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Un esempio Sulla questione Ebraica, la ripresa della critica dello Stato e

Nel documento Ideologia, alienazione, reificazione (pagine 85-88)

2. IL PROBLEMA – IDEOLOGIA IN MARX ED ENGELS

2.5 Marx e Feuerbach

2.5.2 Un esempio Sulla questione Ebraica, la ripresa della critica dello Stato e

Se la religione sposta l’”essenza” dell’uomo, o quanto meno i suoi desiderata, in una trascendenza che lascia intatta la realtà materiale terrena anche nella sua più drammatica configurazione.

Allo stesso modo lo Stato si presenta come un’astrazione, un’universalizzazione puramente formale che non muta ed anzi giustifica le condizioni materiali. Per questo Marx attacca l’emancipazione politica, riconoscendola come limitata ed inibente rispetto alla reale emancipazione umana:

<< Il limite dell’emancipazione politica emerge immediatamente nel fatto che lo Stato può affrancarsi da un limite senza che l’uomo sia realmente libero da esso, che lo Stato può essere uno Stato libero senza che l’uomo sia un uomo libero >>.152

Questo controsenso nasce per Marx, ancora una volta, da un misconoscimento, da un’inversione di ruoli tra prodotto ed origine.

Ciò che è originario, nella sfera politica, non è lo Stato, ma la società civile, intesa come quel complesso insieme di rapporti socio-economici che si vengono ad instaurare nelle comunità umane.

Essa è << l’autentico focolare, il teatro di ogni storia >>.153

Il fatto che lo Stato, nella sua astrattezza, venga invece assunto come qualcosa di originario, separato ed indipendente dalla sua base concreta, porta al

cortocircuito descritto nel passo appena citato.

Lo Stato si fa portatore di una universalità, si fa carico in sostanza di assicurare la realizzazione di una certa essenza umana: la incarna, ma a livello puramente astratto ideale.

In questo modo << Lo Stato elimina a suo modo le differenze di nascita, di condizione , di cultura, di lavoro, proclamando che nascita, cultura, lavoro non sono differenze politiche, dichiarando ciascun membro del popolo partecipe in

152

K. Marx, Sulla questione ebraica

85 egual misura della sovranità popolare, senza tener conto di tali differenze […]. Ciò non di meno, lo Stato lascia che la proprietà privata, la cultura, il lavoro agiscano nella loro maniera, vale a dire come proprietà privata, come cultura e come lavoro e facciano valere la loro essenza specifica. Ben distante dal

rimuovere queste differenze di fatto, lo Stato esiste piuttosto solamente nella misura in cui le presuppone, avverte se stesso come Stato politico e fa valere la propria universalità solamente in opposizione a queste sue componenti. >>154 Nello Stato sviluppato, la scissione tra società civile e Stato stesso, già

diagnosticata relativamente alla propria epoca da Hegel155, è completa, e l’uomo << l’uomo conduce non solo nel pensiero, nella coscienza, ma nella realtà, nella vita, una duplice esistenza, una celeste e una terrena, l’esistenza nella comunità politica in cui egli si ritiene un ente comunitario e l’esistenza nella società civile, nella quale opera come uomo privato, il quale intende gli altri uomini come strumenti, degrada se stesso a mezzo e diventa un giocattolo in mano a forze estranee.>>156

L’inversione sta nel fatto che nella vera origine, nella base politica materiale, ovvero nella società civile, l’uomo, che in essa ha valore di individuo reale, << è un fenomeno non vero >>, mentre nello Stato, egli è << il membro fantastico di una sovranità fittizia, […] caricato di un’irreale universalità >>157.

Di conseguenza, in questa duplicità di esistenza, la “vita reale” può essere quanto mai degradata, contraddittoria, “inumana”, ma poco importa, in quanto assume il valore di volatile fenomeno, quando contemporaneamente lo Stato si fa protettore dell’universalità ideale e giustizia astratta di una vita “immaginaria”. L’emancipazione politica, per quanto sia considerata un passo avanti rispetto all’emancipazione religiosa, è quindi comunque latrice, nella sua logica, di una << prigionia universale >>.158

154 K. Marx, Sulla questione ebraica, op. cit, p. 109

155 Marx, già in Per la critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico, aveva riconosciuto ad

Hegel il merito di aver osservato questa scissione, ma doveva poi subito dissentire col suo maestro-avversario, in quanto arrivava a giustificare tale separazione.

156 Ivi, p. 111 157

Ivi, p. 113

86 Essa può benissimo coesistere con l’alienazione religiosa, non è condizione sufficiente per il suo superamento, e in ogni caso si rivela ben distante dall’emancipazione umana.

Nello Stato liberale - borghese che Marx intende analizzare e in tal modo immediatamente criticare ( secondo lo schema della critica immanente ), vengono oltrepassate le differenze di ceto e gli statuti giuridici che

caratterizzavano la società feudale: gli individui vengono considerati come singoli, illuministicamente uguali di fronte alla legge.

Lo Stato neutralizza la valenza politica delle ineguaglianze sociali, ma in tal modo cancella il problema di superarle nei fatti.

La società civile, regno dell’individuo egoista, può così tranquillamente restare immodificata, continuando a caratterizzarsi per le disugueglianze che la

contraddistinguono, poiché nella illusoria – ideologica realtà politica, il citoyen ( l’altra faccia della medaglia dell’individuo spaccato in due realtà contraddittorie dalla separazione Stato – società civile ), viene ammantato fittiziamente della sovranità, dell’universalità.159

Il rapporto di filiazione con il “rovesciamento” feuerbachiano è ormai chiaro: Marx osserva che << l’uomo moderno, membro della società civile atomistica, non riconosce più come sua essenza il legame con il genere umano, ma lo ritrova solo quando si eleva al di sopra della sua realtà quotidiana e materiale per assumere le funzioni di cittadino: come nella divinità, così nello Stato,

l’universalità e il rapporto consapevole con il genere umano sono separati dalla vita reale dell’individuo e contrapposti ad essa>>.160

La separatezza che la sfera politica assume da quella sociale si fa complice dell’inversione per cui lo Stato si manifesta come fondante rispetto a ciò da cui è fondato, la società civile e concreta, in modo tale da permettere in buona

sostanza l’astrazione da quest’ultima, e, ancora una volta, la giustificazione della realtà sussistente.

159 Allo stesso modo Marx analizza gli effetti del rovesciamento per cui la libertà formale del

proletariato si tramuta in completo asservimento economico.

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