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Una volta terminata la trascrizione dei due corpora di discorsi originali, si è proceduto all’estrazione delle espressioni figurate dagli stessi.

Dato che il linguaggio figurato non è un elemento facilmente quantificabile, e quindi analizzabile con un software, è stato necessario estrarre “manualmente” le espressioni figurate contenute nei testi originali (intendendo, per “espressioni figurate”, tutto il linguaggio non-letterale; cfr. capitolo 1).

Come afferma Deignan (2005), esistono tre maniere per studiare il linguaggio figurato su un corpus di grandi dimensioni (come, ad esempio, il British National Corpus16 dell’Oxford University o la Bank of English17 di Harper Collins e Birmingham University): la prima è quella di cercare di stabilire l’esistenza di metafore linguistiche che realizzano un certo concetto metaforico. In questo caso, però, dato che un computer non può lavorare a partire da una lista di metafore concettuali identificandone le realizzazioni linguistiche, è necessario stilare un elenco delle potenziali realizzazioni linguistiche per poi verificarne l’occorrenza sul corpus. Una volta recuperata, ogni concordanza mostrerà al ricercatore il contesto linguistico in cui compare l’elemento lessicale ricercato, ma poi tale informazione deve essere processata manualmente:

At present there is no automatic way of doing this, and the researcher depends on informed intuition to decide whether a particular citation of a word is metaphorical, within his or her own understanding of “metaphor”, in itself not an uncontroversial matter. The next stage is to classify metaphors into groups such as innovative, dead and historical metaphors […], in order to concentrate on those of interest. (Deignan 2005: 93).

Il secondo metodo proposto dall’autrice è quello di partire da una ricerca manuale fatta su un piccolo corpus (Cameron e Deignan 2003) o un campione di un corpus di grandi dimensioni (Charteris-Black 2004) e, a partire dai risultati ottenuti, “trasportarla” su un corpus di maggiori dimensioni per poter formulare considerazioni linguistiche generalizzabili. Il terzo, e ultimo, metodo è anche quello più difficilmente perseguibile: prevede di lavorare con un team di

16http://www.natcorp.ox.ac.uk/. 17

lessicografi che stanno utilizzato dati da corpus per la creazione di un dizionario, chiedendo loro di segnalare, nel loro lavoro, gli utilizzi metaforici dei termini presenti nel database. Come la stessa autrice riconosce, si tratta di un’opportunità più unica che rara.

Basandosi sulle osservazioni di Deignan, ma senza perdere di vista lo scopo primario della ricerca, che era quello, da un lato, di avere una panoramica delle strategie utilizzate da interpreti professionisti nell’affrontare il linguaggio figurato in modalità di interpretazione simultanea a seconda delle diverse tipologie di metafora e, dall’altro, di individuare eventuali categorie di metafore maggiormente problematiche, si è optato per l’analisi di un corpus di piccole dimensioni, allo scopo di avere, tramite una dettagliata analisi manuale, una panoramica completa delle metafore presenti. Una trasposizione dei risultati di questo studio su un corpus di grandi dimensioni potrebbe senza dubbio costituire uno sviluppo futuro della ricerca, ma richiederebbe, in primis, un enorme sforzo per la creazione di un corpus di interpretazione di grandi dimensioni, che al momento non esiste: per la combinazione linguistica oggetto di studio, il corpus di maggiori dimensioni di cui siamo a conoscenza è il già citato EPIC, un corpus in continua espansione di cui, fra l’altro, i discorsi originali spagnoli e italiani attualmente trascritti costituiscono la porzione più piccola (cfr. Bendazzoli e Sandrelli, 2005). L’idea di uno studio su EPIC, che costituisce una straordinaria risorsa a cui, in effetti, si era in un primo momento pensato di attingere, evitando così la laboriosa compilazione di un nuovo corpus, è stata poi scartata per due ulteriori motivi: in primo luogo, appunto, per la esigua porzione di discorsi originali in spagnolo e italiano già trascritti e da trascrivere ma presenti nell’archivio multimediale e, in secondo luogo, forti anche dell’analisi svolta in Spinolo (2007) e Spinolo e Garwood (2010) a partire da discorsi originali in inglese, per le caratteristiche precipue dei discorsi del Parlamento Europeo: si tratta, infatti, di frammenti molto brevi, di qualche minuto, in cui gli oratori raggiungono velocità di eloquio elevatissime (una velocità di 150 parole al minuto è “normale” in questo contesto; cfr. par. 2.4.1.1). Dopo aver analizzato, quindi, le strategie impiegate dagli interpreti in EPIC, cioè in una situazione che potremmo definire estrema, si è voluto, con IMITES, analizzare il loro comportamento in

una situazione più “ordinaria” dal punto di vista della velocità di eloquio e della durata degli interventi.

L’identificazione del linguaggio metaforico in un testo non è affatto un compito facile (Steen 2002; Pragglejaz Group, 2007 e Steen et al., 2010). Mentre la figuratività di alcune espressioni viene immediatamente percepita dal ricercatore (ad esempio, “Tutte queste relazioni peraltro sono composte sono composite vanno in diverse direzioni e creano a loro volta una rete i cui nodi sono i punti in cui si incontrano due o più di queste professionalità e di queste s- … di queste strutture ed è su questi nodi che si trovano molte delle attività che noi proponiamo”; IMITES, discorso Sacchetti), in altri casi, specialmente per quelle espressioni figurate molto consolidate in quel determinato codice linguistico, e che, lungo il continuum di Fraser (1979; cfr. capitolo 1) si collocano all’estremità in cui si trovano le catacresi (o metafore coerenti), l’identificazione dell’espressione figurata è più difficile (ad esempio, nel caso di “ma se da un lato tutto questo è stato sicuramente occasione di crescita noi viviamo abbiamo vissuto anche situazioni che definiremmo di mercato sleale”; IMITES, discorso Mantini). Inoltre,

[…] researchers often differ in their intuitions about what constitutes a metaphoric word or phrase. Metaphor scholars often do not provide criteria in their empirical investigations for specifying what is, and what is not, metaphorical, and not surprisingly focus on different aspects of metaphorical language depending on their own theoretical orientation and research purpose (Pragglejaz, 2007: 1-2).

Di grande utilità, nei casi dubbi, è stata la MIP (Metaphor Identification Procedure), successivamente integrata in una nuova versione denominata MIPVU (Metaphor Identification Procedure VU University Amsterdam), elaborata dal Pragglejaz Group di Amsterdam (Pragglejaz, 2007 e Steen et al., 2010).

Steen, membro del Pragglejaz, aveva “anticipato” la MIP già nel 2002, definendo una strategia il cui scopo era quello di individuare le espressioni linguistiche delle metafore concettuali:

PREPARATION

2. Break up units into propositions – this produces a series of linearly and hierarchically ordered nuclear clauses with one predicate and at most three arguments; this also turns all attributive presuppositions into complete propositions. 3. Explicate the concepts involved in ellipsis, substitution and co-reference depending on pronominalization, deictics and alternative but general expressions (like thing, man and so on).

4. Explicate all non-realized but semantically conventional arguments of a predicate by abstract indications of their role.

IDENTIFICATION

5. Check whether arguments referring to entities in the text world do so literally, that is, directly, or whether they (can) invoke another, especially more concrete or typical, domain of usage – this should take care of all nominally used words. 6. Check whether predicates or arguments designating properties of entities in the textworld or relations between entities in the textworld do so literally, that is, directly, or whether they (can) invoke another, especially more concrete or typical, domain of usage – this should take care of all predicatively used words.

7. Check whether predicates or arguments designating properties of relations or of properties of entities in the text world do so literally, that is, directly, or whether they (can) invoke another, especially more concrete or typical, domain of usage – this should take care of all attributively and adverbially used words (Steen, 2002: 26).

Questa prima procedura di Steen viene rielaborata dal Pragglejaz, la cui procedura […] aims to establish, for each lexical unit in a stretch of discourse, whether its use in the particular context can be described as metaphorical (Pragglejaz, 2007:2). La MIP prevede 4 fasi:

1. Read the entire text–discourse to establish a general understanding of the meaning.

2. Determine the lexical units in the text–discourse

3. (a) For each lexical unit in the text, establish its meaning in context, that is, how it applies to an entity, relation, or attribute in the situation evoked by the text (contextual meaning). Take into account what comes before and after the lexical unit.

(b) For each lexical unit, determine if it has a more basic contemporary meaning in other contexts than the one in the given context. For our purposes, basic meanings tend to be

—More concrete [what they evoke is easier to imagine, see, hear, feel, smell, and taste];

—Related to bodily action;

—More precise (as opposed to vague); —Historically older;

Basic meanings are not necessarily the most frequent meanings of the lexical unit. (c) If the lexical unit has a more basic current–contemporary meaning in other contexts than the given context, decide whether the contextual meaning contrasts with the basic meaning but can be understood in comparison with it.

4. If yes, mark the lexical unit as metaphorical (Pragglejaz, 2007: 3).

La procedura prevista nella MIPVU è la stessa della MIP, ma introduce anche nuovi elementi figurati oltre alle metafore (similitudini, analogie) e si propone di identificare anche le metafore concettuali, oltre a quelle linguistiche.

Nel nostro caso, seguendo, specialmente nei casi dubbi, la MIPVU, le fonti lessicografiche utilizzate per l’identificazione del linguaggio figurato sono state, per l’italiano, il Dizionario Sabatini Coletti e il Vocabolario Treccani e, per lo spagnolo, il Diccionario de la Real Academia Española e Clave, Diccionario de Uso del Español actual.

Le espressioni figurate estratte sono poi state allineate con la resa fornita dall’interprete, come nell’esempio:

Altrimenti la politica di sviluppo rurale sarebbe come un piccolo cucchiaio nel mare mentre tutto il resto delle politiche ehm va in una direzione opposta

Porque de lo contrario la política de desarrollo rural sería como una ... gota de agua en el mar mientras que el resto de las políticas iría en sentido contrario

Si è così estratto un totale di 1135 espressioni figurate, 760 in italiano e 375 in spagnolo, distribuite come segue:

Oratore Numero di espressioni fig.

Alemanno 19 Bresso 80 Bruni 24 Bruni I 20 Di Giuseppantonio 17 De Castro 47 De Castro I 56 Mantino 38 Moretti 62 Pizzagalli 33 Preto 77 Sacchetti 89 Sacconi 26 Sorrentino 50 Tajani 122 TOT 760

Tabella 2.5: Frequenza delle espressioni figurate in IMITES ORG_IT

Oratore Numero di espressioni fig.

Fogué 30

Gallardón 26

García 118

Pérez 50

Torano 35

Valcárcel 42

Zapatero 43

TOT 375

Tabella 2.6: Frequenza delle espressioni figurate in IMITES ORG_ES

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