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Quadro generale di settore

Seppure l’olivicoltura interessi il 94% dei 379 comuni dell’Isola, la stessa è ripartita sul territorio in ma-niera eterogenea, con una distribuzione “a macchia di leopardo”, con comprensori fortemente olivetati e altri in cui tale presenza è molto limitata. D’altra parte escludendo i comuni con meno di 5 ettari di oliveto, l’incidenza di quelli olivetati scende all’85%.

I comprensori a più alta concentrazione olivicola dell’Isola risultano: Parteolla (Dolianova e Donori), Villacidrese-Gonnese; Montiferru (Seneghe, Cuglieri, Paulilatino), Cabras; Bosano, area di Nuoro-Dor-gali-Oliena, Baronia (Orosei-Siniscola), Ogliastra, Alta Marmilla-Sarcidano e Arci-Grighine (Ales, Villaur-bana, Gergei,Escolca); Sassari, Romangia (Sorso-Sennori), Nurra (Alghero), Meilogu (Bonnanaro).

La situazione olivicola sarda è contrassegnata da un processo contraddittorio: al rischio di abbandono di diverse aree produttive definibili marginali, non solo per gli elevati costi di produzione, si contrappone l’incremento sia delle superfici coltivate in aree di nuova coltivazione, che del numero delle ditte confezio-natrici, in riferimento all’olio e alle olive da mensa. Si stima, inoltre, che nell’ultimo ventennio siano stati realizzati almeno 5.000 ettari di nuovi impianti, quasi tutti in irriguo e finalizzati a produzioni di qualità con utilizzo di cv a duplice attitudine. Peraltro, molti oliveti marginali sono in stato di quasi abbandono, come sopra citato, anche a causa dell’introduzione a partire dal 2005 del sistema di aiuti “disaccoppiato”.

Il margine economico in relazione alle aziende risulta quanto mai diversificato: accanto a situazioni positive si riscontrano valori di reddito insufficienti a remunerare dignitosamente i fattori produttivi. In relazione al livello qualitativo delle produzioni, è da evidenziare che a una prima fase di slancio propulsivo verso il raggiungimento di livelli di eccellenza, si registra negli ultimi anni una fase di minore attenzione.

L'ultimo censimento generale dell’agricoltura, effettuato nel 2010 a cura dell’ISTAT, ha rilevato per la Sar-degna 34.814,17 ettari di superficie. La superficie aziendale media a livello regionale è circa 1,2 ettari.

Nell’ambito dei diversi territori provinciali sardi si notano differenze importanti.

Oltre il 50% delle aziende ha una dimensione inferiore all’ettaro, e solamente nel 5% dei casi si riscontra una superficie maggiore di 10 ha (fonte ISTAT).

Negli ultimi anni si registra un calo contenuto delle superfici nelle aree tradizionali, a causa dell’inurba-mento; peraltro affiancata dalla realizzazione di nuovi impianti per la produzione di olive da mensa con cultivar a duplice attitudine.

L’olio extravergine di oliva di Sardegna appare oggi un prodotto che commercialmente può ben inserirsi in un’apertura di valutazioni di prodotti tipici. La sua peculiarità deriva da un patrimonio di varietà di olivo diffuse in maniera variegata sul territorio, e che ne conferiscono gli aspetti realmente caratterizzanti.

Le principali varietà impiegate per la produzione olearia e di olive da mensa della Sardegna è ricondu-cibile a una decina di gruppi varietali, diversamente rappresentate nelle principali zone produttive.

Oggi esse sono ben conosciute, sia per gli aspetti agronomici, sia per la qualità dei loro prodotti grazie ai numerosi lavori di caratterizzazione portato avanti da AGRIS.

Purtroppo sono ancora basse le produzioni unitarie, che mediamente si aggirano intorno a 7500T/anno di olio ottenuto da circa 44.000 t di olive, con forti cali nelle annate di “scarica”.

Inoltre, le ultime due annate si sono poi caratterizzate per una forte contrazione produttiva, con produ-zione nel 2018-19 di meno di 2.000 t di olio; peraltro, una leggera ripresa è prevista per la corrente annata 2019-2020, seppur concentrata soprattutto nella Sardegna centro-settentrionale, con stime oscillanti intorno alle 4.000 t di olio.

Le quantità prodotte annualmente soddisfano assai meno della metà dei consumi annui regionali, e non tutte le produzioni locali possono dirsi eccellenti. Le lavorazioni avvengono in 125 frantoi operativi, di cui 15 cooperativi. Tutti i frantoi sardi sono di tipo “continuo”, ma necessitano di un ammodernamento importante, in quanto la gran parte risale al periodo 1980-2000, molti evidenziano elevata obsolescenza tecnica e difficoltà a consentire produzioni di accettabili standard qualitativi, oltre produrre carichi elevati di AV. Queste ultime sono spesso un momento critico nella gestione corretta del loro smaltimento da parte dei frantoi, con costi aggiuntivi e rischi di forte impatto ambientale in caso di smaltimento no cor-retto, come già disposto dalle normative nazionali e regionali.

Tra le scelte tecniche che hanno investito, sino al 2003, circa 8500 ettari di oliveto, particolare interesse han-no suscitato i metodi riferibili all'“integrato” e al “biologico”.

Vi è da annotare che, comunque, a fronte di una massiccia adesione al sistema biologico, la presenza di oli di oliva derivanti da agricoltura biologica in commercio è stata veramente sporadica ed esigua.

Di particolare significato per l’Isola è la presenza di un’unica DOP regionale “SARDEGNA”, che inte-ressa annualmente circa un migliaio di ettari e oltre 100 realtà produttive tra olivicoltori, frantoiani e confezionatori. Vengono portate a certificazione di prodotto oltre da 200 a 300 T di olio annue, di cui oltre la metà commercializzato in diversi formati di vendita. Tale prodotto è presente nei mercati del territorio nazionale, oltre che in numerosi paesi UE e negli USA, superando anche le rigide normative commerciali di tali realtà. Purtroppo tale quantità, pur esprimendo i più elevati livelli qualitativi della tipicità delle produzioni sarde, risulta essere poco più del 4% annuo, dato comunque più elevato delle parallele percentuali medie nazionali di tutte le DOP.

Particolare attenzione occorre porre sul comparto delle olive da mensa. Le indagini territoriali in Sarde-gna portano a rilevare come la produzione di olive da tavola da destinare alla trasformazione da mensa si aggiri sui 10.000 quintali (le stime ufficiali sono orientate su circa 50.000 q.li), con un volume d’affari stimato a circa 1.000.000 di euro.

Pochissime sono le aziende specializzate per la produzione di olive da destinare a mensa. In generale trattasi di olivicoltori che producono olive per l’estrazione di olio.

La pressoché totale produzione di olive per la trasformazione da mensa è concentrata nella zona di Dolianova e in quella di Gonnosfanadiga.

La principale varietà destinata alla trasformazione è la Tonda di Cagliari, localmente denominata anche Nera di Gonnos e Manna di Oristano. Vengono poi trasformate piccole quantità della varietà Pizz’è carroga ed esigue quantità di altre varietà locali quali la Bosana, e la Nera di Villacidro.

Le aziende che operano nella trasformazione in Sardegna si quantificano in 10 realtà imprenditoriali che rap-presentano la totalità delle imprese attive nel settore trasformazione olivo da mensa.

• La totalità di queste imprese trasforma solo materia prima locale utilizzando il metodo denominato “al na-turale”.

• Il volume d’affari attuale intorno alla produzione delle olive trasformate è stimato attorno ai 3.000.000di euro

In riferimento a quanto previsto nel PSR 2014-2020 e dai Piani Olivicoli 2010 e 2016 per le azioni per la ricerca nel settore olivicolo, l’Agenzia ha sviluppato nelle sue attività di ricerca su base annuale e pluriennale diverse azioni, di cui alcune ancora in corso di svolgimento, basandosi su un’analisi SWOT di seguito riportata:

Punti di forza

Ampia diffusione e favorevole vocazionalità pedoclimatica di molteplici aree dell’Isola

Presenza di diverse aree infrastrutturate, nonché di territori potenzialmente ristrutturabili

Diversi esempi di comprensori specializzati e presenza di operatori dotati di elevate competenze tecniche e buona dotazione di moderni impianti tecnologici per l’estrazione dell’olio (Parteolla, Montiferru, Ogliastra, Sassarese, ecc.), e per la trasformazione delle olive (territori del Parteolla, Monte Linas e Marmilla), con positivi esempi di gestione attiva dell’impresa

Presenza di produzioni ad elevata qualità con volumi interessanti, che, con opportuni interventi di aggregazione, potrebbero permettere di raggiungere interessanti mercati di esportazione

Grandi potenzialità offerte dal germoplasma locale per l’ottenimento di produzioni di qualità (pro-duzioni distinguibili e di qualità e unica DOP regionale)

Presenza di impianti di trasformazione e di strutture produttive e confezionatrici ben distribuite nell’ambito dell’intero territorio regionale

Istituzione di iniziative di valorizzazione dell’olio extravergine (concorsi e premi) di livello regio-nale e nazioregio-nale in costante crescita

Potenzialità offerte dall’integrazione tra i diversi settori produttivi (turismo, ambiente, cultura, ecc.)

Punti di debolezza

Distribuzione delle superfici su situazioni a diversa vocazionalità, con ripercussioni differenti sulla qualità delle produzioni in termini di omogeneità

Elevata frammentazione e polverizzazione aziendale e conseguente influenza sui costi gestionali

Difficoltà di meccanizzazione in vari areali a causa di una situazione orografica non favorevole (pendenza eccessiva, assestamenti disomogenei, età degli impianti, ecc.)

Tendenza all’abbandono della coltivazione in aree marginali e tendenza alla mancata raccolta del prodotto (vedi anche possibili effetti della nuova OCM)

Bassa produttività degli impianti in generale, con accentuazioni nelle aree marginali e in quelle maggiormente vetuste

Elevata età degli operatori olivicoli e scarsa imprenditorialità con limitato interesse agli investi-menti e all’innovazione che condiziona la capacità gestionale in termini di processo produttivo e di contabilità aziendale

Disomogenea e carente specializzazione imprenditoriale, riscontrabile in maggior misura nelle

aree olivicole tradizionali

Politiche di incentivazione al settore poco efficaci che, in alcuni casi, hanno prodotto una rincorsa al finanziamento da parte di operatori non adeguatamente professionalizzati

Modesto ricorso al contoterzismo specializzato, per la gestione dei principali interventi colturali, in virtù della riscontrata scarsa presenza di strutture erogatrici di servizi agricoli

Elevata incidenza sul costo di produzione dei costi energetici e di quelli di trasporto, sia per i mezzi di produzione (fertilizzanti, macchine e attrezzature varie) sia per i prodotti finiti

Costo crescente della manodopera specializzata, che in molte realtà olivicole risulta di difficile reperibilità

Carenze gestionali nei flussi di lavorazione, e, spesso, nelle condizioni di conservazione dei prodotti

Sottodimensionamento e talvolta vetustà degli impianti rispetto alle attuali esigenze tecniche agronomiche

Insufficienti momenti formativi e conseguente difficoltà di trasferimento operativo delle innovazioni nei processi tecnologici dell’estrazione dell’olio e soprattutto nella trasformazione delle olive da mensa

Estrema frammentazione e l’incostanza produttiva che ostacola la programmazione commerciale, il mantenimento degli standard qualitativi, il rapporto con la distribuzione organizzata, il ricorso a stru-menti idonei di valorizzazione e promozione

Prezzi alla produzione eterogenei, in alcune aree in calo anche in presenza di soggetti associati;

eccessivo potere di contrattazione della GDO nei rapporti con la produzione

Diffusa diffidenza della base sociale delle strutture cooperativistiche e scarsa propensione a investimenti nella pianificazione commerciale

Difficile avvio nella costituzione di Organizzazioni dei Produttori

Insufficiente identificazione e promozione del prodotto sardo con apposite campagne di promozione

Sovrapposizione e disorganicità nei soggetti che si occupano della valorizzazione e promozione delle produzioni, in modo spesso pletorico e raramente sinergico tra loro (Assessorati, Agenzie Agricole, Province, ove ancora operanti, CCIAA, GAL, Consorzi di Comuni, Comuni, Pro Loco, ecc.)

Opportunità di sviluppo

Aggregazione delle produzioni e concentrazione dell’offerta

Miglioramento quanti-qualitativo delle produzioni

Salvaguardia e potenziamento del ruolo paesaggistico - ambientale e socio-culturale degli impianti e delle produzioni

Intensificazione dell’attività di ricerca e sperimentazione, finalizzata all’innovazione in termini colturali e di trasformazione; all’abbattimento dei costi unitari, anche attraverso una più mirata e razionale meccanizzazione che porti al miglioramento della produttività degli impianti, e al miglioramento della qualità del prodotto

Potenziare la qualità e l’intensità del trasferimento dell’innovazione

Obiettivi, azioni e proposte di ricerca

L’obiettivo fondamentale per il comparto olivicolo oleario può essere ricondotto essenzialmente a un aumento della produttività, della costanza di produzione e quindi della redditività delle aziende olivicole-olearie. Esso può essere raggiunto attraverso percorsi di innovazione tecnologica e valorizzazione delle produzioni tipiche a marchio (oli e olive).

Ulteriori e importanti obiettivi di carattere generale, scaturiti dal confronto tra specialisti e operatori rappresentativi del mondo olivicolo-oleario, permettono di tracciare un quadro sulle opportunità di sviluppo della filiera.

Aggregazione delle produzioni e concentrazione dell’offerta Miglioramento quanti-qualitativo delle produzioni

Salvaguardia e potenziamento del ruolo paesaggistico - ambientale e socio-culturale degli impianti e delle produzioni

Intensificazione dell’attività di ricerca e sperimentazione, finalizzata all’innovazione in termini colturali e di trasformazione, per abbattimento costi unitari, anche e soprattutto col miglioramento della produttività degli impianti, e per il miglioramento della qualità del prodotto e per la sua conservabilità Potenziare la qualità e l’intensità del trasferimento dell’innovazione

Titolo progetto/attività Certificazione dei prodotti DOP o IGP per mezzo di controlli e verifiche ispettive sugli operatori aderenti alle denominazioni

Responsabile scientifico Sebastiano Sanna – tel. 079 2558210, email: srsanna@agrisricerca.it

Obiettivo/i e descrizione dell’attività

Obiettivo

Razionalizzazione dei controlli e certificazione delle produzioni DOP affidate all’Agenzia (Olio EVO Sardegna DOP, Carciofo Spinoso di Sardegna DOP e Zafferano di Sardegna DOP).

Garantire il consumatore finale e gli stessi operatori della filiera, sul corretto utilizzo delle DOP attraverso un’efficiente ed efficace gestione dei processi di certificazione.

Descrizione dell’attività

L’attività del Servizio Autorità di Controllo consiste nel vigilare sulle diverse fasi di coltivazione e trasformazione dei prodotti a Denominazione affidati al controllo dell’Agenzia, secondo i criteri e le frequenze previste dai rispettivi Piani di Controllo.

Sulla base dell’esperienza di campo si sottoporranno al vaglio dell’Ispettorato Centrale per la Qualità delle Produzione e Repressione delle Frodi (MIPAAF) alcune proposte di miglioramento dei Piani di Controllo vigenti.

L'attività prevalente, tuttavia, si concretizzerà nelle funzioni ispettive di campo e presso le strut-ture di trasformazione e confezionamento e nelle istruttorie documentali, finalizzate alla verifica del rispetto del Disciplinare di Produzione e della corretta applicazione delle procedure stabilite dallo specifico Dispositivo di Controllo, per il rilascio dell'attestazione finale di conformità a favore dei vari soggetti interessati: olivicoltori, frantoiani, intermediari e confezionatori. Verranno effet-tuate le valutazioni sensoriali delle partite di olio per le quali è stata richiesta la certificazione, attraverso l'impiego del panel di assaggio interno composto da valutatori accreditati.

Si opererà, inoltre, per rendere più spediti i processi di gestione tecnico amministrativa, nel ri-spetto del Dispositivo dei Controlli.

Preliminarmente verranno, per quanto di propria competenza, interpellate le rappresentanze dei diversi attori della produzione a DOP.

Risultati attesi Semplificazione delle procedure di controllo e verifica Migliore efficienza nei controlli

Minore invadenza nel corso dei processi produttivi aziendali Valorizzazione delle Banche Dati Nazionali

Rapida e costante informazione al consumatore del prodotto a DOP Messa a punto di un efficiente sistema di controlli di secondo livello Aggiornamento della formazione del personale Ispettivo

Indicatori Approvazione (SI/NO) dei Piani di Controllo; Operatori beneficiari della specifica attività;

Aziende Certificate; Attestazioni di conformità/non conformità emesse

Aziende coinvolte Operatori aderenti alle DOP sopra indicate validati dall’Autorità di Controllo per poter operare all’interno del sistema di controllo delle DOP

Collaborazioni con Istituzioni esterne

Mi.P.A.A.F.; ICQ-RF; Consorzio per la Tutela della DOP “Sardegna”

Finanziamento esterno

Data inizio 01.01.2020 Data fine 31.12.2020

Titolo progetto/attività Selezione, caratterizzazione e valorizzazione del germoplasma olivicolo sardo e di altre varietà d'interesse per la Sardegna

Responsabile scientifico Muntoni Martino – Sedda Piergiorgio- Piras Fabio-tel. 070964411, email: mrmuntoni@agrisri-cerca.it; psedda@agrisrimrmuntoni@agrisri-cerca.it; fpiras@agrisricerca.it

Obiettivo/i e descrizione dell’attività

Obiettivo

Miglioramento della produttività degli impianti e della qualità nelle produzioni tipiche di olio e olive da mensa in Sardegna.

Individuazione di linee clonali delle cv; caratterizzazione e definizione di aspetti caratterizzanti sulla qualità degli oli e delle olive derivanti dalle linee in selezione; caratterizzazione agronomica e qualitativa di alcuni biotipi di olivo ottenuti da incrocio

Descrizione dell’attività

In un’ottica di salvaguardia delle biodiversità, il progetto di propone di valutare le caratteristiche bio-agronomiche, vegetali, produttive e qualitative di linee varietali e clonali del patrimonio olivi-colo sardo, tra cui materiale vegetale in fase di selezione derivante da incrocio controllato e da linee in selezione massale per la costituzione di piante capostipiti, di cui alcune linee sono già state classificate e riconosciute a livello MiPAAF. Specifica azione sarà orientata alle selezioni di oltre 40 di tali nuovi individui clonali, inseriti in un apposito campo con adeguato numero di repliche per ogni individuo derivante da ogni selezione, da destinare sia alle verifiche vegeto produttive sia al controllo di eventuali attitudini come portainnesto in impianti sui nuovi modelli superintensivi. Al fine del miglioramento quali-quantitativo delle produzioni delle diverse cultivar isolane, inoltre, si prevede la messa a punto di metodiche di valutazione del momento ottimale per la raccolta delle drupe. Si prevedono valutazioni analitiche più complesse sugli oli ottenuti per caratterizzazioni più definite con la collaborazione dell’Istituto di Industrie Agrarie dell’Uni-versità di Napoli, oltre al Laboratorio di Analisi Chimiche di Bonassai, per la caratterizzazione degli acidi grassi.

Risultati attesi Su materiale appositamente selezionato e afferente alle principali cv sarde, a linee clonali ed a accessioni da “incrocio controllato” si sono programmate una serie di nuove verifiche differenziate per caratterizzarne peculiarità produttive e genetiche. Si proseguiranno, per-tanto, le rilevazioni sulle accessioni nei campi interni, derivate da incrocio controllato, anche mediante analisi biometriche, produttive e di risposta alla moltiplicazione e allevamento in pieno campo. Si prevede anche la valutazione e caratterizzazione degli oli eventualmente estratti da ogni singola linea clonale. In tal senso le azioni di valutazione bio-morfologica e di caratterizzazione sensoriale e chimica degli oli estratti, riguarderanno circa cento diverse tipologie oli ottenuti da lavorazioni diversificate sulle cv in collezione e da accessioni derivanti da incrocio. Diversi di queste ultime appaiono sicuramente interessanti sia sotto il profilo produttivo sia per alcune peculiarità sensoriali distintive e qualificanti per complessità e pia-cevolezza di descrittori specificatamente validati, anche di nuova individuazione.

Sulle principali cv sarde, soprattutto quelle con finalità di ottenimento di prodotto “da mensa”

si prevede di indagare anche sulle più favorevoli condizioni di raccolta, cadenzando nel tempo i prelievi e determinando alcuni dei parametri tipici indicativi (ad es. contenuto di umi-dità, sostanza secca, contenuto in olio e zuccheri, resistenza al distacco, consistenza della polpa, indice di maturazione, etc). Il tutto è finalizzato, in un’ottica di salvaguardia delle bio-diversità, ad attere sempre più informazioni per valutare al meglio le caratteristiche bio-agro-nomiche, vegetali, produttive e qualitative di linee varietali e clonali del patrimonio olivicolo sardo. In tale direzione si prevede di completare il recupero di materiale vegetale proveniente da campi collezione di AGRIS oramai vetusti e il reinserimento del materiale potenzialmente più interessante in nuovi campi meglio gestibili sotto il profilo tecnico-agronomico, operando specifiche operazioni di reinnesto per la costituzione di parcelle omogenee, da utilizzare per le successive rilevazioni vegeto-produttive e fenologiche.

Con l’Università di Napoli “Federico II”, presso il Dipartimento di Agraria, si prevede di valu-tare numerosi campioni di olio, derivanti da prove sperimentali di campo e/o di elaborazione tecnologica, al fine di rilevare specificità chimico-analitiche, non effettuabili presso i laboratori di AGRIS, soprattutto in riferimento ai composti aromatici e allo “spazio di testa” comparabili anche con i dati sensoriali già rilevati, prevedendone la prosecuzione anche nei prossimi anni con specifiche e più articolate collaborazioni.

Indicatori Definizione ulteriori caratteristiche oli gemoplasma sardo; definizione protocolli ottimizzazione raccolta drupe; definizione specifiche bio-agronomiche su semenzali derivanti da incrocio e sulle caratteristiche di oli e olive da mensa derivanti da semenzali in selezione

Aziende coinvolte

Varie aziende olivicole, olivicolo-olearie e aziende di trasformazione della Sardegna

Collaborazioni con Istitu-zioni esterne

CREA-OFA, Rende- CS; Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Agraria);

Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali;

Istituto Bioscienze e Biorisorse-CNR Perugia; Agenzia LAORE Sardegna

Finanziamento esterno

Eventuale azione in parallelo con il finanziamento RISGENSAR-2

Data inizio 2007 Data fine 2026

Titolo progetto/attività Modelli d'impianto e percorsi colturali per l'olivicoltura sostenibile

Responsabile scientifico Sedda Piergiorgio- Muntoni Martino– Piras Fabio tel. 070964411, email: psedda@agrisri-cerca.it; mrmuntoni@agrisripsedda@agrisri-cerca.it; fpiras@agrisricerca.it

Obiettivo/i e descrizione dell’attività

Obiettivo

Individuazione di percorsi colturali innovativi per la redditività dell’impresa olivicola nel rispetto della risorsa ambientale.

Descrizione dell’attività

Il programma, già condotto anche in collaborazione con il gruppo di Entomologia dell’Università e del CNR di Sassari e con il DISVA dell’Università di Cagliari, prevede specifiche indagini su alcune delle principali varietà isolane, da svolgersi in diverse annate presso l’azienda sperimen-tale di Villasor, è stato implementato con un’azione svolta in stretta collaborazione con l’Agenzia LAORE, al fine di mettere a punto un modello previsionale di difesa relativo a Spilocea

Il programma, già condotto anche in collaborazione con il gruppo di Entomologia dell’Università e del CNR di Sassari e con il DISVA dell’Università di Cagliari, prevede specifiche indagini su alcune delle principali varietà isolane, da svolgersi in diverse annate presso l’azienda sperimen-tale di Villasor, è stato implementato con un’azione svolta in stretta collaborazione con l’Agenzia LAORE, al fine di mettere a punto un modello previsionale di difesa relativo a Spilocea