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OBIETTIVI: l’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare in modo retrospettivo l’efficacia della tecnica di riposizionamento della ghiandola della terza palpebra secondo Morgan, in un gruppo di cani valutati presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa in un periodo di 66 mesi.

MATERIALI E METODI

In questo studio retrospettivo, con periodo di riferimento dal Gennaio 2010 a Giugno 2015, sono stati valutati 35 cani, di razze diverse e appartenenti a entrambi i sessi, che sono stati condotti a visita e che manifestavano prolasso della ghiandola della terza palpebra.

Per tutti i 35 casi, al momento della visita oculistica, è stato raccolto il segnalamento e l’anamnesi sia prossima sia remota e, tramite l’esame clinico visivo diretto della ghiandola dislocata, è stata formulata diagnosi di prolasso della ghiandola della terza palpebra. In tutti i soggetti che presentavano prolasso ghiandolare monolaterale si è verificato che non fosse presente contestuale prolasso contro-laterale di tipo evocato. A tutti i proprietari dei soggetti affetti, tranne due, è stato proposto un intervento di riposizionamento secondo la tecnica descritta da Morgan (1993). Dei 35 soggetti solo 20 cani sono stati sottoposti a trattamento chirurgico in anestesia generale gassosa e di questi, 2 cani hanno subìto l’asportazione della ghiandola (prolasso cronico da più di due anni) e ai 18 rimanenti è stato effettuato il riposizionamento della ghiandola mediante la tecnica della tasca congiuntivale di

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Morgan suturata con sutura continua a materassaio utilizzando filo PDS II 5-0. Nei casi in cui era presente contestuale deformità della cartilagine della terza palpebra, durante l’incisione in prossimità del margine libero, è stata eseguita una exeresi di una parte della porzione verticale della cartilagine. Nel post-operatorio sono stati prescritti i seguenti farmaci: tobramicina collirio una goccia 4 volte al dì per 8 giorni, amoxicillina-acido clavulanico 12,5 mg/kg 2 volte al dì per 6 giorni, carprofen 4 mg/kg una volta al dì per 7 giorni. Ad ogni animale è stato fatto indossare il collare Elisabetta per un periodo minimo di 7 giorni. I pazienti sono stati ricontrollati a 7, 15 e 30 giorni post-chirurgia al fine di verificare la presenza di eventuali recidive o complicazioni dell’intervento.

Analisi statistica: sono stati presi in considerazione numerosi fattori

per ogni caso dello studio, come l’età di insorgenza del prolasso, il sesso, la razza, l’occhio affetto, la frequenza del prolasso ghiandolare in relazione alla popolazione totale di riferimento, alla totalità delle patologie oculari, degli annessi oculari e la frequenza del prolasso ghiandolare per ogni anno dello studio.

I dati ottenuti dalla valutazione di tali fattori sono stati espressi in percentuale e tramite grafici descrittivi. Per verificare la reale predisposizione di razza dei soggetti affetti dal prolasso della ghiandola della terza palpebra in questo studio, il numero dei soggetti affetti per ciascuna razza è stato confrontato con il numero totale di animali della stessa razza presentati presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie nel periodo di riferimento. A tale scopo è stato impiegato il test esatto di Fisher. Il test è stato applicato per ogni razza di cane in cui è stata osservata una

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frequenza del prolasso della ghiandola della terza palpebra > di 1. Sono state considerate due variabili nominali (≤ 2 anni e > 2 anni) divise ciascuna in due sole categorie (affetti e non affetti). Il test è stato considerato significativo per P ≤ 0,05. È stato utilizzato il software GraphPad® (http://graphpad.com).

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RISULTATI

Nel grafico n°1 si osserva un quadro generale della frequenza di tutte le patologie oculari della popolazione canina presentati presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie nel periodo di riferimento dello studio (1168) in relazione alla popolazione canina totale (16804). Si osserva, inoltre, la frequenza di tutte le patologie degli annessi oculari (189) in relazione a tutte le patologie oculari della popolazione canina e la frequenza del prolasso della ghiandola della terza palpebra (35) in relazione a tutte le patologie degli annessi oculari.

Nella tabella n°1 è riportato il segnalamento dei singoli animali affetti da prolasso ghiandolare e la localizzazione del prolasso (destro, sinistro o bilaterale). Inoltre è indicato se l’animale è stato o meno sottoposto a intervento chirurgico presso la nostra struttura.

Nel corso degli anni la distribuzione dei casi è stata variabile: nel 2010 ritroviamo 11 casi, 5 casi per anno nel 2011-2012-2013, 3 casi nel 2014 e 6 nei primi 6 mesi del 2015 (grafico n°2). In 14 casi, al momento della visita oculistica, è stato riscontrato un prolasso ghiandolare bilaterale, già presente o evocato durante la visita clinica; in 21 casi la dislocazione ghiandolare si è presentata unilateralmente e rispettivamente in 9 soggetti a destra e in 12 casi il prolasso si è manifestato a sinistra (grafico n°3).

Di tutti i soggetti che hanno presentato il prolasso ghiandolare, 17 erano femmine e 18 i maschi (grafico n°4).

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L’età di insorgenza della patologia era tra 4 e 96 mesi e il maggior numero dei casi è stato riscontrato nei primi 2 anni di vita (grafico n°5).

Come si nota nella tabella n°2, la razza di Cane Corso presenta una prevalenza elevata del prolasso della ghiandola della terza palpebra con una percentuale dello 0,047% in relazione alla popolazione totale, una prevalenza del 47,05% sul totale delle patologie oculari della suddetta razza, una prevalenza del 4,23% sul totale delle patologie di tutti gli annessi oculari della popolazione canina nel periodo di riferimento e una prevalenza del 22,8% sul totale dei casi dello studio.

Seguono il Bulldog inglese che presenta una prevalenza elevata del prolasso della ghiandola della terza palpebra con una percentuale dello 0,029% in relazione alla popolazione totale, una prevalenza del 17,85% sul totale delle patologie oculari della suddetta razza, una prevalenza del 2,64% sul totale delle patologie di tutti gli annessi oculari della popolazione canina nel periodo di riferimento e una prevalenza del 14,3% sul totale dei casi dello studio.

La razza Beagle presenta una prevalenza elevata del prolasso della ghiandola della terza palpebra con una percentuale dello 0,023% in relazione alla popolazione totale, una prevalenza del 22,22% sul totale delle patologie oculari della suddetta razza, una prevalenza del 2,11% sul totale delle patologie di tutti gli annessi oculari della popolazione canina nel periodo di riferimento e una prevalenza del 11,4% sul totale dei casi dello studio.

I risultati del test di Fisher evidenziano che le razze Cane Corso, Beagle e Bulldog inglese sono predisposte a sviluppare prolasso

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della ghiandola della terza palpebra con maggiore frequenza (tabella n°3).

Dalla tabella complessiva n°4 si osserva la frequenza del prolasso della ghiandola della terza palpebra in relazione a diversi fattori come: il sesso, la localizzazione, l’età di insorgenza, la frequenza della patologia nelle diverse razze di cani in relazione al numero dei casi dello studio e la percentuale dei cani affetti di una razza in relazione alla popolazione totale. In tale tabella è riportata anche la significatività al test di Fisher.

Venti/35 cani sono stati da noi operati mentre in 15 soggetti era stato consigliato l’intervento ma i casi sono stati persi al follow up (grafico n°6). I cani operati sono stati sottoposti a riposizionamento con tecnica di Morgan (18/20 cani) e exeresi chirurgica della ghiandola nei casi di prolasso cronico (2/20 cani) (grafico n°7). Nei 18 casi operati con tecnica di Morgan, erano affetti dal prolasso 27 occhi. Solo il caso n° 24 ha presentato recidiva monolaterale dopo il riposizionamento ghiandolare bilaterale, riferibile a infezione post-chirurgica a carico della sutura. Il prolasso era già presente al controllo a 7 giorni post-chirurgia. La prevalenza delle recidive del prolasso ghiandolare sul totale degli occhi operati è stata del 3,7%. Il successo terapeutico ottenuto è stato del 96,3%(grafico n°8).

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popolazione totale dei cani

visitati 94% cani con patologie

oculari 6%

% DEI CANI CON PROBLEMI OCULARI

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