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A differenza dei Translation Studies, pochissimo (per lo più, tesi di laurea e una tesi dottorale) si è trovato nel campo degli Intepreting Studies sull’interpretazione del linguaggio figurato.

Turrini (2002 e 2004) analizza le rese di interpreti del Parlamento europeo nelle combinazioni tedesco-italiano e italiano-tedesco, concentrandosi sulle espressioni figurate contenute nei discorsi presi in esame (369 in totale). Dall’analisi dell’autrice emerge che gli interpreti, prevedibilmente, hanno meno difficoltà nella resa di metafore concettuali presenti sia nella lingua italiana che in quella tedesca, così come di metafore concettuali tipiche del dominio ‘Unione europea’. Inoltre, secondo questo studio, circa il 50% delle espressioni figurate codificate (cioè delle accezioni di lessemi con significato metaforico codificato) nella lingua di partenza viene reso con un’espressione figurata anche nella lingua di arrivo e,

nella maggior parte dei casi, l’espressione scelta dall’interprete corrisponde a quella usata nella lingua di partenza; alle prese con una metafora viva, poi, gli interpreti scelgono nella maggior parte dei casi di tradurla letteralmente. Turrini non identifica però, al di là dell’ultimo caso citato, nessun’altra strategia ricorrente impiegata per gli altri tipi di metafore. L’autrice attribuisce la causa di ciò alle innumerevoli variabili che influenzano il processo dinamico dell’interpretazione, quali, ad esempio, la velocità di eloquio dell’oratore, la qualità dell’audio ecc. Nardi (2007), lavorando sulla combinazione tedesco-italiano, analizza 32 interventi pronunciati in occasione di sessioni plenarie del Parlamento europeo, allo scopo di esaminare se e in quale misura le espressioni non letterali rappresentano una difficoltà per l’interprete, e quali strategie vengono messe in atto nella loro resa. Divide le espressioni non letterali in tre gruppi: originali, europee e non originali. Identifica poi le rese delle interpreti macrostrategie e microstrategie; fra le macrostrategie, si trovano resa con espressione non letterale, riformulazione, omissione, resa con espressione non adeguata. Fra le microstrategie, invece, identifica: espressione non letterale corrispondente all’originale, espressione non letterale diversa dall’originale, generalizzazione, parafrasi, omissione totale, omissione parziale. Per quanto riguarda le macrostrategie, per la combinazione linguistica analizzata, prevale la resa con espressione letterale (diversamente da quanto riscontrato da Turrini, 2002 e 2004), seguita da riformulazione e omissione. A livello di microstrategie, invece, la scelta prevalente è quella della resa con espressione letterale equivalente. Risultano maggiormente problematiche (perché rese con omissione totale o resa non adeguata) le espressioni non letterali originali, cioè creative8.

Beaton (2007) analizza l’interpretazione simultanea al Parlamento Europeo in quanto fenomeno sociale, analizzando da una parte l’ideologia propria delle istituzioni europee e, dall’altra, l’assiologia dell’interprete, intesa come “a system of subjective ethics and evaluation of the individual interpreter” (Beaton, 2007: 195). L’autrice analizza i discorsi e le relative rese interpretative nella combinazione tedesco-inglese soffermandosi, fra le altre cose, sull’interpretazione simultanea di espressioni figurate tipiche della sfera istituzionale europea,

8 In linea, parzialmente, anche con i risultati riscontrati in IMITES (cfr. paragrafo 4.3), in cui

giungendo a varie conclusioni. In primo luogo, afferma Beaton, a metafore presenti nel testo originale corrispondono quasi sempre metafore simili nella resa in inglese. L’autrice individua poi una serie di metafore concettuali ricorrenti proprie dell’Unione Europea o, più in generale, del discorso politico quali: THE EU IS A SHIP, ENLARGEMENT IS A JOURNEY, ENLARGEMENT IS A RACE (metafore del movimento), THE EU IS A HUMAN BEING e POLITICS IS WAR. L’autrice nota che in alcuni casi, nell’affrontare metafore appartenenti a queste sfere concettuali, gli interpreti si spostano da una metafora concettuale all’altra. Ad esempio, se la metafora di partenza appartiene alla sfera concettuale ENLARGEMENT IS A RACE, l’interprete potrebbe decidere di renderla con una metafora della serie POLITICS IS WAR. Infine, Beaton registra la tendenza da parte degli interpreti a tradurre le espressioni figurate tipiche del dominio europeo in maniera letterale, segno del fatto, ipotizza l’autrice, che essi sono consapevoli del ruolo ideologico e concettuale svolto dal linguaggio figurato.

Spinolo (2007) e successivamente Spinolo e Garwood (2010) analizzano l’interpretazione simultanea del linguaggio figurato al Parlamento europeo con il corpus EPIC (Russo et al., 2012), nelle combinazioni inglese-spagnolo e inglese- italiano, per un campione totale di 218 espressioni figurate, nelle combinazioni inglese-italiano, italiano-inglese, spagnolo-italiano, italiano-spagnolo. Le conclusioni tratte dall’analisi del corpus evidenziano che gli interpreti sembrano tendere a parafrasare le metafore lessicalizzate (catacresi ed espressioni idiomatiche), mentre per le metafore vive si tende alla traduzione letterale, come segnalato anche da Turrini (2002). Per quanto riguarda i concetti metaforici attivi (Prandi e Caligiana, 2007), sebbene sia più difficile identificare una tendenza chiara, gli interpreti italiani sembrano privilegiare la traduzione letterale, mentre quelli spagnoli sembrano optare maggiormente per la parafrasi e la sostituzione, strategie che avvicinano il testo al pubblico destinatario. Spinolo e Garwood (2010) individuano inoltre un aumento nell’utilizzo di hedges (Scarpa, 2001; Garzone e Viezzi, 2001) da parte dell’interprete in corrispondenza di un’espressione figurata nel testo originale (“in qualche modo”, “per così dire” ecc.) e di esitazioni; gli autori ipotizzano che tale concentrazione di hedges sia dovuta allo sforzo cognitivo che l’interpretazione simultanea del linguaggio

figurato implica per l’interprete e all’insicurezza che tali elementi causano agli interpreti.

Perticari (2010) amplia la ricerca di Spinolo analizzando le rese in francese degli stessi discorsi; segnala che sia le catacresi che i concetti metaforici attivi e le metafore vive vengono di solito rese dalla cabina francese con una parafrasi, “uccidendo” quindi la metafora (Spinolo e Garwood, 2010).

Cavallo (2010) studia invece come dei giovani interpreti che stanno concludendo la loro formazione (studenti finalisti della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì) rendano le espressioni figurate in simultanea lavorando verso la loro lingua B, nelle combinazioni italiano-inglese e italiano- francese. Dall’analisi eseguita su 86 espressioni figurate risulta che gli studenti omettono circa il 25% di esse; quando, invece, decidono di renderle, scelgono maggioritariamente la parafrasi. L’esperienza, quindi, oltre alla direzionalità, pare giocare un ruolo fondamentale nel saper affrontare il linguaggio figurato in interpretazione.

Palsby (2010) vuole capire in che misura la Conceptual Metaphor Theory (CMT) sia applicabile all’interpretazione di metafore retoriche e linguistiche, e se la sua conoscenza possa essere di aiuto agli interpreti nello svolgimento della loro professione. A tale scopo, sottopone a un gruppo di interpreti professionisti e di studenti un discorso da interpretare in simultanea, quello pronunciato da Barack Obama a Berlino il 25 luglio 2008, prima della sue elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America (la combinazione studiata è inglese-danese). L’autrice suddivide il proprio campione in due gruppi: a uno, sottopone subito il testo da interpretare, mentre all’altro gruppo si propone prima una lezione sulla CMT e su come applicarla all’interpretazione. Dopo l’interpretazione, a entrambi i gruppi viene sottoposto un questionario che indaga la conoscenza precedente che gli interpreti avevano della CMT, le strategie da loro adottate nell’interpretazione delle metafore e la loro definizione di metafora. L’autrice conclude che, data la presenza di molte metafore concettuali condivise fra le due lingue in questione, gli interpreti sembrano non avere problemi ad affrontare metafore linguistiche appartenenti a tali sfere concettuali; sia il gruppo caso che il gruppo controllo per tali metafore forniscono prevalentemente traduzioni funzionali (“the utterance that would be used as preferred choice in the target culture in the same situation”,

Palsby 2010: 37) o idiomatiche (“idiomatically correct utterances that would come natural in the target language”, ibid.).

Messale (2011), con un esperimento svolto su quattro studenti della Laurea Magistrale in Interpretazione (Università di Bologna, sede di Forlì), ha analizzato le rese delle espressioni figurate nelle combinazioni italiano-spagnolo e spagnolo- italiano in modalità consecutiva. Attraverso l’analisi delle performance degli studenti e dei loro appunti di consecutiva, Messale ipotizza, in linea con i risultati di Cavallo in base ai dati ottenuti dal suo piccolo campione che la tendenza per gli interpreti ancora in formazione che lavorano in consecutiva sia quella di parafrasare il linguaggio figurato, soprattutto quando lavorano verso la propria lingua B.

Bonfiglioli (2011) analizza le prestazioni di 10 studenti di interpretazione (Laura Magistrale in Interpretazione, Università di Trieste) della che lavorano nella combinazione italiano-francese in modalità consecutiva. Dal suo case-study sembra emergere che – probabilmente, aggiungeremmo, anche per il fatto che gli studenti lavorano in questo caso verso la propria lingua B – i soggetti studiati privilegino veicolare il senso dell’espressione figurata contenuta nel testo di partenza, piuttosto che mantenere la figuratività; anche qui, come in Cavallo (2010) e Messale (2011), l’esperienza sembra quindi giocare un ruolo fondamentale sulle rese degli interpreti.

Callegari (2013), infine, analizza le strategie adottate da interpreti professionisti nella resa in italiano di figure presenti in 20 discorsi (10 per lingua) di eurodeputati tedeschi e olandesi. Divide le figure analizzate in metafore, metafore concettuali, metafore nuove ed espressioni idiomatiche. Le rese degli interpreti vengono classificate come rese equivalenti, parafrasi, generalizzazioni, omissioni totali o parziali, traduzioni letterali ed errori. I risultati mostrano, innanzitutto, l’abilità e la capacità degli interpreti del Parlamento di veicolare il messaggio del testo di partenza; non emergono, però, strategie definite per ciascun tipo di espressione figurata.

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