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17 Esterno 3 messa in opera struttura muraria con

archi USM 1974=1543 1974

V 2 18 3,4,5,6 messa in opera struttura muraria USM

1655 1675=1680,1703,1676=1681,1655

V 2 19 4 apporto di terreno sabbioso lungo USM

1655 1664

V 2 20 4 scasso e relativo riempimento

attribuibile probabilmente ad attività di spolio

1747,1746 Tab.10 Elenco attività del Periodo V

2.6. L'Ospedale Vecchio (Periodo VI)

L'ultima importante trasformazione dell'edificio è dettata alla fine del XIX secolo dall'esigenza di costruire in questo spazio urbano l'Ospedale Civile, dotato di ampio cortile interno, individuato all'interno dell'area di scavo in oggetto. Questa nuova operazione edilizia comporta quindi la demolizione del magazzino di artiglieria del Regio Esercito, con lo smantellamento dei perimetrali e del muro mediano (fase1, A.2,3), le cui interfacce di demolizione vengono in seguito intaccate dalle buche per l'impianto di alberi. Del corpo di fabbrica precedente viene utilizzato in questa fase solo il muro di

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Dal Castellas al Monastero di Santa Chiara. Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo - Archeologia.

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chiusura occidentale che definisce su questo lato lo spazio del giardino. I prodotti derivati dalla distruzione dell'edificio, costituiti da accumuli di pietre frammiste a sabbia e da elementi di edilizia, risultano dislocati su tutta la superficie indagata (fase 1, A.1,4,5). Sui depositi maceriosi, livellati e regolarizzati, sono state individuate tracce di calpestio da mettere in relazione con la fase di preparazione del primo impianto del giardino (fase 1, A.6). Tale fase è contraddistinta da una serie di attività finalizzate ad aumentare le quote pavimentali e a realizzare in questo modo un interro consistente per l'impianto del giardino. Ciò ha comportato il rimaneggiamento dei depositi maceriosi e il contestuale apporto di sedimenti con forte componente organica, dando luogo ad una articolata stratificazione. Questa risulta composta dall'alternanza di livelli a frazione prevalentemente sabbiosa con la presenza di pietrisco e da strati distinti da un notevole quantitativo di frustoli di carbone, fauna, semi e noccioli (fase 2, A.9,14,21,23,28,32,35,41,43). Numerosi i reperti ceramici provenienti da questi strati, in prevalenza residuali.

Le superfici di discontinuità dei vari livelli, in alcuni casi, coincidono con i piani d'uso del giardino di cui restano dislocate per tutta l'area le tracce della messa a dimora delle piante e del loro espianto, testimoniate dalla presenza di buche di diversa dimensione e relativi riempimenti. Sulla base dell'ampiezza e della profondità dei tagli nonché della tipologia delle radici residue rinvenute in prossimità del fondo delle buche, è stato possibile ipotizzare un'articolazione del giardino con piccoli alberi, arbusti e viti. Quest'ultime definite all'interno di una zona di limitata estensione nella fascia settentrionale dell'area di scavo, in cui è stato individuato un scasso sub-rettangolare per l'impianto, colmato da un potente deposito a matrice prevalentemente sabbiosa (fase 2, A.11,16,18,29,30,42,44,47). Inoltre, operazioni legate alla cura del cortile, sono testimoniate dalle tracce di fuochi per bruciare stoppie e legname, i cui resti sono stati sottoposti ad indagini archeobotaniche213, e da buche per lo smaltimento di rifiuti domestici e macerie. Tra queste si contraddistingue per le notevoli dimensioni uno scasso di forma ellittica (fig.21) individuato nella zona settentrionale dell'area riempito da materiale incoerente (fase 2, A.7,12,13,33,34,46). Il cortile era dotato al suo interno di viottoli in acciottolato (fig.22) che consentivano il passaggio dei degenti. Impostati su un sottofondo costituito da gettate di pietre e terra e, in alcuni casi, sulle rasature affioranti delle strutture preesistenti, i viottoli sono costituiti da ciottoli di varia dimensione sistemati in modo regolare, uniti da malta tenace (fase 2, A. 38,39).

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In diverse zone dell'area inoltre, lo scavo ha evidenziato tracce di strutture leggere molto probabilmente riconducibili a pergolati, testimoniate da allineamenti di buche sia quadrangolari che circolari (fase 2, A.35).

Nell'ultima fase di utilizzo del giardino, l'area subisce alcune trasformazioni. Buona parte degli arbusti viene deradicata (fase 3, A.48) e le quote pavimentali subiscono un notevole innalzamento. I piani d'uso della fase precedente, compresi i viottoli in acciottolato, vengono infatti coperti progressivamente con un potente deposito stratificato, composto dall'alternanza di apporti di terra organica e sedimenti sabbiosi (fase 3, A.49,60,61,65,79,83).

Si viene a configurare in questo modo una nuova articolazione del cortile, con una zona adibita a giardino (fase 3, A.54,56,66,69,76) e altri spazi aperti pavimentati riservati ai degenti. I piani pavimentali riscontrati sono realizzati in malta oppure in acciottolato (fase 3, A.80,81,84). Altri lacerti pavimentali documentati nell'area sembrerebbero connessi con strutture funzionali al cortile. In particolare nella fascia settentrionale, l'indagine ha permesso di identificare un pavimento realizzato con ciottoli di varia dimensione associato ad un piccolo ambiente a pianta quadrangolare utilizzato probabilmente per gli attrezzi oppure per il ricovero di piccoli animali (fase3, A.75,78).

Fig.21 Grande scasso legato al primo impianto del

giardino (immagine M. Biagini) Fig.22 Uno dei viottoli in acciottolato del giardino intaccato da buche d'albero della fase successiva (immagine M. Biagini)

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Così come per la fase precedente si riscontrano numerose attività connesse con la manutenzione e pulizia del cortile. Si tratta di buche realizzate per bruciare arbusti di varie dimensioni, di cui restano concentrati sul fondo numerosi frammenti di carboni e rametti combusti frammisti a cenere. Altre buche, inoltre, sembra siano state utilizzate per scaricare materiale macerioso, o più in generale, rifiuti organici provenienti dal giardino (fase 3, A.52,53,74).

Nel cortile sono emerse anche tracce consistenti dell'impianto idrico connesso all'ospedale, attestato da canalizzazioni con spallette in cemento oppure in pietre e malta, con fondo costituito da mattonelle di reimpiego e copertura in lastre di marmo collegate ad un pozzetto di forma quadrangolare posto sul limite nord dell'area (fase 3, A.68,73).

Fig. 23 Stralcio della sequenza riferibile alle attività del Periodo VI

Periodo fase attività Ambiente contesto US

VI 1 1 5 apporto di terra e sabbia per livellare

l'area 1688

VI 1 2 3,4,5,6 demolizione muro USM 1655 -1652,1686

VI 1 3 3,4 demolizione muro USM 1583 -1592,1667,-1668

VI 1 4 3 macerie di demolizione strutture

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VI 1 5 6 apporto di terra macerioso a matrice

sabbiosa con tracce di frequentazione in