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Non essendogli ignoto che in possanza lo pareggia- pareggia-vano , e che in, ricchezza molti grandi vassalli gli

eranosuperiori,nonusò controessilaforza;

ma

diastuzia solprevalendosi, edandoalsuo

am-ministrare un’ apparenza d’ordinee di giustizia,

or s’adoprò ametterli in discordia,ora atrarliin imprese rovinose; efu poisempreapparecchiato agiovarsi degli errorio dei disastriaiquali sog-giacquero. Semplicenegliesterni modi,, nè

meno

dottod’Augustonell’artedi mentirsèmedesimo, al paridi,quell’imperatorenonisgomentidi de-litti, cheallo scopo suosimostrassero giovevoli, più formidabile qualora presedevaalconsiglioche quando era condottiero d’eserciti. Ebbero pure

- comunei nominati dueprincipi quella pusillani-mità, da cuiprocedeva cosìla prudenzae

circo-(105)

spezione percuiVenneroinfama,come itimori checontinuamenteagitandolivendicaronoin certo

modo

levittimedella loro astuzia;

FilippoilBuono,ducadiBorgogna,allacorte del qualeerasi riparatoildellino Luigi duranti

idisparerieh*ebbecolpadre suo CarloVII,lasciò

morendo

iproprjStati alfiglioCarlo, sopranno-piatoilTemerario(1467 delTE. V.). Pariilnovello ducaa Luigi

XI

in ambizione, sidimostròvpiù soggetto all*impeto delle passioni,

ma

d’indole ad

un

tempopiù francaepiùnobile.Schifod’ o-gni arte ingannatrice per naturale fierezza, la vivacità disentimentiglitolsetroppospesso1* im-perio sovrasèmedesimo. PadronedelledueBor-.

gogneedipréssochèintieroilBelgio, viunì il

ducatodiGueldriaelaconteadiZutfen vendu-taglida Arnoldo d’

Egmont

, allorchéper opera di Carlo fulibero dallaprigionia in cuieratenuto dal pròpriofiglio.

A

Staticotanto vastisperava CarlodiaggiugnerelaProvenza’, promessagliin testamentoda Renato d'Angiò,re titolare di Napoli,ed anchelaLorena,siccomenon gover-natadatalsovrano che potesseal Ducadi iBor-gognaresistere. I prosperisuccessi delletentate imprese,eilrapidoingrandimentodisua possa, levaronlointantabaldanza che pensòarimettere ilregnod’Austrasiao Lotaringia,regno che avreb-beseparatapersemprelaFranciadallaGermania edall’Italia,disgiungendone^colleprovince ch’e-ranodestinate,a formarlo. Questainsaziabile

am-bizione di Carlo ingelosì tanto più(LuigiXIin

MiÌLLEn Tom.V. , 10

C )

' ' Ek

quanto che questinon aveva in quel

momento

vicinidacuisperaresoccorso.Favorevole al du-ca diBorgognadavasiadivedere Jolandesorella diLuigi’XI,ereggentedellaSavoia: aidisegni dello stessoDucaerasipureaccostato1- impera-tore FedericoIII,sedottodalusinga diottenere in isposaalfigliosuo Massimiliano l’unicafiglia di Carlo.Luigi pertantosfornito dimezzi per com-battere di fronte Carlo, trovò piùconforme al sistema daluiadottatoil procurarglinemici; e questodisegnoglifu agevolatodagli alteri

modi

diCarlo,edaalcuni inconsiderati passiche troppo nemettevanoall’apertoleintenzioni.

Siricordava Luigi

XI

che, ancoradelfino, e eonducendo quarantamila uomini a guerreggiare controiCantonielvetibi,mille ecinquecento Sviz-zeridaluiassalitipresso Basilea,morirono sino all’ultimo collearmialla

mano

anzichérendersi.

Peròavendo concepitafino d’ alloraun’altaidea delvalorediquesta nazione, credèutile primie-ràmenteilfarsela collegataedamica/}alqual

fi-nespargendotesoripertuttiiCantoni,si assi-curò partigiani da adoperareaproprio talento;

nèandòguari,che quel suo operareglitornò van-taggioso.IlducadiBorgognagovernavaallora le conteediFerrettaed’Alsazia

,dategli inipoteca da Sigismondod’Austria; ilche parvebuon de-stro al re diFrancia pertrarreaguerrafraloro questi dueprincipi.Fornite pertantodallo stesso LuigiXIaSigismondole

somme

necessariea ri-scattare le ipotecatecontee,Carlo,comefuda

(W)

prevedersi,ricusò direstituirle.Allorail

He

fran-cese indusse gli Svizzeri a sostenere coll’armi l’inchiestadiSigismondoyedaconchiuderecolla Casa d’Austriail trattatoconosciutosotto

nome

eli pattoereditario. Fortedifattiappoggi Si-gismondo, nè serbando piùoltre riguardiverso il DucadiBorgogna,rientròa

mano

armatain Alsazià, eimpadronitosidellapersonadiPietro Hagenbaph, chea

nome

diCarlolagovernava, fece quello infelice giudicare econdannareal ta-glio della testa colpienoassenso dei confederati.

É

certamentea Violentoconsiglio spinsero Si-gismondoleistigazionidiLuigiXI,cuirilevava 51rimovere ognipossibilità dipace.InfattiilDuca diBorgognagiuròdivendicareilproprio suddi-to, e raccolsequantegenti glipoteronofornire i suoi Stati,emolteneassoldò diLombardiae di Savoia. I deputatielveticiper parteloro ra-gunatisi aLucerna,e stretta lega col

Re

di Fran-cia e coll’Imperator d’Alemagna, intimarono guerraalDuca. Talesifu1’origine dellaguerra diBorgogna,lecuiconseguenze tanto contribui-ronoallenovelleformeeh’ebbe dipoiilsistema politicodell’Europa.

Gli Svizzeri diedero principioalleostilitàcol penetrarenellaFranca Contea che devastarono in-teramente.

Ma

all’avvicinarsi diCarlo,non ve-dendo iprimi comparireisoccorsipromessiloro daiconfederati,siritrasseroall’oriente delmonte Jura,oves’impadronironodelleterrepossedute dal principeGuglielmod’Orango Chateau-Guyon,

- .

'

(168)

.

postosialservigio delDucadiBorgogna;indidel paesedi

Vaud

,per ove contendeva adessiil pas-saggio Giacomo conte diRomont,.agnato della CasadiSavoia.

IlducadiBorgognacorse dietro agli Svizzeri

,

e attraversato ilmonteJura,s’accampò in riva allago diNeufchàtel,oveavendostretto d’asse-dio, indipreso ilcastellodiGranson,fece ap-piccare tuttiisoldatichevistavanodipresidio

-atto inumano,perguì credèattèrriregli Svizze-ri,

ma

cheinvece aggiunsealnaturale coraggio dei.medesimilasetodivendicareifratelli. Sor-preso pertantodai medesimi Carlo,e astrettoa battaglia inunterreno, ovela superiorità di nu-mero nongligiovava,isuoiBorgognoni passa-ronoinunsubitoda arrogantesicurezzaa com-piuto avvilimento, ed ivi rimasero interamente disfatti.Furonodei vincitori,eilcampodi Car-lo, e, tutte le ricchezze chevisitrovarono, e quattrocentopezzi d’ artiglieria,e seicento sten-dardi(an.1476dell’E.V.).

Pochi mesi dopo, raccolte novelle forze, ri-comparveilDucadinanziallapicciola città di

Mo-ra!, difesadaAdrianodiBubenberg,antico pre-sidente delConsigliobernese, inaiutodellaquale accorsero le truppe deiCantoni,edugento ca-valiericondottidal duca RenatodiLorena chei

Borgognoni-scacciatoaveanoda’ suoiStati.Dalla gravezza del pericolo di cuiminacciatavedevano

lapatria,fattimaggioridicoraggioe di forze gli Svizzeri,diederotalbattagliaalDucadi

Borgo-(169 )

gha, che, presigliperlasecondavolta ilcampo e rartiglieria,lo forzaronoa salvarsifuggendo.

La

nazionesvizzeraseppe gradodiquesta vittoria a Giovanni diHallwyl,comandante della van-guardiarilqualenel

momento

del maggior peri-colo arringandoisoldatitrasfuse inessiil corag-gio,di cui era egli stesso infiammato.

Disperso interamente1’esercitoborgognone,il

paese di

Yaud

pentitosi sottomisealvincitore.

Collar,fatto sospettosoedingiusto daisofferti di-sastri,negittòlacolpasopra Jolaude,cheseco trasse prigioniera inBorgogna. In questomezzo gli Stati della Savoiaimplorarono'dagli Svizzeri lapace;

ma

solo colcedere Morated alcunealtre città poste ai confinipoteronoottenerla.

Poco poi,avendoRenatodiLorenachiestoi

Cantoni Elvetici affinchè losoccorressero nel

ri-cuperaregliStatipaterni, e nel liberarne la ca-pitaleNancyassediatada CarloilTemerario, ot-tomilaguerrieri di quella nazione, superatonel mezzodell’invernoilpaese dei Yosgi,si rendet-tero inLorena,egiuntiinnanzi aNancy scon-fissero per la terza volta i Borgognoni.Morto Carlo perlemanidel traditore

Campo

Bassot con-dottieroitaliano assoldatodaluimedesimo,ebbe^ finein questo Principelasecondadinastia della* CasadiBorgogna.

Impadronitosi Luigi

XI

di quellacontrada

(sic-come

difeudo chemancando ladiscendenza ma-cchile deiduchi tornavaallacoronadiFrancia),

Ja Franca ConteaeiPaesiBassirimaseroa

Ma-t

(*7° )

ria figliaed erodediCarlo,fattasisposa,

secondo-il desiderio.de’ suoi sudditi*,all’arciduca Massi-miliano, figliuolo dell’imperatore Federico III.

Comunque

Luigi

XI

simostrassebramosodiavere questa*. Principessapernuora,le città fiammin-ghe diedero preferenza al giovaneaustriaco,il quale possedendoStati"piùlontani dalleFiandre,

lor parve

meno

atemersicheil

Re

diFrancia.

Morta dopocinqueannidimaritaggiola princi-pessaMaria(1482dell’E.V.

)/Massimilianogo- vernò quegli Stati a

nome

delpropriofiglio Fi-lippo;

ma

non-pochi affanniglidiede questa

am-ministrazione perlefrequentisommossedei Fiam-minghi,gelosi diconservareleantiche lóro pre-rogative^

Luigi

XI

intentosemprea ingrandirepervia di trattati, indusseCarlod’Angiò,contedi Pro-venza,nipoteesuccessore diRenato,ere tito-lare di Napolie di Sicilia,ad istituirloerede;

laonde al moriredelpredettoCarlounitiipiù insignifeudiallacoronadiFrancia, ilsoloche potessedirsigrandevassallodellamedesima,era FrancescoII,ultimo rampollo maschiledella fa-migliadeiDuchi diBrettagna.

MASSIMILIANOI

'1

*

II.Massimiliano,cuilenozze contrattecon

Ma-riadiBorgognaaveano dato ilgovernodeiPaesi Bassi e dellaFranca Contea,ereditò,perlamorte di suo cugino 1arciduca Sigismondo,leprovince'

( 1?* )

chiamatePaesi'Anterioridell’Austria.Già molta prima Vimperator Federico suo padre avea ag-giunte alproprioretaggiolesignorie diBregentz,

Pludentz, FeldkircheSonnenberg,illangraviato d’Altorf nellaSvevia,laconteadiNellcn bourg nel paese diHegau,lacontea diGorizia, ed al-cunidistretti posti ai veneti contini.

Ma

tale esten-sionediStatinon sottrasseFedericodal trovarsi incontinua penuriadidanaro; ondenon poten-dopagare cento ventimiladucati,pe' quali nelle guerre col Turcoobbligato erasi aMattia

C»r-^ vinore d'Ungheria,dovetteinvece peralcuni annilasciargli PAustriada governare.

E

ilfiglio ..

Massimiliano perdonòagliabitanti diBruges l’ a-verlo tenuto inunastrettaprigione,con patto che glisborsassero un’

ammenda

di cinquecento-mila ducati.Poi quando rimasevedovodiMaria di Borgogna, sposò

,per lasuadote di cinque-centomilafiorinialemanni, Bianca,nipote di Lo-dovicoMaria Sforza, dettoilMoro,reggente di Milano.

Prima diquesteseconde nozze, Massiriiiliano cercataavevalafigliaed eredediFrancescoli

,

ducadiBrettagna,

ma

vi sioppose Carlo Vili re diFrancia,, clictemette datalparentado po-stain]>ericololatranquillità della suamonarchia.

CheanzisposòeglistessoAnnadiBrettagna (i4Ql deli'E. V.)col patto,che avendoessa duefigli, il ducatodotale, della predetta principessa tocche-rebbeinretaggioalcadetto.

Ma

figlimaschinon nacquero nè datali nozze uèdallesecondech’ella

(.*72 )

contrassecon Luigi

X

1

L

Divenutamadre invece di parecchiefiglie,Claudiaprimogenitacollo spo-sarsiaFrancescoI aggiunselaBrettagna ai do-minj della francesecorona (an.1532). Trentan-nidopoun* ordinanza diCarlo IXdichiarò in-corporatediloronaturaaquestamonarchia tutte leprovince cheunre diFranciaavesse possedu-tepelcorsodi dieci anni. .

SelaFrancia,ilpiùbello eil più vasto fra tuttiiregni dell’Europa, non acquistò sinda quei giorni unacorrispondente preponderanza,

vuolesserne accagionatalacattiva politica dichi la governò,le stromitàcuilatraevano inconsi-derati tentativi,elafrenesia di cercare la pro-pria grandezzaoltre 1Alpi.

^

' n’ITALIA

III.Vedemmo.nel libroprecedente,come Fran-cescoSforza impadronitosidiMilano

,perlasua

sapienzanell’amministrare ne mantenesse la so-vranità (dall’annoi/t5oal1466).Figlio e succes-sore diFrancesco,Galeazzo Maria Sforza, peri (nel1476)vittima dialcuni giovani milanesi,

ardenti repubblicani e frenetici ammiratori di Cassio e di Brutojla qual morte non impedì a BuonadiSavoia, vedova dell’ucciso, di ri-manerepadrona della cittadella di Milano,.e di conservare il ducatoalpropriofiglio Giovan-niGaleazzoSforza,

Ma

Lodovico il

Moro

, co-gnatodi Buona, uomoaudacee pronto

aidelit-( *73 )

ti,

come

d'alto ingegnofornito,coll’avvelenare iLproprio nipote, usurpòiltronoducale.Poi per assicurarsidellavendettadel Ile diNapoli, suo-cero dell’infeliceGiovanni Galeazzo,sioffersedi soccorrereunitamenteaparecchi Principiitaliani Cai'lo Vili, ogniqualvoltasiportasse inItalia

per farvalere sulregnodiNapoliidirittinei re

di Francia trasfusi dalla Casa d’Angiò: que-sta ambasceria furecata aquel

Re

dalCardinale

AscanioSforza.

Il regnodiNapoli appartenevaalloraadun

ra-mo

illegittimo dellaCasad’Aragona: poiché Al-fonsoilSaggio,rediAragona,SiciliaeNapoli,

privodidiscendenza, cuiperdiritto'ereditario pervenisseil trono,lasciòalfratelloGiovanni II l’Aragona,echiamò pertestamentoa succeder-glineiregni diNapolieSiciliailproprio figlio naturale FerdinandoI. Questo principe, ilcui regnoduròtrentaseianni, s’inimicòel’alte classi col privar di vita molti baronide’quali temette lapossanza,ed ilpopolo che aggravòoltre

mo-dod’imposte.Più duraindole epiù crudelegià manifestavasi in Alfonso, figliodilui primoge-nito.

Lacattedrapontificia,cuitenneronef volgere delquintosecolooruominichiariper ingegno,

quali furonoEugenio IV eNicolaoV,orprelati della tempradi PaoloII, Sisto IV, Innocenzo Vili,anche perloromediocrità meritevoliforsi egualmented’encomioedi biasimo, fuoccupata da Alessandro VI, spngnuolodi nazione,dato,

( >74 )

comesi diceva, acrearein Italiaunasovranitàa Cesare Borgia. Questo giovine, a cui non

man-caronovivacità,acumed’ingegnoe fortezza d’a-nimo,nonebbeperdelittoqualunqueatroce at-to,che a’suoi disegni tornasseopportuno; laon-de, per tradimentiedassassinamenti

,fecesue

pa-recchie città,chepoigovernòumanamenteecop giustizia. Città rettepressoché tutte dauomini piùricchid’immaginazioneefacondiached’ in-gegno edivera sapienza;leggidivineed

umane

pubblicamente sprezzate; predominio ditutti i vizj congiuntialdisprezzo d’ogniprincipiorelH gioso emorale, talsifu lo stato dell’Italia in

queigiorni.

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