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Quadro generale di settore

La Strategia Energetica Nazionale 2017, piano decennale per gestire il cambiamento del sistema energetico italiano, rafforza ulteriormente gli obiettivi fissati con la SEN del 2013, stabilendo che: le energie rinnovabili dovranno assicurare, entro il 2030, il 28% dei consumi complessivi (in termini settoriali dovranno coprire la quota del 55% sul consumo elettrico, del 30% sugli usi termici e del 21% nei trasporti); è programmata la cessazione della produzione di energia elettrica da carbone con un’accelerazione nel 2025 e si razionaliz-zerà il downstream petrolifero con un’evoluzione verso le bioraffinerie e un uso crescente dei biocarburanti sostenibili e del GLN nei trasporti pesanti e marittimi. Inoltre, mantiene la sua importanza strategica l’efficien-tamento energetico indicando per il 2030, una riduzione dei consumi finali di circa 10 Mtep.

Le linee di indirizzo del Piano Energetico ed Ambientale della Regione Sardegna approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 45/40 del 02/08/2016, indicano come obiettivo strategico di sintesi per l’anno 2030 la riduzione delle emissioni di CO2 associate ai consumi della Sardegna del 50% rispetto ai valori stimati nel 1990 e tengono conto del D. Lgs. 28/2011 emanato il 15 marzo 2012, denominato per brevità “Decreto Burden Sharing” che ha codificato per la Regione Sardegna un obiettivo pari al 17,8% del rapporto tra con-sumi finali lordi da fonti rinnovabili e i concon-sumi finali lordi.

In linea con gli obiettivi e le strategie comunitarie e nazionali, la Regione Sardegna si prefigge da tempo di ridurre i propri consumi energetici, le emissioni climalteranti e la dipendenza dalle fonti tradizionali di energia attraverso la promozione del risparmio e dell’efficienza energetica ed il sostegno al più ampio ricorso alle fonti rinnovabili. Tali obiettivi vengono perseguiti avendo, quale criterio guida, quello della sostenibilità am-bientale, e cercando, in particolare, di coniugare al meglio la necessità di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili con quella primaria della tutela del paesaggio, del territorio e dell’ambiente.

Il raggiungimento di questi obiettivi è legato al rilancio dell’economia regionale finalizzando, in chiave di svi-luppo locale, le azioni connesse all’attuazione del piano che derivano dall’economia condivisa. Per questo la Regione promuove la generazione diffusa e distribuita sul territorio dell’energia da fonte rinnovabile, orientando gli operatori di mercato verso impianti di piccola taglia finalizzati al soddisfacimento del fab-bisogno energetico locale e quindi verso l’autosostenibilità delle imprese e delle comunità; la diversifi-cazione delle fonti energetiche al fine di ottenere un mix energetico equilibrato tra le diverse fonti rinno-vabili anche al fine di limitare gli effetti negativi della loro non programmabilità, valutare la massima potenza installabile nel territorio regionale nelle diverse aree secondo criteri di sostenibilità tecnico-economica tenendo conto degli impianti già installati, privilegiare l'alimentazione da colture dedicate in filiera corta rispetto a quelle di provenienza extra-regionale, privilegiare gli impianti di piccola e media taglia distribuiti nel territorio e finalizzati all'autoconsumo energetico degli utenti ed al rilancio del settore agricolo regionale, fissare i criteri tecnico-economici da seguire nell'elaborazione dei progetti di impianti a biomasse necessari per ottenere il provvedimento di autorizzazione unica ponendo quale elemento inderogabile l'implementazione di un sistema di approvvigionamento delle biomasse che sia sostenibile da un punto di vista economico-finanziario ed ambientale.

Dai dati del GSE risultano attualmente attivi in Sardegna 35 impianti che producono energia elettrica da biomasse con una potenza nominale complessiva di oltre 980.000 kW, l’80 % dei quali con una potenza nominale inferiore a 1000 kW. Infatti, 948.500 kW sono da imputare ai 3 impianti di Portoscuso, Sassari e Ottana. I restanti 32 impianti hanno una potenza nominale complessiva di poco più di 38.000 kW e sono concentrati maggiormente nel sud Sardegna e nel sassarese (47 e 34% rispettivamente), mentre, meno del 20% si trova nelle province di Oristano e Nuoro.

Punti di forza

La biomassa è una risorsa riproducibile

La valorizzazione dell’utilizzo delle biomasse può innescare processi di miglioramento ambien-tale come la diversificazione delle colture, il ripristino di suoli abbandonati o inquinati, la manu-tenzione dei boschi

La valorizzazione dell’utilizzo delle biomasse può innescare processi di miglioramento socio-eco-nomico come la creazione di posti di lavoro

Punti di debolezza

Mancanza di un mercato stabile e organizzato, in cui i prezzi dei prodotti siano noti e la capacità contrattuale dei produttori sia proporzionale a quella degli acquirenti

Opportunità di sviluppo

A partire dagli anni ’90, in seguito alla sottoscrizione del Protocollo di Kyoto, è cresciuta la sensibilità dell’opinione pubblica e delle autorità politiche nei confronti di problematiche associate alla mitiga-zione del cambiamento climatico e alle strategie di ridumitiga-zione delle emissioni di CO2 e altri gas serra in atmosfera. Gli aspetti positivi legati alle bioenergie sono molteplici: i) la biomassa è una risorsa abbondante e diffusa; ii) la materia prima è riproducibile; iii) la quantità di CO2 prodotta dalla combu-stione è pari alla quantità assimilata dalla pianta; iv) la valorizzazione dell’utilizzo delle biomasse può innescare processi di miglioramento ambientale e socio-economico come la diversificazione delle colture, il ripristino di suoli abbandonati o inquinati, la manutenzione dei boschi, la creazione di posti di lavoro. Negli ultimi venti anni in Europa è stata osservata una forte contrazione della superficie agricola utilizzata e in Italia lo stesso fenomeno si è verificato soprattutto in alcune regioni del meri-dione. In molte aree rurali caratterizzate da sfavorevoli condizioni ambientali e socioeconomiche, la progressiva riduzione del reddito derivante da attività agricola ha portato allo spopolamento e all’ab-bandono dell’attività agricola stessa. In Sardegna solo circa il 30% delle superfici irrigabili viene ef-fettivamente irrigata e si riscontrano vaste aree in cui fino al 70% dei terreni risultano non coltivati,

nonostante molti di questi siano serviti da condotte irrigue. Superfici inutilizzate definite come econo-micamente marginali rappresentano un’opportunità per la coltivazione di colture energetiche e inte-ressano in modo particolare aree abbandonate o degradate. In Sardegna la domanda di biomasse vegetali per la produzione di energia, derivante da residui agricoli o colture energetiche dedicate, è in costante aumento. Sono presenti, infatti, impianti per la produzione di energia da biomasse vege-tali e progetti di installazione di nuovi impianti che potrebbero soddisfare in parte la domanda ener-getica di attività produttive locali. Inoltre, gli incentivi statali e comunitari stanziati per investimenti nel settore delle bioenergie rendono potenzialmente competitive le attività legate alla produzione di bio-masse vegetali per la conversione energetica rispetto alle colture alimentari

Obiettivi e proposte di ricerca

L’attuale scenario regionale si caratterizza per l’elevata incidenza di conflitti ambientali espressi o latenti, legati all’utilizzazione delle risorse territoriali comuni in funzione di processi di sostituzione di usi tradi-zionali o di recupero di sistemi territoriali degradati da utilizzazioni industriali impattanti. Questo scenario impone, nell’approfondimento delle potenzialità della filiera d’interesse, di porre un’attenzione specifica alla condivisione della conoscenza tacita territoriale con l’apporto scientifico esterno e alla definizione di percorsi di intervento che possano essere congruenti con le strategie di partecipazione fatte proprie dall’Unione Europea. La ricerca è stata progettata per produrre nuove conoscenze scientifiche in ambito agronomico, ambientale, economico e sociale per favorire l’integrazione di una nuova filiera agro-indu-striale per la produzione di energia da biomasse, in modo che diventi una opportunità di sviluppo e di crescita a livello locale e regionale. Le attività previste mirano a definire le potenzialità e i limiti di appli-cazione di diverse colture da bioenergia nell’ambito dei sistemi colturali, con particolare riferimento agli aspetti di carattere tecnico che potrebbero rappresentare un ostacolo all’introduzione di queste colture del tutto nuove per l’ambiente considerato.

Titolo progetto/attività Analisi integrata della filiera bioenergetica con l’impiego di Arundo donax L.

(canna comune) e Cynara cardunculus L. var. altilis DC (cardo)

Responsabile scientifico Adriana Virdis – tel. 0702011236, email: avirdis@agrisricerca.it Obiettivo/i e descrizione

dell’attività

Obiettivo

Valutare le potenzialità di sviluppo di una filiera agro-industriale per la produzione di energia in Sardegna e le relative implicazioni economiche, sociali ed ambientali.

Descrizione dell’attività

Le condizioni di contesto in Sardegna (abbandono dei seminativi, sottoutilizzazione delle risorse idriche disponibili, presenza di impianti a biomasse già installati o in progetto) rendono opportuna una valutazione su basi scientifiche se la realizzazione di colture dedicate possa costituire un’op-portunità per lo sviluppo rurale, in particolare nelle zone prospicienti agli stabilimenti industriali, oggi afflitte da disoccupazione e spopolamento. L’attività proposta è orientata a produrre nuove conoscenze scientifiche in ambito agronomico, ambientale, economico e sociale per favorire l’integrazione di una nuova filiera agro-industriale per la produzione di biomasse in modo che diventi una opportunità di sviluppo e di crescita a livello locale e regionale.

Nell’ambito della sperimentazione agronomica si studieranno le risposte produttive della canna in relazione a differenti apporti irrigui che si differenzieranno in funzione delle dosi e del tempo di distribuzione. Inoltre, considerando che in alcune aree nella quale è diffusa la coltivazione della canna è emerso un certo potenziale di invasività e persistenza della coltura a fine ciclo produttivo, è prevista l’individuazione di cantieri di estirpazione e ripristino dei suoli occupati da canneti in pieno sviluppo per una loro riconversione verso usi agricoli convenzionali (colture erbacee e/o arboree).

Per la coltura del cardo sono previsti dei confronti varietali e delle prove di densità di impianto con lo scopo di ottimizzare la tecnica colturale in funzione delle condizioni agro-climatico-am-bientali delle aree ritenute idonee per la coltivazione, considerando la produzione di seme e di biomassa. Inoltre, sarà affrontato il problema della lotta ai fitofagi facendo ricorso all’integrazione dei metodi a minore impatto ambientale. Tra le valutazioni di sostenibilità ambientale delle col-ture bioenergetiche sarà valutata la loro capacità di crescita e di produzione di biomassa nel caso siano allevate in suoli contaminati e la loro capacità di accumulare metal(loid)i (Pb, Cu, Cd, Zn e As) nella parte ipogea ed epigea. L’analisi economica fornirà informazioni e valutazioni capaci di qualificare le scelte private proprie delle imprese agricole e delle imprese industriali che sono in parte convergenti e in parte in conflitto d’interesse, e le scelte collettive che giudicano e decidono il ruolo e il peso del “progetto agro-industriale”, inserendosi nel più ampio ambito della politica di sviluppo e crescita regionale. L’analisi socio-territoriale individuerà i fattori che possono favorire o viceversa ostacolare il progetto di produzione di biomasse nel territorio della Sardegna analizzando le preferenze dei cittadini e dei portatori di interesse coinvolti all’interno della filiera relativamente a diversi scenari individuati nel progetto.

Risultati attesi Messa a punto in diverse condizioni ambientali di tecniche agronomiche che consentano di massimizzare le rese di colture da biomassa quali canna e cardo minimizzando i mezzi tecnici impiegati per la loro produzione.

Valutazione dell’effetto di tali colture sulla dinamica del carbonio nel suolo, sull’assorbimento di inquinanti (Cd, Pb, Zn, Cu e As) in terreni non idonei alle colture alimentari e dello sviluppo di strumenti utili a verificare la vocazionalità delle aree di coltivazione.

Analisi economica della produzione di biomasse nel territorio.

Indagine di accettabilità sociale dell’introduzione di tale filiera nel territorio.

Indicatori Report a contenuto tecnico: 1

Aziende coinvolte Azienda Benigno Uccheddu di Masainas

Collaborazioni con Istituzioni esterne

Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari

Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni dell’Università degli Studi di Cagliari

Finanziamento esterno

Budget: 300.000 euro.

Fonte: RAS – Delibera G.R. n. 45/1 del 11.11.2014.

Data inizio 01.04.2017 Data fine 31.03.2020