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Artaserse, il re dei Persiani, o grandissimo imperatore Cesare Traiano36, credeva che il ricevere con benevolenza e premura37 piccoli doni non fosse meno degno di un re e fosse segno minore di umanità38 rispetto all’offrire grandi doni. Una volta, mentre egli percorreva una strada, un uomo semplice e povero, non possedendo nient’altro, raccolse con entrambe le mani39 l’acqua dal fiume e gliela porse; egli l’accettò con piacere e sorrise, misurando il gesto cortese in base al sentimento benevolo di colui che aveva porto il dono e non in base all’utilità di ciò che veniva offerto40. E Licurgo dispose che a Sparta i sacrifici fossero molto frugali41, affinché potessero sempre onorare gli dei prontamente

36 Gli appellativi riferiti a Traiano vengono tradotti in vario modo, anche se il significato è

omologo; in particolare, Babbitt e Lόpez Salvá preferiscono esplicitare il senso dell’appellativo Καῖσαρ (Babbitt O Trajan, Emperor Most High and Monarch Supreme; Lόpez Salvá oh Trajano, emperador máximo, monarca absoluto); negli altri casi Καῖσαρ viene lasciato inalterato (Xylander Traiane Caesar Imperator maxime; Adriani o grandissimo Imperadore, Cesare Traiano; Fuhrmann ô très grand empereur César Trajan; Pettine o grandissimo Imperatore Cesare Traiano).

37 I due avverbi εὐμενῶς e προθύμως vengono tradotti in tal modo: Xylander benigne

alacriterque; Adriani con animo benigno e pronto; Babbitt graciously and with a ready goodwill; Lόpez Salvá con benevolencia y buena voluntad; Fuhrmann avec bonne grâce et empressement, Pettine benevolmente e volentieri).

38 L’aggettivo φιλάνθρωπος, insieme a βασιλικός, è stato tradotto in modi differenti: Adriani

(stimando non esser atto meno reale ed umano), Babbitt (it was no less the mark of a king and a lover of this fellow-men), Lόpez Salvá (no era menos digno de un rey y de un hombre umanitario), Fuhrmann (qu’il n’était pas moins royal ni moins généreux), Pettine (riteneva essere non meno regale ed umano). La traduzione di Xylander restituisce meglio il senso della frase, anche se si discosta parzialmente dal testo greco (existimans non minus regiam maiestatem decere et humanitatem parva benigne alacriterque accipere).

39 Adriani omette di tradurre l’espressione ταῖς χερσὶν ἀμφοτέραις e Ambrosoli, che ha curato

l’edizione del 1841, così scrive a riguardo: “Il testo dice presa con ambedue le mani: e queste parole non si dovevano tralasciare, perché dinotano efficacemente la semplicità e il buon volere di quell’uomo”.

40 La traduzione di Xylander restituisce appieno il senso del testo greco, rispettando anche la

concisione dell’espressione (munus non usu rei oblatae, sed studio dantis metiens); convincente è anche la traduzione di Fuhrmann, soprattutto riguardo ai termini χάρις e χρεία (mesurant la valeur du geste au zèle du donateur et non à l’utilité de ce qui était donné); gli altri studiosi traducono χάρις con il termine favore, beneficio, ma in tal modo il senso della frase risulta meno chiaro (Adriani misurando il benefizio più dalla prontezza del donatore, che dal valore del dono; Babbitt measuring the favour by the ready goodwill of the giver and not by the service rendered by the gift; Lόpez Salvá valorando el favor más por la buena voluntad de que lo hacía que por la necessitad de quien lo recibía; Pettine misurando il favore più dal sentimento di benevolenza del donatore che dal valore della cosa offerta).

41 L’aggettivo εὐτελέστατος esprime l’idea che i sacrifici dovessero essere parchi quanto più

52 e agevolmente con ciò di cui disponevano. Anche io, proprio con una simile intenzione, ti offro doni semplici e in segno di amicizia42, comuni primizie che derivano dalla filosofia; e ti prego di apprezzare43, insieme alla mia buona volontà, anche l’utilità di queste brevi note44, se possono arrecare qualche vantaggio per la comprensione effettiva45 dei caratteri e delle attitudini, proprie di uomini autorevoli, che sono visibili più nelle loro parole che nelle loro azioni. Nondimeno l’esposizione ordinata dei condottieri, legislatori e sovrani più insigni presso i Romani e i Greci attiene alle Vite46; ma molte delle azioni

coglie la sfumatura indicata dal grado superlativo dell’aggettivo (Licurgo, en Esparta, puso a buen precio los sacrificios); analoga considerazione vale per la traduzione di Pettine (E Licurgo istituì a Sparta sacrifici poco costosi); corretta invece è la traduzione di Xylander (Et Lycurgus minimi sumptus sacrificia Spartae constituit), come anche di Adriani (E Licurgo ordinò dentro a Sparta semplicissimi sacrifizi), di Babbitt (Lycurgus made the sacrifices in Sparta very inexpensive) e di Fuhrmann (Quant à Lycurgue, il rendit à Sparte les sacrifices fort peu coûteux).

42 L’espressione λιτὰ δῶρα καὶ ξένια καὶ κοινὰς ἀπαρχάς ἀπὸ φιλοσοφίας è stata tradotta

in diversi modi; in particolare Xylander (tenue munus, ac strenam, et primitias philosophiae comune), Babbitt (trifling gifts and tokens of friendship, the common offerings of the first-fruits that come from philosophy), Lόpez Salvá (sencillos regalos como dones de amistad y primicias comunes de filosofia) e Pettine (semplici doni e pegni d’amicizia, comuni primizie ricavate dalla filosofia) conferiscono giustamente alla parola ξένια il significato di omaggio che mira a consolidare un rapporto di amicizia, sfumatura semantica che al contrario è assente nella resa di Adriani (questi presenti doni e comuni primizie, ch’io, colti nel giardino della filosofia...) e di Fuhrmann (un don et une offrande modeste, des prémices bien ordinaires de mes études philosophiques), i quali inoltre traducono ἀπὸ φιλοσοφίας con minor concisione rispetto al testo greco.

43 L’imperativo ἀπόδεξαι è stato tradotto con formule di cortesia, di varia lunghezza, da

Xylander (ut probes rogo), Babbitt (I beg that you will be good enough to accept), Fuhrmann (je te prie de reconnaître) e Pettine (pregandoti di gradire). Adriani invece traduce con il semplice imperativo (ricevi da me), come anche Lόpez Salvá (acepta). Credo che tra le prime proposte di traduzione e quella di Adriani e Lόpez Salvá sia preferibile la prima, considerato che l’autore si sta rivolgendo all’imperatore.

44 Il sostantivo ἀπομνημονεύματα è stato tradotto da Xylander con il termine commentarium,

che in latino può indicare anche una raccolta di esempi o annotazioni prese durante la lettura per facilitare il ricordo di quei testi in una fase successiva, come attestato dall’occorrenza nell’Institutio oratoria di Quintiliano (I, 8, 19); anche Babbitt (brief notes) e Lόpez Salvá (notas) conferiscono alla parola analogo significato. Invece Adriani traduce detti memorabili, così come Fuhrmann (dits mémorables) e Pettine (detti memorabili). La prima proposta di traduzione mi sembra più convincente per il fatto che l’autore poco prima ha detto che tale dono è il frutto dei suoi studi filosofici; questi ἀπομνημονεύματα starebbero ad indicare quindi le brevi annotazioni da lui trascritte nel corso delle sue letture.

45 Il termine κατανόησις indica l’atto del comprendere in maniera profonda, del giungere ad

una conoscenza non superficiale di qualcosa; il senso è colto con precisione da Xylander (ad perspicienda ingenia), da Babbitt (the true understanding of the characters), Lόpez Salvá (para el recto entendimiento de los caracteres), Fuhrmann (de comprendre véritablement des caractères). Meno precisa appare la traduzione di Adriani (al conoscere i costumi) e di Pettine (a comprendere i tratti del carattere).

46 Nachstädt accoglie la congettura di Wilamowitz ἔχει<ς,>. In tutti i codici si legge ἔχει (cf. la

traduzione di Xylander Sane aliud a nobis elaboratum opus continet...vitas, Adriani È vero che il mio gran libro contiene le vite...; Babbitt True it is that a work of mine comprises the lives also...,

53 dipendono in parte dalla sorte47, al contrario le sentenze e le espressioni spontanee, proferite nel corso dei loro impegni, delle loro esperienze e vicissitudini, consentono di osservare con chiarezza, come in specchi, la disposizione d’animo di ciascuno. E a tal riguardo il persiano Siramne a coloro che mostravano stupore per il fatto che, pur essendo le sue parole giudiziose, le azioni non andavano a buon fine, disse che padrone delle parole era proprio lui, ma padrone delle azioni era la sorte insieme al re. Lì48 dunque le frasi sentenziose dei celebri uomini, essendo accostate alle azioni, richiedono desiderio di apprendere e tempo libero49; qui invece le loro parole, raccolte separatamente come esempio e semenza50 delle loro vite, credo che non arrecheranno molestia al tuo tempo, poiché in brevi note puoi osservare accuratamente molti uomini degni di memoria.

Lόpez Salvá Cierto, mi compendio de los generales...incluye sus vidas, Fuhrmann Il y a bien aussi les biographies, que j’ai regroupées,..., Pettine È pur vero che il mio lavoro tratta dei più illustri...).

47 La traduzione di Lόpez Salvá non risulta rispondente al testo greco (Muchas de sus hazañas,

sin embargo, tienen una suerte diferente). Cf. Xylander Verum enimvero pleraeque actiones admixtam habent fortunam; Adriani ma la maggior parte de’ lor fatti hanno mescolata la fortuna; Babbitt But their actions, for the most part, have an admixture of chance; Fuhrmann mais les actions des hommes comportent en général une part de hasard; Pettine ma la maggior parte delle loro gesta è per lo più legata alla fortuna.

48 L’avverbio ἐκεῖ è riferito alle biografie degli uomini illustri, di cui l’autore ha fatto menzione

poco prima (βίους ἔχει), ed è usato in contrapposizione ad ἐνθαῦτα, riferito alla raccolta apoftegmatica; i traduttori generalmente rendono più esplicito il significato del primo avverbio, anche se ritengo che questa scelta faccia venir meno la concisione dell’espressione ed il parallelismo semantico dei due avverbi (Xylander in eo qui dixi opere..., hic...; Adriani Nel mio gran libro..., ma in questo trattato...; Babbitt In the Lives..., but here...; Lόpez Salvá En las Vidas...Aquí...; Fuhrmann dans ces biographies..., ici...; Pettine nelle Vite..., qui...).

49 L’espressione greca σχολάζουσαν φιληκοΐαν è molto concisa ed è stata tradotta in vari modi:

Xylander dicta...auditorem studio cognoscendi captum, sed eundem otio fruentem expectant; Adriani i detti...ricercano orecchio ozioso, Babbitt and so must wait for the time when one has the desire to read in a leisurely way; Lόpez Salvá las manifestaciones...aguardan el placer de una lectura sosegada; Fuhrmann les propos des personages...demandent une attention vraiment disponible; Pettine i detti...esigono uno che sia desideroso di apprendere e nello stesso tempo abbia del tempo libero.

50 Il termine σπέρματα è tradotto quasi da tutti nella sua primaria accezione di seme (Xylander

semina; Adriani semi; Lόpez Salvá semilla; Fuhrmann semences); invece Babbitt (primal elements) e Pettine (il segno distintivo della vita) rendono più esplicito il significato della parola, ma viene meno la concisione dell’espressione del testo greco.

54 3.1.3 COMMENTO

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