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L’epurazione nelle università meridionali e delle isole: primi approcci e improvvisazione (ottobre 1943 – giugno 1944)

II L’epurazione locale delle università I comitati di epurazione universitari fra AMG e ACC

2. L’epurazione nelle università meridionali e delle isole: primi approcci e improvvisazione (ottobre 1943 – giugno 1944)

I territori meridionali della Penisola furono occupati dalle armate alleate dal luglio 1943 alla primavera del 1944. Qui vennero costituite cinque Regioni: la Region I corrispondete alla Sicilia, la Region II dapprima corrispondente a Calabria e Lucania, e poi a Lucania e Puglia, la Region III corrispondente alla Campania, la Region VI, corrispondente alla Sardegna (che inizialmente era amministrata da una missione alleata indipendente dall’AMG), e la Region VII, attivata solamente nell’aprile 1944, corrispondente alla Calabria. Nel gennaio 1944 fu attivata anche la Region IV, inizialmente comprendente le province di Foggia e Campobasso. L’11 febbraio 1944 la Sicilia, la Sardegna, e i territori continentali a sud della linea Salerno-Potenza-Bari vennero restituiti all’amministrazione italiana, e gli Alleati, non avendo più funzioni di governo, vi ritirarono gradualmente gli ufficiali civili, lasciando quei pochi che erano necessari per mantenere la supervisione sulle attività del governo italiano. Il 20 luglio 1944, infine tutte le province meridionali furono restituite agli italiani, con la cessione delle province di Foggia, Campobasso, Benevento, Avellino, e Napoli, dove però il porto e la città furono mantenuti, per ragioni strategiche,       

119 «There has been no direct contact between the Education Subcommission and the present Minister of

Public Instruction Molé […] largely because of the present Minister’s extreme inaccessibility – Italian school officials complain that it is almost impossible to find him in his office or to get appointments with him», NARA, RG.331, Civil Affairs, box 151, 10000/105/205, Education Subcommission, Report for February

sotto la giurisdizione dell’AMG. Dopo quest’ultima restituzione, le centinaia di ufficiali civili impiegati nelle Regioni meridionali erano stati ridotti a poche decine, e le Regioni II, III, VII, con le province di Foggia e Campobasso, vennero riunite nella Southern Region. Il Mezzogiorno, territorio povero e arretrato, dove il fascismo non era riuscito a permeare efficacemente la società come al Nord, suscitando un consenso perlopiù passivo e dovuto a ragioni di opportunità, rappresentò il banco di prova del Governo Militare Alleato. Se in Sicilia Gayre aveva sperimentato un approccio diretto nelle questioni della Education Division, sul continente prevalse la tendenza a delegare molte questioni alle varie personalità italiane che venivano considerate come validi interlocutori: così presso l’Università di Napoli la “Commissione rettoriale” presieduta da Adolfo Omodeo funse da modello per i successivi comitati di epurazione universitari. Invece, nelle province pugliesi di Lecce, Taranto, Brindisi e Bari, dove aveva giurisdizione il Regno del Sud, il Governo Militare Alleato non aveva competenza e l’epurazione non venne effettuata; lo stesso era accaduto in Sardegna, che era retta da una Missione Alleata indipendente dall’AMG. In questi territori l’epurazione avvenne più tardi, sotto la supervisione (e dietro le insistenze) dell’ACC. Essa fu svolta solamente dopo l’istituzione, nell’aprile 1944, di una Commissione unica di epurazione presieduta dall’ormai esperto epuratore Adolfo Omodeo, che in quel periodo ricopriva anche la carica di ministro della Pubblica Istruzione.

i. Le università siciliane: Palermo, Catania, Messina

In Sicilia erano presenti, ormai da secoli, tre università120: a Palermo, Catania e Messina. Durante il Ventennio era stato favorito l’ateneo palermitano, che con la riforma Gentile era stato incluso fra le università della “tabella A”, che venivano finanziate in toto dallo Stato, mentre Catania e Messina comparivano nella “tabella B”, e dovevano quindi integrare i parziali finanziamenti statali con convenzioni su base regionale o locale. Inoltre nel 1924 era stata chiusa la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina. Le presenze       

120 Sulle università siciliane si vedano: il già ricordato volume di E. Pelleriti, «Italy in transition». La vicenda degli Allied Military Professors negli atenei siciliani fra emergenza e defascistizzazione, Acireale, Bonanno,

2013; D. Ventura, Cultura e formazione economica in una realtà meridionale. La Facoltà di Economia di

Catania (1920-1999), Catania, Università degli Studi, 2009; P. De Salvo,L’Università di Messina dalla caduta del regime fascista alla legge sull’autonomia, in A. Romano(a cura di), Gli statuti universitari. Tradizione dei testi e valenze politiche. Atti del Convegno internazionale di studi (Messina – Milazzo, 13-18 aprile 2004), Bologna, CLUEB, 2007; L. Paoloni, Storia politica dell’Università di Palermo dal 1980 al 1943, Palermo, Sellerio, 2005; P. Viola, Oligarchie: una storia orale dell’Università di Palermo, Roma,

Donzelli, 2005. Inoltre il secondo volume di «Annali di storia delle Università italiane», 1998, ha come oggetto principale la storia dell’Università messinese, e vi si possono rintracciare vari interessanti contributi.

studentesche, che erano più che triplicate negli ultimi vent’anni in tutti e tre gli atenei, vedevano, nell’anno accademico 1942-43, un maggior numero di iscritti a Palermo (quasi 7.000), ma anche le Università di Catania e Messina potevano vantare una solida frequenza (rispettivamente 6.000 e 5.000)121.

L’Educational Advisor George Robert Gayre era giunto in Sicilia il 5 settembre, e già alla fine del mese aveva dimesso i rettori in carica, sostituendoli con provati antifascisti: così a Palermo fu nominato Giovanni Baviera122, a Messina Gaetano Martino123, e a Catania Mario Petroncelli124. I precedenti rettori, oltre a perdere la carica, subirono alcune repressioni: Salvatore Sgrosso, che era a capo dell’ateneo messinese dal 1940, venne epurato, Orazio Condorelli, rettore a Catania dal 1937, venne arrestato, l’ex rettore palermitano Nicola Leotta, al contrario, non subì alcun ulteriore provvedimento, anzi, già dagli inizi di settembre era stato assunto come collaboratore del capo degli Affari civili dell’AMGOT Charles Poletti. Gli Alleati procedettero a nominare nuovi presidi di Facoltà, e confermarono nelle loro cariche alcuni di quelli meno compromessi con il fascismo. La Chiesa, che già si era intromessa nelle nomine scolastiche, anche in questo caso espresse la sua opposizione all’investitura del professor Giuseppe Ferretti alla presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. Ferretti, che era di orientamento politico socialista e anticlericale, era malvisto dalle autorità ecclesiastiche, le quali fecero pressione su Poletti per rivederne la nomina, costringendo quest’ultimo a consultarsi con Gayre. L’Educational Advisor sottolineò che in questo tipo di decisioni bisognava valutare il prestigio accademico

      

121 Per le presenze studentesche, cfr. Istituto centrale di statistica, Statistica dell’istruzione superiore nell’anno accademico 1945-46, Roma, Tip. F. Failli, 1948, p. 39.

122 Giovanni Baviera (Modica, 19 luglio 1875 – Palermo, 28 luglio 1963), professore di Storia del diritto romano. Ottenuta la libera docenza nel 1900, insegnò a Pisa, Napoli e Palermo; amico di Benedetto Croce,

fu sempre antifascista, subendo anche alcune persecuzioni. Fu deputato per la XXV e XXVI legislatura (1919- 1924) fra le file dei liberali.

123 Gaetano Martino (Messina, 25 novembre 1900 – Roma, 21 luglio 1967) cominciò la carriera universitaria

come assistente a Messina nel 1926, per diventare professore straordinario di Chimica biologica nel 1934 e ordinario di Fisiologia umana nel 1936 presso la stessa Università. Figlio del politico Antonino Martino, per quattro volte sindaco di Messina tra il 1900 e il 1919, avrà una fortunata carriera politica nel dopoguerra: eletto deputato per il Partito Liberale Italiano nelle prime quattro legislature repubblicane (dal 1948 alla morte), ricoprirà le cariche di ministro della Pubblica Istruzione (1954), ministro degli Esteri (1954-57) e presidente del Parlamento europeo (1962-64). Nel 1957 si trasferirà all’Università La Sapienza di Roma, di cui sarà rettore dal 1966 alla morte. Su Martino si veda: M. Saija (a cura di), Gaetano Martino, scienziato,

rettore, statista (1900-1967). Atti del Convegno internazionale di studi (Messina, 24-26 novembre 2000),

Messina, Trisform, 2003.

124 Mario Petroncelli (Francavilla a Mare, 1 aprile 1906 – Latina, 3 agosto 1986), ottenuto il posto come

professore ordinario di Diritto ecclesiastico all’Università di Catania nel 1934, era divenuto preside della Facoltà di Giurisprudenza dello stesso ateneo nel 1938.

e la distanza dal fascismo dei candidati, senza fare ulteriori considerazioni politiche125, e così Ferretti poté rimanere preside di Facoltà.

Quindi si procedette all’epurazione, che venne effettuata da metà novembre 1943 dal maggiore Sherwood in vece di Gayre. L’università più colpita fu quella di Palermo, dove su un corpo docente di 68 professori di ruolo, ne vennero epurati 9: quattro furono licenziati definitivamente e cinque sospesi temporaneamente. I professori licenziati erano Giovanni De Francisci Gerbino di Economia politica corporativa, Ramiro Fabiani di Geologia, Salvatore Maggiore di Clinica pediatrica, e Giuseppe Maggiore di Dirittopenale. I criteri con cui si era scelto di licenziarli erano piuttosto aleatori, ma senza dubbio queste erano figure di spicco del fascismo siciliano: De Francisci Gerbino, «propagandista del corporativismo, è un notorio fascista che ha coperto molte cariche pubbliche»126, Fabiani era preside della Facoltà di Scienze, Accademico d’Italia e aveva abbandonato il suo posto all’arrivo degli Alleati, i fratelli Salvatore e Giuseppe Maggiore erano importanti accademici siciliani: il primo era stato rettore a Messina (1939-40) dove era anche membro del direttorio federale del Fascio, il secondo era stato rettore a Palermo (1938-39), aveva ricoperto importanti incarichi (presidente della Provincia di Palermo dal 1934 al 1943, ultimo presidente dell’Istituto Nazionale di Cultura Fascista nel 1943), e aveva collaborato con la rivista «La difesa della razza».

I docenti sospesi invece erano Edoardo Calandra di Clinica ortopedica, Salvatore Caronia di Architettura e composizione architettonica, Vito Fazio Allmayer di Filosofia teoretica, Gioacchino Scaduto di Diritto civile, che furono sospesi per un anno, e Luigi Efisio Tocco di Farmacologia, che fu sospeso per sei mesi. Le imputazioni a carico di questo gruppo di docenti appaiono meno precisate (per quasi tutti la motivazione della sospensione è quella di essere dei “fascisti notori”); inoltre Calandra e Caronia erano stati arrestati all’ingresso degli Alleati in città e detenuti per qualche tempo127.

      

125 «In making all educational appointments (after we are assured that the candidate is not a notorious fascist)

all we concerned with is his academic ability. His political or sectarian position is none of our concern and has never been in any democratically organized university», NARA, RG.331, Education, box 1487, 10000/144/35, lettera di Gayre a Poletti, 26/10/1943.

126 ACS, MPI, DGIU, Fascicoli di professori ordinari (1940-1970), b.153, f. De Francisci Gerbino Giovanni, Ordine di licenziamento, 20/11/1943.

127 In realtà, come dichiarò successivamente il capitano Brod del CIC, essi furono arrestati «per errore –

durante i primi giorni “di confusione e di caos, sopra incerte informazioni”», ACS, MPI, DGIU, Fascicoli di professori ordinari (1940-1970), b.88, f. Edoardo Calandra, Lettera del rettore dell’Università di Palermo al

All’Università di Catania vennero epurati 6 fra aiuti, assistenti e liberi docenti128 e 2 sui 50 professori di ruolo: Giuseppe Usai di Matematica finanziaria, che venne sospeso per un anno129, e Gaetano Zingali di Scienza delle finanze, che fu licenziato. Quest’ultimo ingaggiò una durissima battaglia per poter mantenere il posto, accusando il nuovo rettore Petroncelli di essere compromesso con il fascismo. In particolare, in una lettera a Gayre del 18 dicembre 1943, Zingali affermava di aver aiutato Petroncelli a trasferirsi a Catania da Sassari, e di averlo favorito nel concorso per l’ordinariato, grazie all’influenza che esercitava come preside di Facoltà e deputato in Parlamento. Successivamente, divenuto ordinario, Petroncelli avrebbe scalzato Zingali dal ruolo di preside di Facoltà «per ordine del partito fascista», essendo egli «a Catania il propagandista fascista più copioso e sfrontato»130. Zingali, proseguendo nella sua delazione, andava poi a elencare quelle che, a suo avviso, erano state le colpe fasciste di Petroncelli, che in definitiva si riducevano all’aver organizzato conferenze propagandistiche, e all’aver insegnato per incarico il Diritto corporativo. Non si può tenere fede a questa lettera che, anche nei toni in cui è scritta, appare un tentativo, anche piuttosto disperato, di mantenere il posto andando a colpire un personaggio ritenuto responsabile delle proprie sventure durante gli ultimi anni del fascismo e sotto l’occupazione alleata. Questo documento, tuttavia, fa luce su un retroscena di relazioni e meccanismi accademici dai contorni poco chiari, dove il confine fra docenti fascisti e afascisti appare assai vago. Gli Alleati revocarono il licenziamento per indagare sulla vicenda, ma ben presto scagionarono Petroncelli e riconfermarono il provvedimento di epurazione per Zingali, che venne fra l’altro arrestato e rinchiuso nel campo di concentramento di Padula, dove rimase per diversi mesi.

Meno intensa fu l’epurazione dell’ateneo messinese, dove venne licenziato un solo professore ordinario sui 34 in organico, l’ex rettore Salvatore Sgrosso docente di Clinica oculistica, e il direttore amministrativo Salvatore Mirone.

      

128 Ettore Giuffrida, che fu sospeso per un anno; Girolamo Longhena, Alfredo Mazzei, Egidio Moretti,

Eduardo Petrix, e Francesco Russo, che furono licenziati.

129 In un primo momento Usai venne licenziato, ma a seguito di una più accurata analisi della sua posizione,

si convenne di infliggergli una sospensione. Nel rapporto finale di Gayre (NARA, RG.331, Education, box 1516, 10000/144/545, Report on the work of the Educational Division and Subcommission, September 1943

– February 1944, s.d.) nell’elenco dei docenti catanesi epurati ne compare solo uno, dismissed, cioè licenziato

e nessuno suspended, cioè sospeso. Riteniamo che si sia trattata di una svista di Gayre, poiché la notizia della sospensione del professor Usai è confermata in tutte le altre fonti.

130 NARA, RG.331, Education, box 1487, 10000/144/33, Il prof. Mario Petroncelli, un fascista di punta in cerca di cariche, 18/12/1943.

Epurati e riorganizzati, i tre atenei siciliani poterono riprendere le loro attività. La prima università che inaugurò l’anno accademico 1943-44 fu quella di Catania, che tenne la cerimonia il 4 novembre 1943, data simbolo, perché anniversario dell’armistizio del 1918 fra Italia e Austria131; vi parteciparono il generale Mark Wayne Clark, comandante della 5° Armata americana, il tenente colonnello George Robert Gayre e il tenente colonnello Thomas Vernor Smith. Un mese dopo, il 5 dicembre 1943, venne invece inaugurato l’anno accademico all’Università di Palermo alla presenza del generale George Patton, comandante della 7° Armata americana, del brigadier generale Frank J. McSherry, vice capo degli Affari civili dell’AMGOT, del tenente colonnello Charles Poletti, capo degli Affari civili in Sicilia, e ancora dell’Educational Advisor Gayre. L’ultima università a riaprire i battenti fu quella di Messina, dove si officiò la cerimonia il 3 gennaio 1944, nella quale lo stesso Gayre tenne una prolusione dal titolo La lezione della Sicilia nel complesso etnologico europeo, che tuttavia venne ripetutamente interrotta da una contestazione studentesca, che impedì all’antropologo scozzese di terminare la sua lezione132. In queste occasioni molti dei rappresentanti alleati vennero omaggiati con il conferimento di lauree ad honorem dalle tre università133.

Terminata l’epurazione, Gayre dispose che le università avrebbero dovuto eleggere i presidi di Facoltà e i rettori, come era uso in tempi prefascisti. Così, tra gennaio e febbraio 1944 i tre rettori nominati dagli Alleati, vennero confermati alla guida delle loro università da libere elezioni. All’Università di Catania, tuttavia, si dovettero tenere presto nuove elezioni, a causa del trasferimento di Petroncelli a Napoli per l’anno accademico 1944-45; nel novembre 1944 venne così eletto rettore il giurista Dante Majorana, che rimase in carica fino al 1947.

ii. L’Università di Napoli

Con circa 18.000 studenti iscritti e 123 professori di ruolo134, quella napoletana era la seconda università d’Italia, e la maggiore del Mezzogiorno. Ne era rettore Adolfo       

131 Cfr. Pelleriti, Italy in transition, p. 138. 132 Ivi, pp. 140-42.

133 L’Università di Palermo conferì 4 lauree honoris causa in Scienze politiche a Gayre, al maggiore Aldo

Raffa, al brigadier generale Frank McSherry e al maggior generale Lord Rennell of Rodd; l’Università di Messina conferì 3 lauree: in Filosofia a Gayre, in Lettere al maggiore W.H. Sherwood e in Pedagogia al maggiore Carleton Washburne; infine l’Università di Catania concesse una laurea in lettere a Gayre, e una in Scienze politiche al maggiore G.R. Koopman.

134 Per il numero degli studenti, Istat, Statistica dell’istruzione superiore, p. 39; per il numero dei professori

Omodeo135, nominato dal ministro Severi dopo il 25 luglio 1943; Omodeo, fuggito da Napoli in seguito all’occupazione tedesca, non era stato formalmente rimosso dall’incarico e all’ingresso degli Alleati in città (1° ottobre 1943) fu confermato nella sua carica. Nato a Palermo il 18 agosto 1889, si era laureato nel 1912 con Giovanni Gentile, e dal 1915 al 1918 aveva partecipato alla Grande Guerra come ufficiale di artiglieria. La sua posizione nei confronti del fascismo non era stata sempre coerente: antigiolittiano e antiparlamentare, inizialmente simpatizzava per quel «movimento caotico», anche in virtù dell’amicizia che lo legava a Gentile, ma in seguito all’omicidio Matteotti, ne prese le distanze. Questo suo allontanamento segnò anche il raffreddamento dei rapporti con Gentile, che pure nel 1923 aveva favorito la sua nomina per alta fama a ordinario di Storia della Chiesa a Napoli. Egli dovette ritirarsi nella sfera dei propri studi per tutto il Ventennio, la sua carriera universitaria venne spesso ostacolata e non riuscì a ottenere la cattedra di Storia moderna nel 1929 né quella di Storia antica nel 1940. A rinfrancarlo durante questi anni di isolamento, vi fu l’amicizia che strinse con un altro illustre intellettuale costretto al silenzio, Benedetto Croce. Nonostante l’avversione per il regime, egli aveva accettato di prestare il giuramento del 1931 e aveva fatto richiesta della tessera del partito nel 1941, per «le preoccupazioni che egli nutriva per la sua famiglia»136.

Neanche una settimana dopo la liberazione di Napoli, Omodeo era già al lavoro per epurare la propria università. Tra il 5 e il 7 ottobre 1943 inviò agli epurandi lettere di licenziamento in cui esprimeva con dura franchezza le motivazioni delle loro sospensioni: così, ad esempio, Carmelo Ottaviano venne incolpato di aver ritenuto «compito suo la completa “fascistizzazione” della Facoltà e, vantandosi squadrista e ferito della Rivoluzione, minacciava di far destituire il grosso dei suoi colleghi»137, Nicolò Castellino di essersi fatto «nominare professore, con una irrisione di concorso, mentre era deputato e personaggio in vista del P.N.F.»138, e ancora Rodolfo Bottacchiari di essersi «sempre fatto valere come uomo di fiducia del P.N.F.» e di aver «vessato, molestato, levato denuncie [sic] contro i       

10000/144/242) che elenca 123 docenti (evidenziando quelli dismissed dagli Alleati), rispetto ai 117 conteggiati dalla pubblicazione dell’Istat, che si riferisce all’a.a. successivo.

135 Su Omodeo: G. Imbruglia, Adolfo Omodeo, in «Dizionario biografico degli italiani», vol. 79, 2013; Woller, I conti con il fascismo, pp. 91-99; M. Mustè, Adolfo Omodeo: storiografia e pensiero politico, Bologna, Il

Mulino, 1990; G. De Marzi, Adolfo Omodeo: itinerario di uno storico, Urbino, Quattro Venti, 1988; A. Omodeo, Libertà e storia. Scritti e discorsi politici, Torino, 1960.

136 Woller, I conti con il fascismo, p. 92.

137 ACS, MPI, DGIS, Professori universitari epurazione (1944-1946), b.24, f. Carmelo Ottaviano, lettera di Omodeo, 07/10/1943.

138 ACS, MPI, DGIU, Fascicoli di professori ordinari (1940-1970), b.106, f. Castellino Nicolò, lettera di Omodeo, 07/10/1943.

colleghi per motivi d’antifascismo»139. Ciascuna lettera terminava affermando mordacemente che «la S.V. potrà, quando saranno ricostituiti il Governo e gli organi delegati alla disciplina universitaria, avvalersi di mezzi di difesa che un regime libero consente anche ai nemici della libertà»140. Questi primi dipendenti universitari epurati da Omodeo erano il direttore amministrativo Arturo Imparato, e i cinque professori ordinari Francesco Pentimalli di Patologia generale, Nicolò Castellino di Medicina del lavoro, Giulio Andreoli di Analisi matematica, Rodolfo Bottacchiari di Letteratura tedesca, e Carmelo Ottaviano di Storia della filosofia. Si trattava perlopiù di fascisti della prima ora o di figure di spicco del regime: Pentimalli e Castellino erano consiglieri nazionali, Andreoli e Bottacchiari erano stati convinti fascisti e delatori, mentre Ottaviano era definito «protetto di Mussolini», e Imparato un «docile strumento del regime».

Le autorità alleate, inizialmente rappresentate dal Director of fine arts and monuments Paul Gardner, dal Regional Commissioner Charles Poletti, e soprattutto dal capo dell’AMG della 5° Armata, il maggior generale Edgar Erskine Hume141, valutarono positivamente il lavoro svolto da Omodeo, e lo incaricarono di sottoporre ad una più approfondita indagine tutta l’Università. A tal fine lo posero a capo di una “Commissione rettoriale” formata da illustri accademici napoletani antifascisti, come Vincenzo Arangio-Ruiz142, ordinario di Diritto romano, Corrado Barbagallo, ordinario di Storia economica, Gino Bergami143, ordinario di Fisiologia umana, Antonio Carrelli direttore dell’Istituto di Fisica, Domenico Casella di Arboricoltura, Guido Nebbia144 di Idraulica, e Roberto Pane145 di Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti. Questa Commissione «prese molto sul serio il compito affidatole»146, pur promuovendo un’azione cauta e moderata, ispirata da principi ben       

139 ACS, MPI, DGIS, Professori universitari epurazione (1944-1946), b.5, f. Rodolfo Bottacchiari, lettera di Omodeo, 07/10/1943.

140 Ibidem.

141 Durante i primi mesi di occupazione alleata non era stato inviato a Napoli alcun rappresentante di Gayre,

e i primi provvedimenti nel campo dell’Educazione furono attuati da Gardner per quanto riguarda le scuole, e da Hume per l’Università. Solamente nel dicembre 1943 fu inviato a Napoli il capitano G.H. Geyer, a rivestire la carica di Regional Education Officer.

142 Firmatario del Manifesto degli intellettuali antifascisti del 1925, era professore ordinario di Diritto romano

all’Università di Napoli dal 1920 e preside di Facoltà dal 1943 al 1945. Liberale, ricoprì successivamente le cariche di ministro di Grazia e Giustizia nel secondo governo Badoglio (aprile-giugno 1944), e di ministro