica Masella Laura al

comitato provinciale riunito in Latina il 20.03.1952, p. 3.

96 I dati trascritti dal PCI sono in ASLt, PCI – Fed. Latina, SERIE 8: Elezioni Politiche e

amministrative (01.11.1945 – 1960), b. 10, UA 3: Elezioni amministrative del 1951 (23.03.1951 – 21.06.1951), Risultati delle elezioni per il Consiglio Provinciale 1951. Cfr. Dichiarazioni del compagno Aldo Natoli sui primi risultati delle elezioni di domenica, in «L’Unità del Lazio», 13.06.1951, p. 2.

97 Cfr. Le sinistre avanzano rispetto al 18 aprile. Nuova perdita di voti della Democrazia

Cristiana, in «L’Unità», ediz. del Lazio, 12.06.1951, p. 1; S. SPACCATROSI, Il successo di Latina, in

«L’Unità del Lazio», 13.06.1951, p. 2. Degli scioperi a rovescio parleremo nel prossimo paragrafo.

98 Sui risultati elettorali si veda, Il popolo italiano ha confermato la sua piena fiducia nella

Democrazia Cristiana, «Il Popolo», ediz. del Lazio, 13.06.1951, p. 5; Risultati elettorali, in «L’Avanti!»,

13.06.1951, p. 4. I dati dei restanti comuni discostano di poco dalle fonti ministeriali e dai risultati pubblicati su «L’Unità».

Se a questi comuni aggiungiamo Gaeta, Fondi, Roccagorga, la DC governa quindici comuni della provincia99. Rispetto alle elezioni amministrative del 1946, la DC conquista altri sette comuni (da otto a quindici comuni): la diminuzione di voti, infatti, viene riscontrata nella comparazione tra i risultati eletorali del ’51 e le politiche del ’48. Secondo Aldo Natoli, segretario del Comitato Regionale del Lazio «le perdite d.c. sono state qui più forti che a Viterbo, esse si aggirano sui 30000 voti […]»100.

In provincia di Latina, l’MSI comincia ad essere una forza non trascurabile: conquista il comune di Aprilia, strappandolo alla Democrazia Cristiana; è il secondo partito a Bassiano, insieme alla DC e al PSLI, a Formia (dove per poco non raggiunge la DC); ad Itri vince insieme alla DC e al PNM; è il secondo partito anche a Latina; a Lenola si presenta con il PNM ed è l’unica forza d’opposizione alla DC; a Monte San Biagio si aggiudica sedici seggi insieme al PRI e al PLI. Nella “rossa” Sermoneta riesce a ottenere tre seggi insieme al PNM, PRI e DC.

Anche il Partito Socialdemocratico ottiene qualche successo: conquista da sola Sperlonga, che nel ’46 era amministrata da una giunta formata da DC e socialcomunisti e nel ’48 aveva espresso la sua preferenza a favore dei democristiani101. Il PCI pontino annota nelle proprie carte il successo dei socialdemocratici, che sono passati da 3752 nel 1948 a 6356 (4,7%) nel 1951102.

Nel capoluogo, come nel resto della provincia, il PRI e il PLI subiscono un tracollo, a vantaggio della DC e delle destre: la DC è il primo partito, l’MSI è la seconda forza di governo, i comunisti si aggiudicano il terzo posto, guadagnando in termini percentuali, ma perdendo tre consiglieri. Sparisce quasi del tutto il PLI, che, nel ’46, insieme alla Democrazia del Lavoro si era aggiudicata tre seggi ed entrano i socialdemocratici103.

99 C’è una discrepanza con quanto dice Dario Petti, secondo il quale la DC governa 14 comuni, cfr.

D. PETTI, Il Partito Comunista Italiano nella Provincia di Latina, cit., p. 155. A Roccagorga le elezioni amministrative si erano tenute il 6 febbraio 1950: la DC con gli Indipendenti otteneva il 55,1% dei voti (16 sg); i social comunisti con alleati il 44,9% (4 sg), cfr. Min. Int. Microfilm, n. 21: Roccagorga.

100 Dichiarazioni del compagno Aldo Natoli sui primi risultati delle elezioni di domenica, in

«L’Unità del Lazio», 13.06.1951, p. 2.

101 Cfr. Min. Int., Microfilm, Sperlonga, Risultati delle elezioni 10 giugno 1951, in Cd Rom. 102 Cfr. IG, APC –Fed. di Latina, mf. 0338, Latina, (risultati elezioni comunali e provinciali), s.d.,

(presumibilmente giugno 1951), p. 2795.

103 Cfr. su Latina, Risultati elettorali, in «L’Avanti!», 13.06.1951, p. 4; D. PETTI, Il Partito

Con le elezioni del 1951, il PRI lascia la guida di Latina, Cisterna, Norma, Itri, Terracina; il PLI non guida più Castelforte, Spigno Saturnia, Ponza e Monte San Biagio. Ciononostante, il PRI nelle elezioni provinciali è la terza forza politica, dopo la DC e i social comunisti.

Le sinistre predominano nei Monti Lepini; in Agro Pontino conquistano i comuni di Cisterna e Pontinia, la DC e l’MSI sono forti nell’Agro Pontino e nel Sud Pontino. Rispetto al contesto nazionale se è in linea il risultato della DCe l’aumento dei voti delle destre, è del tutto specifico al contesto locale il risultato delle sinistre che, mentre diminuiscono nel resto d’Italia, avanzano in provincia di Latina104. Appare soddisfatta, difatti, la Federazione del PCI pontino, che annota il proprio successo elettorale a scapito del PRI 105.

Le alleanze in molti casi ripropongono la formula del centrismo: esempi sono Cori, Sonnino, Pontinia, Roccamassima; in altri casi vengono inglobati anche i partiti di destra. Assistiamo, infatti, alla formazione di liste tra PLI, PRI e MSI, o uno spostamento a destra dell’asse politico della DC a favore dell’MSI e del PNM: è un fenomeno comune anche nel contesto nazionale106.

Il numero delle candidate femminili diminuisce rispetto alle precedenti consultazioni amministrative. Il numero delle candidate comuniste (e social comuniste) scende a sei: una a Cisterna, una a Pontinia, una a San Felice Circeo, due a Latina e una a Terracina; il PSI candida una donna a Latina ed una a Sermoneta (Francesca Bulzoni). A Pontinia, una delle candidate viene presentata da una lista civica di sinistra, sotto il raggruppamento SCA, denominata Torre Civica con scritta “Indipendenza”, che però, non possiamo attribuire con certezza al PCI. L’Agro Pontino è il terreno delle candidature femminili del PCI; la DC passa da quindici candidate del 1946, a nove: a Formia (due), a Latina (una), a Sabaudia (due) e quattro a Terracina. Il PRI passa da sei a due candidate: una a Latina e una a Monte San Biagio. A Ponza, la lista mista,

104 Cfr. R. FORLENZA, Le elezioni amministrative della prima repubblica, cit., p. 95.

105 Cfr. IG, APC – Fed. di Latina, mf. 0338, Latina, (risultati elezioni provinciali e comunali), s.d.,

(presumibilmente giugno 1951), p. 2799.

106 M.S. Piretti conferma questa tesi: «[…] interessante è in realtà vedere come agganci della Dc a

destra non siano proprio eccezioni, come pure va rilevata una larvata tendenza dei partiti laici a costruire alleanze in più direzioni. […] I partner della Democrazia cristiana sono in linea di massima, com’è ovvio, i partiti laici di centro, ma sporadiche convergenze a destra si registrano nel Lazio a Isola di Liri […]», M.S. PIRETTI, La legge truffa. Il fallimento dell’ingegneria politica, Il Mulino, Bologna, 2003, pp. 26– 27.

denominata “Aragosta” presenta una candidata, che viene eletta; la lista dell’Unione Formiana (PLI – PRI – MSI – PSULI), a Formia, candida una donna, non eletta; l’MSI candida due donne a Latina107. Con l’eccezione di Sermoneta, il monopolio delle candidature femminili rimane il Sud e l’Agro Pontino.

Laura Masella si candida a Latina con la lista “Rinascita dell’Agro Pontino”, ma non riesce ad essere eletta108. La scelta di non candidarsi nella lista del PCI risponde, probabilmente, alla volontà di rappresentare tutte quelle donne che hanno lottato negli scioperi a rovescio e che aderiscono alle Associazioni differenziate, ma non iscritte al partito. Ancora una volta è l’UDI nella sua “doppia veste” di associazione collaterale al partito, ma, al contempo, associazione che tende ad una sua propria autonomia ad essere il canale dei voti delle masse femminili.

A Pontinia, viene eletta tra le fila del PCI Marisa Buttini. Nata a Ferrara il 28 settembre 1920, si sposa con Giuseppe Alieri: durante la guerra, di preciso nel 1942, emigra a Roma e ritornerà a Pontinia nel 1948. Dopo una permanenza di vari anni nella “città nuova”, emigra in Francia fino al 1973, successivamente ritornerà in Italia, di preciso a Torino109. È operaia e iscritta al PCI e componente dell’UDI, il suo titolo di studio è la licenza elementare superiore110. Assente dalla provincia di Latina, non è stato possibile intervistarla. Quasi sicuramente nel 1951 è una nuova “leva” del PCI: il suo nome compare per la prima volta da questo anno nelle carte dell’Archivio del Gabinetto della Prefettura, come neo eletta tra le fila del partito.

Scorrendo i verbali delle sedute del Consiglio Comunale di Pontinia, conservati all’interno dell’Archivio Storico Comunale, colpiscono le numerose assenze della neo-

107 Cfr. Min. Int., Microfilm, Cisterna, Formia, Latina, Monte San Biagio, Pontinia, San Felice

Circeo, Sermoneta, Terracina, Risultati della elezione, 10 giugno 1951. A Latina vengono candidate due

donne con la lista “Ruota dentata con punte di spighe” e tra parentesi viene scritto in modo poco chiaro il partito di appartenenza (MSI). Sempre nel capoluogo, viene candidata una donna nel PCI e un’altra, con la lista “Casetta tra due spighe”: tra parentesi è scritto in modo poco chiaro il partito di appartenenza che sembrerebbe essere il PCI (e che abbiamo computato tra le candidate comuniste). Su Ponza non è possibile confermare, dall’esame delle fonti dell’Archivio del Gabinetto della Prefettura di Latina, l’elezione della Consigliera nella Lista mista, poiché è assente, all’interno dell’Archivio del Gabinetto della Prefettura, la documentazione sull’Amministrazione comunale per l’anno 1951, cfr. ivi, Ponza,

Risultati della elezione, 10 giugno 1951. A Livorno nelle amministrative del ’51 le candidate comuniste

furono nove su cinquanta candidati, cfr. T. NOCE, Nella città degli uomini, cit., p. 354.

108 Cfr. ASLt, Q.ra. Lt, Radiati, b. 29: Masella Laura, Marini Teresa, Proposta di iscrizione nel

casellario politico centrale - Attività politica attuale, ms, 09.10.1954, p. 4.

109 Cfr. Archivio Comunale di Pontinia (da ora ACP), Anagrafe dei residenti in Pontinia.

110 Cfr. ASLt, Gab. Pref., b. 67, f. 67/:3, Comune di Pontinia 1957 – 1960, Pontinia.

consigliera alle riunioni consiliari: sono molto più le assenze che le presenze, nessun intervento, nessuna battaglia pro-donne. Non è l’unico caso, infatti, anche nel resto d’Italia, nei mandati successivi, le consigliere interverranno raramente nei Consigli Comunali111. Sembrerebbe, infatti, per usare le parole di Emma Mana che «[...] l’apertura alle donne da parte dei partiti avveniva all’interno di una logica politica tradizionale; la candidatura femminile e l’eventuale elezione non era certo concepita come possibilità di espressione di progettualità autonoma»112. L’elezione della Buttini tra le fila del PCI non apporta novità, la sua assenza, probabilmente, non è simbolica o casuale. A questo proposito, Laura Masella addebita al partito la responsabilità della scarsa valorizzazione femminile nella vita pubblica, ma al contempo «le donne sono arrivate alla ribalta politica pubblica, ad assumere responsabilità pubbliche; non hanno l’esperienza degli uomini, quell’esperienza centenaria […]»113. La differenza di genere riduce la partecipazione femminile all’interno delle amministrazioni pubbliche e fa dell’uomo il “patriarca” assoluto della politica. A riprova di quanto detto, Simona Lunadei “legge” nelle voci delle donne da lei intervistate, un disinteresse rispetto alla loro “investitura” pubblica, contrariamente alla militanza nel partito, o nell’associazione114. Il fenomeno non è interpretabile esclusivamente in un’ottica di genere, ovvero come volontà da parte degli uomini di isolare le donne dal contesto