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2.1.4 Fisionomia e struttura della vegetazione Flumendosa

Scheda 1 Esempio di scheda di monitoraggio dell’avifauna

3.3 L’esplorazione del paesaggio

3.3.1 Analisi fenomenico percettiva

Molto spesso si usano i termini paesaggio, ambiente e territorio per descrivere, studiare o semplicemente parlare della stessa realtà, come fossero dei sinonimi.

La confusione si rende più evidente quando associamo a questi termini degli aggettivi come “naturale” o “co- struito”.

Il paesaggio è un insieme complesso di più elementi fra loro collegati composto di alberi, di case, di rocce e di campi, di acque e di economie, di uomini, di culture, di azioni, di cause ed effetti, di relazioni, eventi e processi storici e le relazioni che lo compongono sono dinamiche in continua evoluzione (Albrecht e Benevolo, 1994).

Esistono due correnti distinte che considerano e studiano il paesaggio in modo totalmente diverso: la corrente scientifica, che risale alla nascita e all’evoluzione delle scienze naturali e la corrente fenomenico-percettiva, che deriva dalla concezione estetica. […] Per comprendere e studiare il paesaggio, e ancor più per poter consapevolmente interve- nire su di esso per modificarlo o per programmarne le sorti, dobbiamo possederne un’esauriente definizione scientifica. Ma affianco all’accezione scientifica (o ecologica) deve esserci quella fenomenica (o estetico-percettiva); sono dunque aspetti complementari di un processo conoscitivo pertanto non debbono essere contrapposte, ma congiunte (Romani, 1994).

Il paesaggio è un sistema complesso, possiamo considerarlo come un organismo con proprietà sia concettuali che fisiche; l’insieme dei processi di sviluppo di tale organismo – secondo Almo Farina, novità, opportunità ed eventi – permette di ottenere nuove configurazioni che sono però difficili da prevedere.

Qualunque azione compiuta su un sistema presuppone una sua reazione; risulta fondamentale, comunque, com- piere il primo passo verso una conoscenza di un contesto ancor prima di ipotizzare interventi su di esso, in modo da concepire azioni sostenibili con le caratteristiche del paesaggio capaci di restituire possibili scenari di sviluppo.

La definizione di paesaggio dipende dalla cultura di un popolo e dal rapporto che si instaura tra uomo e conte- sto; la sua immagine testimonia la capacità di trasformare l’ambiente in base alle esigenze di una determinata società (Dubbini, 1994).

Il paesaggio per essere compreso deve essere accompagnato anche da una azione percettiva dell’uomo. La per- cezione umana (e quella visiva in particolar modo) nel caso del paesaggio è fortemente legata alla capacità di lettura e comprensione dei segni che lo compongono. La capacità è funzione della cultura di chi osserva la realtà e la tramuta in paesaggio immaginato; l’osservatore stesso appartiene ad un determinato tempo, ad un mondo di conoscenza – che riflette la cultura del periodo in cui vive ed anche quella individuale, arricchita da esperienze/scelte personali - che cambia nei secoli con lo sviluppo degli apporti scientifici e delle nuove tecnologie. Per queste ragioni interpretiamo la conoscenza e la rappresentazione del paesaggio come azioni soggettive.

Questo processo nelle diverse epoche storiche ha coinvolto anche le arti, o meglio, le arti sono parte di questo processo molto complesso.

Dapprima la pittura, seguita dalla fotografia e in seguito dalla scultura, sono degli strumenti che l’uomo ha usato per descrivere – talvolta in modo narrativo - la struttura del paesaggio; le motivazioni sono molteplici: controllo del ter- ritorio (soprattutto in periodi di guerra), rappresentazione di architetture immerse in un ambiente naturale, la nostalgia per una certa forma di paesaggio distante dalla città.

Alla fine del Settecento, nasce la parola panorama per indicare uno scorcio di territorio che si abbraccia con lo sguardo. Il ‘panorama’ era, in origine, una grande tela dipinta, disposta a trecentosessanta gradi intorno a uno spettatore che la osservava da un punto centrale prestabilito, esposta in un edificio circolare spesso appositamente costruito, ed esibita a orari, come fosse uno spettacolo teatrale (D’Angelo, 2004).

Ricalcando le orme dei primi viaggiatori e geografi del’700, si è deciso di analizzare l’aspetto fenomenico per-

cettivo del paesaggio e utilizzare questo come parametro e guida per definire dei possibili interventi utili per una frui- zione e conoscenza delle sue peculiarità. Inoltre, non si ritiene che il lavoro illustrato sia esaustivo e completo in ogni sua parte, bensì la interpretiamo come una occasione per studiare un territorio avente grandi possibilità di sviluppo in collaborazione con gli enti locali in modo da innescare un processo di sviluppo sostenibile.

3.3.2 Carta della panoramicità 3.3.2.1 Genesi

Il territorio in esame, in prima analisi, è stato attraversato, percorso e fotografato per capire le sue peculiarità e le pos- sibilità, palesi e nascoste, di una possibile evoluzione di questo paesaggio in relazione ad uno sviluppo della fruizione

Fig. 3.1 - Sistema dei punti panoramici

Localizzazione dei punti (in rosso), sovrapposta ai sistemi idrico e infrastruttu- rale principali

Fig. 3.2 - Sistema dei panorami

Localizzazione dei luoghi che si possono osservare dai punti panoramici indivi- duati, sovrapposta ai sistemi idrico e infrastrutturale principali

e ricezione turistica.

Analizzando la morfologia del territorio e le fotografie scattate durante la fase di monitoraggio, si sono individuati dei luoghi che per altimetria risultano predominanti rispetto al contesto. Alcuni dei punti di monitoraggio dell’area sono, dunque, di notevole panoramicità. I punti sono stati identificati con un codice alfanumerico del tipo I_01, identico al codice di riferimento delle schede di monitoraggio; questo sistema puntuale è stato rappresentato nella tavola 20 a cui è stato allegato un rilievo fotografico ed una tabella (tab. 3.1), che riassume ed esplicita il rapporto tra i punti panoramici, le fotografie, in quale territorio comunale ricadono i punti di scatto e le aree incorniciate nelle foto, se tali aree ricadono in zona vincolata e se sono caratterizzate dalla presenza di interventi anropici importanti.

La carta della panoramicità, attraverso i coni visivi, identifica le aree osservabili dai punti panoramici; le gradazioni di grigio indicano la capacità di visibilità di una determinata porzione di territorio. Nello specifico, le aree colorate con un grigio scuro (dato dalla sovrapposizione di diversi coni visivi) individuano le aree maggiormente visibili da siti lontani; quelle con gradazioni sempre più chiare indicano aree meno osservabili. Nella legenda relativa alla tavola sono state indicate le gradazioni di grigio delle aree osservabili dai punti ed il corrispondente numero di luoghi panoramici da cui esse si osservano.

3.3.2.2 Analisi

Questa analisi, sovrapposta alle carte tematiche prodotte, conferisce valore aggiunto da una parte, al sistema pun- tuale dei siti panoramici e, in alcuni casi, le aree osservate sono caratterizzate da elementi importanti di paesaggio e meritevoli di nuovi interventi (vedi fig. 3.1); dall’altra, al sistema delle aree osservate, che possono essere riqualificate tenendo conto della loro capacità di essere osservate da diversi punti distanti (vedi fig. 3.2).

I punti panoramici individuati risultano in numero pari a 21 in tutto il territorio analizzato, di cui 18 coincidono con i punti di monitoraggio. Nella tabella n 3.1 sono stati riportate riportati i seguenti campi: i punti panoramici coincidenti con quelli di monitoraggio, la capacità di ciascun punto di essere panoramico (fatta per comparazione tra i diversi siti), il territorio comunale in cui ricadono sia i punti che le aree coinvolte dai coni visivi e i dati ritenuti importanti per una maggior comprensione del materiale fotografico (che riguarda sia il sistema puntuale che il sistema areale) attraverso la sovrapposizione con alcuni elaborati cartografici di base (vedi figg. 3.3 e 3.4).

I Comuni interessati da questa analisi sono la maggior parte di quelli ricadenti nell’area di studio, eccezione fatta per quelli più limitrofi che si trovano parzialmente interni a tali confini.

I due laghi, sottoposti a questa analisi, presentano un comportamento differente; la loro diversità nasce dal fatto che si sviluppano su territori morfologicamente molto diversi, nello specifico: il lago Mulargia occupa ed è accolto da un territorio pressoché collinare, dunque risulta facilmente visibile da diversi punti dislocati in tutta l’area che circonda lo specchio d’acqua ed i coni individuati sono molto ampi ed abbracciano estensioni importanti di territorio; il lago Flumendosa invece risulta inserito tra due emergenze collinari e montuosa e presenta una forma più allungata, dunque occupa l’area in modo diverso rispetto al Mulargia e ed i coni individuati sono meno aperti, garantendo una minore visibilità.

Per ciascun punto si sono scelte un massimo di tre fotografie, di cui una panoramica, che sono state elaborate in modo da evidenziare gli elementi caratterizzanti il paesaggio e trovare risconto con le carte tematiche di base utilizzate. Nel materiale fotografico in rosso si sono individuati i segni antropici e naturali su cui eventualmente intervenire con una riqualificazione o ritenuti elementi importanti per nuove ipotesi di intervento.

Fig. 3.3 - Sovrapposizione dei coni visivi alla carta dei

F59 F57_58 F60 I_08 F63 F61_62 F64 I_12 F67 F65_66 F68 I_15 Nurri

I_16 I_16bis F5_F6 F4 F7 F1_F2 F4 F3 I_44 F7_8 Nurri Esterzili Esterzili

F11 F9_10 F12 I_23 F15 F13_14 F16 I_24 F19 F17_18 F20 I_30 Siurgus Donigala

I_34 I_36 I_40 F29_30 F32 F31 F25_F26 F28 F27 F21_F22 F24 F23

F35 F33_34 F36 I_45 F39 F37_38 F40 I_47 F41_42 I_13

I_04 I_05 I_07 F53_54 F56 F55 F49_50 F52 F51 F45_F46 F48 F47

3.3.3 Carta degli accessi ai laghi ed alle aree panoramiche

Un’adeguata analisi del territorio, con l’obiettivo di incentivare la fruizione turistica e innescare nuove attività orientate ad uno sviluppo economico e sociale innovativo, ha bisogno di individuare non solo dei percorsi di fruizione possibili e l’esistenza di strutture ricettive ma anche identificare delle aree di accesso ai laghi ed ai punti panoramici.

Lo studio propone una analisi della morfologia del territorio attorno agli specchi d’acqua per una possibile futura realizzazione di nuovi accessi da aggiungere a quelli esistenti con ingressi per natanti o per sport acquatici di vario tipo.

La maggior parte degli accessi esistenti coincidono con le strutture delle dighe dei due laghi o con ingressi utiliz- zati per fare dei campionamenti delle acque (vedi Tav. 21). È stata determinante la stesura della carta delle pendenze, e l’analisi delle altimetrie (usata come sfondo nella carta della panoramicità) per capire quali parti del territorio fossero più accessibili all’uomo e segnalare i punti di notevole panoramicità. Analizzando la carta, sono stati indicati i punti panoramici, la viabilità principale, gli approdi e gli accessi, mentre i segni lineari sui versanti individuano aree con pendenza importante che rendono difficile approdare o accedere alla sponda dei laghi.

Nel complesso, la conformazione morfologica del terreno consente una accessibilità notevole in entrambi i laghi e la possibilità di incrementare il numero di approdi.

Alcuni di questi nodi potrebbero diventare dei poli attrattori per il turismo e, potenziandoli, aumenterebbe la possibilità di fruizione turistica e garantendo un positivo riscontro economico per le popolazioni che abitano questi luoghi.

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