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In Indonesia il Krakatoa è un vulcano attivo localizzato nello stretto della Sonda, tra Sumatra e Giava (fig.1). Nella sua storia recente si conoscono evidenze di eventi parossistici di rilevante importanza. Particolarmente famoso fu l’evento esplosivo del 1883, in un’epoca storica recente, che ha consentito di raccogliere numerose prove e testimonianze dirette.

Prima di questa eruzione il vulcano Krakatoa si trovava nell’isola di Rakata che, assieme alle vicine isole di Lang (lunga) e Verlaten (deserta), probabilmente formava il bordo di un’antica caldera, formatasi a seguito della grande eruzione esplosiva avve- nuta nel 535 d.C. (fig.2).

L’isola Krakatoa aveva una lunghezza di 9 km ed una larghezza massima di 5 km. A queste isole, insieme ad alcuni scogli, si univano altre più piccole coperte da una fitta vegetazione. Nell’isola di Kraka- toa, prima di questa eruzione, si distin- guevano tre edifici vulcanici che da nord a sud si identificavano in Rakata alto 823 m, Danan alto 445 m e Perboewaten alto 122 m.

Circa la storia recente del Krakatoa alcune testimonianze letterarie, per un’e- ruzione avvenuta nel 416 d.C., non sem- brano suffragate da evidenze geologiche in quanto da un attento esame della stratigrafia dei depositi eruttati non si rinvengono quelli emessi in quell’anno. Sembra piuttosto che le testimonianze addotte si riferisca- no all’eruzione del 513 d.C. della quale si hanno chiare evidenze geologiche.

L’eruzione esplosiva del 513 d.C. causò forti cambiamenti climatici che furono di intensità tale da sconvolgere l’esistenza delle popolazioni presenti nell’area e non solo. Dopo questo evento il vulcano, anche se attivo, per circa undici secoli non dette origine a nuove catastrofiche manifestazioni vulcaniche a carattere esplosivo. Questa sua condizione di vulcano attivo, ma quasi quiescente, fu motivo di resoconti di alcuni navigatori che osservarono, sia nel 1680 e 1681, i vulcani di Danan e Perboewatan che erano visibilmente in attività.

Dopo altri 200 anni di relativa calma il 20 maggio del 1883 l’eruzione ebbe inizio attraverso emissioni, durate alcuni mesi, di una intensa attività di vapore.

L’eruzione del Krakatoa è la più grande eruzione a carattere esplosivo ricordata nella storia dell’umanità. L’eruzione del vulcano, iniziata in maggio, culminò il 27 ago- sto di quell’anno con la distruzione completa dello stesso edificio. L’eruzione è stata catalogata, in base alla sua esplosività, con un VEI di 6 appena inferiore a quella del Tambora del 1815.

Il giorno 11 agosto si registrarono sul vulcano emissioni di ceneri sottili; le cro- nache riferiscono che si poté constatare che da un’ampia fascia del vulcano si formò una colonna eruttiva carica di cenere. Il 24 agosto si registrò un aumento il climax eruttivo che si protrasse fino alla fase finale dell’eruzione che ebbe inizio domenica 26 agosto alle ore 12 a.m con la messa in posto di modesti flussi piroclastici cui fece seguito una fase di attività subpliniana con la deposizione di pomici da caduta. Il 27 agosto, in un intervallo temporale dalle ore 5 di mattina alle ore 14, fu un continuo eruttivo sostenuto a carattere esplosivo con la formazione di nubi piroclastiche che si innalzarono nell’atmosfera fino ad una quota di circa 40 km. In seguito a questa fase esplosiva si generarono ingenti correnti piroclastiche che si riversarono a mare gene- rando quasi contemporaneamente tsunami il cui tempo di propagazione, per coprire la distanza fra il Krakatoa e Giava e Sumatra, oscillò fra i 30 minuti e l’ora. A seguito di questa fase finale l’acqua di mare, per il calore magmatico, si surriscaldò creando ele- vatissime pressioni che determinarono il collasso dell’intera isola di Rakata che venne in gran parte distrutta. Le cronache riportano che, in seguito a quest’ultima fase, fu emesso un potentissimo boato il cui suono si diffuse nell’atmosfera e fu sentito fino in Australia.

L’analisi morfologica sulle forme e dimensioni dei clasti vetrosi che formarono i depositi di quest’eruzione suggeriscono che l’esplosività dell’eruzione del 1883 non fu conseguenza di interazione acqua/magma.

Da questa eruzione del 1883 furono eiettati nell’atmosfera circa 18-20 km cubi di piroclasti che furono trasportate dai venti stratosferici intorno al mondo per molte volte. Il volume di piroclastico emesso da questa eruzione risulta essere di molto infe- riore a quello dell’attività esplosiva preistorica di questo vulcano.

L’intensa diffusione di ceneri dell’eruzione del 1883 nell’atmosfera determinò un abbassamento medio della temperatura terrestre di 1,2 °C e per diversi mesi il cielo cambiò colore e dall’Asia all’Europa si poté assistere ad albe e tramonti di incompa- rabile bellezza per la varietà di colori presenti. Questo aspetto spettacolare fu anche osservato nei cieli norvegesi il cui colore rosso sangue fu immortalato nel famoso quadro di E. Munch “l’Urlo”.

Gli effetti disastrosi furono compiuti dagli eventi tsunami, con onde altissime, che devastarono totalmente 165 villaggi con conseguenza di 36.000 vittime.

Dopo una fase di quiescenza attiva, nel 1927 al centro della caldera, riprese l’at- tività eruttiva del Krakatoa con la formazione di nuova edificio, in crescita rapidamen- te, che fu battezzato “Anak Krakatau”, cioè figlio di Krakatau, attualmente in attività.

La vita biologica è ripresa su queste isole, anche se i locali temono che una ripresa dell’attività del vulcano potrebbe avere conseguenza peggiori per la attuale popolazione ben più numerosa di quella presente durante l’eruzione del 1883.